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Omelie di Fr.Giampaolo, Parroco della Brunella a Varese (da non perdere)

Ultimo Aggiornamento: 06/07/2010 20:54
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20/04/2009 08:34
 
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14/09/2008

Vangelo e commento audio della Festa della esaltazione della santa Croce

3807002.jpg+ Dal Vangelo secondo Giovanni

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:
«Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».





CLICCA QUI per l'omelia in audio, da non perdere[SM=g1740717] [SM=g1740720]

Veglia Pasquale

risurrezione Beato Angelico.jpg“Voi non abbiate paura”

Concentriamo l’attenzione sulla lettura del Vangelo, sull’annuncio dell’angelo, che viene fatto alle donne. In questo annuncio troviamo alcuni elementi che ci riguardano.

Il primo aspetto è la richiesta di non avere paura: “Voi non abbiate paura!”, e il motivo è duplice, dal momento che duplice è la fonte della paura in questo testo.


Una prima paura  è quella che è data dall’apparizione: la paura di Dio, che l’uomo si porta dietro dal peccato in poi. Quel giorno, nel giardino, Adamo ha paura e si nasconde da Dio e, da allora, tutte le volte che Dio appare - o appare un angelo, Sua manifestazione - l’uomo teme. E tutte le volte Dio ha bisogno di dire a quell’uomo o a quella donna che hanno l’apparizione: “Non avere paura! Non temere!”.


La seconda è una paura ancora più immediata e che comprendiamo subito; è la paura che deriva da ciò che sta accadendo: c’è appena stato un terremoto, che scuote violentemente la terra, che fa cadere i soldati, che apre il sepolcro. E capiamo subito che questa è la paura della morte, di ciò che non sta più in piedi, di perdere i punti di riferimento, di perdere ciò che conosci.


Rispetto a queste due paure il Signore Gesù interviene, attraverso questo annuncio dell’angelo, chiedendo di superarle, perché ora non si può più avere paura di Dio. Non si può più perché anche il peccato non ci potrà mai allontanare da Lui. Lui è sceso fino nelle ultime conseguenze del peccato. Lui è entrato fino nella morte, che è l’estrema, radicale, totale conseguenza di quel male che l’uomo commette ed ha commesso. Lì il Signore è entrato! Questo comporta anche il fatto che non c’è più nessun luogo per scappare da Dio:  anche cercassimo di scappare, perché abbiamo paura di Dio, dove andremmo? Non c’è alcuna situazione non raggiunta da Lui; neanche morire si potrebbe, perché anche da morto trovi Dio, lo trovi ovunque. Non c’è più un ambito qualunque dell’universo dove tu possa andare senza trovarlo. Anche nella Sua negazione, Lui è presente. Anche laddove il peccato arriva fino alla morte, anche lì c’è Lui. Non si può più avere paura
.

Leggi tutto: 18. Veglia Pasquale.doc

[SM=g1740722] [SM=g1740721] [SM=g1740722]

Pasqua - Messa del giorno

Noli Me Tangere, Fontana.jpgSe Cristo non è risorto è vana la nostra fede

Iniziamo facendo un passo indietro: siamo sul Calvario. Nella croce del Signore Gesù si è realizzata una cosa che in nessun altro istante e con nessun altra persona poteva realizzarsi. Nel momento in cui Gesù muore sulla croce, avviene qualcosa di inimmaginabile. Sulla croce c’è il vero uomo e il vero Dio: con la Sua morte si realizza un dono totale e un’accoglienza totale da parte di Dio e da parte dell’uomo. Da una parte infatti, noi contempliamo Gesù, che, come uomo, si dona al Padre e si dona a noi, e dall’altra parte, vedendo in Lui il vero Dio, contempliamo Colui che da sempre si dona al Padre e in modo totalmente nuovo si dona a noi.

La Sua morte sulla croce è il momento di un amore che non è mai stato realizzato in quella forma e che si poteva realizzare solo nell’istante del dare la vita totalmente, solo nell’istante del morire. Solo in quel modo, solo con Lui poteva accadere questo.


Questa riflessione sul significato della morte in croce di Gesù, dobbiamo tenerla presente,  perché è il necessario fondamento di ogni autentico cammino di vita cristiana. Su tale premessa sviluppiamo due considerazioni.

La prima è che qualcuno pensa di poter tranquillamente fare a meno del passaggio successivo. Ritiene cioè che basta pensare a Gesù come a un uomo straordinario - magari qualcuno valuta anche che può darsi che sia il Figlio di Dio, ma neanche capisce bene che cosa significa -, e che è bellissimo vedere che si è donato per noi fino a morire. Basta questo? Se io non mi baso sul dato certo della Risurrezione, posso davvero parlare in modo autentico di Gesù? Guardate che non è possibile! Se io fermo la mia considerazione di fede sul fatto che Gesù dà la Sua vita per noi e non arrivo alla certezza della Risurrezione, io non sono in grado di capire la croce. Mi limito ad applicare le solite categorie: quella dell’uomo eroico che muore per un ideale, dell’uomo che muore per amore. Sono bei concetti, che però in realtà non dicono per nulla eternità, non dicono per nulla salvezza per tutti. Perché  tanti sono morti per amore, ma la loro morte non ha causato la salvezza dell’umanità intera.


Io invece ho bisogno di sapere che Lui è risorto. Se non c’è la Risurrezione, tutto ciò che Lui ha detto, tutto ciò che ha preteso di essere, tutto ciò che ci ha comunicato, non è vero. Guardate che questo va tenuto davvero in considerazione. Ci sono tanti presunti cristiani che si accontentano di pensare che Gesù è uno che ha amato tanto, che si è donato per amore, che ha detto cose bellissime. Sì, certo che è vero, ma noi non crediamo in Lui solo per questo. Noi guardiamo oltre, ad una realtà infinitamente più vasta e profonda.


Se Lui non è risorto, l’ultima parola sulla vita umana non è l’amore, è la morte
. Che cosa potremmo dire? Che quando una persona muore in questo modo il suo ricordo rimane per sempre? Non è vero: i ricordi non durano per sempre, rimangono per un po’ nella mente di qualcuno e poi scompaiono con la morte di chi li ricorda. Noi non crediamo in un ricordo, noi crediamo in una persona viva. Se Gesù non è risorto, il Vangelo è una ideologia, al più una proposta di ideali, ma non porta in sé un valore assoluto. Vale quanto le parole dette da qualunque altra persona saggia e intelligente, ma non ha un valore trascendente, perché non dice parole di vita eterna. Se il Signore non è risorto, con chi stiamo parlando noi in questa celebrazione eucaristica? Noi siamo qui a parlare con Gesù, o stiamo parlando con un ricordo, con un’idea? Noi dobbiamo parlare con una persona viva; altrimenti tutta la preghiera di duemila anni di storia si perde in un parlare a vuoto, in un parlare con nessuno
.

Leggi tutto: 19. Domenica di Pasqua.doc

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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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