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La Guardia Svizzera e la loro fedeltà al Sommo Pontefice

Ultimo Aggiornamento: 09/02/2015 18:33
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07/05/2009 00:51
 
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Inaugurate con la messa presieduta dal cardinale Bertone
le celebrazioni per la festa del Corpo della Guardia Svizzera Pontificia

Una storia di fedeltà
per una singolare missione


Vigilare e pregare:  sono questi i cardini della missione affidata al Corpo della Guardia Svizzera Pontificia, nel quotidiano servizio reso con amore e con fedeltà al Papa. Lo ha ribadito il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone nell'omelia pronunciata durante la messa di mercoledì mattina 6 maggio, in apertura delle celebrazioni per la giornata commemorativa del sacrificio delle 147 Guardie Svizzere che, il 6 maggio del 1527, offrirono la loro vita durante il Sacco di Roma per proteggere il Pontefice.
 
La celebrazione della messa ha avuto luogo all'altare della cattedra nella basilica di San Pietro. Erano presenti tra gli altri il colonnello Daniel Rudolf Anring, che per la prima volta ha preso parte a questa cerimonia in veste di comandante, il cappellano monsignor Alain Guy Raemy, gli ufficiali, sottufficiali e numerosi militari tra i quali i trentatré giovani che questo pomeriggio presteranno giuramento nel Corpo delle Guardie Svizzere Pontificie. Erano inoltre presenti rappresentanti della Conferenza episcopale svizzera, autorità del governo confederale e dei diversi cantoni, e i familiari delle giovani reclute.

Nella sua omelia il cardinale Bertone, dopo aver ricordato il prezioso servizio della Guardia Svizzera Pontificia - "un servizio - ha detto - qualificato e comunemente apprezzato, che esige serietà, dedizione, fedeltà e vigilanza" - ha fatto riferimento al brano del Vangelo appena letto per mettere in luce "l'atteggiamento di chi è pronto e non dorme". In quanto discepoli di Cristo "dobbiamo tenerci pronti - ha aggiunto - per la venuta inattesa e improvvisa di Gesù. Essa è prospettata a noi come un punto di costante riferimento per tenere sveglie le nostre responsabilità e la nostra dedizione al regno del Signore.

Il credente è colui che sa aspettarlo il Signore, e che sta ad aspettarlo. Veglia nella notte del mondo per far risplendere con le sue opere la luce di Dio.

Il Vangelo stesso ci indica l'atteggiamento giusto per attendere il Signore:  la cintura ai fianchi è la tenuta di lavoro, di servizio e di viaggio prescritta per la cena pasquale". Poi il segretario di Stato ha voluto fermare l'attenzione dei presenti su due altre caratteristiche della missione del cristiano:  "Vigilanza e preghiera"; "l'una indispensabile all'altra:  non si vigila senza pregare, né si prega senza essere spiritualmente desti. Per noi, oggi, nel ritmo frenetico e coinvolgente della vita moderna, quale speranza ci può essere di non lasciarci addormentare dal canto di tante sirene?

La risposta che troviamo nel Vangelo è la stessa della nostra esperienza umana:  vigila bene chi ama. È dell'amore vigilare. Questo ci insegna la parabola delle vergini stolte e prudenti. Prima di tutto la nostra deve essere una vigilanza contro il male, contro il peccato, contro il non-amore".

Poi l'esortazione alle Guardie Svizzere Pontificie:  "Fate in modo che la vostra vita, spesa in questa gioiosa vigilanza, dia spazio a Gesù perché entri nei vostri cuori e li renda puri e umili". Un atteggiamento che secondo il cardinale deve entrare a far parte integrante del servizio che questi giovani sono chiamati a rendere e che deve modellarsi "sempre più sulla prospettiva della vigilanza non solo esterna, quanto interna, dei vostri cuori.

Pertanto nel vostro quotidiano lavoro siete chiamati a trarre linfa vitale e motivazioni profonde da una solida vita di fede, da una grande consapevolezza dell'appartenenza alla Chiesa e da un forte sentimento di fedeltà al Papa.

Sappiamo bene che in qualunque missione si possono incontrare prove e difficoltà di vario genere. Ma tutto ciò va affrontato con coraggio e fiducia, facendo affidamento non solo sulla propria preparazione e sulle proprie capacità personali, ma anche sull'aiuto degli altri e, soprattutto, sulla forza e sulla grazia che ci provengono da Dio. È questo l'augurio che oggi desidero rivolgere ai nuovi alabardieri e a tutte le Guardie Svizzere, affinché sappiate adempiere sempre meglio il vostro singolare mandato".

Al termine della messa si è svolta nel cortile d'onore della caserma delle Guardie Svizzere in Vaticano, la cerimonia per la posa di una corona d'alloro ai piedi del monumento che ricorda i caduti nel Sacco di Roma e la consegna di alcune onorificenze pontificie agli alti ufficiali del corpo, ai sottufficiali e alle Guardie con più anni di servizio.

Le onorificenze sono state consegnate dall'arcivescovo Fernando Filoni, sostituto della Segreteria di Stato il quale, al termine della cerimonia, ha voluto rivolgere ai presenti un breve saluto. Dopo aver ricordato il sacrificio di quanti morirono per consentire a Papa Clemente vii e a numerosi cardinali, assediati dai Lanzichenecchi, quel lontano 6 maggio di circa cinquecento anni fa, di rifugiarsi a Castel Sant'Angelo, ha voluto sottolineare come questa storia di fedeltà si perpetua nel tempo.

E riferendosi alle onorificenze appena distribuite ha detto che esse rappresentano proprio "il segno della riconoscenza e dell'apprezzamento del Papa e dei suoi collaboratori nei confronti di tutto il Corpo della Guardia Svizzera", del lavoro "che svolgete vegliando sull'ordine e sulla sicurezza del territorio Vaticano, ma anche accogliendo con cortesia i numerosi pellegrini che richiedono ogni giorno il vostro aiuto".

Tra i gratificati dalle onorificenze il vice-comandante Jean-Daniel Pitteloud, al quale è stata conferita la commenda dell'Ordine Piano; il sergente Tiziano Guarneri, che ha ricevuto il cavalierato dell'ordine di San Silvestro. Al maggiore Peter Hasler e al capitano Pino Coco, che si accingono al congedo definitivo, sono state conferite rispettivamente la commenda dell'ordine Piano e la commenda con placca dell'Ordine di San Gregorio Magno.

Infine è stata conferita l'alta onorificenza della Croce pro Ecclesia et Pontifice al colonnello André Wyss, responsabile del reclutamento delle Guardie Svizzere.



(©L'Osservatore Romano - 7 maggio 2009)


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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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