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Requiem æternam per i Prelati della Santa Chiesa

Ultimo Aggiornamento: 09/04/2014 19:10
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11/01/2010 20:07
 
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Punto di riferimento per tutto il Madagascar, l'arcivescovo emerito di Antananarivo aveva ottantaquattro anni

La morte del cardinale Armand Gaétan Razafindratandra


L'unico cardinale del Madagascar, Armand Gaétan Razafindratandra, arcivescovo emerito di Antananarivo, è morto alle ore 17 di sabato 9 gennaio nell'ospedale di Mahajanga dove era stato appena ricoverato per l'aggravarsi di una sindrome influenzale. Aveva 84 anni.
Nato il 7 agosto 1925 ad Ambohimalaza, nell'arcidiocesi di Antananarivo, il 27 luglio 1954 aveva ricevuto l'ordinazione sacerdotale. Il 27 aprile 1978 era stato nominato vescovo di Mahajanga e il 2 luglio era stato consacrato. Il 3 febbraio 1994 era divenuto arcivescovo di Antananarivo.
Nel concistoro del 26 novembre 1994 Giovanni Paolo II lo aveva creato e pubblicato cardinale, del titolo dei Santi Silvestro e Martino ai Monti. Il 7 dicembre 2005 aveva rinunciato al governo pastorale dell'arcidiocesi.

Considerato uno dei padri della democrazia del Madagascar, il cardinale Armand Gaétan Razafindratandra è stato una delle più importanti figure della Chiesa in Africa, membro della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli e del Consiglio speciale per l'Africa della Segreteria generale del Sinodo dei Vescovi.

La notizia della sua morte improvvisa ha suscitato profondo cordoglio in tutto il Paese. Di recente, il 31 dicembre il cardinale aveva presieduto ad Antananarivo i funerali dell'ex primo ministro malgascio Jacques Sylla, ricorda il nunzio apostolico in Madagascar monsignor Augustine Kasujja.
Punto di riferimento non solo per i cattolici, Razafindratandra è stato tra i fondatori della commissione ecumenica di teologia incaricata di elaborare lo statuto del Consiglio delle Chiese cristiane, movimento che ha avuto un ruolo particolarmente importante nell'evoluzione democratica del Madagascar a partire dal 1989.

Nell'ottobre 2009 aveva partecipato al secondo Sinodo per l'Africa dopo essere stato già protagonista del primo nel 1994. Proprio da quell'assemblea aveva preso spunto per rilanciare l'evangelizzazione nel Paese, puntando sulla formazione del clero e dei laici con una particolare attenzione per i giovani "che sono stati l'elemento determinante nei cambiamenti politici, portatori di una nuova speranza in Madagascar" come disse a Giovanni Paolo II nella visita ad limina del 1998.

Impegnato in prima linea per affermare il diritto e la giustizia, il cardinale riconosceva che la Chiesa malgascia non ha però ancora trovato i mezzi adeguati per far fronte alle sfide enormi della povertà e delle questioni socio-economiche. Comunque una risposta concreta ha cercato di darla sostenendo i progetti di sviluppo e le popolazioni colpite dalle calamità naturali e soprattutto promuovendo una capillare evangelizzazione.

Era nato in un'antica e importante famiglia convertitasi al cristianesimo. Suo nonno era governatore della capitale Antananarivo. Aveva studiato nella parrocchia di Faravohitra e poi dai fratelli delle scuole cristiane ad Andohalo. Era entrato nel seminario minore di Ambohipo e aveva conseguito il diploma dai gesuiti nel collegio di San Michele dove aveva poi studiato filosofia, mentre aveva seguito i corsi di teologia nel seminario maggiore  di  Ambatoroka.

Dopo l'ordinazione sacerdotale, nel 1954 il suo vescovo monsignor Sartre l'aveva mandato a studiare all'Institut Catholique di Parigi. Pastorale catechetica e questioni sociali erano stati i temi approfonditi in Francia dove si era occupato anche dell'assistenza spirituale degli studenti malgasci.
Rientrato in patria nel 1956, gli erastata affidata la direzione dell'ufficio catechetico. Aveva subito scritto una serie di manuali per gli studenti di tutte le età. Aveva fondato e diretto per dieci anni il centro nazionale di formazione catechetica. Era stato anche direttore spirituale nelle scuole pubbliche e in quelle private non confessionali oltre che rettore del seminario minore di Faliarivo e del maggiore di Ambatoroka.

Nelle parrocchie di Ambohimitsimbina e Ambavahadimitafo, e già prima come vicario della cattedrale, aveva organizzato colonie estive per i bambini delle famiglie povere, coinvolgendo giovani volontari.

Paolo VI lo aveva nominato vescovo di Mahajanga nel 1978. A ordinarlo era stato il cardinale malgascio Victor Razafimahatratra. Aveva subito intrapreso una missione in tutte le parrocchie della diocesi, viaggiando a piedi. Così in molti villaggi avevano visto un prete per la prima volta. Con lo stesso stile semplice, missionario, era stato dal 1994 al 2005 arcivescovo di Antananarivo e dal 1997 al 2002 presidente della Conferenza episcopale.

Nel 1989 Razafindratandra aveva accolto  in Madagascar Giovanni Paolo II che, durante la visita, aveva beatificato Victoire Rasoamanarivo, "ricca personalità di laica impegnata" vissuta nell'Ottocento. Era allora presidente della commissione episcopale per l'ecumenismo a cui egli stesso aveva dato impulso dopo l'esperienza parigina. Ricevendo il neo porporato in udienza il 28 novembre 1994, con familiari e autorità, Papa Wojtyla conoscendone le doti di equilibrio e l'autorevolezza gli aveva chiesto di "portare nel seno del collegio dei cardinali un po' di tranquilla pazienza e di fiducia ottimista che animavano la beata Victoire!".

Infine nel giugno 2009 Razafindratandra aveva salutato con gioia un'altra beatificazione ad Antananarivo, quella del laico lasalliano Raffaele Luigi Rafiringa, un pagano convertito capace di "tenere in piedi" la Chiesa in Madagascar quando, a fine Ottocento, tutti i preti vennero espulsi. Ne aveva sottolineato soprattutto la modernità.


(©L'Osservatore Romano - 11-12 gennaio 2010)
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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