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Requiem æternam per i Prelati della Santa Chiesa

Ultimo Aggiornamento: 09/04/2014 19:10
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16/02/2009 19:34
 
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In questo Thread inseriremo i Prelati della Chiesa che dopo l'onorato servizio alla Chiesa e all'Uomo, meritano di certo il ricordo nella nostra Prehiera in modo particolare....

Requiem æternam dona eis, Domine,
et lux perpetua luceat eis.
Te decet hymnus Deus, in Sion,
et tibi reddetur votum in Ierusalem.
Exaudi orationem meam;
ad te omnis caro veniet.
Requiem æternam dona eis, Domine,
et lux perpetua luceat eis.

Absolve, Domine,
animas omnium fidelium defunctorum
ab omni vinculo delictorum
et gratia tua illis
succurente mereantur
evadere iudicium ultionis,
et lucis æterne beatitudine perfrui.

Libera me, Domine, de morte aeterna, in die illa tremenda:
Quando caeli movendi sunt et terra.
Dum veneris judicare saeculum per ignem.
Tremens factus sum ego, et timeo, dum discussio venerit, atque ventura ira.
Quando caeli movendi sunt et terra.
Dies illa, dies irae, calamitatis et miseriae, dies magna et amara valde.
Dum veneris judicare saeculum per ignem.
Requiem aeternam dona eis, Domine: et lux perpetua luceat eis.


In paradisum deducant te Angeli:
in tuo adventu suscipiant te Martyres,
et perducant te in civitatem sanctam Jerusalem.
Chorus Angelorum te suscipiat,
et cum Lazaro quondam paupere aeternam habeas requiem.


 


Scomparso all'età di 87 anni, è stato il primo porporato coreano

La morte del cardinale Stephen Kim Sou-hwan


Il cardinale Stephen Kim Sou-hwan, arcivescovo emerito di Seoul (Corea), è morto oggi lunedì 16 febbraio, all'età di 87 anni, nell'ospedale cattolico St. Mary a Gangnam, Seoul. Nato in Taegu l'8 maggio 1922, era stato ordinato sacerdote il 15 settembre 1951. Eletto alla Sede residenziale di Masan il 15 febbraio 1966, aveva ricevuto l'ordinazione episcopale il 31 maggio dello stesso anno. Promosso a Seoul il 9 aprile 1968, da Paolo VI era stato creato e pubblicato nel Concistoro del 28 aprile 1969, del Titolo di San Felice da Cantalice a Centocelle. Il 3 aprile 1998 aveva rinunciato al governo pastorale dell'arcidiocesi.

Cardinale da quarant'anni Stephen Kim Sou-hwan condivideva con Eugênio de Araujo Sales il primato, come data di nomina, nel collegio cardinalizio. Era noto per essere stato chiamato alla guida pastorale dell'arcidiocesi di Seoul all'età di appena 46 anni; e quando Paolo VI lo nominò cardinale - tra l'altro primo coreano a essere elevato alla dignità cardinalizia - era il porporato più giovane del mondo.
Diresse la sua azione pastorale a imprimere lo spirito del rinnovamento conciliare nelle strutture diocesane. Intensificò notevolmente l'attività di evangelizzazione, nella quale coinvolse particolarmente i laici. Un'attenzione particolare dedicò alla ricerca del dialogo con i non-cristiani e al coordinamento degli sforzi comuni in campo caritativo e assistenziale. Assai coraggiose - nella difficile situazione politica interna - furono le sue dichiarazioni e le sue iniziative a difesa dei diritti umani e dei lavoratori.

Un ricordo particolare della sua ricca testimonianza si trova nel volume Kim Sou-hwan, storia di un Cardinale che, pubblicato nel 2005, raccoglie le memorie dell'allora ottantaduenne porporato, arcivescovo di Seoul dal 1968 al 1998. Ricco di eventi storici e di fatti che hanno caratterizzato gli anni Sessanta, Settanta e Ottanta, il libro resta sicuramente una fonte preziosa dell'esemplarità della sua vita. D'altra parte era stato lui stesso a raccontare tutti i particolari della sua vita a un giornalista del Pyeonghwa Shinmun (Giornale della pace), settimanale dell'arcidiocesi di Seoul, nel corso di più incontri svoltisi dal maggio 2003 al settembre 2004.

I ricordi iniziavano da Taegu (240 chilometri a Sud-Est di Seoul), ove, ultimo di cinque fratelli e di tre sorelle, da famiglia cattolica da due generazioni era nato l'8 maggio del 1922. Il nonno aveva subito il martirio nel 1868 e la sua famiglia fu costretta a trasferirsi più volte per sfuggire alle persecuzioni. Il padre si guadagnava da vivere vendendo ceramiche. La madre, donna forte ed energica, ebbe un'influenza decisiva nella sua vita. La povertà segnò la sua infanzia:  spesso, a tavola, non c'era neppure una coppetta di riso. Non ricordava però il cardinale che per questo vi fosse mai stata neppure una lamentela da parte della madre. La fierezza di lei insegnò al giovanissimo Stephen a sentirsi comunque ricco di beni, non materiali. E fu sempre la madre a orientare lui e il fratello maggiore, sin dal tempo delle scuole elementari, al sacerdozio. Stephen trascorse 18 anni in seminario. "Il Signore mi ha sempre guidato lungo la retta via - amava ripetere - e oggi non posso che manifestare riconoscenza a Lui per tanta provvidenza e grazia".

Ordinato sacerdote, durante il difficile periodo della guerra in Corea esercitò il ministero pastorale in diverse parrocchie dell'allora vicariato apostolico di Taegu, ricoprendo anche l'incarico di segretario dell'arcivescovo. Successivamente si trasferì in Giappone per frequentare i corsi della facoltà di filosofia dell'università cattolica "Jôchi Daigaku" di Tokyo, diretta dai gesuiti. Appena laureatosi rientrò in Corea e fu incaricato di dirigere il "Catholic Shilbo", il giornale cattolico di Taegu.
Inviato in Europa a completare la sua preparazione, studiò per otto anni - dal 1956 al 1965 - a Münster, in Germania, specializzandosi in scienze sociali. Il 15 febbraio 1966, qualche tempo dopo il suo ritorno in patria, fu nominato vescovo di Masan e ordinato il 31 maggio successivo.

Membro del Sinodo dei Vescovi, designato dai confratelli coreani quale loro rappresentante, monsignor Kim intervenne nella congregazione del 14 ottobre 1967 con un significativo discorso sui seminari. Fece notare la scarsezza del clero e la difficoltà di trovare educatori. Nella congregazione del 20 ottobre 1967, monsignor Kim trattò diffusamente il problema dei matrimoni misti, particolarmente sentito nei Paesi di missione. Un problema che il presule invitò a considerare non solo sotto l'aspetto giuridico, ma anche e soprattutto sotto quello pastorale. L'anno successivo monsignor Kim fu promosso arcivescovo di Seoul.
Paolo VI lo creò cardinale e lo rese pubblico nel Concistoro del 28 aprile 1969. Gli affidò il Titolo di San Felice da Cantalice a Centocelle. Rimase alla guida dell'arcidiocesi per trent'anni, dal 9 aprile 1968 al 3 aprile 1998. Dal 10 giugno 1975 al 3 aprile 1998 fu anche amministratore apostolico di P'yong-yang.

Negli anni successivi al concilio Vaticano ii, il giovane cardinale dovette assumersi le proprie responsabilità all'interno della Chiesa coreana in un contesto segnato dai regimi militari degli anni Settanta e Ottanta, e dall'evolversi del movimento in favore della democrazia, finalmente affermatasi negli anni Novanta. Difensore dei diritti umani e promotore della democrazia, il cardinale Kim Sou-hwan rifiutò ogni etichetta poiché riteneva di agire animato sempre da finalità ben diverse da quelle politiche. Negli anni in cui promuoveva azioni in favore dei diritti umani e della democrazia, gli tornarono assai utili gli studi di sociologia cristiana svolti in Germania sotto la guida del P. Joseph Hoffner.

Più volte presidente della conferenza episcopale coreana, dal 1973 al 1977 è stato presidente della federazione delle conferenze episcopali dell'Asia (Fabc) e per molti anni membro del consiglio della segreteria generale del Sinodo dei vescovi. Significativo un suo intervento "in scriptis" alla v assemblea generale del Sinodo di vescovi (10 ottobre 1980) intitolato "Minacce alla vita familiare". "Il matrimonio attuale - scrisse tra l'altro - rispecchia i cambiamenti socio-economici del mondo e le tradizioni giudeo-cristiane, che hanno sostenuto la famiglia e che ora sono poste in questione. La vita familiare è minacciata. Le nazioni si concentrano sullo sviluppo materiale senza il dovuto interesse per i valori spirituali. Hanno i loro effetti sulla vita familiare anche le oppressive condizioni di lavoro e gli stress psicologici. Gli Stati si trovano di fronte al dilemma di ricercare lo sviluppo materiale a costo della dignità umana o di dare la priorità agli ideali spirituali a costo di un sviluppo più lento. Tremendi effetti della società moderna si constatano nella famiglia cosiddetta "estesa". Inoltre il divorzio crea frattura non solo in una singola famiglia ma in un'intera rete di rapporti. Per questo motivo assistiamo alla tragedia dell'alienazione dei giovani e della solitudine degli anziani.

Le guide della Chiesa devono denunciare profeticamente i danni arrecati alla vita familiare. Primo:  bisogna impiegare i mass-media per stimolare l'opinione pubblica contro le tendenze che minacciano la famiglia. Secondo:  deve indicare alle donne la loro dignità e il loro ruolo nella famiglia, confermando i nuovi ruoli femminili quando sono compatibili con il Vangelo e la responsabilità famigliare e prendendo posizione contro l'aborto e il controllo delle nascite. Terzo:  a livello parrocchiale, la mobilità dei fedeli esige un adeguamento del servizio parrocchiale e una maggiore abilità pastorale in campo spirituale e psicologico. Anche i laici, i religiosi e le religiose devono essere invitati a partecipare ad alcuni servizi parrocchiali ausiliari".

Accolse due volte Giovanni Paolo II pellegrino a Seoul dal 3 al 7 maggio 1984 e dal 7 al 9 ottobre 1989.
Il cardinale Kim fu anche presidente delegato dell'assemblea speciale per l'Asia del Sinodo dei vescovi, che si è svolta in Vaticano dal 19 aprile al 14 maggio 1998. In tale veste rivolse il saluto dell'episcopato del continente a Giovanni Paolo II durante l'incontro svoltosi il 6 novembre 1999, nella cattedrale del Sacro Cuore a New Delhi (India), in occasione della firma dell'Esortazione Apostolica post-sinodale "Ecclesia in Asia". Nell'aprile del 2005, nonostante l'età avanzata venne a Roma per partecipare alle esequie di Papa Wojtyla.
I funerali del cardinale Stephen Kim Sou-hwan  si  svolgeranno, dopo  cinque giorni di lutto, nella cattedrale di Seoul.



(©L'Osservatore Romano - 16-17 febbraio 2009)
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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