A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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Stare in guardia dai lupi travestiti da agnelli

Ultimo Aggiornamento: 05/05/2016 23:04
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02/02/2009 16:55
 
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IN GUARDIA !

Don Dolindo......
Un Sacerdote non di altri tempi, ma dentro il suo tempo.....nel quale ha saputo perseverare nella fede, donando molto della sua preparazione biblica, ma soprattutto ha donato al prossimo tutto se stesso.......

Chi lo volesse conoscere, clicchi qui:

http://www.dolindo.org/opere.html#sacer

Fraternamente CaterinaLD

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Questo volumetto mette in guardia a non lasciarsi irretire dagli errori ed eresie che non pochi protestanti e testimoni di Geova vanno spargendo in Italia e nel mondo (specie al tempo pre-conciliare in cui fu scritto) con grave pericolo di tanti cattolici sprovveduti e deboli nella Fede.



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Una volta un branco di lupi affamati...

Una volta, un branco di lupi affamati, non sapendo come fare strage nell'ovile di un pastore, pensarono di mutare tattica. Prima erano discesi furenti ed ululanti dai monti, ed avevano trovato pronti gli armati per discacciarli. Dopo si vestirono di pelli di agnelli, si fornirono di fasci di erbe velenose che avevano l'apparenza di un pascolo più ubertoso dei comuni pascoli, e di notte, mentre i guardiani dormivano, si appressarono al gregge. Si guardarono bene dal fare ascoltare i loro ululati, ma solo andarono girando intorno all'ovile con i loro fasci di erbe. Intorno all'ovile vi erano tante pecorelle sbandate ed affamate, che si erano allontanate dal pastore. Esse videro i lupi in forma di agnelli, furono allettate dalle erbe, e corsero al pascolo velenoso. I lupi presero animo. Avevano raccolto il rifiuto del gregge e pensavano di raccogliere anche le altre pecorelle. Essi capirono che quelle pecore rognose, raccolte fra il rifiuto dell'ovile, fra le... apostate, non erano un buon guadagno per loro. Le tenevano in mancanza di meglio. Allora si misero a girare intorno al gregge, allettando le pecorelle più incaute col miraggio del pascolo migliore, ed alle più venali offrirono davvero un pascolo per attrarle. E suonarono le loro trombe tentando d'imitare il fischio soave del pastore che chiama a raccolta le sue pecorelle. Ma il pastore si levò pieno di amore, suonò l'allarme nel campo, ed i lupi smascherati fuggirono sui monti.

La parabola dei lupi è una triste realtà. I protestanti sono i lupi rapaci che sotto forma di agnelli, tentano di dilaniare il gregge di Cristo. Gesù ce ne prevenne: < Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di agnello, e dentro sono lupi rapaci. Dai loro frutti li conoscerete > Circa le motivazioni dei toni aspri di P. Dolindo nei riguardi dei protestanti vedi la prefazione al presente libretto. P. Dolindo non è né fondamentalista né integralista, ma il buon pastore che si preoccupa delle anime affidate alle cure del sacerdote.

Chi sono i protestanti? Sono i seguaci ed i discendenti di Martin Lutero. Quest'uomo si mostrava in veste di agnello, dicendo che voleva riformare la Chiesa, che voleva dare al mondo la parola di Dio, la Bibbia. Egli però non riformò nulla, ma solo pose lo scompiglio nella Chiesa.

I protestanti, come lui, ti presentano il Vangelo e la Bibbia, e seminano nel tuo cuore l'odio alla Chiesa, ai Sacerdoti, all'Eucaristia, alla Madonna, ai Sacramenti.

Pastori mercenari, senza nessuna missione da Dio, ti allettano con l'oro, col beneficio materiale, con la scuola e con la refezione gratuita, con le vesti che danno ai tuoi figliuoli, e poi ti avvelenano col loro odio nascosto, ti strappano a Gesù, e portano il castigo di Dio nella tua casa. Essi ti parlano del Cristo, dicono che te lo vogliono far conoscere ed amare, ed invece ti distaccano dalla Chiesa Cattolica dove soltanto vive Gesù Cristo, e ti strappano dai Sacramenti, dandoti un falso surrogato, in una preghiera che non giunge a Dio, in una cena che è l'irrisione dell'Eucaristia, ed in una confessione stolta fatta con Dio, dicono essi, ma che non è che una illusione per turlupinare la tua coscienza. Essi poi dicono un mondo di spropositi, e dispensano dei foglietti pieni di inganni e di errori madornali, di falsità storiche, e di false citazioni delle quali si può accorgere solo chi è veramente profondo nelle scienze sacre.

Esercito della Salvezza? Tu vedi spesso girare per le strade dei giovani e delle signorine con un berretto in testa, sul quale c'è una scritta: Esercito della Salvezza. Si fermano per le strade, cantano qualche inno e poi parlano. Parlano contro il Papa, i Sacerdoti, la Madonna, i Sacramenti, ma in maniera così larvata, da non fartene quasi accorgere, e dispensano stampe zeppe di errori, promettendoti ogni bene, e strappandoti dal cuore la Fede vera che è solo nella Chiesa Cattolica.

E tu che fai? Ti fermi ed ascolti, mentre dovresti fuggire lontano, o piuttosto dovresti fare intendere a questi mercenari che debbono andarsene, perché noi, discendenti dei Martiri, non tradiamo la nostra Fede per una vile moneta, per un vile interesse umano, o per una vile insinuazione. Devi fare intendere loro che sono essi che debbono convertirsi a Dio.


I falsi pastori

I protestanti istituiscono a volte opere che sembrano di pura beneficenza: scuole, orfanotrofi, colonie marine. Voi, madri, voi padri, ve li mandate allettati dal beneficio materiale. Che cosa sono questi benefici? Sono come l'esca che si dà agli uccelli per prenderli al laccio, o come il pezzettino di formaggio che si mette nella trappola per prendervi il topo incauto. Voi tradite i vostri figli e li mettete in bocca a lupi rapaci in forma di agnelli.

Che cosa è un pastore protestante?
Non è un Sacerdote, perché non ha alcun carattere sacerdotale. A volte è un apostata che ha tradito Dio. E' un uomo che, eccezion fatta di quelli che non hanno avuto modo di conoscere la fede cattolica, non può credere a ciò che dice se è veramente dotto nelle scienze sacre; e se ci crede davvero, è stato turlupinato egli per primo dalle false storie protestanti, dalle tendenziose teologie protestanti. Non c'è un solo loro foglietto di propaganda che non sia gremito di errori grossolani, e di insinuazioni velenose.

Eppure questi pastori hanno sulle labbra il sorriso e l'atteggiamento della pietà e del misticismo. E ti parlano di salvezza, di parola di Dio, di Evangelo, mentre le loro parole ti allontanano proprio da Dio, dall'Evangelo, dalla tua salvezza eterna.

I protestanti non credono

Si rileva da un famoso loro foglietto di propaganda pieno di errori e di falsità storiche e teologiche.

Non credono ai Santi, non credono alla Madonna, non credono alla Croce, tanto che non si fanno neppure il segno della Croce. Non credono al Purgatorio, non credono ai Sacramenti, se si eccettui il Battesimo, e non credono quindi nemmeno al più augusto e vitale dei Sacramenti, la santa Eucarestia. Sono perciò come i rami aridi staccati dall'albero vitale, e come i tralci separati dalla vite.

Che pena fanno questi poveri traviati, senza obbedienza al Capo della Chiesa, senza vita soprannaturale, fossilizzati nella Bibbia che nelle loro mani è deformata, giacché la interpretano a modo loro! Essi sono proprio quelli dei quali diceva Gesù Cristo: < Non entreranno nel regno dei Cieli quelli che dicono: Signore, Signore>. I poveri protestanti dicono solo parole, giacché sono persuasi che possono salvarsi senza opere buone, il che è enorme, perché il Cielo non si acquista con le chiacchiere, ma coi fatti. E tu starai a credere a questi uomini, che vivono come pecorelle sbandate dal vero ovile di Gesù Cristo?

Un castigo meritato

Ma che cosa è tutta questa invasione protestante nella nostra Italia Cattolica? E' un flagello di Dio! Quando gli uomini sono lontani da Dio, e peccano, e cadono in mille impurità, in mille ingiustizie, vengono dal deserto le cavallette a divorare il raccolto, vengono i microbi pestilenziali, vengono le inondazioni, i terremoti, le guerre, per ricordarci che c'è un Dio, e, che dobbiamo convertirci! Il Protestantesimo fu un castigo di Dio nel secolo decimosesto, un tremendo castigo inflitto al popolo cristiano per le sue scostumatezze.

Fu come una invasione di cavallette voraci che seminarono stragi morali e materiali. I protestanti ricordano sempre ipocritamente la notte di S. Bartolomeo e l'Inquisizione, e non ricordano mai le spaventose stragi fatte in Francia, in Inghilterra, in Germania, e per ogni dove dai protestanti stessi. Stragi spaventose, documentate, innanzi alle quali impallidiscono le persecuzioni di Nerone e di Diocleziano.

Essi bruciavano vivi i cattolici, li segavano a metà, li squarciavano e ponevano il fuoco nelle loro visceri, giungevano ad orrori senza nome. Che cosa erano queste stragi spaventose? Erano il tremendo castigo di Dio! Anche oggi l'invasione protestante è un castigo di Dio, il più terribile castigo. Quando si vive senza fede, lontani dai Sacramenti, bestemmiando, commettendo tanti peccati, con una moda così sfacciata, in mezzo a spettacoli così luridi, con famiglie così disordinate, Dio permette che le cavallette di Satana divorino lo sterile raccolto, divorino gli alberi carichi di foglie e senza frutti di vita.

Perciò la difesa principale contro il protestantesimo è la nostra conversione vera a Dio, nella pratica delle opere e delle virtù cristiane, è la custodia gelosa del tesoro affidatoci da Dio.

Quale Tesoro?

Sei sulla terra come un povero pellegrino e percorri un cammino penoso. La terra non ti offre che amarezze, ed è una valle di lacrime. Anche quando la vita appare allegra e divertente, anche allora, e più allora, è tutta seminata di spine.

Perché tante pene? Perché sulla terra sei di passaggio, e perché hai tanti debiti da pagare con la divina giustizia, tanti peccati da scontare. Dove tendi tu? Sei stato creato per conoscere, amare e servire Dio in questa vita, e per goderlo nell'altra.

Dio non è una chimera, non è una fantasia, è un Essere reale, infinito, al quale tu tendi perché da Lui sei stato creato. A Dio non si va a proprio capriccio. Una sola via conduce a Lui, ed è la verità contenuta nella religione. Una sola è la religione, perché una sola è la verità. Se il foglio che tu leggi è di carta, non può avere ragione chi dice che è di acciaio. La verità sta solo nella Fede Cattolica, perché solo questa Fede ha ed ha avuto sempre il carattere della unità, ed ha tutte le garanzie divine, umane e scientifiche della sua verità.

Le altre religioni o sono aberrazioni, o sono deformazioni della verità. Il formaggio deve essere di latte per essere buono; quello che è fatto con le patate ha solo l'apparenza del formaggio, ma non è buono. Che cosa è il Protestantesimo? E' una religione falsificata, alterata... è una moneta falsa, non giova a nulla.

Il tuo tesoro è la Fede Cattolica. Questa fede non viene da un apostata, ma da Gesù Cristo medesimo e dagli Apostoli, per una serie non interrotta di successori. Per questa fede sono morti milioni di martiri, per questa fede l'anima vive non già di chiacchiere, ma di una vita soprannaturale, e raggiunge l'ultimo suo fine.


I comandamenti di Dio

Ricordati della Legge di Dio. La Chiesa te la ricorda nel Catechismo, con le stesse parole di Dio. I Comandamenti di Dio sono dieci, divisi secondo l'oggetto diverso che hanno. Nella Scrittura non sono elencati distintamente come fanno credere i protestanti a chi ignora la Scrittura.

Ci sono certe proibizioni che riguardano gli Ebrei allorquando uscirono dalla schiavitù dell'Egitto. Così Dio raccomanda agli Ebrei di non farsi sculture o rappresentazioni degl'idoli, come li adoravano gli Egiziani. Dio non proibisce le immagini sacre ma gl'idoli, cioè le false divinità. Tu sai bene, o cristiano, che non adori le immagini, ma le veneri, per quello che ti rappresentano e per la santificazione che vi aggiunge la benedizione. E' dunque tanto ridicolo da far pietà il dire che un Comandamento di Dio è stato soppresso o nascosto dalla Chiesa, ed è più ridicolo ancora quel foglietto protestante nel quale si afferma che la Chiesa abbia detto di simili errori.

Tu, o cristiano, ricordati che non devi bestemmiare, ma devi amare Dio, ed adorarlo con tutto il cuore. Non devi lavorare nei giorni di festa, devi ascoltare la Santa Messa, devi ascoltare la parola di Dio, per istruirti nella fede. Intendi ? Nelle domeniche e nelle feste il tuo negozio deve essere chiuso, tu non devi andare al lavoro, devi amare Dio e lodarlo in quella giornata, in maniera più particolare. Non devi mancare di rispetto ai tuoi genitori, non devi bisticciarti, non devi odiare i tuoi fratelli, il tuo prossimo. Devi fuggire ogni impurità, devi fuggire le letture perverse, i teatri, i film immorali, e sono quasi tutti immorali! Devi rispettare la tua donna e quella degli altri. Devi dare buon esempio ai tuoi figli. Devi osservare i Precetti della Chiesa, che sono per te l'espressione della volontà di Dio.

Se non compi tutti i tuoi doveri cristiani, Dio permetterà che un povero protestante ti pigli al laccio; ed allora t'illuderai di camminare bene, ma innanzi al tribunale di Dio apparirai tutto deturpato da quelle false pratiche. Quando un protestante viene a parlarti con l'idea di attrarti alla setta, pensa che sei tanto peccatore da avere attratto a te esseri scomunicati e lontani da Dio. Le mosche vanno là, dove trovano la corruzione!...

Le pietre preziose

Tu hai un anello con una bella pietra preziosa, con un brillante. Che cosa vale di più, l'anello o il brillante? Vale più il brillante. Se lo strappi, l'anello perde ogni pregio e non serve più.

La Fede Cattolica ha le sue pietre preziose; i protestanti le hanno quasi tutte strappate e conculcate, sostituendone solo qualcuna con pietre false; essi hanno deformato il gioiello ammirabile che Dio ci aveva dato.

Ecco le nostre pietre preziose:

I Sacramenti


Per salvarti non basta credere, bisogna operare, bisogna incorporarsi a Gesù Cristo. Per i Sacramenti noi c'incorporiamo a Gesù Cristo, e siamo partecipi della sua vita e dei suoi meriti. I Sacramenti sono sette: Battesimo, Cresima, Eucaristia, Penitenza, Estrema Unzione, Ordine Sacro e Matrimonio. Non ce n'è uno di più, né uno di meno Chi nega un Sacramento, è simile a chi vorrebbe far vivere il corpo amputandogli un organo vitale. Per i Sacramenti, tu ti unisci a Gesù con la tua vita, con le tue forze, con le tue attività, con le tue stesse miserie, perché Egli le risani; ti unisci a Lui nel Sacerdozio, quando sei chiamato a questo altissimo stato, ti unisci a Lui nella tua vita coniugale, e persino nella tua morte. E' così che tu vivi della vita del tuo Redentore; è così che un giorno comparirai innanzi a Dio, ricoperto dei meriti di Gesù Cristo.

I protestanti non hanno i Sacramenti; ne ammettono solo due, e questi loro sacramenti sono carte monetate senza valore, perché non fanno capo a Gesù Cristo, ma a Lutero.

I protestanti negano soprattutto la Confessione e l'Eucaristia.

La confessione

E' un gran dono di Dio. Non siamo noi tutti peccatori miserabili? Abbiamo bisogno della misericordia di Dio, e Gesù ce la dona per mezzo dei suoi ministri, quando noi confessiamo a loro le nostre colpe umilmente, e proponiamo di non commetterle mai più. Tu mi dirai: < Io mi confesso, ma lo faccio direttamente con Dio >.

Dice un Caporale al suo Tenente: < Non occorre che dia conto a voi del mio drappello, lo farò direttamente col Generale >.

Che sciocco! Tu al Generale ci arrivi proprio per mezzo del Tenente! Se tu andassi alla presenza del Generale t'impappineresti. O piccola creatura, tu come potresti confessarti direttamente con Dio, tu peccatrice, che gli ti sei resa nemica? Se egli ti si mostrasse nella sua maestà, tu rimarresti fulminata; e se Egli si nasconde e tace, tu non sei certa né della tua confessione, né del suo perdono. Ecco: Dio ha posto il suo rappresentante, munito della sua autorità, ricco della sua misericordia: < Saranno rimessi i peccati a chi li rimetterete, e ritenuti a chi li riterrete >. (Giov. 20, 23).

Il Sacerdote è un uomo come te, ma è rivestito dell'autorità e del carattere di Gesù.

Hai voglia di confessarti direttamente con Dio: se non vai ai piedi del Confessore cattolico tu non proverai mai la gioia di sentirti in grazia di Dio!

L 'Eucaristia

Che cosa è l'Eucaristia? E' il Sacramento del Corpo e del Sangue di Gesù Cristo.

Egli stesso lo istituì nell'ultima Cena. Prese il pane e lo transustanziò nel Suo Corpo, prese il vino e lo transustanziò nel Suo Sangue, dando agli Apostoli ed ai loro successori la facoltà di fare lo stesso. Gesù Cristo lo promise e lo fece: < Io starò con voi fino alla consumazione dei secoli >. Ed Egli sta con noi, vivo e vero in anima, corpo, sangue e divinità. Ci sta come sostanza, ci sta nascosto dagli accidenti del pane e del vino. Tu credi alle sue parole, lo ricevi, lo senti. Egli ti conforta, ti fortifica, ti consola. Senza di Lui non si può vivere, perché Egli solo può darci la vita dell'anima.

Non vedi tu che cosa sono quelli che vivono lontani da Gesù Sacramento? Possono illudersi con una falsa pace, ma sono sempre creature smarrite che non avranno la vita eterna, giacché Gesù Cristo ha detto esplicitamente: < In verità vi dico: Se non mangerete la Carne del Figlio dell'Uomo, e non berrete il Suo Sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia il mio Corpo e beve il mio Sangue ha la vita eterna, ed io lo risusciterò nell'ultimo giorno. La mia Carne è veramente cibo ed il mio Sangue è veramente bevanda. Chi mangia la mia Carne e beve il mio Sangue rimane in me ed io in Lui > (Giov. 6, 54).

Poteva parlare Gesù con termini più precisi, e su cui meno ci fosse da equivocare? E tu, cristiano, non ti vergogni di te? Da quanto tempo non ti comunichi? Da quanto tempo stai lontano da Gesù Cristo vivo e vero? Che cosa giova una preghiera sterile, che cosa giova il leggere la Bibbia, se non ti nutri di Gesù Cristo ? A che cosa giova quella Cena dei protestanti, nella quale non si riceve altro che un poco di pane che nessuno ha mai consacrato?

La Madonna

Se tu osservi bene il volto dei protestanti vi leggi la confusione e l'errore. Essi sono figli ingrati che hanno rinnegata la Madre loro.

Come mai può dire di amare Gesù Cristo chi non ama Maria Santissima? Gesù Cristo ce l'ha data come madre dall'alto della Croce, e non l'ha disprezzata, non l'ha sconosciuta come subdolamente vogliono far credere i protestanti.

Ama la Madonna di tenero amore, non tralasciare il Santo Rosario, e non far passare giorno senza leggere qualche cosa che ti ricordi questa dolcissima Madre. Prega la Madonna per la conversione dei protestanti.

Il Papa

Non può esserci una casa senza il capo, un regno senza il Re, un'officina senza colui che la diriga. Gesù Cristo è il capo invisibile della Chiesa; il capo visibile è il Vicario suo, il Papa.

Egli stesso lo costituì capo del suo gregge, quando disse a S. Pietro: < Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa. A te darò le chiavi del regno dei Cieli. Pascola i miei agnelli, pascola le mie pecorelle >.

Il successore legittimo di S. Pietro è il Papa. E' nostro dovere prestargli obbedienza piena, come a Colui che rappresenta Dio nell'umanità. Tutto lo splendore di cui oggi circondiamo il Papa altro non è che il riflesso del Cristo trionfante, come apparve dopo la risurrezione rivestito di luce e di gloria.

I protestanti sono un gregge senza capo, perché rinnegano il Papa. Hanno i loro pastori, sì, ma quale autorità hanno questi pastori? Chi li ha istituiti sacerdoti ? <Dopo il Concilio Vaticano Secondo il fasto e lo splendore che circondava il Papa ha ceduto il posto ad una sua maggiore presenza nel mondo, ad una carica più ricca di umanità e di dialogo con tutti.>

Conclusione

Che cosa farai tu se vengono a te i protestanti per insidiare la tua fede? Non li ascoltare neppure. Non attaccare polemica con loro, perché non è questa la tua missione, non li maltrattare però perché sono fratelli da ricondurre alla Chiesa. Prega per la loro conversione.

Non accettare le loro stampe che sono gremite di spropositi e di errori contro la Fede e la Chiesa. Se hai in casa queste stampe e la Bibbia che essi vendono, brucia ogni cosa. Non andare nelle loro riunioni e nelle loro chiese, nei loro circoli e nei loro congressi.

Se ti offrono danaro, aiuti materiali e soccorsi, che cosa farai tu? Non fare come Giuda che per trenta danari tradì il suo Maestro. Quel danaro ti porta il...male augurio, ossia la maledizione di Dio. Non lo accettare, non mandare i figli tuoi alle loro scuole, solo perché ti danno la colazione e il vestito. Non tradire così il tuo stesso sangue, e l'anima dei tuoi figli.

Soprattutto vivi da vero cristiano, fervoroso, praticante, affinché non diventi la favola dei nemici di Dio. I protestanti giudicano la Chiesa Cattolica da quei fedeli che con la loro vita ne sono la vergogna ed il rifiuto. Rendi testimonianza a Gesù Cristo con la tua vita, affinché Egli ti riconosca come suo nel giorno del giudizio.

SU ALCUNI ERRORI DEI TESTIMONI DI GEOVA

(...)Voi mi parlate dei Testimoni di Geova e degli errori che insegnano. Questa setta fa propaganda anche in Italia ed è una setta infame ed ipocrita, che nega Dio, la divinità di Gesù, nega la Chiesa col minacciare la fine del mondo.

In quanto alla Verginità di Maria (che essi negano) i testi da essi citati mostrano la loro ignoranza biblica perché alterando il senso del testo ebraico, traducono: < (S. Giuseppe)... non la conobbe finché diede alla luce il figlio suo primogenito > quello che invece significa: <...prese con sé, nella sua casa, la sua sposa senza averla conosciuta in nessun modo >.

Il primo figlio presso gli Ebrei si chiamava primogenito anche se era figlio unigenito. Quanto ai < fratelli > di Gesù, nello stile ebraico si chiamavano fratelli i parenti di qualunque grado. Così Abramo chiama Lot suo fratello, mentre gli era nipote.

Le verginità di Maria prima, durante e dopo il parto è luminosa nella Scrittura. All'Angelo infatti, che le diceva che avrebbe concepito e partorito, Ella, pur essendo già sposata a S. Giuseppe, disse: < Come può avvenire questo, se io non conosco uomo? >. Se avesse voluto seguire la via naturale per generare, e se non avesse voluto mantenere la verginità promessa a Dio da bambina nel Tempio, non avrebbe opposto quella difficoltà, perché aveva lo sposo.

Ma S. Giuseppe era anche lui vergine castissimo ed era stato dato a lei come custode della sua verginità e come velo, per celare agli uomini il mistero dell'Incarnazione del Verbo da una vergine, cosa allora incomprensibile. La generazione di un figlio, nella via naturale, è determinata dalla volontà del padre e dal consenso della madre. Per questo il padre rappresenta la parte principale di una generazione, dà il cognome al figlio, che è riguardato come suo.

Il Verbo di Dio non poteva incarnarsi per la volontà di un uomo, ma per la volontà di Dio e per il consenso di Maria.

Teologicamente, in Dio la Volontà è lo Spirito Santo e per questo Maria generò per opera dello Spirito Santo e dette il consenso dicendo: < Ecco la serva del Signore ecc. >. Come avrebbe potuto Maria generare altri figli nella volontà di un uomo se, pur di conservarsi vergine, avrebbe rinunziato alla divina maternità? (...)

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[SM=g1740733] [SM=g1740717]




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"Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in Italia e nel mondo intero" (Santa Caterina da Siena)




Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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07/02/2010 18:52
 
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  NON TRATTIAMO I LUPI COME SE FOSSERO PECORELLE SMARRITE

(un dettaglio fotografico...)


La dottrina di Nostro Signore Gesù Cristo è piena di verità apparentemente contrastanti le quali, esaminate attentamente, sono lungi dallo smentirsi vicendevolmente, ma si completano reciprocamente formando un’armonia veramente meravigliosa. È questo il caso, per esempio, dell’apparente contraddizione tra la giustizia e la bontà divina. Infatti, Dio è allo stesso tempo infinitamente giusto e infinitamente misericordioso. Se ogni volta per capire bene una di queste perfezioni chiudessimo gli occhi all’altra, incorreremo in un grave errore.

Nella Sua vita terrena, Nostro Signore Gesù Cristo diede prove ammirevoli della Sua dolcezza e della Sua severità. Quindi, non pretendiamo “correggere” la  personalità di Gesù secondo la  grettezza delle nostre prospettive, chiudendo gli occhi alla soavità per edificarci  meglio con la giustizia del Salvatore; oppure, agire all’opposto facendo astrazione della Sua giustizia per capire meglio la Sua infinita compassione verso i peccatori. Nostro Signore si manifestò perfetto e adorabile tanto nell’accogliere,  con un perdono ineffabilmente dolce, Maria Maddalena, quanto nel castigare con  parole severe, i farisei.

Non strappiamo dal Santo Vangelo qualsiasi una di queste pagine. Sappiamo capire e adorare le perfezioni di Gesù come esse si rivelano sia in uno che nell’altro episodio. E capiamo infine che la nostra imitazione di Cristo sarà perfetta soltanto il giorno in cui sapremo, non solo perdonare, consolare ed accarezzare, ma anche quando sapremo flagellare, denunciare e fulminare come Nostro Signore Gesù Cristo. In effetti, vi sono molti cattolici che reputano gli episodi del Vangelo in cui appare il santo furore del Messia contro l’ignominia e la perfidia dei farisei come qualcosa di indegno da imitare.

Perlomeno è quel che si deduce poi dal modo come valutano l’apostolato. Allora discorrono sempre con dolcezza, e cercano sempre di imitare questa specifica virtù del Signore. Che Dio li benedica per questo. Ma perché non cercano di imitare anche le altre virtù del divino Maestro? Molto spesso, quando si propone in materia di apostolato un qualsiasi atto di energia, la risposta invariabile è che bisogna procedere con molta soavità “per non allontanare ancor più i fuorviati”. Orbene, è possibile sostenere che gli atteggiamenti energici hanno sempre e comunque l’invariabile effetto di “allontanare i fuorviati”?

Quindi si potrebbe affermare che quando Gesù diresse ai farisei le Sue incandescenti invettive, lo fece con l’intenzione di “allontanare ancor più i fuorviati”? O semmai si dovrebbe supporre che Nostro Signore non sapesse o non si preoccupasse dell’effetto “catastrofico” che le Sue parole avrebbero causato sui farisei? Chi oserebbe ammettere una tale blasfemia contro la Sapienza Incarnata, Nostro Signore Gesù Cristo? Dio ce ne scansi dal preconizzare l’uso dell’energia e dei processi violenti come l’unico rimedio per le anime. Ma Dio ci liberi pure dall’abolire questi eroici rimedi dai nostri metodi apostolici. Vi sono circostanze in cui si deve essere soavi e circostanze in cui si deve essere santamente violenti. Essere soavi quando le circostanze esigono violenza, oppure essere violenti quando le circostanze esigono soavità, è sempre un grave male.


Tutto quest’ordine di idee unilaterale qui denunciato, decorre da una considerazione altrettanto unilaterale delle Parabole. C’è molta gente che fa della parabola della pecorella smarrita l’unica esistente nel Vangelo. Ora, qui c’è un gravissimo errore che non possiamo non denunciare. Infatti, Gesù non ci parla soltanto di pecorelle smarrite, insanguinate dai rovi in cui purtroppo sono andate a finire e che il Pastore va a cercare pazientemente in fondo agli abissi. Il divino Maestro ci parla pure dei lupi rapaci, che circondano continuamente l’ovile, in attesa di un occasione per ivi introdursi camuffati con pelle di agnelli.

Ebbene, se è ammirevole il pastore che sa caricare con dolcezza sulle proprie spalle la pecorella smarrita, che diremmo del pastore che abbandonasse le pecorelle fedeli per andare a cercare lontano un lupo mascherato da agnello, lo caricasse affettuosamente sulle spalle, gli aprisse lui stesso le porte dell’ovile e con le sue mani pastorali introducesse tra le pecorelle quella belva vorace? Eppure, ahimè, quanti cattolici, se mettessero in pratica i principi di apostolato unilaterale che professano, si comporterebbero proprio così!

Per capire meglio che la perfetta imitazione di Cristo non consiste solo nella dolcezza e nella soavità ma anche nell’energia, citeremo qualche episodio o qualche frase di alcuni Santi. Da premettere che il Santo è colui che la Chiesa ha dichiarato, con autorità infallibile, essere un perfetto imitatore di Cristo. Ebbene, in quale modo i Santi hanno imitato Gesù? Vediamo.

Sant’Ignazio di Antiochia, martire del secondo secolo, scrisse varie lettere alle diverse Chiese, prima di essere martirizzato. In quelle lettere, si presentano riguardo agli eretici, espressioni come queste: “bestie feroci (Eph.7); lupi rapaci (Phil. 2,2); cani dannati che attaccano di tradimento (Eph. 7); bestie con volto umano (Smyrn. 4.1); erbe del diavolo (Eph. 10,1); piante parassiti non piantate dal Padre (Tral. 11); piante destinate al fuoco eterno (Eph. 16,2)”. Come si vede, questo modo di trattare gli eretici, seguiva la traccia degli esempi di San Giovanni Battista, il quale apostrofava gli scribi e i farisei come “razza di vipere”, così come fece il Signore che li chiamava “ipocriti’ e “sepolcri imbiancati”.

Allo stesso modo  procedettero gli Apostoli. Santo Ireneo, martire del secondo secolo e discepolo di San Policarpo, a suo turno discepolo di San Giovanni Evangelista, racconta che l’apostolo andando un giorno ai bagni, se ne ritirò senza lavarsi perché ivi c’era anche Corinto, un eretico che negava la divinità di Gesù Cristo, per timore che, come lo asseriva, crollasse l’edificio, poiché era presente Corinto, nemico della verità. Anche San Policarpo, incontrandosi un giorno con Marciano, un eretico docetista, quando questi gli chiese se lo conoscesse, il santo rispose: ”Senza dubbio, sei il primogenito di Satana”.

Peraltro, in questo seguivano i consigli di San Paolo: ”Con gli eretici, dopo averli avvertiti una o due volte, evitali, poiché sono  già perversi e si condannano da se stessi” (Tit. 3,10). Lo stesso San Policarpo se si imbatteva casualmente con un eretico, si tappava le orecchie ed esclamava: “Dio di bontà perché mi hai conservato in terra dovendo sopportare queste cose?” E fuggiva immediatamente per evitare certe compagnie.

Santo Atanasio, nel IV secolo, narra che Sant’Antonio eremita definiva i discorsi degli eretici come veleni peggiori di quelli dei serpenti.


Ed è questo, in genere, il modo come i Santi Padri trattavano gli eretici, come si può leggere in un articolo pubblicato su “Civiltà Cattolica”, il periodico fondato da S.S. Pio IX ed affidato ai padri gesuiti di Roma. In questo articolo vengono citati vari esempi che trascriverò di seguito: “San Tommaso d’Aquino che a volte è presentato come invariabilmente pacifico con i suoi nemici, in una delle sue prime polemiche con Guglielmo del Santo Amore, ancor prima di essere condannato dalla Chiesa, lo tratta così, insieme ai suoi seguaci: “nemici di Dio, ministri del diavolo, membra dell’Anticristo, nemici della salvezza del genere umano, diffamatori, seminatori di blasfemie, reprobi, perversi, ignoranti, simili al Faraone, peggiori di Gioviniano e Vigilanzio (eretici che negavano la Verginità della Madonna)”. San Bonaventura chiamava Geraldo, un suo contemporaneo: “protervo, calunniatore, stupido, avvelenatore, ignorante, imbroglione, malvagio, insensato, perfido”.


Il mellifluo San Bernardo, a proposito di Arnaldo da Brescia, colui che volle lo scisma contro il clero e i beni ecclesiastici disse: “disordinato, vagabondo, impostore, vaso di ignominia, scorpione vomitato da Brescia, visto con orrore da Roma, con abominazione dalla Germania, disdegnato dal Pontefice Romano, elogiato dal diavolo, operatore di iniquità, divoratore del popolo, bocca piena di maledizione, seminatore di discordie, fabbricatore di scismi, lupo feroce”.

Più anticamente, San Gregorio Magno, rimproverando Giovanni, Vescovo di Costantinopoli, gli gettava in faccia il suo orgoglio profano e nefando, la sua superbia luciferina, le sue parole ignare, la sua scarsità di intelligenza.

Non parlarono diversamente i santi Fulgenzio, Prospero, Geronimo, Siricio Papa, Giovanni Crisostomo, Ambrogio, Gregorio Nazianzenio, Basilio, Ilario, Atanasio, Alessandro Vescovo di Alessandria, i santi martiri Cornelio e Cipriano, Antenagora, Ireneo, Policarpo, Ignazio Martire, Clemente, insomma tutti i Padri della Chiesa che si distinsero per la loro eroica virtù.

Se si vuole sapere quali sono le norme indicate dai Dottori e Teologi della Chiesa per le polemiche con gli eretici, leggiamo ciò che ci offre San Francesco di Sales, il soave San Francesco di Sales, in Filotea, cap.XX parte II: “I nemici dichiarati di Dio e della Chiesa devono essere diffamati tanto quanto possibile (purché non si manchi alla verità), essendo opera di carità il gridare: Al lupo!, quando si trova in mezzo al gregge, od ovunque possa ancora trovarsi”. Sin qui le citazioni dell’articolo di “Civiltà Cattolica”, (vol. I, ser. V, pag.27).

Se il “Legionario” pubblicasse soltanto la metà di ciò che è stato detto contro gli odierni nemici della Chiesa, quali proteste ciononostante dovrebbe ascoltare!


(Plinio Corrêa de Oliveira – “O Legionario”, 28 Settembre 1941)


Queste verità sono valide ancora oggi?
Forse questo testo sorprende, stupisce, fa pensare...


http://www.pliniocorreadeoliveira.it/verita_dimenticate.htm


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Riflessione:   


Un sacerdote nel raccontare la sua esperienza e il suo ministero fra i giovani nelle università, dice:

La cosa che colpisce, soprattutto, è la loro sfiducia nei rapporti personali: hanno perso la fiducia nell’amore, già pensano che sia impossibile avere rapporti personali affettivi che durino nel tempo; questa cosa appunto è il segno, è la fonte di una fragilità molto profonda che poi li porta a vedere tutto in termini di competizione. Sono molto soli con le loro debolezze e le loro fragilità, con le cose in cui non riescono, e allo stesso tempo, probabilmente, in questo c’è più spazio per la ricerca di Dio, per l’incontro – invece – con Colui che salva. Tante volte i giovani non conoscono Cristo e non conoscono la Chiesa: non è che la rifiutano, o anche quando magari sembra che lo facciano, in realtà non la conoscono. Ed è importantissimo ascoltarli sul serio e far loro conoscere veramente la Persona di Cristo. Dobbiamo sforzarci di non vedere "lupi" in questi giovani, ma "pecore perdute", i lupi descritti da Gesù è una metafora, non esistono, esistono solo persone da salvare e ascoltare e quando le ascoltiamo lasciarci anche noi evangelizzare da loro....



  OK per un pò il discorso ci sta, se è la Verità che possiede appunto NOI e che ci manda ad evangelizzare è ovvio che noi dobbiamo esercitare la pazienza, siamo noi che dobbiamo ASCOLTARE L'ALTRO, siamo noi che dobbiamo comprendere i limiti dell'altro e al tempo stesso, appunto CON CARITA', evangelizzare...

Ma ciò che non mi spiego è questo:

sono 40 anni che sento dire "dobbiamo capire chi non comprende; dobbiamo ASCOLTARE L'ALTRO; dobbiamo dialogare..." e lo facciamo, lo abbiamo fatto e continuiamo a farlo...ma...quando è l'altro che RIFIUTA DI ASCOLTARE NOI e maschera il rifiuto con una forma di dialogo-dibattito al fine di portare la verità ad un compromesso DELLE PARTI....non c'è da parte nostra un tradimento (cedendo a compromessi) e dall'altra parte un ostinato rifiuto?

Riflettiamoci attentamente, trattiamo spesso i "lupi" come fossero pecorelle smarrite rischiando spesse volte di metterci  A MERCANTIZZARE, BARATTARE IL CONTENUTO DELLA FEDE con la scusa di recuperare il lupo...e il perchè arriviamo a questo è presto detto: SENSI DI COLPA, paura di non agire con carita'=carità intrapresa come opera pia...paura di NON sembrare sufficientemente SAMARITANI
Si è arrivati a confondere spesse volte (troppo spesso) LA POTENZA E L'EROISMO AUTENTICO DEL MARTIRO CRISTIANO con una sorta di autorevolezza di una carità VERSO I LUPI così da NON distinguerli più dalle pecore da salvare, da riportare all'ovile, ma di definire tutte "pecorelle smarrite", anche gli stolti....

...ma la vera pecorella smarrita - come anche la parabola del Figliol Prodigo - parlano di persone CHE VOGLIONO CONVERTIRSI, CHE IN QUALCHE MODO SI SONO SMARRITE ma che all'incontro con il Pastore, TACCIONO E ASCOLTONO, sono pentite e chiedono PERDONO  e non stanno li a controbattere sulla predica della salvezza.... e per favore.... ATTENZIONE a chi predicando dice che molti fatti narrati nella Bibbia SONO SIMBOLICI, non dategli ascolto..... è ovvio che i lupi travestiti di cui parla Gesù è simbolismo, ma non nei fatti   Gesù usa L'IMMAGINE del lupo travestito da agnello per spiegare fatti reali e concreti.... così anche noi non siamo certo pecore in senso reale, animale, ma l'attaggiamento MANSUETO della pecora è l'ideale per descrivere come dobbiamo essere nei confronti del PASTORE.

Gesù NON disse che lasciò le 99 nell'ovile PER ANDARE A DIALOGARE E A DISCUTERE con la pecorella smarrita, MA PER RIPORTARLA ALL'OVILE...
al contrario oggi molti che si sentono "pastori" NON vanno a recuperare la pecorella smarrita, ma rincorrono il lupo travestito da pecora PER DISCUTERE e con la scusa del dialogo si finisce per offuscare la verità perdendo ugualmente la vera pecorella da salvare... rischiando di perdere anche se stessi   

   


[Modificato da Caterina63 08/08/2015 21:30]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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08/08/2015 21:32
 
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  Un sacerdote risponde

La nostra prof di religione dice che il decalogo non è stato dato da Dio

Quesito

Caro Padre Angelo,
Seguo con interesse il suo blog che risponde alle domande che le vengono poste da tanti giovani.
Ne ho una anch'io.
La prof. di religione, parlando del bel racconto biblico di Mosè che riceve le tavole della legge, ha detto che non va letto come un fatto realmente accaduto. 
Secondo la prof. si tratterebbe di una narrazione che ha lo scopo di insegnare che   tutti gli uomini, fin da prima di Mosè, hanno sempre percepito una legge interiore: onora Dio, i genitori e gli anziani, non rubare, non uccidere, ecc. 
Che cosa dice la Chiesa in proposito?
Grazie. 
Luigi.


Risposta del sacerdote

Caro Luigi,
1. è vero che i comandamenti, prima di essere scritti su tavole di pietra, erano stati scritti da Dio nel cuore dell’uomo.
Ogni uomo li poteva riconoscere.
Ma ai tempi di Mosè (e non solo a quei tempi) il cuore dell’uomo si era molto indurito e proprio per questo non riusciva più a leggere i dettami della coscienza.
Per questo S. Agostino dice: “Affinché gli uomini non potessero lagnarsi che la legge era incompleta, Dio ha scritto sulle tavole della legge ciò che essi non leggevano nei loro cuori. Certamente questi precetti vi erano scritti, ma non volevano leggerli. Dio li mise sotto i loro occhi perché fossero costretti a vederli nella loro coscienza: la voce di Dio, avvicinandosi in qualche modo agli uomini esteriormente, li costrinse a rientrare nel loro intimo” (In Psalm., 57, 1).

2. Fatta questa premessa, non c’è ombra di dubbio che siano stati dati da Dio stesso.
Il testo sacro dice: “Quando il Signore ebbe finito di parlare con Mosè sul monte Sinai, gli diede le due tavole della Testimonianza, tavole di pietra, scritte dal dito di Dio” (Es 31,18).
Col dito di Dio, e cioè scritti in modo soprannaturale e dati da Dio stesso. 
Altri precetti sono dati da Mosè, ma questi - come viene sottolineato -vengono da Dio stesso.

3. Il Catechismo della Chiesa Cattolica ripetutamente dice che sono dati da Dio.
Lo afferma quando dice che li conosciamo per divina rivelazione: “I dieci comandamenti appartengono alla Rivelazione di Dio. 
Al tempo stesso... mettono in luce i doveri essenziali e, quindi, indirettamente, i diritti fondamentali inerenti alla natura della persona umana.
Il decalogo contiene un’espressione privilegiata della legge naturale” (CCC 2070).
E “Quantunque accessibili alla sola ragione, i precetti del Decalogo sono stati rivelati. Per giungere ad una conoscenza completa e certa delle esigenze della legge naturale, l’umanità peccatrice aveva bisogno di questa rivelazione: Una completa esposizione dei comandamenti del Decalogo si rese necessaria nella condizione di peccato, perché la luce della ragione si era ottenebrata e la volontà si era sviata.
Noi conosciamo i comandamenti di Dio attraverso la Rivelazione divina che ci è proposta nella Chiesa, e per mezzo della voce della coscienza morale” (CCC 2071).

4. Il Catechismo della Chiesa Cattolica dice ancora in maniera assertiva: “Le « dieci parole » sono pronunciate da Dio durante una teofania (Il Signore vi ha parlato faccia a faccia sul monte dal fuoco: Dt 5,4)” (CCC 2059).
Questa teofania (manifestazione di Dio) è avvenuta nel modo in cui l’Esodo la descrive: “Il terzo giorno, sul far del mattino, vi furono tuoni e lampi, una nube densa sul monte e un suono fortissimo di corno: tutto il popolo che era nell'accampamento fu scosso da tremore. Allora Mosè fece uscire il popolo dall'accampamento incontro a Dio. Essi stettero in piedi alle falde del monte. Il monte Sinai era tutto fumante, perché su di esso era sceso il Signore nel fuoco, e ne saliva il fumo come il fumo di una fornace: tutto il monte tremava molto. Il suono del corno diventava sempre più intenso: Mosè parlava e Dio gli rispondeva con una voce. Il Signore scese dunque sul monte Sinai, sulla vetta del monte, e il Signore chiamò Mosè sulla vetta del monte. Mosè salì. 21Il Signore disse a Mosè: «Scendi, scongiura il popolo di non irrompere verso il Signore per vedere, altrimenti ne cadrà una moltitudine! Anche i sacerdoti, che si avvicinano al Signore, si santifichino, altrimenti il Signore si avventerà contro di loro!». Mosè disse al Signore: «Il popolo non può salire al monte Sinai, perché tu stesso ci hai avvertito dicendo: «Delimita il monte e dichiaralo sacro»». Il Signore gli disse: «Va', scendi, poi salirai tu e Aronne con te. Ma i sacerdoti e il popolo non si precipitino per salire verso il Signore, altrimenti egli si avventerà contro di loro!». Mosè scese verso il popolo e parlò loro” (Es 19,16-25)

5. Il capitolo 20 dell’Esodo comincia così: “Dio pronunciò tutte queste parole: «Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla terra d'Egitto, dalla condizione servile….” (Es 20,1-2).
Segue l’esposizione del decalogo

6. Questo dunque è l’insegnamento della Chiesa e questo è quanto ci dice la Sacra Scrittura.
Per converso bisognerebbe chiedere alla tua prof di religione quali sono le prove che porta per dire che non sono stati dati direttamente da Dio.
Come potrai appurare non ne ha neanche una.
Mentre la Sacra Scrittura mette Dio al centro di questa sua auto comunicazione o rivelazione.
La nostra fede, come del resto quella del popolo d’Israele, è basata sulla rivelazione di Dio.
Se la neghi, cessi di essere credente.
“Così il Signore parlava con Mosè faccia a faccia, come un uomo parla con un altro” (Es 33,11).
Non si tratta dunque di un modo di esprimersi di Mosè.

Ti saluto, ti ricordo al Signore e ti benedico. 
Padre Angelo





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“Rahneriani anonimi”

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Il modernismo, la «sintesi di tutte le eresie» (San Pio X, Pascendi, 1907), non parlava di cambiamenti dottrinali, ma di “evoluzioni” dei dogmi e delle dottrine, per riuscire in qualche modo a “modernizzare” la Chiesa per metterla “al passo con i tempi” del mondo del XX secolo, frutto della rivoluzione illuminista e massonica del 1789. Ebbene, il suo erede è il progressismo, il cui laboratorio ideologico è la nouvelle theologie.
Il progressismo spaccia per progresso teologico della Rivelazione Divina tutte le opinioni personali e filosofiche (soprattutto nella teologia morale) di quegli odierni “dottori della legge” che pensano di aver capito la Sacra Scrittura meglio degli autori sacri, che sono stati veramente ispirati dallo Spirito Santo. Il più importante esponente del progressismo è stato il gesuita tedesco Karl Rahner (1904-1984), un vero e proprio eresiarca, il cui velenoso pensiero pseudo-teologico è disgraziatamente riuscito a penetrare persino nelle teste di alcuni che lo hanno criticato, chiedendone la condanna da parte della Gerarchia.

«San Paolo non riflette autenticamente la visione del Genesi»: queste sono le parole, testuali, di un teologo progressista.

Questa ci mancava proprio e, lo confessiamo, ne avremo fatto volentieri a meno. Non faremo il nome del teologo che ha pronunziato queste parole, perché non vogliamo fargli pubblicità, ma neppure “processarlo”. Chi vuole sapere di chi si tratta, lo troverà facendo una ricerca in un motore di ricerca on-line.

L’articolo in questione è oramai un tam-tam fisso atto a stravolgere la morale cattolica insegnata in duemila anni dalla Chiesa.

Parte bene, confermando la dottrina della Chiesa, affermando che – i divorziati risposati – non sono affatto in regola e che “per mettersi in regola davanti a Dio, alla Chiesa e alla loro coscienza di cattolici, devono prima ottenere la dichiarazione di nullità, e poi potranno contrarre nuove nozze benedette da Dio”.

Leggendo, inizialmente, l’articolo lo troverà ben fatto, corretto, finalmente si parla di dottrina, di legge divina, si ammonisce con saggezza che, chi si separa può farlo, ma quel matrimonio promesso davanti a Dio resta valido: “… resta valido il vincolo davanti a Dio e alla Chiesa, e non possono contrarre nuove nozze. Viceversa, se due si piacciono, non è questo un motivo sufficiente per andare a vivere assieme, soprattutto se sono legati a un matrimonio valido precedente…”.

Rahner, gesuita, confratello di papa Francesco.
Karl Rahner, gesuita, confratello di papa Francesco.

Tutto bene, finalmente qualcuno parla chiaro, ma come è di moda di questi tempi, ciò accade fino ad un certo punto, perché poi ecco che arriva la “svolta antropologica” di Rahner, infilata lì per benino, difficile da intravvedere subito.

Sembra di riudire i moniti di San Pietro nella sua famosa Lettera:

«come anche il nostro carissimo fratello Paolo vi ha scritto, secondo la sapienza che gli è stata data; così egli fa in tutte le lettere, in cui tratta di queste cose. In esse ci sono alcune cose difficili da comprendere e gli ignoranti e gli instabili le travisano, al pari delle altre Scritture, per loro propria rovina» (2Pt 3,15-16).

Dunque, secondo questo teologo, San Paolo avrebbe preso “una tranvata”, ecco la chicca:

“San Paolo, con la sua famosa teoria del matrimonio come remedium concupiscentiae [cf. I Cor 7,9] ha evidentemente sott’occhio solo i bollori della gioventù e non la debolezza dell’anzianità. Si ha l’impressione che egli non consideri cosa buona l’atto sessuale, per cui diventa scusabile e tollerabile nel matrimonio: «è cosa buona per loro rimanere come sono io; ma se non possono vivere in continenza, si sposino; è meglio sposarsi che ardere» [vv. 8-9]. Ma tutto ciò sembra sottendere in Paolo una dissociazione per non dire una contrapposizione fra amore ed unione sessuale. Purtroppo non ci si è accorti per molti secoli che qui Paolo non riflette autenticamente la visione del Genesi e neanche quella evangelica, dove l’essere “una sola carne” è visto come qualcosa di buono, sia in se stesso [Gen 2], sia in rapporto alla procreazione [Gen 1]”.

Abbiamo letto bene? “Purtroppo non ci si è accorti per molti secoli che qui Paolo non riflette autenticamente la visione del Genesi e neanche quella evangelica”. Per duemila anni la Chiesa non si sarebbe accorta che San Paolo non riflette neppure il Vangelo! Siamo davvero arrivati alla frutta!

***

Facciamo alcune brevi considerazioni:

1. San Paolo sostiene che il suo insegnamento non viene dagli uomini, ma da Cristo stesso: “Vi dichiaro dunque, fratelli, che il vangelo da me annunziato non è modellato sull’uomo; infatti io non l’ho ricevuto né l’ho imparato da uomini, ma per rivelazione di Gesù Cristo…” (Gal.1,11-12), una dichiarazione che è un vero giuramento;

2. Quando si leggono le Letture in Chiesa – la prima nei giorni feriali, e anche la seconda nei festivi – solitamente sono tratte dall’Antico Testamento e dal Nuovo, ossia dalle Lettere paoline, apostoliche e dall’Apocalisse, terminata la Lettura diciamo: “Parola di Dio”. Quindi, per duemila anni, noi – la Chiesa – ha spacciato per “Parola di Dio” una lettura “non autentica”, un errore…. non voluto perché “non ci si era accorti che Paolo aveva sbagliato”.Che strano, è ciò che pensava Lutero quando, non riuscendo più a contenersi, diede colpa alla Chiesa di aver interpretato male San Paolo sulla concupiscenza e sul celibato.

3. In quale passo paolino, San Paolo, affermerebbe che “l’essere una sola carne”, non sarebbe (sempre secondo questo teologo) visto come qualcosa di buono? Quando Paolo dice: “«è cosa buona per loro rimanere come sono io; ma se non possono vivere in continenza, si sposino; è meglio sposarsi che ardere», non sta dicendo che sposarsi non è buono, ma ripete la famosa battuta degli apostoli che avendo compreso bene il SACRIFICIO del matrimonio, dicono a Gesù: «Se questa è la condizione dell’uomo rispetto alla donna, non conviene sposarsi» (Mt 19,10), Gesù non risponde che avevano capito male e che la stavano drammatizzando troppo, non dice: “venite qui che ci mettiamo d’accordo!” San Paolo non fa altro che riportare ciò che Gesù rispose: «Non tutti possono capirlo, ma solo coloro ai quali è stato concesso. Vi sono infatti eunuchi che sono nati così dal ventre della madre; ve ne sono alcuni che sono stati resi eunuchi dagli uomini, e vi sono altri che si sono fatti eunuchi per il regno dei cieli. Chi può capire, capisca». L’uomo non è fatto per essere solo e si può servire Dio in due modi, i Sacramenti infatti sono due e ben distinti: Matrimonio e Ordine sacro. Senza dubbio che San Paolo avrà preferito, per quel tempo, favorire LE VOCAZIONI, visto che erano all’inizio della nuova evangelizzazione, ma non fa passare assolutamente che, sposarsi, non era cosa buona!

4. San Paolo è piuttosto cosciente di ciò che insegna tanto da lanciare il primo anatema della Chiesa: ” Mi meraviglio che così in fretta da colui che vi ha chiamati con la grazia di Cristo passiate ad un altro vangelo. In realtà, però, non ce n’è un altro; solo che vi sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo. Orbene, se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anàtema! L’abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi predica un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema! Infatti, è forse il favore degli uomini che intendo guadagnarmi, o non piuttosto quello di Dio? Oppure cerco di piacere agli uomini? Se ancora io piacessi agli uomini, non sarei più servitore di Cristo! (Gal.1,6-10). Questa ripetizione dell’anatema è davvero un capolavoro di pastorale senza se, e senza ma! È anche la garanzia della credibilità dell’insegnamento paolino.

5. fa riflettere che secondo queste persone, poi, il Papa sarebbe infallibile a tal punto da poter modificare la ricezione dei Sacramenti, ma l’insegnamento di San Paolo inserito nella Sacra Scrittura e che è perciò “Parola di Dio”, che viene incensata durante la liturgia, viene baciata, gli si mette il Cero pasquale accanto…. questo insegnamento paolino è difettato perché: “non riflette autenticamente la visione del Genesi e neanche quella evangelica…”.

6. e per concludere: “Agli sposati poi ordino, non io, ma il Signore: la moglie non si separi dal marito – e qualora si separi, rimanga senza sposarsi o si riconcili con il marito – e il marito non ripudi la moglie.” (1Cor 7,10-11), notare che San Paolo sottolinea quel “non io, ma il Signore”, c’è altro da dire su chi sta sbagliando?

***

Karl Rahner docet! Perché diciamo ciò? Perché questo teologo, pur scrivendo contro il pensiero rahneriano un bellissimo libro, alla fine sta rischiando di fare lo stesso.

Ecco cosa scriveva in rete, lo stesso teologo, contro la rottura dottrinale di del gesuita tedesco: “Rahner ha concepito il progresso come rottura, come contraddizione col passalo di una tradizione cristiana sacra e perenne, quella che appunto si chiama sacra Tradizione, sorgente della divina rivelazione insieme con la Sacra Scrittura, come da sempre insegna la Chiesa Cattolica. Questa rottura è nata dal fatto che Rahner non si è accorto della perenne validità di tale Tradizione, come condizione di vero progresso. […] Rahner non ha capito qual è la legge dell’evoluzione dogmatica. La vera evoluzione non è rottura, ma esplicitazione nella continuità. Non suppone l’equivocità, ma la continuità analogica [Radici Cristiane n. 47, Agosto-Settembre 2009].

Ora, però, se come afferma lo stesso teologo che “non ci si è accorti per molti secoli che qui Paolo non riflette autenticamente la visione del Genesi e neanche quella evangelica”, c’è contraddizione e questa Tradizione è errata. Per secoli la Chiesa ha predicato, sulla morale degli sposi, in termini sbagliati, usando un Paolo sprovveduto. Di conseguenza è questo teologo che sta facendo proprio il modello di Rahner perché, dire che per secoli non ci si è accorti dell’errore di Paolo, non significa più “esplicitazione, continuità”, ma una rottura con una nuova interpretazione della Scrittura.

Come uscire da questo ginepraio sempre più folto e sempre più avvolto nelle tenebre?Ignorare, ignorare chiunque “predichi un vangelo diverso”, ignorare tutti quei discorsi cavillosi tendenti a modificare ciò che la Chiesa ha insegnato per duemila anni sia sull’etica, sulla morale, sia con i dogmi. Tutto ciò che vi suona come “nuovo” e diverso, gettatelo, e abbiate a cuore di leggere la Scrittura sapendo che quella è Parola di Dio, non altro!

L’insegnamento della Chiesa, come il magistero pontificio bimillenario che troviamo sintetizzato nel Catechismo della Chiesa Cattolica, è la cartina tornasole per sapere se stiamo comprendendo bene la Scrittura che leggiamo. Restando fedeli ed aderenti ai Padri della Chiesa, ai Dottori, al Catechismo, ai Santi, non sbaglieremo!







[Modificato da Caterina63 05/05/2016 23:04]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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