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I MIRACOLI EUCARISTICI

Ultimo Aggiornamento: 03/12/2019 00:26
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Miracolo Eucaristico di Cascia, Italia (1330)


Citare la cittadina di Cascia significa ricordare Santa Rita, ma Cascia è anche il luogo dove avvenne un celebre Miracolo Eucaristico.

Siamo nei dintorni di Siena, nell'anno 1330, cinquant'anni prima della nascita della Santa: un contadino gravemente ammalato – racconta un antico codice – mandò a chiamare un prete per ricevere la Comunione. Quel sacerdote, per incuria e forse per scarsa devozione, infilò l’Ostia consacrata nel libro delle preghiere.

Pare di vederlo questo anonimo prete di campagna mentre, disturbato in un’ora scomoda, si trascina in chiesa, apre il Tabernacolo e, per risparmiarsi la ricerca di una teca, maneggia l’Ostia che racchiude il Corpo di Nostro Signore come se fosse un'immaginetta di poco conto.

Una volta giunto al capezzale del contadino il prete apre il libro delle preghiere e con spavento scopre che l’Ostia si era liquefatta, trasformandosi in un grumo di sangue. Sconvolto richiude subito il libro, lo rimette sotto il braccio e corre via annunciando che sarebbe tornato: «La Comunione – disse – non deve essere "acciabattata"», che nel dialetto locale sta per "sgualcita", "deformata". Andò a Siena e si presentò al Convento di Sant’Agostino dove stava predicando Simone Fidati, uomo dottissimo e Santo, al quale raccontò l’accaduto.

L'autenticità di questo Miracolo è garantita da una serie di significativi elementi. Innanzitutto dal racconto di Simone Fidati – oggi Beato e sepolto nella chiesa di Santa Rita – che ne fu testimone oculare; da un esame scientifico eseguito nel 1687 sulle due pagine del libro, dove le macchie di sangue risultarono perfettamente sovrapponibili; dalle dichiarazioni di vari Papi e, infine, da un fatto soprannaturale e sconvolgente: chi guarda la Reliquia in controluce ancora oggi può riconoscervi il viso dolce e triste di Gesù.

La pagina macchiata di quel libro è attualmente conservata a Cascia nella chiesa di Santa Rita. Il prodigioso avvenimento viene ricordato ogni anno per la festa del Corpus Domini, quando la Reliquia viene portata solennemente in processione.

Nel 1930, in occasione del sesto centenario dell’evento, fu celebrato a Cascia un Congresso Eucaristico per l’intera diocesi di Norcia; fu allora inaugurato un prezioso ed artistico Ostensorio e venne pubblicata tutta la documentazione storica reperibile al riguardo.


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Miracolo Eucaristico di Alatri, Italia (1228)


Al centro dell'Acropoli di Alatri si innalza la Cattedrale di San Paolo (sec. X), che custodisce gelosamente la Reliquia dell'Ostia Incarnata, un Miracolo Eucaristico avvenuto nel 1228, e le spoglie e la statua di San Sisto I, Papa e Martire, Patrono della città. La testimonianza più autorevole su questo Miracolo è contenuta nella Bolla Fraternitas tuae di Papa Gregorio IX del 13 marzo 1228, in cui il Pontefice risponde all’allora Vescovo di Alatri, Monsignor Giovanni V citando direttamente il Prodigio. Ecco il testo in italiano della Bolla Pontificia: «Gregorio Vescovo servo dei servi di Dio al Ven. Fratello Vescovo di Alatri salute ed Apostolica benedizione. Abbiamo ricevuto la tua lettera, fratello carissimo, che ci informava, come una certa giovane suggestionata dal cattivo consiglio di una malefica donna, dopo aver ricevuto dal sacerdote il Corpo sacratissimo di Cristo, lo trattenne nella bocca fino al momento in cui, colta l'occasione favorevole, lo poté nascondere in un panno, dove, dopo tre giorni, ritrovò lo stesso Corpo, che aveva ricevuto in forma di pane, trasformato in carne, come tuttora ognuno può costare coi propri occhi. Poiché l'una e l' altra donna ti hanno tutto ciò umilmente rilevato, desideri un nostro parere circa la punizione da infliggere alle colpevoli.

In primo luogo, dobbiamo rendere grazie, con tutte le nostre forze, a Colui che, pur operando in ogni cosa in modo meraviglioso, tuttavia in qualche occasione ripete i miracoli e suscita nuovi prodigi, affinché, irrobustendo la fede delle verità della Chiesa Cattolica, sostenendo la speranza, riaccendendo la carità, richiami i peccatori, converta i perfidi e confonda la malvagità degli eretici. Pertanto, fratello carissimo, a mezzo di questa lettera apostolica, disponiamo che tu infligga una punizione più mite alla giovane, che riteniamo abbia compiuto l'azione delittuosa più per debolezza che per cattiveria, specialmente perché è da credersi che si sia sufficientemente pentita nel confessare il peccato. Alla istigatrice poi, che con la sua perversità la spinse a commettere il sacrilegio, dopo averle applicato quelle misure disciplinari, che crediamo opportuno di affidare al tuo criterio, imponi che, visitando i Vescovi più vicini, confessi umilmente il suo reato, implorando, con devota sottomissione, il perdono».

Il Sommo Pontefice, interpretò l’episodio come un segno contro le diffuse eresie circa la Presenza Reale di Gesù nell’Eucaristia e perdonò le due donne pentite. La Reliquia del Miracolo, consiste in un frammento di Particola convertita in carne ed è racchiusa tra due batuffoli di cotone in un tubicino di vetro. Il tutto è contenuto in un Ostensorio Reliquiario collocato in una nicchia dell'altare dedicato all' Ostia Incarnata della Cattedrale. Per l’occasione dell’anniversario del 750° è stata coniata una medaglia commemorativa. Essa rappresenta, da una parte, la facciata della Cattedrale, sormontata dal reliquiario dell'Ostia Incarnata e, dall'altra, la figura del busto di Papa Gregorio IX con la Bolla pontificia.


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Miracolo Eucaristico di Veroli, Italia (1570)


Il giorno di Pasqua del 26 marzo 1570, nella chiesa di Sant'Erasmo, a Veroli, venne esposto il SS. Sacramento per le quaranta ore di pubblica Adorazione, in memoria delle altrettante ore nelle quali il Corpo di Cristo stette rinchiuso nel Sepolcro.

Un documento autorevolissimo, redatto dalla Curia immediatamente dopo i fatti, è conservato nell'Archivio della Chiesa di Sant’Erasmo. In esso, oltre ad essere descritto il Prodigio, sono conservate le testimonianze che descrivono le visioni e le guarigioni relative a questo Miracolo Eucaristico.

Ma veniamo al racconto di cosa avvenne precisamente. L'esposizione del Santissimo Sacramento a quei tempi differiva da quella che oggi è in uso: ancora non era molto diffuso l'Ostensorio, anche se nel Concilio di Colonia (1452) si era parlato di questo oggetto che doveva avere una teca di vetro sul davanti, circondata da raggi e sormontata da una croce.

Nella chiesa di S. Erasmo l'Ostia consacrata, secondo il rito tradizionale, venne chiusa in una teca d'argento di forma cilindrica con coperchio a cerniera, e quest’ultima posta dentro un grande calice ministeriale, anch'esso d'argento, coperto con la patena. Il tutto, infine, fu avvolto in un elegante drappo di seta i cui lembi vennero raccolti e legati all'impugnatura del calice.

Don Angelo de Angelis, canonico della medesima chiesa collegiata, preparò così il calice e, dopo i Vespri di Pasqua, lo espose sull'altare della cappella dedicata a San Gregorio Papa, illuminata per l'occasione da numerosi ceri.

Era tradizione che ogni confraternita della città andasse ad adorare per un’ora il SS. Sacramento esposto. Così gli iscritti alle Confraternite della Misericordia e della Buona morte, che precedevano quelli del Corpus Domini e quelli della Madonna, vestiti con i loro sacchi neri, si accinsero al loro ufficio e si posero tutti in ginocchio per pregare, recitare salmi ed orazioni.

Ad un certo momento il velo, il calice e lo scatolino divennero trasparenti come puro cristallo. I presenti videro nel fondo della coppa del calice una stella molto splendente, la cui luce annientava quella delle candele della cappella: e sopra quella stella poggiava l'Ostia consacrata.

A breve distanza di tempo l'Ostia si convertì in un fanciullo vestito di nero, semicoperto da una nuvoletta, che si sollevava sopra il calice, per poi ancora trasformarsi repentinamente in Gesù Cristo morente sulla croce. Alla vista di tali apparizioni, i presenti, tra lacrime e grida, pieni di meraviglia e timore, iniziarono ad implorare la misericordia di Dio.

La notizia in breve tempo fece il giro della città. Accorsero immediatamente nella chiesa di S. Erasmo il Vescovo e le autorità cittadine. Numerosi altri devoti e curiosi affollarono l'ingresso della cappella di San Gregorio: tutti volevano entrare, tutti desideravano vedere ciò che stava accadendo.

Molti poterono constatare di persona cosa avveniva, poiché le visioni soprannaturali, come attesteranno i testimoni chiamati a deporre, durarono per circa mezz'ora. Poi tutto ritornò come prima. Il giorno seguente, 27 marzo, alla medesima ora, la luce della stella apparve di nuovo in fondo al calice e poi scomparve.

Tutti videro distintamente tre Ostie, di uguale grandezza e tangenti reciprocamente, sollevarsi dal calice. Queste a loro volta scomparvero lasciando il posto a tre fanciulli, dei quali quello centrale era più grande degli altri due; successivamente rimasero visibili una sola Ostia ed un Bambino.

Avvennero ancora altre trasformazioni, che durarono mezz'ora circa, come la sera precedente. Terminate le quaranta ore di Adorazione, il SS. Sacramento non fu riposto nel Tabernacolo, in quanto le autorità ecclesiastiche decisero di prolungare l'esposizione fino al 6 aprile.

Nel frattempo si verificarono diverse guarigioni miracolose di cittadini verolani e di altre persone provenienti da paesi limitrofi che, venuti a conoscenza del fatto, erano accorsi a Veroli. Il calice dove fu esposto il Sacramento è custodito nella chiesa, mentre le sacre specie dell'Ostia miracolosa di Veroli, alla fine del XVII secolo, dopo 112 anni circa, furono consumate.

Nel 1970, in coincidenza del quarto centenario del miracolo, si è celebrato il terzo Congresso Eucaristico della diocesi di Veroli-Frosinone. Il martedì di Pasqua viene ricordato ogni anno il Miracolo, con una solenne cerimonia cui partecipa il Vescovo con il popolo. Si fa l'Adorazione Eucaristica ogni primo venerdì del mese, tenendo chiuse le altre chiese.

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Miracolo Eucaristico di Daroca, Spagna (1239)


Nella città di Daroca, presso la Chiesa di Santa Maria Collegiata, si conserva ancora oggi la Reliquia di un importante Miracolo Eucaristico avvenuto nel 1239. La Cappella detta de Los Sagrados Corporales è ornata appunto da sculture che raffigurano il Prodigio.

Nell’Archivio della Collegiata di Daroca è conservata una pergamena del 1340, in cui è narrato il Miracolo. I musulmani, che nei secoli precedenti avevano conquistato quasi tutta la penisola iberica, controllavano anche la città di Valencia. I vari eserciti cristiani di Aragona si unirono per difendere e riconquistare le loro terre e ciò che avevano perduto.

Il 23 febbraio del 1239, le truppe cristiane di Daroca, Teruel e Calatayud, si disposero per riconquistare ai mori il castello di Chia, Luchente, distante tre leghe da Játiva. Il cappellano Don Mateo Martínez, di Da roca celebrò prima della battaglia la Santa Messa, nel corso della quale aveva consacrato sei Ostie destinate alla Comunione dei sei capitani che guidavano le truppe: Don Jiménez Pérez, Don Fernando Sánchez, Don Pedro, Don Raimundo, Don Guillermo e Don Simone Carroz.

Un attacco improvviso del nemico obbligò però il cappellano a sospendere immediatamente la Messa, ad avvolgere le sei Particole consacrate nel Corporale e a nasconderle sotto una pietraia del monte. Le truppe nemiche furono ricacciate e i comandanti pregarono il Sacerdote di dare la Comunione per rendere grazie al Signore per la vittoria ottenuta.

Don Mateo si recò così nel luogo dove aveva nascosto il Corporale e vi trovò le Ostie inzuppate di Sangue e incollate al Corporale. I comandanti, interpretando questo evento come un grosso segno di predilezione da parte delle Signore e di buon auspicio, si comunicarono e legarono il Corporale macchiato di sangue a un bastone per farne uno stendardo. Si recarono così in battaglia contro i mori con questo stendardo e riconquistarono il castello di Chio, ottenendo una strepitosa vittoria. Il merito di questo trionfo fu attribuito al Miracolo Eucaristico.

I sei comandanti provenivano tutti da regioni diverse della Spagna. Ognuno di essi cominciò a dire che il Corporale doveva andare nella loro città per essere onorato nella Cattedrale. Cominciò una grossa discussione. Per tre volte la città di Daroca fu scelta per essere luogo di custodia del Miracolo. Due dei comandanti però non accettarono l'accordo.

Il generale D. Berenguer de Entenza, propose allora come soluzione un compromesso. Si sarebbe posto il Corporale sopra la spalla di una mula araba che avrebbe vagato liberamente: la città dove la mula si sarebbe recata sarebbe stata quella prescelta dalla volontà divina per custodire il santo Corporale.

La prima città che la mula incontrò fu Valencia, ma essa non vi entrò e continuò sorpassando Segorbe, Jerica e Teruel. La mula vagò 12 giorni percorrendo circa 200 miglia, finché, stremata, si accasciò di fronte alla chiesa di San Marco, oggi chiesa della Santissima trinità, a Daroca. Il Corporale restò in questa chiesa finché non venne poi trasferito nella chiesa di Santa Maria.

La festa fu istituita il 7 marzo, che era poi la festa di San Tommaso d'Aquino, grande difensore dell'Eucaristia. (All'epoca del Miracolo, 1239, San Tommaso aveva 14 anni. Dopo la sua morte, fu nominato protettore del Miracolo Eucaristico di Daroca).

Vi sono tradizioni e leggende attorno al viaggio della mula. Si dice che durante i 12 giorni succedettero molti episodi miracolosi, come musiche e canti angelici, esorcismi di indemoniati, conversioni di peccatori. Non ci sono purtroppo documentazioni su questi eventi. Esiste però ingente documentazione sul Miracolo di Luchente, sul pellegrinaggio della mula, sulla elezione di Daroca come città prescelta per custodire la preziosa Reliquia.

Per questo motivo fu costruita una maestosa chiesa, e allestito un prezioso reliquario nel 1385. Furono collocate nella chiesa alcune sculture per illustrare i diversi episodi del Miracolo, come ad esempio la battaglia di Luchente, o il Padre Don Martínez che innalza il Corporale come uno stendardo, il viaggio della mula e il suo arrivo a Daroca.

Nel 1261 alcuni cittadini di Daroca si recarono a Roma per informare il Papa Urbano IV circa il Miracolo Eucaristico, che il pontefice considerò come un ulteriore segno della volontà divina affinché venisse istituita la festa del Corpus Domini.

Nel 1444 il Papa Eugenio IV concesse un anno di giubileo a Daroca, celebrabile ogni 10 anni: lo stesso Papa dichiarò autentici i Miracoli Eucaristici di Walldürn in Germania, e di Ferrara in Italia. Il Papa Sisto IV concesse un giubileo al Miracolo di Daroca ogni sei anni. Il Sangue sul Corporale è stato analizzato, e ne è stata determinata l’origine umana.


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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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