Il cardinale Bertone ad Alessandria per la festa mariana
La Madonna della Salve icona della sofferenza
Solenni celebrazioni, ieri, domenica 26, ad Alessandria per la ricorrenza della festa della Madonna della Salve, l'icona della Vergine sofferente la cui devozione ha segnato la fede cristiana ancor prima della nascita della città e della diocesi nel secolo XII. Le ha presiedute il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, portando il saluto e la benedizione di Benedetto XVI il quale, circa ventiquattro anni fa - era il mese di maggio del 1985- aveva partecipato alla conclusione della grande settimana della Salve.
(il card. Ratzinger in processione ad Alessandria 1985 maggio)
L'immagine raffigura la Vergine Maria, sorretta da Giovanni, dinanzi a una croce nuda "quasi a significare - ha interpretato il cardinale Bertone - che anche Maria, con la propria sofferenza, partecipa al sacrificio, quasi anche lei fosse sulla croce con il Figlio".
(La Statua originale)
Originariamente era chiamata "Madonna dello spasimo", dunque ha sempre rappresentato per gli alessandrini un'immagine di sofferenza "ma - ha fatto notare il cardinale - si tratta di una sofferenza offerta con amore, in unione con quella di Gesù per la salvezza dell'umanità, rappresentata dall'apostolo Giovanni che le sta accanto".
Nella sua omelia - pronunciata nel corso della liturgia della Parola della messa celebrata nel Duomo - il cardinale Bertone ha poi voluto rendere omaggio "alla storia religiosa e civile di Alessandria - ha detto - intessuta di testimonianze dello scambio di affetto e di comprensione tra la Madonna della Salve e i suoi figli alessandrini. Ricordiamo come nei pericoli di guerre o pestilenze, siccità o inondazioni il popolo devoto, ma anche le autorità civili, si riunivano per implorare la potente intercessione della Madre e, dopo lo scampato pericolo, innalzavano solenne rendimento di grazie per i favori ricevuti, arricchendo simbolicamente la sua icona di fregi e onorificenze. Ma la devozione popolare non ricorreva alla Madonna solo nelle difficoltà, bensì sapeva gioire anche con Lei in occasioni di lieti eventi per far partecipe la Madre di tutta la vita della sua famiglia". Infine il cardinale ha riproposto l'invocazione mariana con la quale Benedetto XVI ha concluso l'enciclica "Spe salvi".
Il cardinale Bertone ha colto l'occasione della sua presenza ad Alessandria per partecipare anche alla celebrazione del centotrentesimo anniversario della fondazione de "La voce alessandrina", il settimanale diocesano che in un certo senso aveva preceduto quelle che saranno poi le raccomandazioni del concilio Vaticano ii circa la necessità di servirsi di un giornale cattolico locale, perché "la Chiesa potesse svolgere la sua missione evangelizzatrice".
Nel suo discorso il cardinale segretario di Stato ha ricordato i tempi difficili che attraversava la religione in quegli anni. "Tempi difficili - ha detto in particolare - per una professione pubblica della propria fede all'indomani della travagliata unità del Paese, con le ondate di anticlericalismo da più parti emergenti. Certo la religione era praticata dal popolo, ma si voleva tenerla confinata nell'ambito del privato mentre dava fastidio ogni tentativo di incidenza nella vita pubblica e sociale. In questo tentativo di emarginazione si alleavano forze, anche tra loro disomogenee, che si opponevano alla Chiesa fino a cercare di ridicolizzare la fede dei semplici. Si sa anche che ad Alessandria per un lungo periodo questa alleanza fu virulenta con conseguenti lacerazioni tra la gente e con il risultato di frenare un sereno dialogo istituzionale". Significativamente in questo senso alla rivista come primo titolo fu dato "Verità e fede", proprio a ribadire, contro l'ostracismo della cultura dominante "la perfetta congruità della fede con la ragione che cerca la verità".
Il cardinale ha ricordato l'impegno di quanti via via hanno contribuito a far crescere il ruolo della rivista nel contesto sociale anche a costo di subirne personalmente le conseguenze, come capitò a Carlo Torriani il quale, chiamato a dirigere il settimanale che negli anni Venti del secolo scorso aveva cambiato nome per proporsi come "La libertà", subì numerose violenze da parte del regime fascista. Tanto meno "La voce alessandrina" non mancò di farsi sentire nel periodo del ritorno di un clima anticlericale per il riaffermarsi della politica social-comunista.
Dunque è proprio la storia de "La voce alessandrina" che secondo il cardinale riafferma la necessità anche oggi della testimonianza di un giornale cattolico "per orientarsi nel discernere la verità in mezzo al bombardamento mediatico" troppo spesso incline a ottenere "facili consensi" piuttosto che formare correttamente le coscienze.
(©L'Osservatore Romano - 27-28 aprile 2009)Fraternamente CaterinaLD
"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)