A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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La preziosa Coroncina alla Divina Misericordia

Ultimo Aggiornamento: 23/04/2014 20:22
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Solo la Divina Misericordia può salvare questo mondo così corrotto e pagano, lontano da Dio. Santa Faustina Kowalska fu una messaggera di Dio. Le apparizioni private ci invitano a vivere cristianamente

Mercoledì 15 Aprile 2009

“Il mondo di oggi è tanto corrotto, pagano, secolarizzato che solo la Divina Misericordia è in grado di salvarlo e di redimerlo”: lo afferma Monsignor Tadeuz Pieronek, già Presidente della Conferenza episcopale polacca, grande conoscitore del messaggio della Divina Misericordia che la Chiesa cattolica in tutto il mondo celebrerà domenica prossima, seconda di Pasqua, la domenica in Albis.

Fu proprio Giovanni Paolo II a dedicare questa domenica alla Divina Misericordia.

Eccellenza, qual è il messaggio che ci lancia la Divina Misericordia e per essa Santa Faustina?:

“ io non sono un teologo, ma qualche cosa la posso certo dire. Tutto il cristianesimo si basa già sul concetto di misericordia che è l’amore di Dio per l’uomo, una oblazione spontanea e gratuita, che nella Pasqua ha trovato il suo massimo splendore. Non è certamente casuale che la seconda domenica di Pasqua sia dedicata proprio alla misericordia,  che è amore e perdono”.

Si ferma un attimo ed aggiunge:

“ il mondo ha bisogno di amore e di perdono,dunque di misericordia. Viviamo spesso in situazioni di corruzione e di peccato, con le tenebre dietro l’angolo. Sentiamo volgarità, cattiverie, ci affliggono guerre. In molte parti del mondo ancora non si rispettano i diritti fondamentali dell’uomo. La giustizia intesa come carità molte volte è assente. Bene, tutto questo insieme di situazioni ci immergono nel peccato, nella oscurità”.

Qual è la forza che può vincere le tenebre del male?:

“ ecco, appunto, solo la Divina Misericordia. Bisogna comprendere la natura rivoluzionaria del messaggio di Santa Faustina. Lei ,messaggera di Dio, ci fece comprendere che senza la preghiera, senza una vita interamente dedicata all’amore e al perdono, l’uomo non arriva da nessuna parte,anzi è causa della sua stessa rovina. Molte situazioni pericolose e sconvenienti potrebbero serenamente scomparire se si avesse davanti agli occhi il messaggio della Divina Misericordia. Non esiste nulla di tanto antico e allo stesso tempo di così innovativo come quello”.
 
Suor Faustina ,se leggiamo bene la sua biografia, era considerata anche all’interno del suo convento, una persona a dir poco esaltata o comunque poco attendibile:

“ la cosa non la deve sorprendere affatto. Spesso accade così. E’ lo spirito del mondo che si ribella con tutto il suo veleno. Al demonio le persone pure danno fastidio, satana odia la santità, ecco perché si lanciano calunnie, insulti ed offese. Molti santi della Chiesa sono stati poco compresi e accusati di essere poco equilibrati. Consideri che al suo tempo, anche di Gesù dicevano la stessa cosa”.
 
Santa Faustina che era ,tutto sommato, una semplice contadina polacca non dotata di grande istruzione, ha redatto il suo diario in modo quasi perfetto, senza abrasioni o cancellature, come si spiega?:

“ proprio con l’intervento del divino. Lei è stata messaggera di Dio, ha scritto sotto la dettatura di Dio. Ha fatto e  compiuto la sua volontà. Ecco dove risiede la straordinaria modernità del suo messaggio. Dio, che è bontà assoluta, ci indica una strada per la salvezza e questo percorso si chiama misericordia, perdono, saper comprendere e capire gli altri, rispettarsi e rispettare. Certo,in un mondo tanto pagano questo può sembrare anche complicato e difficile, ma alla fine la Misericordia vince sempre”.

Le risulta che Giovanni Paolo II, anche prima di essere Papa e da comune lavoratore della Solvay pregava davanti alla tomba di Faustina?:

“ lo ha detto lui stesso. E’ vero, ma risponde a verità che la fama di santità di Faustina, in Polonia, era presente molto prima che fosse dichiarata tale dalla Chiesa”.

Quella di Faustina è una rivelazione privata, lei che pensa?:

“ il cristiano non è obbligato a credere alle rivelazioni private, ma le assicuro che sono una buona medicina per l’anima. In esse il contenuto è quasi sempre simile, ma rispecchia gli ideali del Vangelo. Dunque , invito ad essere docili e disponibili. La Misericordia salverà il mondo”.

da Bruno Volpe





Vi invitiamo a questo sito ufficiale:
http://www.festadelladivinamisericordia.com/ 

Il quadro di Gesù misericordioso è ora disponibile . Richiedilo ora.


Diffondi la Divina Misericordia :ti invieremo gratuitamente il materiale illustrativo


Propagate questa devozione : chi salva un'anima salva la propria S.Agostino pdf


                               

Gesù conosce benississimo i tuoi problemi,le tue paure, i tuoi bisogni ,la tua malattia e ti vuole aiutare.Ma come fa se tu non lo invochi,non lo preghi ?

E' un Padre misericordjoso che ti aspetta a braccia aperte in qualunque momento.Prendi ora la corona del rosario
e pregalo di esaudire le tue necessità:
vedrai continui e silenziosi miracoli nella tua vita.

Affidati a Lui con la coroncina alla Divina Misericordia ,esaudirà tutte le tue richieste ........ti toglierà la tristezza e ti darà la Sua gioia.Non temere .Ti dice : credi forse che Mi manchi
l 'onnipotenza per venirti in aiuto ? Fidati fidati fidati di Lui.


Attraverso questa preghiera noi offriamo al Padre Eterno tutta la Persona di Gesù, cioè la Sua divinità e tutta la Sua umanità che comprende corpo, sangue e anima. Offrendo al Padre Eterno il Figlio amatissimo, ci richiamiamo all'amore del Padre per il Figlio che soffre per noi. La preghiera della Coroncina si può recitare in comune o individualmente.

Le parole pronunciate da Gesù a Suor Faustina, dimostrano che il bene della comunità e di tutta l’umanità si trova al primo posto: "Con la recita della Coroncina avvicini a Me il genere umano" (Quaderni…, II, 281)

Alla recita della Coroncina Gesù ha legato la promessa generale:
"Per la recita di questa Coroncina Mi piace concedere tutto ciò che Mi chiederanno" (Quaderni…, V, 124 )

Nello scopo per il quale viene recitata la Coroncina Gesù ha posto la condizione dell'efficacia di questa preghiera: "Con la Coroncina otterrai tutto, se quello che chiedi è conforme alla Mia Misericordia"  (Quaderni…, VI, 93).

In altre parole, il bene che chiediamo deve essere assolutamente conforme alla volontà di Dio.
Gesù ha promesso chiaramente di concedere grazie eccezionalmente grandi a quelli che reciteranno la Coroncina.


Ascolta la coroncina alla Divina Misericordia


PROMESSA GENERALE :


Per la recita di questa coroncina Mi piace concedere tutto cio' che Mi chiederanno.


PROMESSE PARTICOLARI :


1)
Chiunque reciterà la Coroncina alla Divina Misericordia otterrà tanta misericordia nell'ora della morte - cioè la grazia della conversione e la morte in stato di grazia - anche se si trattasse del peccatore più incallito e la recita una volta sola....(Quaderni…, II, 122)


2)Quando verrà recitata vicino agli agonizzanti, mi metterò fra il Padre e l'anima agonizzante non come giusto Giudice, ma come Salvatore misericordioso.
Gesù ha promesso la grazia della conversione e della remissione dei peccati agli agonizzanti in conseguenza della recita della Coroncina da parte degli stessi agonizzanti o degli altri (Quaderni…, II, 204 - 205)


3)
Tutte le anime che adoreranno la Mia Misericordia e reciteranno la Coroncina nell'ora della morte non avranno paura. La Mia Misericordia li proteggerà in quell'ultima lotta (Quaderni…, V, 124).


Poiché queste tre promesse sono molto grandi e riguardano il momento decisivo del nostro destino, Gesù rivolge proprio ai sacerdoti un appello affinché consiglino ai peccatori la recita della Coroncina alla Divina Misericordia come ultima tavola di salvezza .


Con essa otterrai tutto, se quello che chiedi è conforme alla Mia volontà.

                      




Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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Solo la Divina Misericordia può salvare questo mondo così corrotto e pagano, lontano da Dio. Santa Faustina Kowalska fu una messaggera di Dio. [SM=g1740720]

Vi diamo l'opportunità di conoscere questa Santa Corona con una Decina

Non perdere questa occasione.... [SM=g1740717]





per il resto vi suggeriamo il sito ufficiale:

www.festadelladivinamisericordia.com/page/il-culto-della-divina-misericordia-coron...


[SM=g1740739]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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C'è fuoco nella casa di Dio!

San Luigi Maria Grignion de Montfort con questa preghiera chiede al Signore di mandare uomini straordinari e santi sacerdoti in soccorso della Sua Chiesa. Secondo la felice espressione de Blanc de Saint Bonnet, "il clero è l'aristocrazia della nazione"; soltanto dai rami di un albero sacerdotale ben vivo e saldo potrà naturalmente fiorire una schiera di uomini interamente votati al Signore, una nuova aristocrazia al servizio del Re dei Re.

Preghiera Infocata
di San Luigi Maria Grignion Da Montfort (1673-1716)

Al Padre

[1] Ricordati, Signore, della comunità che ti sei acquistato nei tempi antichi (1). L'hai posseduta nel tuo spirito fin dall'eternità, quando rivolgevi a lei il pensiero. L'hai posseduta nelle tue mani, quando traevi dal nulla l'universo. L'hai posseduta nel cuore, quando il tuo amato Figlio, morendo in croce, la consacrava irrigandola con il proprio sangue e l'affidava alla sua santa Madre.

[2] Signore, realizza i tuoi progetti di misericordia. Suscita gli uomini della tua destra (2), che hai mostrato in visioni profetiche ad alcuni tuoi più grandi servi: s. Francesco di Paola, s. Vincenzo Ferreri, s. Caterina da Siena e tanti altri del secolo scorso e anche del nostro (3).

[3] Ricordati, Dio onnipotente, di questa compagnia! Impegna la forza del tuo braccio non certo affievolito (4), per farla nascere e giungere alla perfezione. Rinnova i segni e compi altri prodigi (5); fa' che sentiamo l'aiuto del tuo braccio.
Tu che puoi trarre da pietre grezze altrettanti figli di Abramo (6), pronuncia una sola parola divina e manda buoni operai alla tua messe (7) e buoni missionari alla tua Chiesa.

[4] Ricordati, Dio misericordioso, dell'amore dimostrato anticamente al tuo popolo e per lo stesso amore ricordati di questa congregazione.
Ricordati delle ripetute promesse, da te fatte per mezzo dei profeti e del tuo stesso Figlio, di esaudire le nostre giuste domande.
Ricordati delle preghiere a te rivolte dai tuoi servi e serve nel corso di tanti secoli a questo proposito. Le loro aspirazioni, le loro lacrime accorate e il loro sangue versato si presentino a te per sollecitare efficacemente la tua misericordia.
Ma ricordati soprattutto del tuo amato Figlio: guarda il volto del tuo consacrato (8). La sua agonia, il tuo turbamento, il suo gemito d'amore nel giardino degli ulivi quando disse: "Quale vantaggio dalla mia morte?" (9), il suo supplizio crudele e il suo sangue versato ti chiedono a gran voce: misericordia! Per mezzo di questa congregazione possa il regno di Cristo innalzarsi stabile sulle rovine di quello dei tuoi nemici.

[5] Ricordati, Signore, di questa comunità per compiere la tua giustizia. È tempo che tu agisca, secondo la tua promessa. Hanno violato la tua legge (10), è stato abbandonato il tuo vangelo, torrenti di iniquità dilagano sulla terra e travolgono perfino i tuoi servi. Tutta la terra si trova in uno stato deplorevole (11), l'empietà siede in trono, il tuo santuario è profanato e l'abominio è giunto nel luogo santo (12).
Signore, Dio giusto, lascerai nel tuo zelo, che tutto vada in rovina? Tutto diverrà alla fine come Sodoma e Gomorra? Continuerai sempre a tacere e sempre pazienterai? La tua volontà non deve compiersi in terra come in cielo, e non deve stabilirsi il tuo regno? Non hai rivelato, già da tempo, a qualcuno dei tuoi amici un futuro rinnovamento della Chiesa? Non devono gli ebrei riconoscere la verità? Tutto questo attende la Chiesa.
Tutti i santi del cielo gridano: non farai giustizia? (13). Tutti i giusti della terra implorano: Amen. Vieni, Signore! (14). Tutte le creature, anche le meno sensibili, gemono (15) sotto il peso degli innumerevoli delitti di Babilonia e invocano la tua venuta che restauri ogni cosa.

Al Figlio

[6] Ricordati, Signore Gesù, della tua comunità! Ricordati di dare a tua Madre una nuova Compagnia per rinnovare ogni cosa. Così per mezzo di Maria concluderai gli anni della grazia, che hai inaugurato per mezzo di lei. Da' figli e servi a tua Madre, altrimenti fammi morire! (16).
Per tua Madre io ti prego. Ricordati di lei che ti ha generato (17), e non mi respingere. Ricordati di chi sei figlio, ed esaudiscimi. Ricorda che cosa tua Madre è per te e tu per lei, e appaga i miei desideri.
Che cosa ti chiedo? Ti chiedo ciò che tu puoi, anzi ¬ oso affermare ¬ devi concedermi, quale vero Dio, cui è stato dato ogni potere in cielo e in terra (18), e quale figlio esemplare che ama immensamente sua Madre.

[7] Che cosa ti chiedo? Liberos! Sacerdoti liberi secondo la tua libertà, svincolati da tutto, distaccati da padre, madre (19), fratelli, sorelle, parenti secondo la carne, amici secondo il mondo; senza beni, impedimenti e preoccupazioni, perfino senza attaccamento alla propria volontà (20).

[8] Liberos! Uomini totalmente dedicati a te per amore e disponibili al tuo volere, uomini secondo il tuo cuore. Non deviati né trattenuti da progetti propri, realizzino tutti i tuoi disegni e abbattano tutti i tuoi nemici, come novelli Davide con in mano il bastone della Croce e la fionda del rosario (21).

[9] Liberos! Uomini simili a nubi elevate da terra e sature di celeste rugiada, pronte a volare dovunque le spinga il soffio dello Spirito Santo. I profeti hanno visto anche loro quando si chiedevano: Chi sono quelli che volano come nubi? (22). Andavano là dove lo Spirito li dirigeva (23).

[10] Liberos! Persone sempre a tua disposizione, sempre pronte a obbedirti alla chiamata dei superiori, come Samuele: Eccomi! (24), sempre pronte a correre e tutto sopportare con te e per te, come gli Apostoli: Aneliamo anche noi a morire con lui! (25).

[11] Liberos! Veri figli di Maria, tua santa Madre, concepiti e generati dal suo amore (26), da lei portati in grembo, nutriti, educati con cura, sostenuti e arricchiti di grazie.

[12] Liberos! Veri servi della santa Vergine. Come san Domenico, andranno dappertutto con la torcia luminosa e ardente del Vangelo nella bocca e il Rosario in mano. Abbaieranno come cani, incendieranno come fiaccole, rischiareranno le tenebre del mondo come il sole (27).
Avranno una vera devozione a Maria, cioè interiore e non ipocrita, esteriore e non ipercritica, saggia e non superstiziosa, affettuosa e non insensibile, costante e non instabile, santa e non presuntuosa. Per mezzo di essa schiacceranno la testa dell'antico serpente dovunque andranno, perché si realizzi pienamente la maledizione da te predetta: Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa (28).

[13] È vero, gran Dio! Come tu hai predetto, il demonio tenderà grandi insidie al calcagno di questa misteriosa donna, cioè alla piccola compagnia dei suoi figli, che verranno sul finire del mondo. Ci saranno grandi inimicizie fra questa stirpe benedetta di Maria e la razza maledetta di Satana; ma si tratterà di inimicizia totalmente divina, l'unica di cui tu sei l'autore.
Le lotte e persecuzioni che la progenie di Belial (29) muoverà ai discendenti di tua Madre, serviranno solo a far meglio risaltare quanto efficace sia la tua grazia, coraggiosa la loro virtù e potente tua Madre. A lei infatti hai affidato fin dall'inizio del mondo l'incarico di schiacciare con il calcagno e l'umile cuore la testa di quell'orgoglioso.

[14] Altrimenti fammi morire! Mio Dio, non è meglio per me morire piuttosto che vederti ogni giorno così crudelmente e impunemente offeso e trovarmi sempre più nel pericolo di venire travolto dai torrenti di iniquità che ingrossano? Preferirei mille volte la morte!
Mandami un aiuto dal cielo, o toglimi la vita!
Se non avessi la speranza che presto o tardi finirai con esaudire questo povero peccatore nell'interesse della tua gloria, come hai esaudito tanti altri (30), ti pregherei senza esitare con un profeta: Prendi la mia vita! (31) Ma la fiducia nella tua misericordia mi spinge a dichiarare con un altro profeta: Non morirò, resterò in vita e annuncerò le opere del Signore (32), fino a quando potrò esclamare con Simeone: Ora lascia, o Signore che il tuo servo vada in pace… perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza (33).

Allo Spirito Santo

[15] Spirito Santo, ricordati di generare e formare figli di Dio con Maria, tua santa e fedele sposa. Hai formato in lei e con lei il capo degli eletti, perciò con lei e in lei devi formare tutte le sue membra. Tu non generi nessuna Persona divina in seno alla divinità, ma soltanto tu formi tutte le persone divine fuori della divinità. Tutti i santi del passato e del futuro sino alla fine del mondo sono opere del tuo amore unito a quello di Maria.

[16] Il regno speciale di Dio Padre è durato fino al diluvio e si è concluso con un diluvio d'acqua. Il regno di Gesù Cristo è terminato con un diluvio di sangue. Ma il tuo regno, Spirito del Padre e del Figlio, continua tuttora e finirà con un diluvio di fuoco d'amore e di giustizia (34).

[17] Quando verrà questo diluvio di fuoco del puro amore, che devi accendere su tutta la terra in modo così dolce e veemente da infiammare e convertire perfino i musulmani, i pagani e gli ebrei? Nulla si sottrae al suo calore (35). Si accenda dunque questo divino fuoco, che Gesù Cristo è venuto a portare sulla terra (36), prima che divampi quello della tua ira che ridurrà in cenere tutta la terra.

[18] Mandi il tuo Spirito e tutti sono creati, e rinnovi la faccia della terra (37). Invia sulla terra questo Spirito tutto fuoco e crea sacerdoti tutto fuoco! Dal loro ministero sia rinnovato il volto della terra e riformata la tua Chiesa.
Ricordati della tua comunità. È una congregazione, un'assemblea, un gruppo di prescelti nel mondo e dal mondo: Io vi ho scelti dal mondo (38). È un gregge di agnelli mansueti da radunare tra tanti lupi (39), una compagnia di caste colombe e di aquile reali fra tanti corvi, uno sciame d'api fra tanti calabroni, un branco di agili cervi fra tante tartarughe, una torma di intrepidi leoni fra tante timide lepri. Signore, raccoglici di mezzo ai popoli (40), radunaci, rendici uniti, perché sia pienamente glorificato il tuo nome santo e potente.

[19] Tu hai predetto questa insigne compagnia al tuo profeta, che ne parla in termini molto oscuri e misteriosi, ma totalmente divini:
10. Una pioggia abbondante, o Dio, mettesti a parte per la tua eredità.
Questa era esausta, ma tu l'hai rinvigorita.
11. I tuoi animali abitarono in essa.
Nella tua bontà, o Dio, hai provveduto al povero.
12. Il Signore darà la parola a quelli che annunziano la lieta notizia con grande forza.
13. Il re delle schiere è a favore del popolo prediletto e le donne, ornamento della casa, già spartiscono il bottino.
14. Quando vi riposate fra le greggi siete come colombe dalle ali argentate e dalle piume dal color dell'oro.
15. Quando il re del cielo sbaragliò i re di Canaan, nevicava sul monte Selmon.
16. Montagna fertile è il Monte di Dio, Montagna compatta e lussureggiante.
17. Perché invidiate, monti dalle alte cime, la montagna che Dio ha scelto per sua dimora?
Il Signore vi abiterà per sempre! (41).

[20] Che cos'è, Signore, questa pioggia abbondante che hai separata e scelta per rinvigorire la tua eredità esausta? Non sono forse questi santi missionari, figli di Maria tua sposa, che tu devi scegliere e radunare per il bene della tua Chiesa così indebolita e macchiata dai peccati dei suoi figli?

[21] Chi sono questi animali e questi poveri, che abiteranno nella tua terra e saranno nutriti dai cibi dolci che hai loro preparato? Non sono forse questi missionari poveri, abbandonati alla Provvidenza e saziati dall'abbondanza delle tue delizie? Non sono essi i misteriosi animali di cui parla Ezechiele? (42). Avranno la bontà dell'uomo, perché ameranno il prossimo con disinteresse e impegno; il coraggio del leone perché arderanno di santo sdegno e prudente zelo di fronte ai demoni figli di Babilonia; la forza del bue, perché si sobbarcheranno alle fatiche apostoliche e alla mortificazione del corpo, e infine l'agilità dell'aquila, perché contempleranno Dio.
Tali saranno i missionari che tu vuoi mandare nella tua Chiesa. Essi avranno un occhio d'uomo per il prossimo, un occhio di leone per i tuoi nemici, un occhio di bue per se stessi e un occhio d'aquila per te.

[22] Questi imitatori degli apostoli predicheranno con grande forza (43), così grande e strepitosa da scuotere tutti gli animi e i cuori dovunque si recheranno. Ad essi infatti darai la tua parola, anzi la tua lingua e sapienza, a cui nessun avversario potrà resistere (44).

[23] Come re della virtù del tuo Figlio Gesù Cristo, troverai le tue compiacenze tra questi prediletti, poiché in ogni loro missione essi avranno l'unico scopo di attribuire a te la gloria dei trofei riportati sui tuoi nemici.

[24] Per l'abbandono alla Provvidenza e la devozione a Maria, avranno le ali argentate della colomba, cioè la purezza di dottrina e di vita. Avranno anche spalle color d'oro, cioè una perfetta carità verso il prossimo per tollerarne i difetti e un grande amore a Gesù Cristo per portarne la croce.

[25] Soltanto tu, re dei cieli e re dei re, separerai dalla massa questi missionari come altrettanti re. Li renderai più bianchi della neve del Selmon, la montagna di Dio, fertile e lussureggiante, solida e compatta, dove Dio mirabilmente si compiace, risiede e dimorerà per sempre.
Signore, Dio di verità, chi è questa misteriosa montagna di cui riveli tante cose mirabili, se non Maria, tua cara Sposa? Lei è la montagna che tu hai eretto sulla cima dei monti più alti (45), le sue fondamenta sono sui monti santi (46).
Beati, molto beati, i sacerdoti da te prescelti e destinati a dimorare con te su questa montagna fertile e santa. Qui essi diventeranno re per l'eternità con il distacco dalla terra e l'elevazione in Dio. Diverranno più bianchi della neve perché uniti a Maria, tua sposa totalmente bella, pura e immacolata. Saranno arricchiti della rugiada del cielo e dell'abbondanza della terra (47), di ogni benedizione temporale ed eterna di cui Maria è ricolma.
Dall'alto di questa montagna, come Mosè, con le loro ardenti preghiere scaglieranno frecce contro i nemici per abbatterli o convertirli (48). Su questa montagna impareranno dalla bocca stessa di Gesù Cristo, che sempre vi dimora, il significato delle otto beatitudini. Su questa montagna di Dio saranno trasfigurati con Cristo come sul Tabor, moriranno con lui come sul Calvario, ascenderanno al cielo con lui come sul monte degli ulivi.

[26] Ricordati della "tua" comunità. A te solo spetta costituire questa comunità con la tua grazia. Se l'uomo per primo vi porrà mano, non se ne farà nulla; se vi metterà qualcosa di suo, rovinerà e sconvolgerà tutto. Dio grande, è compito esclusivamente tuo! Realizza quest'opera del tutto divina. Raccogli, chiama, raduna da ogni parte del tuo regno i tuoi eletti per farne un corpo d'armata contro i tuoi nemici.

[27] Guarda, Signore Dio degli eserciti! I capitani mobilitano intere compagnie, i sovrani arruolano armate numerose, i navigatori formano flotte complete, i mercanti si affollano nei mercati e nelle fiere. Quanti ladri, empi, ubriaconi e dissoluti si raggruppano in gran numero ogni giorno con tanta facilità e prontezza contro di te! Basta dare un fischio, battere un tamburo, mostrare la punta smussata di una spada, promettere un ramo secco di alloro, offrire un pezzo di terra gialla o bianca! Basta insomma prospettare una voluta di fumo d'onore, un interesse da nulla e un misero piacere animalesco... e in un istante si riuniscono i ladri, si ammassano i soldati, si congiungono i battaglioni, si assembrano i mercanti, si riempiono le case e le fiere, e si coprono la terra e il mare di una innumerevole moltitudine di perversi! Benché divisi fra loro a causa della distanza di luogo o della differenza di carattere o della diversità d'interesse, si uniscono tutti insieme fino alla morte per muoverti guerra sotto la bandiera e la guida del demonio.

[28] E quanto a te, gran Dio? Non ci sarà quasi nessuno che prenda a cuore la tua causa anche se nel servirti c'è tanta gloria, utilità e dolcezza? Perché così pochi soldati sotto la tua bandiera? Quasi nessuno griderà in mezzo ai suoi fratelli per lo zelo della tua gloria come san Michele: Chi è come Dio? (49).
Lasciami allora gridare dappertutto: Al fuoco! al fuoco! al fuoco!... Aiuto! aiuto! aiuto!... C'è fuoco nella casa di Dio! C'è fuoco nelle anime! C'è fuoco perfino nel santuario... Aiuto! stanno assassinando il nostro fratello!... Aiuto! stanno uccidendo i nostri figli!... Aiuto! stanno pugnalando il nostro buon padre!... (50).

[29] Chi sta con il Signore, venga da me! (51). Tutti i buoni sacerdoti sparsi nel mondo cristiano, sia che si trovino tuttora in pieno combattimento o si siano ritirati dalla mischia nei deserti e nelle solitudini, vengano e si uniscano a noi (52). Formiamo insieme, sotto la bandiera della croce, un esercito schierato e pronto alla battaglia, per attaccare compatti i nemici di Dio che han già dato l'allarme: suonano l'allarme, fremono (53), digrignano i denti (54), sono sempre più numerosi (55).
Spezziamo le loro catene, gettiamo via i loro legami". Se ne ride chi abita i cieli, li schernisce dall'alto il Signore (56).

[30] Sorga Dio, i suoi nemici si disperdano! (57). Svegliati, perché dormi, Signore? Déstati! (58). Signore, alzati! Perché fingi di dormire? Alzati con tutta la tua onnipotenza, misericordia e giustizia. Formati una compagnia scelta di guardie del corpo, per proteggere la tua casa, difendere la tua gloria e salvare le anime, affinché ci sia un solo ovile e un solo pastore (59) e tutti possano glorificarti nel tuo tempio (60). Amen. ***

* Il testo e le note sono ripresi da: S. Luigi Maria da Montfort, Opere, Edizioni Montfortane, Roma 1990, 2a ed., vol. I: Scritti Spirituali, pp. 543-557.

(1) Sal 74, 2.

(2) Nella Bibbia, la mano destra è simbolo sia della potenza di Dio, di cui l'uomo può essere strumento, sia del favore e della benedizione che Dio concede ai suoi amici..

(3) Nel Trattato della vera devozione a Maria, nn. 47-48, il Montfort riporta le testimonianze mistiche di San Vincenzo Ferreri (+1419) e di Maria des Vallées (+1656). Anche San Francesco di Paola (+1507) parla nelle sue lettere di una congregazione di crociferi che porterà molti frutti alla Chiesa (Cf. Cornelio a Lapide, in Apoc. 17, in fine). Santa Caterina da Siena (+1380) riferisce le comunicazioni divine circa la "rinnovazione ed esaltazione della Chiesa, la quale deve avere nel tempo a venire" (Lettere, Firenze, 1940, t. III, p. 267), attraverso "la reformazione di santi e buoni pastori" (Il Dialogo, Roma, 1968, p. 33). Tra i contemporanei del Montfort è da ricordare Olier (+1657), che chiede al Signore di suscitare "persone che rinnovino l'ordine divino dei pastori" (Mémoires autobiographiques).

(4) Cf Is 59, 1.

(5) Sir 36, 6.

(6) Cf Mt 3, 9; Lc 3, 8.

(7) Mc 10, 2.

(8) Sal 84, 10.

(9) Sal 30, 10.

(10) Sal 119, 126.

(11) Cf Ger 12, 11.

(12) Cf Mt 24, 15.

(13) Cf Ap 6, 10.

(14) Ap 22, 20.

(15) Cf Rm 8, 22.

(16) Cf Gen 30, 1. Il Montfort cita a questo punto la frase latina Da Matri tuae liberos alioquin moriar (Gn 30, 1) e la commenta, insistendo sulla parola liberos che ripete sei volte all'inizio di ogni numero (dal 7 al 12). Il termine latino liber (al plurale liberos) ha un duplice significato: come aggettivo vuol dire "libero", non servo; come sostantivo vuol dire "figlio". I Romani chiamavano liberos i figli precisamente per distinguerli dai servi. Con il termine liberos la preghiera del Montfort esprime anch'essa una duplice intenzione: domanda a Dio missionari che siano "liberi" (nn. 7-10), ma che siano allo stesso tempo "figli" di Maria (nn. 11-12).

(17) Cf Lc 11, 27.

(18) Mt 28, 18.

(19) Cf Eb 7, 3. Di Melchisedec, re e sacerdote, la lettera agli Ebrei dice che "egli è senza padre, senza madre, senza genealogia" (Eb 7, 3).

(20) Cf Mc 10, 29; Lc 14, 26.

(21) In baculo cruce et in virga virgine. Cf. Nm 17, 23; 1 Sam 17, 43; S. Pier Damiani, Sermone per l'Assunzione, PL 144, 721 C.

(22) Is 60, 8; cf Trattato della vera devozione a Maria 57.

(23) Ez 1, 12.

(24) 1 Sam 3, 16.

(25) Gv 11, 16.

(26) Cf S. Agostino, La santa Verginità 6, 6, PL 40, 399: "Maria è senza alcun dubbio madre delle sue membra, che siamo noi, nel senso che ha cooperato mediante l'amore a generare alla Chiesa dei fedeli, che formano le membra di quel capo".

(27) Cf Giordano Di Sassonia, Libellus de principiis ordinis praedicatorum, ed H.C. Schebeen, Moph Roma, 1935. Si accenna qui ai presagi celesti che avrebbero preceduto la nascita di San Domenico di Gusman: "la madre sognò di portare in seno un cagnolino con una fiaccola accesa in bocca che infiammava tutto il mondo" (cf Enciclopedia Cattolica, Città del Vaticano, c. 1825).

(28) Gen 3, 15.

(29) Cf 2 Cor 6, 15.

(30) Sal 34, 7: "Questo povero grida e il Signore lo ascolta".

(31) 1 Re 19, 4.

(32) Sal 118, 17.

(33) Lc 2, 29-30.

(34) L'immagine dei tre diluvi si trova in una rivelazione di Maria des Vallées, riportata dal Renty (ms. 3177, Bibl. Mazarine), che Montfort cita in Trattato della vera devozione a Maria 47. Il Montfort aggiunge ai tre diluvi l'idea di tre regni, rendendo più positiva la visione in negativo di Maria des Vallées. Cf S. De Fiores, Lo Spirito Santo e Maria negli ultimi tempi secondo S. Luigi Maria da Monftort, in Quaderni Monfortani, 4 (1986), pp. 3-48.

(35) Sal 19, 7.

(36) Cf Lc 12, 49.

(37) Cf Sal 104, 30. Nella precedente edizione delle Opere la preghiera che qui il Montfort esprime con le parole del salmo 104, concludeva il n. 17 della Preghiera infocata. Qui, invece, si è preferito metterla all'inizio del n. 18 a motivo del suo contenuto.

(38) Gv 15, 19.

(39) Cf Lc 10, 3.

(40) Sal 105, 47.

(41) Sal 68, 10-17. Nei numeri seguenti (20-25) il Montfort commenta il salmo 68 secondo il testo della Volgata.

Il Salmo 68 "è tra i più difficili del Salterio" (M. Sales). Il Montfort lo commenta nei numeri seguenti (20-25) attenendosi alla versione della Volgata, che offre spesso una plausibile interpretazione del testo ebraico. Per questo motivo la nostra traduzione del Salmo si discosta da quella della CEI (che rimane una delle possibili letture del testo). Più profondamente il Montfort percepisce la dinamica e i contenuti del Salmo 68. Egli "condivide con il salmista una lettura della storia della salvezza intesa quale ricerca di una dimora per parte di Dio e poi per il popolo. La storia del Dio che interviene per procurarsi una dimora si dirige ora verso Maria, Salmôn della nuova economia" (M. Zappella, Il Salmo 68 e la Preghiera infuocata. Annotazioni esegetiche, in Quaderni Montfortani, 4 (1986), p. 116.

(42) Cf Ez 1, 5-14.

(43) All'espressione virtute multa del salmo 68 il Montfort aggiunge virtute magna di At 4, 33.

(44) Cf Lc 21, 15.

(45) Is 2, 2.

(46) Sal 87, 1.

(47) Cf Gen 27, 28.

(48) Cf Es 17, 8¬13.

(49) Cf S. Gregorio, Omelia 34 sul Vangelo, PL 125 1A. Il Montfort attinge direttamente da Olier, Lettres, Paris, Lecoffre, 1885, t. II, p. 576.

(50) Il Montfort prende lo spunto per gridare Al fuoco! da un testo di S. Giovanni Eudes (Lettre XXXIX, 23.7.1659, in Oeuvres complétes X, p. 432), ma con sviluppi o accentuazioni proprie.

(51) Es 32, 26.

(52) Vis unita fit fortior.

(53) Cf Sal 45, 4; 2, 1.

(54) Cf Sal 34, 14.

(55) Cf Sal 68, 5.

(56) Sal 2, 3-4.

(57) Sal 67, 1.

(58) Sal 43, 24.

(59) Gv 10, 16.

(60) Cf Sal 28, 9.

DIO SOLO!
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DEL REGINA CÆLI, 11.04.2010

Alle ore 12 di oggi, II Domenica di Pasqua, della Divina Misericordia, il Santo Padre Benedetto XVI guida la recita del Regina Cæli dal Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo, dove sta trascorrendo alcuni giorni di riposo.

Queste le parole del Papa nell’introdurre la recita della preghiera mariana del tempo pasquale con i fedeli e i pellegrini convenuti nel Cortile del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo e in collegamento audio-video con Piazza San Pietro:

PRIMA DEL REGINA CÆLI

Cari fratelli e sorelle!

L’odierna domenica conclude l’Ottava di Pasqua, come un unico giorno "fatto dal Signore", contrassegnato con il distintivo della Risurrezione e della gioia dei discepoli nel vedere Gesù. Fin dall’antichità questa domenica è detta "in albis", dal nome latino "alba", dato alla veste bianca che i neofiti indossavano nel Battesimo la notte di Pasqua e deponevano dopo otto giorni. Il Venerabile Giovanni Paolo II ha intitolato questa stessa domenica alla Divina Misericordia, in occasione della canonizzazione di Suor Maria Faustina Kowalska, il 30 aprile del 2000.

Di misericordia e di bontà divina è ricca la pagina del Vangelo di san Giovanni (20,19-31) di questa Domenica. Vi si narra che Gesù, dopo la Risurrezione, visitò i suoi discepoli, varcando le porte chiuse del Cenacolo. Sant’Agostino spiega che "le porte chiuse non hanno impedito l’entrata di quel corpo in cui abitava la divinità. Colui che nascendo aveva lasciata intatta la verginità della madre poté entrare nel cenacolo a porte chiuse" (In Ioh. 121,4: CCL 36/7, 667); e san Gregorio Magno aggiunge che il nostro Redentore si è presentato, dopo la sua Risurrezione, con un corpo di natura incorruttibile e palpabile, ma in uno stato di gloria (cfr Hom. in Evag., 21,1: CCL 141, 219). Gesù mostra i segni della passione, fino a concedere all’incredulo Tommaso di toccarli. Come è possibile, però, che un discepolo possa dubitare? In realtà, la condiscendenza divina ci permette di trarre profitto anche dall’incredulità di Tommaso oltre che dai discepoli credenti. Infatti, toccando le ferite del Signore, il discepolo esitante guarisce non solo la propria, ma anche la nostra diffidenza.

La visita del Risorto non si limita allo spazio del Cenacolo, ma va oltre, affinché tutti possano ricevere il dono della pace e della vita con il "Soffio creatore". Infatti, per due volte Gesù disse ai discepoli: "Pace a voi!", e aggiunse: "Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi". Detto questo, soffiò su di loro, dicendo: "Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati". È questa la missione della Chiesa perennemente assistita dal Paraclito: portare a tutti il lieto annuncio, la gioiosa realtà dell’Amore misericordioso di Dio, "perché – come dice san Giovanni – crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome" (20,31).

Alla luce di questa parola, incoraggio, in particolare, tutti i Pastori a seguire l’esempio del santo Curato d’Ars, che, "nel suo tempo, ha saputo trasformare il cuore e la vita di tante persone, perché è riuscito a far loro percepire l’amore misericordioso del Signore. Urge anche nel nostro tempo un simile annuncio e una simile testimonianza della verità dell’Amore" (
Lettera di indizione dell’Anno Sacerdotale).

In questo modo renderemo sempre più familiare e vicino Colui che i nostri occhi non hanno visto, ma della cui infinita Misericordia abbiamo assoluta certezza. Alla Vergine Maria, Regina degli Apostoli, chiediamo di sostenere la missione della Chiesa, e La invochiamo esultanti di gioia:

Regina Caeli…


                                                    

DOPO IL REGINA CÆLI

Come tutti sappiamo, ieri si è verificato il tragico incidente aereo a Smolensk in cui sono periti il Presidente della Polonia, Signor Lech Kaczynski, la moglie, diverse alte Autorità dello Stato polacco e tutto il seguito, compreso l’Arcivescovo Ordinario Militare. Nell’esprimere il mio profondo cordoglio, assicuro di cuore la preghiera di suffragio per le vittime e di sostegno per l’amata Nazione polacca.

Ieri ha avuto inizio a Torino la solenne ostensione della sacra Sindone. Anch’io, a Dio piacendo, mi recherò a venerarla il prossimo 2 maggio. Mi rallegro per questo evento, che ancora una volta sta suscitando un vasto movimento di pellegrini, ma anche studi, riflessioni e soprattutto uno straordinario richiamo verso il mistero della sofferenza di Cristo. Auspico che questo atto di venerazione aiuti tutti a cercare il Volto di Dio, che fu l’intima aspirazione degli Apostoli, come anche la nostra.

Rivolgo uno speciale saluto ai pellegrini convenuti a Roma in occasione dell’odierna Domenica della Divina Misericordia. Benedico tutti di cuore, in particolare gli animatori del Centro di Spiritualità di Santo Spirito in Sassia: che l’immagine di Gesù Misericordioso, cari amici, risplenda in voi, nella vostra vita!

Je salue cordialement les pèlerins francophones, particulièrement le groupe des Iris de l’Œuvre Jean-Joseph Allemand de Marseille, les « Pèlerinages trois Blancheurs » et les jeunes étudiants de Rouen, accompagnés par leur Archevêque ! En ce Dimanche in Albis et de la Divine Miséricorde, je vous invite à découvrir combien est concret l’amour de notre Dieu au cours de la célébration des Sacrements. Comme la première communauté chrétienne ne manquait pas au rendez-vous avec le Ressuscité, n’hésitez pas à participer à l’Eucharistie dominicale, source de réconfort et de salut. Chers jeunes, puissiez-vous répondre avec générosité à l’appel du Seigneur et devenir d’authentiques serviteurs de sa parole et des ministres de ses Sacrements. Que la Mère de Miséricorde intercède pour tous ! Fructueux temps pascal !

I greet all the English-speaking visitors who join us for the Regina Cæli prayer on this Octave of Easter. The Church’s liturgy today invites us, with the Apostle Thomas, to acknowledge the Risen Christ as our Lord and our God, and to welcome into our hearts his gifts of peace, mercy, forgiveness and new life. Upon you and your families I invoke a continued outpouring of the joy and hope born of Christ’s glorious resurrection from the dead. Happy Easter!

Sehr herzlich grüße ich alle deutschsprachigen Pilger und Gäste hier in Castelgandolfo und heute besonders die Teilnehmer an der Romfahrt der Hörer des Bayerischen Rundfunks. Der auferstandene Herr trägt die Wundmale seiner Liebe für immer an sich. Er kommt zu uns, um die Wunden unserer Lieblosigkeit, der Eigenliebe, des Zweifels und der Selbstzerstörung zu heilen. Wie der Apostel Thomas wollen wir die übergroße Barmherzigkeit Gottes erkennen, uns durch sie von Grund auf verwandeln lassen und die Antwort des Glaubens neu lernen: „Mein Herr und mein Gott" (Joh 20,28). Der Friede des Auferstandenen begleite euch an diesem Weißen Sonntag und in der kommenden Woche.

Saludo con afecto a los fieles de lengua española, en particular a los peregrinos de la Parroquia de La Purísima Concepción, de Los Molinos. En este segundo domingo de Pascua, dedicado a la Divina Misericordia, invoquemos a la Santísima Virgen María, para que nos alcance la gracia de experimentar la presencia de Cristo Resucitado en la Iglesia, que sigue actuando su amor para con el hombre, a través de la fuerza renovadora de los sacramentos, especialmente en el de la Reconciliación y en la Eucaristía. ¡Feliz Pascua y Feliz Domingo!

Serdecznie pozdrawiam Polaków. Z głębokim bólem przyjąłem wiadomość o tragicznej śmierci pana Lecha Kaczyńskiego, prezydenta Polski, jego małżonki i osób towarzyszących. Zginęli w drodze do Katynia, miejsca kaźni tysięcy polskich oficerów, zamordowanych siedemdziesiąt lat temu. Wszystkich polecam miłosiernemu Panu życia. Czynię to jednocząc się z pielgrzymami zgromadzonymi w sanktuarium w Łagiewnikach i czcicielami Miłosierdzia Bożego na całym świecie.

[Saluto cordialmente i polacchi. Con profondo dolore ho appreso la notizia della tragica morte del signor Lech Kaczynski, Presidente della Polonia, della moglie e delle persone che li accompagnavano. Sono periti nel viaggio a Katyn, il luogo del supplizio di migliaia di ufficiali militari polacchi assassinati settant’anni fa. Affido tutti al misericordioso Signore della vita. Lo faccio unendomi con i pellegrini radunati nel Santuario di Lagiewniki e con tutti i devoti della Misericordia di Dio nel mondo intero.]

Saluto con affetto i pellegrini di lingua italiana, presenti sia qui, sia in Piazza San Pietro: i numerosi giovani dell’UNITALSI, che incoraggio nella loro opera di volontariato; l’Unione dell’Apostolato Cattolico, fondata da un grande prete romano, san Vincenzo Pallotti; il Movimento dell’Amore Familiare, i cui membri questa notte hanno vegliato in preghiera per il Papa e per la Chiesa – grazie! –; le Misericordie d’Italia, che traducono la misericordia evangelica in servizio sociale; e infine i cresimandi di Statte e i fedeli di Pordenone. A tutti, e in modo particolare agli abitanti di Castel Gandolfo, auguro una buona domenica.


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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17/02/2011 00:03
 
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Il beato don Michele Sopocko (1888-1975)



“È un sacerdote secondo il Mio Cuore
(...) per suo mezzo mi è piaciuto diffondere
il culto alla Mia Misericordia...” (Diario, 1256).

“La sua mente è strettamente unita alla Mia mente
e perciò sta’ tranquilla per la Mia opera, non permetterò che si sbagli,
ma tu non fare nulla senza il suo permesso” (Diario, 1408).




La Provvidenza Divina, nella missione di Santa suor Faustina, affidò un ruolo particolare al suo confessore e direttore spirituale - don Michele Sopocko. Durante il periodo in cui suor Faustina soggiornava a Vilna (Vilnius, Lituania), negli anni 1933-1936, questo sacerdote fu per lei un aiuto insostituibile nel discernimento delle esperienze e visioni interiori. Fu proprio lui ad ordinarle
di scrivere il suo
DIARIO, documento di mistica cattolica di valore eccezionale. In esso è rivelata anche la personalità straordinaria di don Sopocko ed il suo apporto nella realizzazione delle richieste del Signore Gesù.





"Vedendo la dedizione e le fatiche del reverendo dr Sopocko per questa causa, ammiravo la sua pazienza ed umiltá. Tutto questo è costato molto, non solo in sacrifici e dispiaceri di vario genere, ma anche molto denaro; ed a tutto ha provveduto il reverendo dr Sopocko. Vedo che la Divina Provvidenza lo aveva preparato a compiere quest’opera della Misericordia, ancora prima che io pregassi Dio per questo. Oh, come sono misteriose le Tue vie, Dio, e felici le anime che seguono la voce della Tua grazia!” (Diario, 422).




Don Sopocko scrive nel suo DIARIO:

“Esistono delle verità che si conoscono, spesso se ne sente parlare e se ne parla, ma che non si capiscono. Cosí è stato con me, per quanto riguarda la verità sulla misericordia divina.

Tante volte menzionavo questa verità nelle omelie, ci ho pensato durante i ritiri, le ripetevo nelle preghiere della Chiesa – particolarmente nei Salmi - ma non comprendevo il significato di questa verità né approfondivo il suo contenuto, cioè che essa è l’attributo più alto dell’opera di Dio all’esterno. Ci voleva alla fine una semplice religiosa, suor Faustina, della Congregazione della Beata Vergine Maria della Misericordia (Maddalene), la quale, guidata interiormente, me ne parlò, brevemente e spesso lo ripeteva, stimolandomi così ad esaminare, studiare e a riflettere spesso su questa verità.

(...) all’inizio non sapevo bene di che cosa si trattasse, ascoltavo, dubitavo, mi ponevo delle domande, facevo delle ricerche e mi consigliavo con gli altri – soltanto qualche anno più tardi capìi l’importanza di quest’opera, l’immensità di quest’idea e mi sono convinto io stesso dell’efficacia di quell’antico, quanto grande e vivificante culto, ma trascurato da chi richiedeva ai tempi nostri un rinnovamento. (...) La fiducia nella Misericordia Divina, il divulgare il culto di questa misericordia tra gli altri e consacrare ad esso, senza alcun limite, tutti i miei pensieri, parole ed opere, senza un’ombra di cercare me stesso, sarà d’ora in poi un principio fondamentale della mia vita, con l’aiuto della medesima misericordia incommensurabile”.


Fraternamente CaterinaLD

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30/04/2011 09:58
 
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MISSALE ROMANUM
Domenica, 1 Maggio 2011

FORMA ORDINARIA




FORMA STRAORDINARIA

SANTA MESSA DI BEATIFICAZIONE
DEL SERVO DI DIO GIOVANNI PAOLO II

II Domenica di Pasqua o della Divina Misericordia
Cappella Papale
Presieduta dal Santo Padre

BENEDETTO XVI
Sagrato della Basilica Vaticana, ore 10

Notificazione
Libretto della Celebrazione
Omaggio a Giovanni Paolo II - Una vita in immagimi


Fraternamente CaterinaLD

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[SM=g1740722] IL PRIMATO DELLA DIVINA MISERICORDIA


da RiscossaCristiana

di P. Giovanni Cavalcoli, OP
 
Da alcuni decenni nelle omelie della S.Messa, nella predicazione corrente, nei discorsi dei vescovi e del Papa, nella pubblicistica cattolica, è un continuo parlare della “divina misericordia”. Se ne parla, certo, a volte, con proprietà ed in modo utile od opportuno, ma più spesso questo tema della misericordia, ripetuto continuamente in ogni occasione, è diventato noioso, stucchevole e quasi ossessivo. Anche perché capita che questo attributo divino, separato o addirittura in contrasto con gli altri attributi, a volte fraintesi, non venga inteso bene e susciti reazioni controproducenti o favorisca il lassismo morale. [SM=g1740721]
 
Reazioni controproducenti, in quanto ci si domanda: ma se Dio è misericordioso, perché tante disgrazie, tanti lutti, tante sofferenze, tante ingiustizie? Lassismo morale, in quanto ci si è fatta da molte parti l’idea che Dio, essendo misericordioso, non castiga mai ma perdona sempre, anche se non si è pentiti, e salva tutti. Da qui la convinzione di poter continuare a peccare liberamente, senza darsi alle buone opere, essendo sufficiente, secondo costoro, che basti “credere” che si giungerà alla salvezza. Un Dio che castiga, sarebbe un dio crudele e vendicativo, un dio pagano, non cristiano. Tutt’al più potrebbe essere il Dio dell’Antico Testamento, ma non certo quello del Nuovo.
 
Ora è inutile, anzi è dannoso, parlare continuamente di “misericordia”, se la si intende a questo modo. La misericordia, come insegna S.Tommaso d’Aquino, è il più grande degli attributi operativi divini, è quello che mostra maggiormente la sua divinità. Per questo, per l’uomo l’essere misericordioso, è il modo migliore per imitare la santità di Dio. Per questo il Salmista dice: “Beato l’uomo che pensa al debole e al povero: nel giorno del male il Signore lo libera, lo custodisce, lo fa vivere, lo rende beato sulla terra e non lo consegna nelle mani dei suoi nemici” (Sal 41,2).
 
Infatti la divina misericordia suppone l’infinita sapienza divina che la progetta, l’infinito amore (“Dio è Amore”), e l’infinita bontà che donano liberamente, gratuitamente e generosamente, un cuore infinitamente compassionevole, che comprende a fondo la sofferenza e la situazione di miseria della creatura, l’onnipotenza creatrice, che dal nulla suscita il rimedio, la guarigione, la liberazione, il perdono, la salvezza, la beatitudine per l’amata creatura.
 
Certamente in noi la misericordia comporta uno stato emotivo, una capacità di commuoversi e, come dice Paolo, di “soffrire con chi soffre”, che suppone un soggetto dotato di una sensibilità fisica come siamo noi, e che in Dio, come fa notare S.Tommaso, purissimo Spirito, è impensabile, se non vogliamo farne un dio pagano alla maniera di un Dioniso. Il che non toglie che Dio, senza bisogno di soffrire Egli stesso, non sappia benissimo ed infinitamente meglio di noi, col suo intelletto, che cosa è la sofferenza, e ciò basta perché Dio sappia poi che cosa deve fare per alleviare o togliere la nostra sofferenza o togliere la colpa del peccato.
 
Pensare che Dio debba soffrire per poter capire e togliere la sofferenza sarebbe un po’ come se pensassimo che un medico, per poter guarire da una malattia, dovesse essere a sua volta affetto da quella malattia. So bene che già i Padri della chiesa parlano di sofferenza di Dio, ma ciò non va inteso in riferimento alla natura divina, bensì soltanto all’umanità di Cristo secondo la modalità espressive della “comunicazione degli idiomi” (communicatio idiomatum).
 
La misericordia, da un punto di vista umano, è il sentimento di chiunque abbia un minimo di buon cuore, anche se non cristiano o non-credente. Pensiamo alla famosa parabola del buon samaritano. Ma la misericordia divina ha per così dire una “divina inventiva”, è una potenza di guarigione e di salvezza infinitamente superiore alle semplici forze della più eroica misericordia umana.
 
E’ una misericordia che salva dalla miseria umanamente irreparabile del peccato originale e dei nostri stessi peccati personali. [SM=g1740733] Infatti per la Bibbia il peccato (mortale) è un danno talmente grave che facciamo a noi stessi, che da soli ad esso non sappiamo riparare o rimediare. E’ in certo senso, in quanto offesa a Dio infinito, un male infinito (anche se propriamente un male infinito non esiste), benchè l’atto col quale compiamo il peccato, in quanto atto di noi che siamo finiti, sia un atto finito. Ma le conseguenze penali sono in certo modo infinite, in quanto il castigo del peccato mortale è la pena eterna dell’inferno.
 
Per questo, per la Bibbia solo la misericordia divina può rimettere il peccato, perché, sempre secondo la Scrittura, il peccato comporta una “morte” dell’anima e noi non possiamo evidentemente risorgere da morte da soli, una volta che siamo morti. Solo Dio creatore ed onnipotente, Dio della vita, può quindi farci risorgere da morte e ridonarci quella vita di grazia che abbiamo perduto col peccato. Ma a patto che siamo pentiti, almeno per quanto riguarda gli adulti. I bambini che non hanno colpe personali sono evidentemente dispensati da questa conditio sine qua non e non per questo non possono essere anche loro oggetto della divina misericordia(1).
 
E del resto sta sempre alla sua misericordia suscitare nel nostro cuore il pentimento e il desiderio di tornare al quel Padre buono che abbiamo offeso. Noi però dobbiamo liberamente e volontariamente corrispondere a queste ispirazioni e a questi impulsi divini, perché ove non lo facessimo, frustreremmo la misericordia divina e ad essa si sostituirebbe nei nostri confronti la severità della sua giustizia che può giungere, se non ci convertiamo, alla pena eterna dell’inferno o almeno, se moriamo in grazia ma non purificati, alla pena temporanea del purgatorio.
 
E giungiamo così ad un concetto teologico importantissimo, oggi purtroppo dimenticato, frainteso o disprezzato, che è quello della giustizia divina, la quale, in quanto possa apparire in contrasto con la misericordia, in realtà, bene intesa, va indissolubilmente associata all’attributo della misericordia, proprio al fine di sapere veramente che cosa è la misericordia e che cosa è la giustizia. La Bibbia afferma questa congiunzione a chiarissime lettere, ad esempio, con queste parole: “presso di lui ci sono misericordia ed ira” (Sir 5,6). [SM=g1740722]
 
L’idea della misericordia divina può esser raggiunta da una semplice teologia naturale o comunque non cristiana. Infatti, anche il Dio dell’Antico Testamento e del Corano, anche Brahman è un Dio clemente, pietoso e misericordioso, che fa grazia e perdona. Invece l’idea cristiana e già biblica della divina misericordia, come ho detto, rivela delle risorse in Dio, che sarebbero assolutamente impensabili per una semplice teologia razionale.
 
Viceversa, l’attributo della giustizia non dovrebbe esser difficile da capire per la semplice ragione, se oggi non fosse così scarso il senso religioso, anche in ambienti cattolici infetti dal protestantesimo, che non si riesce più a concepire un Dio giusto che non sia cattivo e crudele, per cui, in nome del Dio “buono” e “misericordioso”, si respinge il Dio giusto che castiga.
 
Proviamo allora a definire che cosa è veramente la “giustizia divina punitrice”. Essa, a differenza della misericordia, che è un potere proveniente da Dio e, nella sua infinità, propria solo di Dio e caratterizzante, come ho detto, la sua infinita bontà, è una virtù divina che non si definisce in relazione a Dio ma in relazione alla condotta dell’uomo. Proviamo a chiarire questo enunciato, del quale oggi non si fa parola, motivo per cui nascono gli equivoci e i fraintendimenti che portano a respingere come anticristiana l’idea della giustizia punitrice.
 
Innanzitutto è fuor di dubbio che la Scrittura si esprime in maniera antropomorfica - per farci capire, ma purtroppo sono a volte proprio gli antropomorfismi che ci portano fuori strada - come se Dio fosse un giudice o un padre “offeso” e “adirato” per il peccato, per cui egli “manda i castighi” contro i peccatori ribelli e impenitenti, un po’ come Giove che manda dal cielo fulmini e saette.
 
Ma la stessa Bibbia in altri passi chiarisce che in realtà il cosiddetto castigo è una giusta pena, sino alla stessa morte, che il peccatore si tira necessariamente addosso con la sua colpa, senza che Dio, per così dire, “muova un dito”, per cui egli non risponde affatto non solo del peccato - cosa blasfema - ma anche del male di pena, cosa che si può appena concepire in maniera metaforica, magari per far capire ai ragazzi del catechismo qualcosa della giustizia divina paragonando Dio al papà sdegnato per la marachella del figlio.
 
Un’altra cosa importante riguardo alla misericordia divina è la sua gratuità e il fatto che essa è frutto di un liberrimo atto dell’arbitrio divino, da cui il detto biblico che oggi scandalizza molti teologicamente impreparati: “Farò misericordia a chi vorrò far misericordia” (Es 33,19). Ciò vuol dire che, benchè la misericordia divina potenzialmente sia infinita, di fatto, considerando il destino dei singoli uomini, essa, per quanto grande, ha sempre una misura o, in forza della giustizia divina, può anche mancare del tutto.
 
In altre parole - e qui so di toccare una specie di tabù della teologia e della pastorale di oggi - il funzionamento concreto della divina misericordia è connesso con quella che tradizionalmente, riprendendo il linguaggio di S.Paolo e del Concilio di Trento, si chiama il mistero della predestinazione(2) o dell’elezione divina(3) di coloro che giungono, appunto per misericordia, alla salvezza. Questo tema è stato accantonato in concomitanza - e la cosa si comprende - alla falsa convinzione oggi diffusa dai rahneriani (“cristianesimo anonimo”), secondo la quale tutti ci salviamo. Se le cose dovessero stare così, è evidente che la tesi della predestinazione, la quale prevede che non tutti si salvano, perde il suo senso. Invece, secondo la fede della Chiesa, sappiamo che non tutti si salvano, per cui la dottrina della predestinazione, che per lunghi secoli è stata fede comunque nel popolo di Dio, dev’essere di nuovo insegnata, perché possiamo avere un’idea ortodossa della congiunzione della misericordia con la giustizia. [SM=g1740722]
 
Ho detto che la giustizia divina si definisce in rapporto a noi. Che vuol dire? Non certo che noi dobbiamo insegnare a Dio ciò che è giusto. Qui mi riferisco non alla giustizia divina in generale che, al limite, come aveva inteso bene Lutero nel passo di Rm 3,21, coincide con la stessa misericordia. Questa “giustizia” è infatti la misericordia che giustifica il peccatore, perdonando il suo peccato e concedendogli la grazia.
 
Mi riferisco invece a quella che la tradizione teologica chiama giustizia punitrice, la quale, come ho detto, non consiste in un atto positivo sorgente di pena proveniente da Dio, per cui lo stesso concetto di “ira divina” chiaramente è metaforico come quello di “compassione”, in quanto è evidente che l’una e l’altra cosa - come insegna San Tommaso - suppongono un mondo di passioni, che come ho detto, in Dio purissimo Spirito è assolutamente impensabile. Per cui anche la cosiddetta ira divina non significa altro che il castigo che l’uomo stesso si tira addosso con le sue mani commettendo il peccato. Un po’ come se dicessimo che la cirrosi epatica è il “castigo” di una persona che volontariamente non si modera nel bere vino.
 
Un’ultima considerazione molto importante, legata a quanto ho appena detto. E qui possiamo allargare il discorso anche a livello di teologia naturale. Prendiamo infatti adesso in considerazione non solo l’opera della redenzione ma anche quella della creazione. Dobbiamo ricordare a questo riguardo, come insegna la nostra fede, che l’una e l’altra opera sono effetto della liberissima volontà divina, come a dire che Dio, se avesse voluto, avrebbe potuto anche non creare il mondo, e a maggior ragione l’opera stessa della redenzione, e non per questo a Lui sarebbe mancato alcunchè della sua divinità, dato che l’essenza divina è la totalità di ogni perfezione.
 
Questa considerazione ci fa capire che cosa è esattamente la divina misericordia, ossia come ho detto, essa è l’effetto di un atto totalmente libero da parte di Dio. Il che è come dire che, a rigore di giustizia, come osserva San Tommaso, Dio, dopo il peccato originale, avrebbe potuto lasciare i progenitori e l’intera umanità nello stato di miseria che si erano meritati. Senonchè è stato sommamente conveniente che Dio abbia avuto pietà di noi, in forza della sua infinita bontà donandoci il divino Redentore.
 
Dal che noi comprendiamo quanto è sbagliata una certa dottrina della creazione e della redenzione che presentano questi atti divini non come effetto di una libera scelta divina, ma come proprietà della stessa natura divina, e quindi come qualcosa di necessario perché Dio sia Dio. L’espressione estrema di questa visione monistica e panteista, come si sa, è il pensiero di Hegel. Ma purtroppo qualcosa del genere sembra presente o quanto meno presupposto anche nel famoso assioma (Grundaxiom) rahneriano secondo il quale “la Trinità immanente” (= ossia la Trinità in Se Stessa) “è la Trinità economica” (= ossia la Trinità che mette in atto l’opera della salvezza).
 
Ora bisogna osservare che se Rahner intende dire che la Trinità in Se Stessa è quella stessa che ha operato la salvezza, il discorso va bene; ma purtroppo sembra di poter riscontrare in questo assioma una punta di hegelismo per il fatto che l’assioma sembra anche identificare la Trinità in Se Stessa con la Trinità salvatrice, il che evidentemente verrebbe a negare la libertà dell’opera divina della salvezza e verrebbe a concepire la creazione e la redenzione come un elemento intrinseco alla stessa divinità.
 
Purtroppo una conferma preoccupante di questa impostazione hegeliana è data dalla ben nota dottrina rahneriana secondo la quale tutti si salvano, una dottrina che ben si può collegare appunto con questa concezione di un dio che non è Dio se non in quanto opera la salvezza.
 
In base a queste considerazione dovrebbe apparire chiaro il primato della misericordia divina sulla giustizia, per il fatto che Dio non lascia l’uomo nella miseria giustamente conseguente al peccato, ma appunto, per la sua pietà e la sua misericordia, gli dona Gesù Cristo Redentore, il quale col suo sacrificio compie quell’opera di giustizia che consiste nella espiazione del peccato e quindi ottiene dal Padre misericordia per i peccatori. Inoltre con Cristo, all’opera della misericordia che toglie il peccato, si aggiunge quella gratuita, imprevedibile, stupenda ed infinita benignità divina, la quale concede all’uomo sempre in Cristo la grazia, ossia la condizione della figliolanza divina, quella che i Padri greci hanno chiamato la “divinizzazione”.


Bologna, 21 ottobre 2011
 
 
NOTE
 
1) Cf per es. quanto dice il Catechismo della Chiesa cattolica (n.1261) a proposito dei bambini morti senza il Battesimo.
 

2) Questo tema complesso, delicato ma importantissimo da troppo tempo dimenticato, è ricordato con dovizia di argomenti e persuasività di esposizione dal Servo Dio il teologo domenicano Padre Tomas Tyn (1950-1990) in molte sue opere e corsi scolastici. Cf i suoi siti: www.studiodomenicano.com (cliccare sui link) e www.arpato.org .
 

3) Notiamo per esempio che nel canone romano ad un certo punto il celebrante chiede a Dio per sé e per i fedeli presenti di poter essere annoverati nel numero degli “eletti”.

[SM=g1740733]

 

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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Il Papa ai Francesi: Giovedì prossimo, in occasione del settimo anniversario della mia elezione alla Sede di Pietro, vi chiedo di pregare per me, perché il Signore mi dia la forza di compiere la missione che mi ha affidato

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LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DEL REGINA CÆLI, 15.04.2012

Alle ore 12 di oggi, il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare il Regina Cæli con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.
Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana del tempo pasquale:


PRIMA DEL REGINA CÆLI

Cari fratelli e sorelle!

Ogni anno, celebrando la Pasqua, noi riviviamo l’esperienza dei primi discepoli di Gesù, l’esperienza dell’incontro con Lui risorto: racconta il Vangelo di Giovanni che essi lo videro apparire in mezzo a loro, nel cenacolo, la sera del giorno stesso della risurrezione, «il primo della settimana», e poi «otto giorni dopo» (cfr Gv 20,19.26).
Quel giorno, chiamato poi «domenica» (Giorno del Signore), è il giorno dell’assemblea, della comunità cristiana che si riunisce per il suo culto proprio, cioè l’Eucaristia, culto nuovo e distinto fin dall’inizio da quello giudaico del sabato. In effetti, la celebrazione del Giorno del Signore è una prova molto forte della Risurrezione di Cristo, perché solo un avvenimento straordinario e sconvolgente poteva indurre i primi cristiani a iniziare un culto diverso rispetto al sabato ebraico.
Allora come oggi, il culto cristiano non è solo una commemorazione di eventi passati, e nemmeno una particolare esperienza mistica, interiore, ma essenzialmente un incontro con il Signore risorto, che vive nella dimensione di Dio, al di là del tempo e dello spazio, e tuttavia si rende realmente presente in mezzo alla comunità, ci parla nelle Sacre Scritture e spezza per noi il Pane di vita eterna. Attraverso questi segni noi viviamo ciò che sperimentarono i discepoli, cioè il fatto di vedere Gesù e nello stesso tempo di non riconoscerlo; di toccare il suo corpo, un corpo vero, eppure libero dai legami terreni. E’ molto importante quello che riferisce il Vangelo, e cioè che Gesù, nelle due apparizioni agli Apostoli riuniti nel cenacolo, ripeté più volte il saluto «Pace a voi!» (Gv 20,19.21.26).
 
Il saluto tradizionale, con cui ci si augura lo shalom, la pace, diventa qui una cosa nuova: diventa il dono di quella pace che solo Gesù può dare, perché è il frutto della sua vittoria radicale sul male. [SM=g1740722]
 
La «pace» che Gesù offre ai suoi amici è il frutto dell’amore di Dio che lo ha portato a morire sulla croce, a versare tutto il suo sangue, come Agnello mite e umile, «pieno di grazia e di verità» (Gv 1,14). Ecco perché il beato Giovanni Paolo II ha voluto intitolare questa Domenica dopo la Pasqua alla Divina Misericordia, con un’icona ben precisa: quella del costato trafitto di Cristo, da cui escono sangue ed acqua, secondo la testimonianza oculare dell’apostolo Giovanni (cfr Gv 19,34-37). Ma ormai Gesù è risorto, e da Lui vivo scaturiscono i Sacramenti pasquali del Battesimo e dell’Eucaristia: chi si accosta ad essi con fede riceve il dono della vita eterna.

Cari fratelli e sorelle, accogliamo il dono della pace che ci offre Gesù risorto, lasciamoci riempire il cuore dalla sua misericordia! In questo modo, con la forza dello Spirito Santo, lo Spirito che ha risuscitato Cristo dai morti, anche noi possiamo portare agli altri questi doni pasquali. Ce lo ottenga Maria Santissima, Madre di Misericordia.

DOPO IL REGINA CÆLI

Cari fratelli e sorelle,

desidero anzitutto salutare i pellegrini che hanno partecipato alla Santa Messa presieduta dal Cardinale Vicario Agostino Vallini nella chiesa di Santo Spirito in Sassia, luogo privilegiato di culto della Divina Misericordia, dove si venerano in modo particolare anche santa Faustina Kowalska e il beato Giovanni Paolo II. A tutti auguro di essere testimoni dell’amore misericordioso di Cristo. Grazie della vostra presenza!

Je suis heureux de vous saluer, chers pèlerins de langue française, en ce deuxième dimanche de Pâques où nous célébrons également la fête de la Divine Miséricorde. Le temps pascal nous invite, à la suite de la première communauté chrétienne, à exprimer notre confiance et notre joie d’être baptisés. Jésus nous convie à ne pas être incrédules, comme Thomas, mais croyants. N’ayons pas peur, ayons l’audace de témoigner de notre foi ! Jeudi prochain, à l’occasion du septième anniversaire de mon élection au Siège de Pierre, je vous demande de prier pour moi, pour que le Seigneur me donne la force d’accomplir la mission qu’il m’a confiée ! Que la Vierge Marie, Mère des croyants, nous aide à vivre dans la joie de Pâques !

I am pleased to greet all the English-speaking pilgrims and visitors present today. In today’s Gospel, Jesus appears to his disciples and overcomes the doubts of Thomas. Through his Divine Mercy, may we always believe that Jesus is the Christ and, believing, may we have life in his name. Upon you and your loved ones, I invoke the abundant blessings of Almighty God.

Mit Freude grüße ich am heutigen Sonntag der Barmherzigkeit alle deutschsprachigen Pilger und Besucher. Nach seiner Auferstehung gibt Christus den Aposteln die Vollmacht zur Sündenvergebung. Und den heiligen Thomas läßt er nicht im Dunkel des Unglaubens allein, sondern heilt ihn durch die Kraft seiner verklärten Wunden. So wird die Barmherzigkeit des Herrn für die Apostel zur unerschöpflichen Quelle österlicher Freude. Euch allen wünsche ich eine gnadenreiche Osterzeit.

Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española presentes en esta oración mariana. En el evangelio de este domingo se nos narra cómo el Señor Resucitado se presenta a los discípulos, diciéndoles: "Paz a vosotros". La paz es el don maravilloso de la Pascua. Gracias a ella la comunidad se fortalece con un vínculo nuevo que la une entre sí y con Cristo, preparándola para la misión. Así, colmados de su Espíritu podemos testimoniar al mundo la victoria de nuestro Dios y Señor. Feliz domingo.

S láskou vítam slovenských pútnikov, osobitne z Farnosti Tesárske Mlyňany. Bratia a sestry, ďakujem vám za modlitby, ktorými sprevádzate moju službu Nástupcu svätého Petra a zo srdca žehnám vás i vaše rodiny. Pochválený buď Ježiš Kristus!

[Con affetto do un benvenuto ai pellegrini slovacchi, particolarmente a quelli provenienti dalla Parrocchia Tesárske Mlyňany. Fratelli e sorelle, vi ringrazio per le preghiere con le quali accompagnate il mio servizio di Successore di San Pietro e cordialmente benedico voi e le vostre famiglie. Sia lodato Gesù Cristo!]

Serdecznie pozdrawiam Polaków, a szczególnie uczestników liturgii Niedzieli Bożego Miłosierdzia w Sanktuarium w Łagiewnikach. Dziesięć lat temu, błogosławiony Jan Paweł II powiedział tam: „Trzeba przekazywać światu ogień miłosierdzia. W miłosierdziu Boga świat znajdzie pokój, a człowiek szczęście! To zadanie powierzam…wszystkim czcicielom Bożego miłosierdzia". Wierni temu wezwaniu głośmy światu orędzie Jezusa Miłosiernego, bądźmy Jego świadkami. Z serca wam błogosławię.

[Saluto cordialmente tutti i Polacchi e in modo particolare i partecipanti alle celebrazioni liturgiche della Domenica della Divina Misericordia nel Santuario di Łagiewniki. Là, dieci anni fa, il beato Giovanni Paolo II disse: «Bisogna trasmettere al mondo questo fuoco della misericordia. Nella misericordia di Dio il mondo troverà la pace, e l’uomo la felicità! Affido questo compito…a tutti i devoti della Divina Misericordia». Fedeli a questa esortazione annunciamo al mondo il messaggio di Gesù Misericordioso, siamo i Suoi testimoni. Vi benedico di cuore.]

E infine un saluto cordiale ai pellegrini di lingua italiana, in particolare ai fedeli venuti da Vicenza, Fellette e Lanuvio, come pure al Coro di Castiglione Falletto e ai cresimandi della parrocchia del Sacro Cuore in Statte, con il Parroco e i genitori. A tutti auguro una buona domenica e una buona settimana.

Grazie e buona domenica!
 
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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30/03/2013 01:27
 
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[SM=g1740733] Con il Venerdì Santo inizia la Novena alla Divina Misericordia che termina con la Memoria Liturgica voluta dal beato Giovanni Paolo II nella seconda Domenica dopo Pasqua detta in Albis. Vi offriamo, cantata, una decina della Coroncina alla Divina Misericordia trasmessa da Gesù a Santa Suor Faustina Kowalska.

[SM=g1740717]

Possiamo dirla non soltanto in questo tempo, ma anche ogni Venerdì dell'anno, specialmente alle ore 15,00 quando ricordiamo la morte di Nostro Signore Gesù, come Egli stesso ha confidato a Suor Faustina.

www.gloria.tv/?media=422218


Movimento Domenicano del Rosario
www.sulrosario.org
info@sulrosario.org


[SM=g1740717]


e qui nella versione youtube
youtu.be/5LcZFm2aK6k


[SM=g1740738]
[Modificato da Caterina63 18/04/2014 10:36]
Fraternamente CaterinaLD

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23/04/2014 20:22
 
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UDIENZA GENERALE

Piazza San Pietro
Mercoledì, 23 aprile 2014

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«Perché cercate tra i morti Colui che è vivo?»

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Questa settimana è la settimana della gioia: celebriamo la Risurrezione di Gesù.È una gioia vera, profonda, basata sulla certezza che Cristo risorto ormai non muore più, ma è vivo e operante nella Chiesa e nel mondo. Tale certezza abita nel cuore dei credenti da quel mattino di Pasqua, quando le donne andarono al sepolcro di Gesù e gli angeli dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo?» (Lc 24,5). “Perché cercate tra i morti colui che è vivo?” Queste parole sono come una pietra miliare nella storia; ma anche una “pietra d’inciampo”, se non ci apriamo alla Buona Notizia, se pensiamo che dia meno fastidio un Gesù morto che un Gesù vivo! Invece quante volte, nel nostro cammino quotidiano, abbiamo bisogno di sentirci dire: “Perché stai cercando tra i morti colui che è vivo?”. Quante volte noi cerchiamo la vita fra le cose morte, fra le cose che non possono dare vita, fra le cose che oggi sono e domani non saranno più, le cose che passano… “Perché cercate tra i morti colui che è vivo?”

Ne abbiamo bisogno quando ci chiudiamo in una qualsiasi forma di egoismo o di auto-compiacimento; quando ci lasciamo sedurre dai poteri terreni e dalle cose di questo mondo, dimenticando Dio e il prossimo; quando poniamo le nostre speranze in vanità mondane, nel denaro, nel successo. Allora la Parola di Dio ci dice: “Perché cercate tra i morti colui che è vivo?”. Perché stai cercando lì? Quella cosa non ti può dare vita! Sì, forse ti darà un’allegria di un minuto, di un giorno, di una settimana, di un mese… e poi? “Perché cercate tra i morti colui che è vivo?”. Questa frase deve entrare nel cuore e dobbiamo ripeterla. La ripetiamo insieme tre volte? Facciamo lo sforzo? Tutti: “Perché cercate tra i morti colui che è vivo?” [ripete con la folla] Oggi, quando torniamo a casa, diciamola dal cuore, in silenzio, e facciamoci questa domanda: perché io nella vita cerco tra i morti colui che è vivo? Ci farà bene.

Non è facile essere aperti a Gesù. Non è scontato accettare la vita del Risorto e la sua presenza in mezzo a noi. Il Vangelo ci fa vedere diverse reazioni: quella dell’apostolo Tommaso, quella di Maria di Màgdala e quella dei due discepoli di Emmaus: ci fa bene confrontarci con loro. Tommaso pone una condizione alla fede, chiede di toccare l’evidenza, le piaghe; Maria Maddalena piange, lo vede ma non lo riconosce, si rende conto che è Gesù soltanto quando Lui la chiama per nome; i discepoli di Emmaus, depressi e con sentimenti di sconfitta, giungono all’incontro con Gesù lasciandosi accompagnare da quel misterioso viandante. Ciascuno per cammini diversi! Cercavano tra i morti colui che è vivo e fu lo stesso Signore a correggere la rotta. Ed io che faccio? Quale rotta seguo per incontrare il Cristo vivo? Lui sarà sempre vicino a noi per correggere la rotta se noi abbiamo sbagliato.

«Perché cercate tra i morti colui che è vivo?» (Lc 24,5). Questa domanda ci fa superare la tentazione di guardare indietro, a ciò che è stato ieri, e ci spinge in avanti verso il futuro. Gesù non è nel sepolcro, è il Risorto! Lui è il Vivente, Colui che sempre rinnova il suo corpo che è la Chiesa e lo fa camminare attirandolo verso di Lui. “Ieri” è la tomba di Gesù e la tomba della Chiesa, il sepolcro della verità e della giustizia; “oggi” è la risurrezione perenne verso la quale ci sospinge lo Spirito Santo, donandoci la piena libertà.

Oggi viene rivolto anche a noi questo interrogativo. Tu, perché cerchi tra i morti colui che è vivo tu che ti chiudi in te stesso dopo un fallimento e tu che non ha più la forza di pregare? Perché cerchi tra i morti colui che è vivo, tu che ti senti solo, abbandonato dagli amici e forse anche da Dio? Perché cerchi tra i morti colui che è vivo tu che hai perso la speranza e tu che ti senti imprigionato dai tuoi peccati? Perché cerchi tra i morti colui che è vivo tu che aspiri alla bellezza, alla perfezione spirituale, alla giustizia, alla pace?

Abbiamo bisogno di sentirci ripetere e di ricordarci a vicenda l’ammonimento dell’angelo! Questo ammonimento, «Perché cercate tra i morti colui che è vivo», ci aiuta ad uscire dai nostri spazi di tristezza e ci apre agli orizzonti della gioia e della speranza. Quella speranza che rimuove le pietre dai sepolcri e incoraggia ad annunciare la Buona Novella, capace di generare vita nuova per gli altri. Ripetiamo questa frase dell’angelo per averla nel cuore e nella memoria e poi ognuno risponda in silenzio: “Perché cercate tra i morti colui che è vivo?” Ripetiamola! [ripete con la folla] Guardate fratelli e sorelle, Lui è vivo, è con noi! Non andiamo da tanti sepolcri che oggi ti promettono qualcosa, bellezza, e poi non ti danno niente! Lui è vivo! Non cerchiamo fra i morti colui che è vivo! Grazie.


Saluti:

 

Nelle scorse settimane mi sono arrivati da ogni parte del mondo tanti messaggi di auguri per la Santa Pasqua. Ricambio questi auguri a tutti. Desidero ringraziare di cuore i bambini, i giovani, gli anziani, le famiglie, le comunità parrocchiali e religiose, le associazioni, i movimenti e i diversi gruppi che hanno voluto manifestarmi affetto e vicinanza. Chiedo a tutti di continuare a pregare per me e per il mio servizio alla Chiesa. Domenica prossima, ad Alba, in Piemonte, verrà proclamato Beato Giuseppe Girotti, sacerdote dell’Ordine dei Frati Predicatori, ucciso in odium fidei nel lager nazista di Dachau. La sua eroica testimonianza cristiana e il suo martirio, possano suscitare in molti il desiderio di aderire sempre più a Gesù e al Vangelo. Do il benvenuto ai pellegrini di lingua italiana! Saluto con gioia i ragazzi della professione di fede di Milano, la Comunità Shalòm, i nuovi diaconi della Compagnia di Gesù e i partecipanti all’evento “Colonna della Libertà 2014”, augurando a tutti che la Visita alla Sede di Pietro ravvivi la speranza e stimoli alla carità. Un pensiero speciale rivolgo ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. L’annuncio pasquale continui a farci ardere il cuore nel petto, come avvenne per i discepoli di Emmaus: cari giovani, vivete sempre la fede con entusiasmo, convinti che solo il Signore Gesù ci permette di raggiungere la felicità piena e duratura; cari ammalati, non c’è conforto maggiore e consolazione più bella alla vostra sofferenza della certezza che Cristo è risorto; e voi, cari sposi novelli, vivete il vostro matrimonio nella reale adesione a Cristo e agli insegnamenti del Vangelo.


     





Fraternamente CaterinaLD

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