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"Mi serviva qualcuno all'altezza del mio odio e del mio rancore."

Ultimo Aggiornamento: 10/08/2009 11:23
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11/03/2009 19:47
 
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IMPERDIBILE! [SM=g1740722]

L'ho finito di leggere....lo consiglio....il titolo è un altro però: Tornata dall'inferno [SM=g1740733]


Storie di conversione:  la cambogiana Claire Ly
In cerca di un Dio
all'altezza del mio odio


di Elisabetta Galeffi

    "Per affrontare questa lotta di sopravvivenza ho bisogno di un testimone. Mi viene in mente (...) il Dio degli occidentali, il Dio della loro Bibbia; non so se questo Essere esista davvero, ma non ha nessuna importanza". Inizia così, inconsapevolmente, la conversione al cristianesimo di Claire Ly, professoressa di filosofia e alto funzionario del ministero dell'Istruzione cambogiano agli inizi degli anni Settanta. Con l'avvento della dittatura di Pol Pot è costretta ad abbandonare tutti i suoi beni e tutta la sua vita passata; dal 1975 al 1979 diventa una "compagna contadina" in un campo di lavoro ai confini con la Thailandia.

    La sua nuova vita inizia il 24 aprile 1975 quando lascia casa e marito nella capitale sotto l'attacco degli khmer rossi nel tentativo di fuggire con l'anziana madre e il figlioletto. Claire è sola - come mai capitava a una donna della buona borghesia khmer - in attesa di un altro bambino, è responsabile degli altri compagni di viaggio più deboli. Capisce che deve trovare in qualche modo la forza di affrontare la durissima realtà se vuol sopravvivere.

    "Nel corso di questi disordini" scrive nel suo primo libro Tornata dall'inferno, raccontando del suo avventuroso viaggio su una Citroën DS per raggiungere il confine thailandese "mi sforzo di convincermi che tutto è illusione".

    Da buona buddista, cerca di allontanarsi dai due lati estremi della vita, il piacere e la mortificazione per trovare la pace; "entrambi sono avvilenti, volgari e non portano all'uomo nessun vantaggio" si ripete Claire, ma nella sua vita sconvolta non riesce a trovare spazio per la "terza via" del Nirvana.

Quando realizza che il distacco totale dalla realtà non le sarebbe utile a salvare le vite dei figli, Claire cerca in sé la forza di proteggerli; i suoi figli non le appaiono affatto un'illusione, ma una realtà bisognosa di aiuto. Cerca un sentimento forte che la riporti ad affrontare la vita e la risvegli dal torpore, dal senso di smarrimento in cui è caduta dopo i rapidissimi cambiamenti di tutto il suo mondo; tenta ogni strada per riuscirci, accetta anche di far leva sui propri sentimenti di odio.

    Il rancore che prova nei confronti delle idee del mondo occidentale è il suo sentimento più vivo in quelle ore. Al pensiero occidentale - che conosce bene per i suoi studi filosofici - Claire imputa la responsabilità della fine del suo mondo, prima a causa della guerra del Vietnam e adesso con la rivoluzione di Pol Pot, che ha incitato gli khmer delle campagne a ribellarsi all'idea buddista del karma sotto la spinta rivoluzionaria del pensiero marxista. "Anch'io - scrive Claire - ero parte di quegli intellettuali cambogiani che pensavano di dover far qualcosa per cambiare la mentalità della gente di città".

    Claire ha avuto il suo primo incontro con il mondo occidentale frequentando le scuole francesi della sua città natale, Battambang, e il suo primo scontro come insegnante di filosofia a Phnom Penh. "Nel 1968 - risponde a un giornalista del settimanale francese Panorama - la domanda del perché tanti missionari cercavano di portare in Cambogia la loro religione, quando noi ne avevamo già una, mi incitò a tornare verso il buddismo, a ritrovare le mie tradizioni. Non più solamente come un'eredità familiare; gli insegnamenti del Buddha diventarono per me una questione di identità personale, la ragione filosofica per resistere a quello che consideravamo "l'imperialismo spirituale" dell'Occidente".

    Ma adesso con la fine del suo mondo Claire deve reinventare la sua vita. "Chi sono io?" si domanda, scoprendo di aver bisogno di un interlocutore con cui confrontarsi; per due anni l'unico interlocutore alle sue domande di cambogiana ricca e colta ridotta a far la contadina in condizioni terribili diventa il Dio degli occidentali a cui confessa ogni sua insoddisfazione. "Mi serviva qualcuno all'altezza del mio odio e del mio rancore. Qualcuno a cui dare in prestito il cammino della mia rabbia; non potevo scegliere Buddha, perché è soltanto un essere umano". Così "il Dio degli occidentali", all'inizio solo un testimone della sua rabbia, diventa a poco a poco un amico che le fa compagnia. Scrive Claire in Tornata dall'inferno:  "Il fondamento del buddismo, il karma, è un concetto astratto, assolutamente neutro, uguale al concetto di tavolo o di sedia. Come si fa a rimproverare a una sedia il suo essere sedia? Non è responsabile di quello che fa".[SM=g1740721] 
   
Lungo i due anni in cui Claire si confronta con Dio, "i paragoni - scrive - tra l'esperienza buddista legata alla mia cultura di origine e la mia volontà di essere una persona libera saranno molto difficili" e alla fine la sua conversione al cattolicesimo non esclude né rinnega completamente gli insegnamenti del Buddha. Ma "la vita di Gesù di Nazaret mi affascina, amo la libertà di quest'uomo che non è prigioniero di nessuna convenzione religiosa o sociale".

    Claire Ly raggiunge con i suoi due figli la Thailandia nel 1979 alla caduta della dittatura dell'Angkar; nel 1980 emigra in Francia, dove ancora vive e insegna filosofia all'Istituto Scienze e Teologie delle religioni a Marsiglia.



(©L'Osservatore Romano - 12 marzo 209)

                                                              [SM=g1740717] [SM=g1740720] [SM=g1740717]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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