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"Fede, ragione, verità e amore - La teologia di Joseph Ratzinger" di Don Umberto Casale

Ultimo Aggiornamento: 09/05/2009 19:23
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Cari amici, è imminente l'uscita in libreria del seguente volume (clicca sul link):

Joseph Ratzinger, "Fede, ragione, verità e amore - La teologia di Joseph Ratzinger", a cura di don Umberto Casale, Lindau Edizioni 2009.




[SM=g1740722]



[Modificato da Caterina63 09/05/2009 19:23]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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La prima antologia italiana della teologia di Joseph Ratzinger

Una rivelazione
che precede la lettera e la storia


di Silvia Guidi

Un "tifo da stadio", per citare una battuta di uno degli ospiti, in una sala gremita di pubblico, riluttante ad andarsene anche dopo che l'ultimo relatore ha terminato da tempo il suo intervento; termini e toni inconsueti per la presentazione di un libro di teologia, anche se si tratta della prima antologia in italiano del pensiero di Benedetto XVI.

Erano davvero tante le persone che il 7 maggio scorso nel Centro internazionale di Comunione e Liberazione di Roma hanno ascoltato il cardinale Camillo Ruini, il vaticanista Sandro Magister, i giornalisti Giuliano Ferrara e Roberto Fontolan parlare del volume curato da Umberto Casale (Torino, edizioni Lindau, 2009, pagine 816, euro 29); "al titolo Fede, ragione, verità e amore bisognerebbe aggiungere anche libertà", ha suggerito l'ex presidente della Cei, visto che è proprio la libertà "all'origine del successo storico della missione cristiana".

Difficile, quasi impossibile compendiare in un solo libro gli scritti teologici elaborati dall'attuale Papa nell'arco di più di 50 anni; Ruini ha promosso a pieni voti il volume ma ha indicato anche possibili percorsi alternativi, segnalando testi che avrebbero meritato di essere inclusi nell'antologia (come la celebre discussione col filosofo Jürgen Habermas, o la premessa al Gesù di Nazaret) e auspicando che l'opera omnia abbia un apparato di indici che manca finora nella vasta bibliografia dell'autore.

"Tutta la teologia di Joseph Ratzinger può caratterizzarsi come la risposta alla grande sfida posta oggi alla verità e alla vivibilità del cristianesimo" - ha continuato Ruini -, "una risposta che contesta la tendenza a ridurre la figura di Gesù a un'evanescente sommatoria di ipotesi storiografiche".
 
L'opera è articolata in due parti:  cinque sezioni dedicate ai principali soggetti della vasta produzione di Ratzinger teologo e una scelta dei testi composti dopo l'elezione al soglio pontificio; sarebbe stato utile, ha notato Sandro Magister ponendo una questione di metodo, indicare non soltanto le raccolte di saggi da cui sono tratti i testi, ma anche quando e in che occasione sono stati composti, per contestualizzare meglio le opere riportate in antologia. Significativa l'attenzione ai sacramenti e alla vita liturgica della Chiesa; non a caso, nota Magister, la pubblicazione dell'opera omnia di Benedetto XVI è iniziata non con il primo, ma con l'undicesimo volume, quello dedicato alla liturgia, teologia "in atto" in cui il tempo dell'uomo entra nell'"oggi" perenne di Dio.

L'ennesima occasione per ribadire il tema, caro al Pontefice, che la Rivelazione è sempre più grande di quanto possa essere espresso nelle parole umane, e precede Scrittura e tradizione, in quanto le ha generate. A "L'Osservatore Romano" Giuliano Ferrara - che si definisce "un tifoso da curva sud del pensiero del professor Ratzinger" - dice di aver ascoltato "con attenzione e con una punta di devozione" gli interventi dei relatori e apprezzare nel libro una "curatela attenta, mai incline a brutalizzare il testo".

"Per un superficiale come me, esterno al perimetro della comunità credente - continua Ferrara - è un'avventura intellettuale affascinante, letta comunque alla luce di un dramma. Lo stesso autore vive il dramma, ma senza farsene schiacciare; lo dimostrano i suoi sforzi per contrastare l'inerzia liturgica e la cattiva interpretazione del pluralismo all'interno della Chiesa, e anche il bisogno cinquecentesco di battersi dialetticamente per il corretto inverarsi della Parola nella vita che probabilmente ha respirato nel suo paese di origine, la Baviera, paese di frontiera nel dibattito teologico con il protestantesimo.

L'attuale Pontefice è un inno alla gioia vivente - anche se preferisce Mozart a Beethoven - un maestro di divinità e umanità, ma anche un uomo che a trent'anni era già perito al Vaticano secondo (allora non si dormiva come adesso fino a quarant'anni!) e negli anni successivi avrebbe visto lo slancio profetico e il profondo desiderio di fecondità spirituale del concilio arenarsi nel relativismo e nell'indifferentismo morale". "Una deriva dalle conseguenze drammatiche" insiste Ferrara "che nasce dall'equivoco intorno al concetto di coscienza, in cui ogni uomo è un'isola e detta legge a se stesso, rifiutando il mistero della propria origine e della propria fine".

Il direttore de Il Foglio continua citando Immanuel Kant e Divo Barsotti, lo spettro dell'eugenetica e dell'eutanasia, "pietra tombale sulla speranza", innescando un vivace dibattito che non si conclude con la fine della conferenza, ma continua in mezzo al pubblico in sala (tra cui il cardinale Julián Herranz presidente della Commissione Disciplinare della Curia romana e presidente emerito del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, gli ambasciatori Antonio Zanardi Landi e Francis Campbell, Guzmán Carriquiry, sottosegretario del Pontificio Consiglio per i Laici, l'onorevole Paola Binetti) sull'influenza della vulgata di Freud - spesso frainteso e quasi sempre banalizzato - sulla mentalità contemporanea, un pensiero debole programmaticamente ma violento di fatto che interpreta ogni regola o legge oggettiva come una indebita ingerenza del Super io nella libertà del singolo o si lascia ingannare dalla dittatura di desideri "provvisori" che pretendono diritto di cittadinanza e imprimatur giuridico definitivo.



(©L'Osservatore Romano - 10 maggio 2009)

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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