A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Incoraggiare i giovani a tirare fuori il meglio di sè...

Ultimo Aggiornamento: 28/02/2017 18:44
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 39.988
Sesso: Femminile
17/06/2013 22:32
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

[SM=g1740717] San Tommaso Moro, il politico che scelse Dio al re.....

Tommaso Moro è il nome italiano con cui è ricordato Thomas More (7 febbraio 1478 - 6 luglio 1535), avvocato, scrittore e uomo politico inglese. È ricordato soprattutto per il suo rifiuto alla rivendicazione di Enrico VIII di farsi capo supremo della Chiesa d'Inghilterra, una decisione che mise fine alla sua carriera politica conducendolo alla pena capitale con l'accusa di tradimento. Nel 1935, è proclamato santo da Papa Pio XI; dal 1980 è commemorato anche nel calendario dei santi della chiesa anglicana (il 6 luglio), assieme all'amico John Fisher, vescovo di Rochester, decapitato quindici giorni prima di Moro. Nel 2000 San Tommaso Moro venne dichiarato patrono degli statisti e dei politici da Papa Giovanni Paolo II.
(Avvenire)
www.gloria.tv/?media=460669

Movimento Domenicano del Rosario
www.sulrosario.org
info@sulrosario.org

[SM=g1740762]

Omelia per la Canonizzazione dei Martiri Giovanni Fisher, Vescovo, e Tommaso Moro

I gloriosi campioni della fede cattolica in Inghilterra.
Il 9 maggio 1935, in occasione della solenne esaltazione dei gloriosi Martiri inglesi Giovanni Fisher, Vescovo e Tommaso More, Pio XI teneva questa Omelia nella Basilica Vaticana.
Venerabili Fratelli e diletti Figli,
come «Cristo è ieri, oggi e nei secoli», cosi giammai rovina e vien meno la Sua Chiesa.

Un'epoca viene soppiantata da un'altra; ma se per la fuga dei tempi gli istituti umani invecchiano e rovinano, se le dottrine umane che brillano di luce fluttuante si succedono, la Croce invece sta fulgida in eterno, mentre il mondo passa, ed irradia la luce della verità ai popoli che si succedono.

Spesso serpeggiano eresie e sotto l'apparenza di verità si infiltrano e prendono piede; ma l'inconsutile veste di Gesù Cristo non è scissa.
I denigratori ed oppugnatori della fede cattolica, gonfi e agitati da pervicace superbia, rinnovano la lotte contro il nome cristiano; ma i figli che rapiscono alla Chiesa, li trasmettono imporporati di sangue al cielo.
Infatti «da nessun genere di crudeltà può essere distrutta la religione fondata nel mistero della Croce di Cristo. La Chiesa non viene diminuita dalle persecuzioni, ma ingrandita; e sempre il campo del Signore è rivestito di messe più abbondante, mentre i grani singoli che cadono, rinascono moltiplicati» (2).

Queste considerazioni piene di speranza e di conforto Ci vengono alla mente, mentre Ci accingiamo a celebrare pur brevemente davanti a voi nella maestà i questo tempio di San Pietro, le lodi dei due beati Martiri, che abbiamo annoverati nel Catalogo dei Santi. Essi infatti - egregi rappresentanti decoro della propria nazione - essendo sorta una fierissima persecuzione contro la Chiesa Cattolica, furono dati al proprio popolo «come una città forte e una colonna di ferro e una muraglia di bronzo», e perciò non poterono essere turbati né dalle fallitá degli eretici, né essere atterriti dalle minacce dei potenti. Si devono invero ritenere come le guide ed i maestri di quella gloriosa schiera di coloro, i quali - né pochi, né solo di umile condizione - da tutta la Gran Bretagna resistettero con petto impavido ai flutti degli errori e con l'effusione del proprio sangue attestarono il loro amore verso la Sede Apostolica.

L'uno dotato di soavissimo carattere, sommamente versato nelle discipline sacre e profane, si distinse talmente per sapienza e virtù tra i suoi contemporanei da essere promosso Vescovo di Rochester con la stessa approvazione del Re d'Inghilterra.
E nell'esercitare tale ministero fu acceso di tale fervore di pietà e di operosa camitá verso le anime e risplendette di tanto zelo nel difendere l'integrità della fede cattolica che la sua casa episcopale sembrava piuttosto un tempio, una sede di arti belle e una università, che una casa privata.

Era solito castigare il fragi le corpo con digiuni, flagelli, cilizi; e niente gli era più familiare che visitare i poveri, alleviare le loro miserie, sollevare la loro povertà e se trovava dei peccatori turbati e atterriti per le loro colpe nefande, confortava i loro animi sfiduciati e li innalzava alla fiducia nella divina misericordia. Spesso, mentre celebrava il Santo Sacrificio effondeva abbondanti lacrime dagli occhi scintillanti, indizio e testimonianza della sua bruciante carità: e mentre attendeva all'ufficio delle predicazioni appariva a tutti gli astanti non già un nunzio e predicatore umano, ma come un Angelo di Dio in veste mortale. E se era di cuore mite e benigno verso ogni genere di miserie, quando si trattava della incolumità della fede e della genuina integrità dei cost umi, come un altro Precursore del Signore, del cui nome si gloriava, non ebbe mai timore di annunziare pubblicamente la verità e di difendere con tutte le forze i divini precetti.

Conoscete certamente, o Venerabili Fratelli e diletti Figli, per quale motiv o Egli sia stato chiamato e condotto al supremo pericolo della sua vita: ossia perché non desistette di illustrare, provare e difendere coraggiosamente la santità del casto connubio, che si addice a tutti i cattolici, anche insigniti della corona regale e il primato gerarchico che i Romani Pontefici posseggono per diritto divino. Per questo, fu gettato in carcere e quindi fu condotto al patibolo.

E mentre si dirigeva verso di esso con fronte serena, recitando l'Inno ambrosiano rendeva somme grazie a Dio che gli concedeva di coronare con la gloria dei Martiri il corso di questa vita terrena, e raccomandava a Dio con ferventissima preghiera se stesso, il popolo e il Re: dal che appare evidente che l'amor di patria non é diminuito dalla religione cattolica, ma piuttosto massimamente accresciuto.
Ascendendo poi al patibolo e risplendendo alla luce del sole la sua veneranda canizie come un diadema, disse con volto ilare: «Accostatevi a lui e sarete illuminati e i vostri volti non arrossiranno». Oh certamente alla sua santissima anima, liberata dai lacci del corpo e volante verso il cielo, corsero incontro le festanti schiere degli Angeli e dei Santi.

L'altro astro di santità segna con la sua via luminosa la medesima epoca tempestosa: vogliamo dire Tommaso More, Gran Cancelliere d'Inghilterra. Egli, eccellendo per il sommo vigore dell'ingegno e la somma versatilità in tutte le discipline, era in tanta stima e favore dei suoi concittadini che raggiunse in breve le più alte cariche. Ma non era meno acceso di zelo per la perfezione cristiana e di non minore carità nel procurare la salvezza del prossimo. Di ciò sono prova l'acceso ardore della preghiera, con cui secondo le possibilità recitava anche le ore canoniche, il cilicio che portava con somma pietà, le frequenti macerazioni corporali e inoltre tutto ciò che fece per difendere l'incolumità della fede cattolica e per rivendicare l'integrità dei costumi, sia con la parola, sia con gli autorevolissimi scritti.

Dotato della somma fortezza d'animo di Giovanni Fisher, vedendo che la santità della religione versava in sommo pericolo non temette di rinunziare alla somma dignità di cui godeva, di respingere la vana spudoratezza degli adulatori e infine resistere allo stesso supremo capo della Nazione, a causa dei comandi di Dio e della Chiesa. Perciò gettato in carcere, siccome le lacrime della moglie e dei figli tentavano di distoglierlo dal retto cammino della verità e della virtù, elevati gli occhi al cielo riuscì luminosamente esempio di fortezza. Per cui, colui che non molti anni prima aveva scritto che «non bisognava fuggire la morte per la fede », andò volentieri e con fiducia dalla prigione al supplizio; e dal patibolo volò ai gaudi dell'eterna beatitudine.

Giova quindi, o Venerabili Fratelli e diletti Figli, richiamare quella celebre sentenza del martire Cipriano: «Oh carcere beato, che manda gli uomini al cielo... 0 piedi felicemente legati, che nel viaggio salutare sono diretti al cielo».

Orbene, questi santissimi uomini, che col proprio sangue consacrarono l'integrità della fede cristiana ed i divini diritti del Romano Pontefice, meritamente da Noi, eredi del Principe degli Apostoli, sono decorati coi sommi onori della religione cattolica e press o le sacre spoglie di San Pietro. Ed ora altro non rimane che esortare ripetutamente voi che devotamente assistete, e tutti i Nostri figli in Cristo, nel mondo intero, di rivolgere le menti e i cuori ad imitare le loro virtù e ad implorare il loro patrocinio per se e per tutta la Chiesa.

Che se non tutti per la difesa delle santissime leggi divine siamo chiamati al martirio, tutti però mediante l'evangelico rinnegamento di se stessi, la volontaria mortificazione del corpo e l'operosa pratica della vita cri stiana «dobbiamo diventar martiri con la volontà... per conseguire come loro lo stesso premio»
E soprattutto desideriamo che otteniate, con fervide preghiere a Dio interposta l'intercessione di questi Santi, che finalmente l’Inghilterra «considerando l'esito del loro tenor di vita. ne imiti la fede»; e perciò ritorni a Noi «nell'unità della fede e nel riconoscimento del Figlio di Dio».

Coloro che ancora sono separati da Noi, considerino con animo attento le antiche glorie della loro Chiesa, che riferiscono i fasti di questa Chiesa Romana e sommamente li accrescono; considerino, come grandemente desideriamo, che questa Apostolica Sede già da lungo tempo li aspetta tutti ed attende che essi ritornino finalmente non in casa d'altri, ma nella propria casa.

« P a d re Santo - ripetiamo la divina preghiera di Gesù Cristo - conserva nel tuo nome coloro che mi hai dato; affinché siano una cosa sola come noi...»
(9).
Cosi sia.
_____________________
1.
Hebr., XIII, 8.
2.
S. Leone M., Serm. LXXXII, 6.
3.
Ler., I, 18; XV, 20.
4.
Ps. XXXIII. 6.
5.
M. L., IV, 425; IV, 416.
6.
S. Basilio M., M. G., 31, 508.
7.
Hebr., XIII, 7.
8.
Eph., IV, 13.
9.
Io., XVIII, 11.
_____________________________________
_________________
Testo originale latino in A. A. S., XXVII (1935), 204
-
203. Nostra versione. sito www.santommasomoro.com

[SM=g1740758] cliccare qui invece, per il MP di Giovanni Paolo II su Tommaso Moro
www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/motu_proprio/documents/hf_jp-ii_motu-proprio_20001031_thomas-more...




[SM=g1740717]

[SM=g1740771]
[Modificato da Caterina63 17/06/2013 22:59]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 10:33. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com