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L'Ospedale del Papa, il Bambin Gesù compie 140 anni..

Ultimo Aggiornamento: 20/12/2011 22:14
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Colloquio con Giuseppe Profiti, presidente del "Bambino Gesù", nel 140° del nosocomio

L'ospedale del Papa
da Roma guarda al mondo




di Mario Ponzi

Ha 140 anni ma vuole crescere ancora. E per il suo centoquarantesimo compleanno si regala una nuova casa, mentre già pensa ad ampliare quella che si apre sui cinque continenti. Tra gli invitati alla festa l'intera popolazione di Roma pronta, come ha già annunciato il sindaco Gianni Alemanno, a consegnargli le chiavi della città.

Del resto la storia ultracentenaria dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù, il festeggiato, si fonde per larghi tratti con la storia di Roma e dei romani. Lo ricorderà anche materialmente d'ora in avanti la lapide che il 19 marzo sarà scoperta in via delle Zoccolette, nel cuore dell'antica Roma papalina, al numero 112 dove, grazie a una donazione dei duchi Salviati, nel 1869, furono sistemati i primi dodici letti per ricoverare dei bambini malati e bisognosi di cure.

Sarebbe ora lungo riproporre il cammino di quello che ormai i romani conoscono come l'Ospedale del Papa per i bambini e che si è conquistato fama internazionale. Basti pensare che da quella piccola stanza di via delle Zoccolette si è passati a cinque sedi dell'ospedale:  la quinta sta per essere inaugurata nel quartiere romano di San Paolo. Servirà soprattutto ad assorbire il servizio ambulatoriale per accogliere le oltre novecentomila domande di visita all'anno. E anche pensare ai punti aperti presso strutture pubbliche pediatriche in tutti i cinque continenti, per esportare non solo competenza e salute, ma soprattutto formazione. Parliamo dunque di un ospedale che, nato come istituzione di assistenza, è diventato uno dei principali centri nel campo della ricerca e cura in ambito pediatrico in Italia e all'estero. Ma non basta. Bisogna andare avanti, proporsi nel contesto scientifico internazionale ai massimi livelli. È l'ospedale del Papa, ma soprattutto è l'ospedale dei bambini.
 
Ne abbiamo parlato con il professore Giuseppe Profiti, da un anno e mezzo alla presidenza del nosocomio, il quale ci ha informato che già qualche tempo prima ne studiava il modello per scoprirne le potenzialità. E proprio su queste enormi potenzialità punta oggi per avviare l'ospedale verso nuovi e più prestigiosi traguardi.

Ma cosa si può fare per rendere ancora più prestigioso un istituto come questo che già gode di tanto prestigio?

Intanto proviamo a governare quello che sarà o potrà essere il futuro dell'ospedale. Ovvero l'obiettivo ambizioso è quello di diventare il centro di riferimento della ricerca pediatrica e dell'assistenza in Europa. E, perché no, anche uno dei centri mondiali di riferimento. Può sembrare un obiettivo ambizioso. Ma io credo che sia un obiettivo ragionato e razionale. Le radici di questa razionalità stanno in ciò che è necessario per raggiungere questo obiettivo. Ora il campo dell'eccellenza ha il suo nucleo essenziale in quello che è l'eccellenza nei suoi professionisti. Non mi riferisco solo all'ambiente medico, o a quello dei ricercatori. Mi riferisco a tutte le figure professionali:  dai custodi, al primo dei capi di dipartimento, ai direttori. Per questo nostro progetto abbiamo due consapevolezze:  dobbiamo rimuovere i vincoli strutturali e adottare un'oculata politica nella scelta delle risorse umane.

Cosa significa rimuovere il vincolo strutturale?

Sostanzialmente significa creare le strutture dove ospitare la tecnologia necessaria per garantirci questa sorta di mantenimento e sviluppare quelli che sono i nostri obiettivi. Io dico che dobbiamo reingegnerizzare le nostre sedi in base a quelle che sono gli obiettivi dell'ospedale. Investiremo per questo circa 65 milioni nei prossimi quattro anni. Investimenti che, è chiaro, riguarderanno la ricerca, la cura e la struttura ma senza dimenticare che essi costituiscono l'involucro perché sostanzialmente l'anima la danno le risorse umane. E sarà proprio in questo il nostro investimento più proficuo. Cercheremo di scegliere sempre il meglio, ovunque esso sia, nel senso che non ci orienteremo soltanto all'ambito nazionale, ma valuteremo anche il settore internazionale.

E questo anniversario cosa significa per l'istituzione?

Dal punto di vista culturale vorremo che il centoquarantesimo anno fosse il punto di partenza per un cambiamento per tutti.

Perché per tutti?

Dobbiamo cominciare a pensare a un ospedale che, come entità fisica, abbia una sua collocazione geografica che in termini di attività non conosce confini. Ed io credo che questo in fondo risponda un po' allo spirito che caratterizza questa istituzione che, in un certo qual modo, trasmette valori fondamentali. Già oggi si tratta di un ospedale che lavora su cinque continenti. E, nel corso di quest'anno, abbiamo intenzione di consolidare questa attività, sino ad oggi certamente continua, ma sicuramente poco strutturata. Quindi il centoquarantesimo è l'anno della strutturazione delle attività internazionali.

In cosa consisteranno?

Principalmente, è naturale, in attività di carattere medico assistenziale. Ma noi riteniamo che sia di vitale importanza formare personale che sia in grado di operare in modo assolutamente autosufficiente. Di qui il progetto della scuola di specializzazione in pediatria presso l'Università Cattolica della Tanzania. Sarà una scuola di specializzazione del Bambino Gesù, quindi gestita e coordinata dai nostri medici. Creeremo un network in Tanzania il cui fulcro sarà l'università della Conferenza episcopale. Nostri medici assicureranno cicli di formazione e affiancheranno i medici nelle loro prime operazioni. C'è poi il progetto che riguarda la nostra presenza nel sud-est asiatico, iniziando con una espansione nei Paesi nei quali attualmente noi già lavoriamo. L'obbiettivo del 2009 è di avviare le attività anche in Myanmar e in Laos. Abbiamo già dei contatti. In genere già ci appoggiamo su strutture che vengono identificate dalle autorità locali. L'intento è quello di riuscire in qualche modo a integrarsi strettamente con quelli che sono i modelli organizzativi culturali che troviamo sul posto. A volte è anche difficile ma noi cerchiamo sempre di trovare punti d'accordo. Non nascondiamo che i nostri interventi sono agevolati dal fatto che operiamo attraverso la rete già stesa dalle varie congregazioni religiose che operano sul territorio. Camminiamo un po' anche sulle loro gambe.

E quali sono i progetti di intervento per il sud est asiatico?

Pensiamo all'avvio di un programma di trapianti. Del resto, il 2009 è stato proclamato l'anno dei trapianti e noi contiamo di effettuare il primo trapianto cardiaco pediatrico proprio nell'area del sud-est asiatico. Lo faremo ad Hanoi. La scelta avviene non soltanto sulla base delle dotazioni strutturali che consentono questo tipo di prestazioni, ma anche sulla base del livello di professionalità tale da assicurare non soltanto l'effettuazione del trapianto, ma tutto ciò che precede e segue, che è altrettanto importante.

Cosa è stato organizzato in concreto per celebrare il centoquarantesimo?

Vorremmo intanto celebrare quello che è il rapporto con la città di Roma. Per fare questo abbiamo pensato in pratica a due eventi fondamentali. Il primo che segna la ricorrenza il 19 marzo 1869 nell'allora sede che era in via delle Zoccolette. In quell'occasione il sindaco scoprirà la targa che ricorderà questo momento e che dà il via al calendario degli eventi. Il secondo evento verrà celebrato il 19 maggio sulla piazza del Campidoglio con un concerto. Sarà l'occasione durante la quale il sindaco consegnerà all'ospedale le chiavi della città. Tra le prime cose che ho imparato venendo qui è quanto ogni romano senta nel cuore questo ospedale e io credo che farà piacere anche ai cittadini il gesto del sindaco. Successivamente ci sarà la "notte bianca" della ricerca e della cura pediatrica. Coinciderà con la notte del solstizio d'estate, tra il 21 e il 22 giugno. Apriremo l'ospedale alla città per tutta la notte. Il nostro obiettivo è di instaurare un dialogo diverso con tutti quelli che sanno cos'è il Bambino Gesù, ma non hanno mai avuto modo di conoscerlo fino in fondo e di vedere che cosa è nella realtà. A settembre poi stiamo organizzando un importante congresso scientifico da celebrarsi qui a Roma.



(©L'Osservatore Romano - 18 marzo 2009)

                      
Benedetto XVI all'Ospedale Bambin Gesù
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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22/11/2009 00:11
 
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Il cardinale Bertone al termine del concerto solidale

Dalla luce dei bambini
un messaggio di speranza
per il futuro dell'umanità


La luce di duecento lampade sorrette da altrettanti bambini per denunciare la violazione dei diritti dei loro coetanei nel mondo, anche nelle società più sviluppate, e per chiedere il sostegno della solidarietà internazionale. È il senso della manifestazione "La luce dei bambini" che, organizzata dall'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma sotto il patrocinio del cardinale Tarcisio Bertone, si è svolta venerdì sera, 20 novembre, nell'Aula Paolo VI in Vaticano.

L'evento - un concerto solidale eseguito dal Coro interuniversitario di Roma con l'orchestra nazionale dei conservatori di musica - è stato inserito nel quadro delle celebrazioni in occasione della Giornata internazionale per i diritti dell'infanzia, e aveva come obiettivo la raccolta di fondi per dotare l'ospedale pediatrico romano di un neuro navigatore. Si tratta di "uno strumento di avanguardia - ha spiegato il cardinale Bertone rispondendo al saluto del presidente dell'ospedale Giuseppe Profiti al termine del concerto - per l'attività di neurochirurgia oncologica, endoscopica e spinale per il trattamento dei bambini affetti da epilessia farmaco resistente".

Il cardinale, dopo aver salutato e ringraziato tutti quanti hanno reso possibile lo svolgersi della serata e quanti hanno offerto il loro contributo per l'acquisto del macchinario, in particolare - "Acea - ha detto - le Poste Italiane, il gruppo Scarpellini e la fondazione Nando Peretti" - ha sottolineato il senso dell'intera manifestazione. "È noto - ha detto tra l'altro - come la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Infanzia sia stata sancita nel 1959; cui fece seguito una forma giuridica applicativa dei principi, cioè la Convenzione di Ginevra del 1993.

Il Concerto cui abbiamo assistito, come nella prima edizione del 2007, si intitola:  "La luce dei bambini", infatti la scena che ha aperto lo spettacolo ci ha presentato 200 bambini, appartenenti all'Accademia Nazionale di Danza, recanti ciascuno una sfera luminosa, idealmente donata al pubblico presente e, tramite ciascuno di noi, recata alla società ed al mondo.

È la luce della speranza che, attraverso gli innocenti, è data agli adulti del mondo, un mondo troppo spesso immerso nelle tenebre della spasmodica ricerca di un bene esclusivamente terreno, nella assoluta indifferenza per i perenni valori umani e cristiani.

È la luce della solidarietà che, recando sollievo nel corpo di tanti bambini visitati dalla sofferenza, dona all'anima di quanti offrono generosamente il conforto dell'amore disinteressato che rende preziosa e ricca di bene la vita.
È la luce della gioia per quanti sperimentano la consolazione annunciata dal Vangelo:  "Vi è più gioia nel dare che nel ricevere".

È la luce della sensibilizzazione sui diritti della vita e della salute dei bambini, tante volte violati anche nelle nostre società più sviluppate".

Dopo aver ricordato anche lo scopo benefico della serata il segretario di Stato ha così proseguito:  "il diritto fondamentale della salute dei bambini è qualcosa che non può lasciarci indifferenti:  i bambini sono un tesoro di tutti e la nostra struttura sanitaria oltre che accogliere i piccoli provenienti dall'Italia e da taluni Paesi europei, riceve quelli provenienti dai Paesi in via di sviluppo che attraverso missioni umanitarie e associazioni di volontariato giungono ogni anno all'Ospedale Bambino Gesù, per essere curati e guariti.

L'Ospedale Bambino Gesù, Istituto appartenente alla Santa Sede e affidato alla personale sollecitudine del segretario di Stato, da ormai 140 anni, rende manifesta la speciale predilezione della Chiesa per l'infanzia, specialmente  quando  si  tratta  di  fanciulli sofferenti, sempre memore che in ogni persona malata, ancor più se è piccola e indifesa, Gesù stesso si è identificato".

Il porporato ha poi riservato parole di apprezzamento per il lavoro svolto da "amministratori, direttori, medici, infermieri e tutto il personale dell'Ospedale, non solo negli interventi di avanguardia che portano il nome del "Bambin Gesù" ad alti riconoscimenti, ma pure nel lavoro ordinario di ogni giorno:  dall'accoglienza, al ricovero, alla cura solerte e amorevole per i piccoli degenti; dove, assieme alla competenza professionale, essi offrono grande disponibilità, spirito di sacrificio, pazienza e amore disinteressato. Ogni cosa diventa meno difficile per quanti si ispirano ai principi evangelici, perché dedicando attenzione ad ogni piccolo ospite, essi sanno riconoscere nel volto di ciascuno quello di Gesù".

Apprezzamento esteso poi a tutto il personale poiché "offre una testimonianza concreta ed efficace del Vangelo a contatto con una porzione delicatissima dell'umanità sofferente, e proclama la potenza di Cristo, buon Samaritano, che ancora oggi con il suo Spirito guarisce ed eleva l'umana esistenza. A tutti vorrei esprimere, anche a nome di Benedetto XVI un grato apprezzamento".

Il cardinale ha concluso rinnovando il suo ringraziamento ai maestri Massimo Palombella e José Maria Sciutto e a tutti i benefattori auspicando "che si possa continuare dopo l'acquisto della nuova apparecchiatura, anche con altri strumenti ugualmente utili" soprattutto per il potenziamento delle attività del dipartimento medico chirurgico di cardiologia pediatrica.


(©L'Osservatore Romano - 22 novembre 2009)
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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All'ospedale Bambino Gesù

Impiantato il primo cuore artificiale permanente


Roma, 2 .Un cuore artificiale permanente e intratoracico è stato impiantato per la prima volta al mondo su un soggetto in età pediatrica. L'intervento è stato eseguito giovedì scorso all'ospedale Bambino Gesù di Roma. È stato effettuato dall'equipe cardiochirurgica dell'ospedale su un ragazzo di quindici anni affetto da una patologia cardiaca degenerativa che lo avrebbe portato al decesso in brevissimo tempo. Non si è trattato, dunque, di un ponte in attesa del trapianto ma di una soluzione terapeutica definitiva.



(©L'Osservatore Romano - 3 ottobre 2010)


E I tg HANNO TACIUTO LA NOTIZIA!!!!


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21/12/2010 18:06
 
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Il cardinale Tarcisio Bertone in visita all'ospedale pediatrico romano "Bambino Gesù"

Nei piccoli malati
il volto del Signore che nasce


Consueta visita natalizia del cardinale Tarcisio Bertone alla comunità dell'ospedale pediatrico "Bambino Gesù".

Il segretario di Stato ha incontrato il personale medico, infermieristico e amministrativo e i piccoli ospiti del nosocomio romano nella tarda mattinata di martedì 21 dicembre. La visita è stata colta dal porporato come occasione per esprimere "l'apprezzamento del Santo Padre Benedetto xvi, della Santa Sede e anche mio personale - ha detto - per i traguardi raggiunti o in via di completamento".

E ha citato anzitutto il nuovo centro di ricerche e cure pediatriche di San Paolo fuori le mura, un'opera avveniristica unica in Europa, che accoglierà i laboratori di ricerca scientifica e le strutture di assistenza sanitaria collegate; e l'apertura a Taormina del Bambino Gesù Sicilia. Si tratta di un centro cardiologico del Mediterraneo, che dai primi di novembre scorso ha iniziato la sua attività ed entro marzo del prossimo anno sarà a pieno regime. Tra l'altro proprio l'esperienza maturata in Sicilia ha aperto la strada ad altre iniziative di localizzazione in diverse regioni "per evitare a tante famiglie faticosi viaggi" verso Roma, o altre destinazioni, per curare i piccoli malati.

Al suo arrivo il cardinale è stato accolto dal presidente Giuseppe Profiti. L'incontro con i rappresentanti delle diverse realtà dell'ospedale si è svolto nell'aula Salviati. In apertura il professor Profiti ha salutato e ringraziato il segretario di Stato "per un incontro usuale - ha detto - poiché si ripete ogni anno, e pur tuttavia amiamo pensare che sia sempre nuovo, non fosse altro perché offriamo in questa occasione al Santo Padre e a lei, il frutto del nostro impegno quotidiano di un anno di lavoro. Questo poi è stato per il nostro ospedale un anno molto importante. Abbiamo raggiunto alcuni traguardi tanto attesi. Siamo riusciti a dotare i nostri laboratori, i nostri ospedali e i nostri centri di assistenza sparsi un po' ovunque in Italia e nel mondo, di alte tecnologie". Risultati ottenuti "grazie alla scienza e alla ricerca - ha precisato Profiti - ma conseguiti nella consapevolezza di quello che il Papa ha sempre raccomandato, cioè di fare in modo che scienza e tecnologia non dominino mai l'uomo".

Ed è l'impegno che anima l'intero corpo scientifico e sanitario del Bambino Gesù:  "Strumenti e tecnologia, ne siamo certi - ha assicurato il presidente - per quanto sofisticati siano, sono solo mezzi nelle nostre mani, mani di uomo, per curare e salvare un uomo, un uomo malato che si affida a noi". Sono questi i valori "che accompagnano il lavoro di tutti quanti in ogni reparto, in ogni ufficio e in ogni mansione prestano la loro opera quotidiana in queste nostre strutture". La nostra crescita, ha concluso, "ha un senso e continuerà ad avere senso solo nella misura in cui riusciremo a dare ancora di più al prossimo sofferente".

L'apprezzamento del cardinale Bertone per l'opera svolta quotidianamente da quanti lavorano nell'ospedale ha avuto riscontro nelle calorose espressioni di saluto rivolte ai presenti. "È per me motivo di particolare gioia - ha detto nel suo discorso - esser qui in mezzo a voi a pochi giorni dalla celebrazione del Natale del Signore, infatti se Gesù il Figlio di Dio fatto uomo si rende presente in ogni cuore e in ogni casa, si fa ancora più presente in questo luogo. Anche il nome dell'ospedale rievoca la dolce figura del Dio fatto Bambino ed allora diviene più spontaneo celebrare qui un Natale autentico, infatti nel sorriso dei bimbi ed anche nei volti segnati dalla sofferenza, è più facile intravedere il volto luminoso del Bambino di Betlemme, venuto per alleviare le sofferenze dell'umanità e portare a tutti il dono della salvezza e della pace".

Il porporato ha ricordato il terribile incidente che ha provocato di recente un gravissimo incendio nel reparto di rianimazione dell'ospedale. Il cardinale Bertone ha rinnovato la gratitudine "per la solidale partecipazione mostrata" e per la "prontezza dei soccorsi" da parte di quanti si sono prodigati con sprezzo del pericolo pur di evitare il verificarsi di quella che poteva realmente essere una tragedia. "Ogni cosa - ha detto - diventa meno difficile per quanti si ispirano ai principi evangelici, nella certezza che in ogni persona malata, ancor più se è piccola e indifesa, Gesù stesso si è identificato".

La nascita di Gesù "avviene mentre Maria e Giuseppe sono lontani da casa per obbedire alle leggi degli uomini; avviene in una stalla, nella precarietà, nella povertà, ma anche nella luminosa felicità di Maria e nell'adorante felicità di Giuseppe. La ricostruzione popolare del presepio, nata dalla contemplazione del mistero del Natale - secondo il segretario di Stato - è quanto mai suggestiva e vera:  se non c'è nulla nella grotta dove nasce Gesù, c'è però l'intera umanità in Maria e Giuseppe, e anche l'intero universo in quegli animali che sono lì ad esprimere tutta quanta la creazione". Lasciando per un momento da parte il testo del discorso preparato, il cardinale ha confessato di avere un debole per i presepi. Ha raccontato che le suore del suo appartamento ne hanno allestiti ben cinquantaquattro. "Tra questi - ha detto - conservo la ricostruzione in calco di un bassorilievo di un antico sarcofago che risale al 380 dopo Cristo. In questa antica rappresentazione del presepe, oltre che al Bambinello, direi che è data una grande importanza proprio agli animali, al bue e all'asinello".

Riprendendo la sua meditazione sul Natale il segretario di Stato ha così proseguito:  "Dopo la nascita gli angeli annunziano al mondo l'evento della notte santa, perché Gesù è nato per essere veduto, e così arrivano i pastori a vedere il volto del Signore e contemplano Dio nella fragilità umana, nella condizione inerme di un neonato; contemplano lo splendore della divinità nello spogliamento più totale e tornano alle loro greggi ringraziando e lodando Dio, per quello che avevano visto". Anche in questo Natale 2010, nasce Gesù "e - ha ricordato ancora - continua ad avere bisogno di amore materno, di un calore che lo custodisca, lo protegga e lo difenda. Chi accoglie Cristo deve accoglierlo così. Non permettiamo alla nostra società, che è folgorata dalle luci nelle case e nelle piazze, ma non riesce a contemplare Cristo, luce del mondo, di toglierci la gioia che viene dalla celebrazione del vero Natale di Cristo".

(mario ponzi)


(©L'Osservatore Romano - 22 dicembre 2010)
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Visita del cardinale Bertone all'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma

Accanto ai piccoli sofferenti


 

Consueta visita natalizia del cardinale Tarcisio Bertone alla comunità dell'ospedale pediatrico "Bambino Gesù" di Roma. Il segretario di Stato ha incontrato il personale medico, infermieristico, amministrativo nella tarda mattinata di oggi, martedì 20 dicembre.

L'incontro si è svolto nell'aula Salviati. In precedenza il porporato aveva visitato i piccoli ricoverati nel padiglione Pio XII, restaurato dopo il pauroso incendio di qualche anno fa. Si è a lungo soffermato tra le culle dei ventisette neonati attualmente assistiti in quello che è l'unico reparto in Europa dove i prematuri trovano contemporaneamente assistenza medica e chirurgica. Nell'aula ad attendere il cardinale, oltre a una folta rappresentanza di tutte le componenti della comunità ospedaliera, c'era anche la duchessa Salviati. Nel ringraziare il segretario di Stato per la sua visita il presidente dell'ospedale, Giuseppe Profiti, ha ripercorso il cammino compiuto dall'ospedale nell'anno che sta per concludersi, segnato, ha detto, da alcuni grandi traguardi raggiunti grazie all'incessante impegno quotidiano di "quanti lavorano con amore e dedizione nell'ospedale del Santo Padre".

"Il 2011 - ha ricordato Profiti - è stato l'anno di Palidoro e di Santa Marinella, dove il Bambino Gesù ha realizzato due realtà in tutto e per tutto simili all'ospedale romano, anche se conservano le loro peculiarità". Ma è stato anche l'anno delle realizzazioni lontano da Roma, in Italia come all'estero. Quanto al territorio nazionale, Profiti ha ricordato i centri d'eccellenza inaugurati a Taormina, Potenza e Larino.

Per l'estero, il presidente si è riferito alle realizzazioni in Tanzania, a Takeo, in Cambogia, e in Viet Nam, dove grazie ad una serie di accordi siglati con le autorità, è stato possibile esportare, insieme con le potenzialità scientifiche e terapeutiche, anche e soprattutto "uno stile di accoglienza amorosa e umana - ha sottolineato - tipico del nostro modo di occuparci dei bambini sofferenti". Uno stile che caratterizza in modo particolare il grande lavoro che l'ospedale sta facendo proprio in ambito internazionale, per promuovere sempre nuove sinergie con i sistemi sanitari dei Paesi meno sviluppati o comunque bisognosi di quel sostegno che una struttura d'eccellenza quale è l'ospedale Bambino Gesù può assicurare in campo pediatrico.

Proprio per sostenere e diffondere questa importante attività è stato organizzato in questi giorni natalizi un mercatino di beneficenza nel quale vengono offerti prodotti artigianali realizzati in Cambogia, ad Haiti e in Tanzania, raccolti e messi a disposizione dell'ospedale dai medici che si sono recati in missione nel Paese asiatico.
Nel suo saluto il segretario di Stato ha voluto innanzitutto ricordare che la visita all'ospedale pediatrico è per lui "uno dei momenti affettivamente più coinvolgenti". Del resto, è proprio la festa del Natale che, ha sottolineato, spinge all'incontro con i bambini: "È la loro festa - ha detto - e dove c'è un bambino il Cielo si china per riversare tutte le grazie, le bellezze e le bontà del mondo. Credo che non sia inutile, per noi adulti, soprattutto i genitori, che dobbiamo collaborare con il Signore nel trasmettere ai bambini amore e serenità, fermarci un attimo a riflettere". Infatti, ha notato, "nella corsa della vita quotidiana resta poco tempo da dedicare alla riflessione, all'approfondimento del senso della vita posando lo sguardo serenamente su ciò che ci circonda". Si tratta di momenti estremamente importanti, che spesso non riusciamo a cogliere e che sono dentro di noi "soffusi di nostalgia, si presentano precipitosamente non appena arriva un dolore, una grave preoccupazione, una crisi".

Il fatto di "trovarci fra le mura di un ospedale dove a soffrire sono addirittura dei bambini - ha osservato il porporato - ci invita a guardare dentro noi stessi e a trovare quella via della speranza che il nostro cuore reclama. Nell'oscurità il cuore dell'uomo non cessa di attendere l'aurora". Proponendo questa riflessione il cardinale Bertone ha citato le parole del recente messaggio di Benedetto XVI per la giornata mondiale della Pace 2012: ""Di fronte alla difficile sfida di percorrere le vie della giustizia e della pace", e potremo aggiungere anche la via della serenità interiore, della salute, dell'armonia nei rapporti, "possiamo essere tentati di chiederci, come il Salmista: 'Alzo gli occhi verso i monti: da dove mi verrà l'aiuto?'. A tutti in particolare ai giovani, voglio dire con forza: non sono le ideologie che salvano il mondo, ma soltanto il volgersi al Dio vivente, che è il nostro creatore, il garante della nostra libertà, il garante di ciò che è veramente buono e vero… il volgersi senza riserve a Dio che è la misura di ciò che è giusto e allo stesso tempo è l'amore eterno. E che cosa mai potrebbe salvarci se non l'amore?". L'amore si compiace della verità, è la forza che rende capaci di impegnarsi per la verità, per la giustizia, per la pace, perché tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta".

Quindi il segretario di Stato ha fatto riferimento alla sapienza cristiana, che - ha evidenziato - "ci riporta sempre lì, nel punto culmine della vita, di ogni vita: l'amore. Ci insegna la Chiesa che "nell'intimo della coscienza l'uomo scopre una legge che non è lui a darsi, ma alla quale invece deve obbedire e la cui voce lo chiama ad amare e a fare il bene e a fuggire il male, ad assumere la responsabilità del bene compiuto e del male commesso".
"Essere qui oggi in mezzo a voi - ha continuato il cardinale - mi offre l'occasione per ribadire l'importanza del lavoro che svolgono amministratori, direttori, medici, infermieri e tutto il personale dell'Ospedale, non solo negli interventi di avanguardia che portano il nome del "Bambino Gesù" ad alti riconoscimenti, ma pure nelle attività ordinarie di ogni giorno: dall'accoglienza, al ricovero, alla cura solerte e amorevole per i piccoli degenti".

Nell'ospedale, infatti, un ruolo fondamentale è svolto proprio da quanti prestano la loro opera per i bambini ricoverati. Assieme alla competenza professionale, essi offrono grande disponibilità, spirito di sacrificio, pazienza e amore disinteressato.

Concludendo il suo saluto il porporato ha voluto farsi interprete dell'apprezzamento del Papa. Il quale - ha assicurato - "segue con attenta benevolenza i successi e l'impegno dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù", come ha dimostrato nel corso della sua visita del 5 gennaio 2011 ai piccoli pazienti, alle loro famiglie e ai suoi dipendenti, quando ne ha sottolineato così la missione: "Oltre ad essere una immediata e concreta opera di aiuto della Santa Sede verso i bambini ammalati, rappresenta un avamposto dell'azione evangelizzatrice della comunità cristiana". Il cardinale ha infine portato alla comunità dell'ospedale la benedizione del Papa.



(©L'Osservatore Romano 21 dicembre 2011)


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