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Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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TEOLOGIA DELLA SOSTITUZIONE: chiariamo il concetto

Ultimo Aggiornamento: 02/10/2009 18:46
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1 Israél et les nations. La perspective missionnaire de l'Ancien Testament, Delachaux & Niestlé, Neuchatel-Parigi 1959.

2 ...on doit reconnaitre qu'en théorie...le Talmúd émettait des principes de franc universalisme», J. BONSIRVEN, Talmúd, in DThC XV, Parigi 1946, c. 22.

3 Da notare che "Lethal Weapon" è il titolo d'un altro film di Mel Gibson: un accostamento senza dubbio intelligente.

4 E. RATIER, Misteri e segreti del (sic!) B'nai B'erîth. La più importante organizzazione ebraica internazionale, tr. it. dal fr., Verrua Savoia 1998, p. 198-207; cf. EPIPHANIUS, Massoneria e sette segrete: la faccia occulta della storia, volume di 545 pagine, privo d'altre indicazioni (editore, luogo e data d'edizione), p. 476-489.

5 Dal "Dossier sul Film La Passione", pubblicato da "Sodalitium" XX/4 (2004) 4-18.

6 Tra le moltissime introduzioni all'Antico e al Nuovo Testamento scelgo C. ZEDDA, Introduzione ai Vangeli, Roma 1957 (volume prezioso, informato ed aggiornato sulla produzione scientifica del suo tempo, e proprio per questo ancor valido) e "Bible de Jérusalem", Parigi 1974, p. 1407-1413.

7 Con testi di R. Royal, L. Baugh e G. Bertagna, Milano 2004.

8 Ivi, p. 84.

9 Cf. B. GHERARDINI, Coscienza cattolica e cultura contemporanea, Roma 1987, p. 208.

10 La Passione, cit. p. 86.


11
Per opportune notizie si veda E. COHEN, Maimonides, in RGG, IV. Tubinga 19603, c. 611-612; H. BAMBERGER, Das System des Maimonides, Berlino 1935; E. GILSON, La Philosophie au Moyen Age, Parigi 19722, p. 373ss.

12 La Passione, cit. p. 22.

13 R. S. HIRSCH, Ueber die Beziehung des Talmuds zum Judentum und zu der sozialen Stellung seiner Bekenner, Francoforte s.M. 1884, p. 5, dove si sostiene che il Talmúd "è l'unica sorgente dell'attuale Giudaismo, il suo fondamento, l'anima vivente che l'ha modellato e consacrato". Si veda anche il cit. J. BONSIRVEN, DTHC XV, c. 9-30; A. STEINSALZ, The Talmúd, A reference guide, New York 1989; I. SHALAK, Storia ebraica e Giudaismo. Il peso di tre millenni, Verrua Savoia 20002, p. 69-99.

14 A. STEINSALZ, cit. da I. SHALAK, Storia, cit. p. 98. In realtà, non è facile sintetizzar in breve che cosa sia il Talmúd. Basti dire ch'esso è duplice: quello babilonese, la vera autorità del mondo giudaico, e quello palestinese, in funzione supplementare. Consta della Mishnah e della Gemara. L'una, in lingua ebraica, è un codice di leggi in sei volumi, redatti dal 200 dell'era volgare in poi; l'altra, molto più voluminosa della prima e scritta per lo più in lingua aramaica, "è un'esegesi della Mishnah e dei libri biblici" con una parte babilonese (tra il 200 e il 500) ed una palestinese (tra il 200 e prima del 500).

15 J BONSIRVEN, Talmúd, cit., c. 26: "...expliquant comment le fondateur du Christianisme fut mis à mort en punition de ses crimes d'hérésie et de magie". Le accuse infamanti contro Gesù e sua madre Maria vennero poi riprese nel IX sec., dall'autore del satanico pamphlet Toledot Jesu.

16 D. KLINGHOFFER, in "Los Angeles Time" 1 gennaio 2004. Cf. La Passione, cit. p. 22.

17 È interessante quanto al riguardo scrive un Autore che pur indulge all'interpretazione storicizzata delle Scritture, J. MCKENZIE, Il Vangelo secondo Matteo, in E. R. BROWN - J. A. FITZMEYER - R. E. MURPHY, Grande commentario biblico, Brescia 1973, p. 965: "Togliere i capi giudaici dalla scena del racconto della Passione equivale in pratica a negare qualsiasi carattere storico del racconto ...Ma il racconto è indubbiamente storico, anche se a carattere popolare". Se dunque è storico, lo è non per i soli capi, ma anche per tutto il popolo, che gridò ad una sola voce: sia crocefisso e il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli!


18
Dei Verbum 12: "...Scripturae libri veritatem, quam Deus nostrae salutis causa Litteris Sacris consignari voluit, firmiter, fideliter et sine errore profitendi sunt". Il testo, quarto e definitivo lungo l'iter della sua formulazione, s'appoggia all'autorità di Sant'Agostino, di San Tommaso, del Tridentino, di Leone XIII e di Pio XII. Sarebbe certo interessante una verifica a tale riguardo, ma difficilmente contenibile in poco spazio. È significativo ricordare che la quarta stesura della Dei Verbum soppresse ogni riferimento all'inerranza biblica, per poter sostenere che esente da errore nella Bibbia, e specificamente nel Nuovo Testamento, è tutto ciò che riguarda il messaggio della salvezza. Cf. DACQUINO P., L'ispirazione dei libri sacri e la loro interpretazione, in AA.VV. La Costituzione dogmatica sulla Divina Rivelazione, 3. vol collana "Magistero Conciliare", Torino-Leuman 19673, p. 297-304.

19 CONC. OECUM. VATIC. I, Constit. Dogm. "Dei Filius", 3: De Fide, can. 4, DS 3029; Cf. NICOLAU V. M., Sacrae Theologiae Summa, Madrid 1962, p. 1064ss.; J. RENIÈ, Manuel d'Exégèse Biblique, 1.Lione-Parigi 19496, p. 58-61; G. PERRELLA - L. VAGAGGINI, Introduzione generale, 1.Torino 19603, p. 10-72; A. ROMEO, Ispirazione biblica, in AA.W., Il Libro Sacro; Padova 1958, p. 55-189; H. HOEPFL, Introductio generalis in Sacram Scripturam, Roma-Napoli 19586, p. 19-118.

20 LEONE XIII, Ep. Encicl, Providentissimus Deus, 18 nov. 1893, in ASS 26 (1893/94) 278ss., e DS spec. 3291-3294; Pio XII, Ep. Encicl. Divino afflante Spiritu, 30 settem. 1943, in ASS 35 (1943) 309ss. e DS spec. 3826-3831.


21
Decr. "Optatam totius" 16/a; "Dei Verbum" 24; "Lumen gentium" 25; Pio XII, Ep. Encici. Humani generis, 12 ag. 1959, in AAS 42 (1950) 567-569; Alloc. Si diligis, 31 mag. 1954, in AAS 46 (1954) 314; PAOLO VI, Alloc. 12 mar. 1964, in AAS 56 (1964) 364.

22 Cf. J. V. BAINVEL, Les contresens bibliques, Parigi 19062; G. Riccioni, Bibbia e non Bibbia, Brescia 19474.

23 Cf. Bible de Jérusalem, Parigi 19742, p. 1559, nota f: Les chefs juifs et spécialement Caiphe, 11,51s; 18,14, mais aussi Judas qui l'a livré à ceux-ci, 6,71; 13,2.11.21; 18,2.5.

24 R. LAURENTIN, Conferenza tenuta a Roma, in Nostra Signora di Sion, nel nov. del 1965, in Bilan du Concile, Parigi 1966, p. 133-135.

25 Su questa frase non si deve insistere troppo, perché era una frase corrente, più volte ripetuta dalla Sacra Scrittura (Lv 20,9; Gios. 2,19; 1Sam 1,16; 1Re 2,33), sembra anzi che lo sia tuttora in Oriente, ed abbia solo il senso d'indicare un reo meritevole di morte.

26 Cf. G. BAUM, Les Juifs et l'Evangile, Parigi 1965, p. 165ss.; ID., Declaration of Vatican II on the relation of the Church to the non-Christian Religions, in Center for Biblical and Jewish Studies, 8 (1966) sp. p. 4; A. BEA, La Chiesa e il popolo ebraico, Brescia 1966, p. 141-162. Sarà opportuno notare che il c.d. senso tipico può riscontrarsi, propriamente parlando, tra Vecchio e Nuovo Testamento, e precisamente là dove l'uno prelude in alcuni episodi e personaggi ad episodi e personaggi dell'altro, oppure là dove, da come Dio si comportò in alcune situazioni descritte dalla Scrittura, s'arguisce pure il suo comportamento in situazioni analoghe (cf. 1Cr 10,1-11). Un ricorso al senso tipico che, al di là di tali limiti, può risolversi in un puro e semplice soggettivismo, già venne escluso dall'Ep. Encicl. Humani generis (AAS 42/1950/568-570). Il senso tipico deve infatti risultare dalla stessa rivelazione e solo allora può addursi a prova d'una verità cristiana, la quale, peraltro, s'affida ordinariamente ed insuperabilmente al senso letterale ed ai passi espliciti del testo rivelato, Cf. SAN TOMMASO, STh I, 1, 10 ad 1; Quodl 7, 14 ad 4.

27 F. LovsKI, Antisémitisme et mystère d'Israél, Parigi 1955, p. 226. Va notato che le comunità ebraiche, fiorenti al tempo di Gesù in Mesopotamia, in Egitto, in Asia minore, a Roma e in tutto il bacino mediterraneo, nulla detraggono a danno della realtà e condizione di popolo, proprie degli Israeliti rimasti in patria; anzi, opponendosi quasi ovunque al messaggio di Cristo, ne seguon l'esempio e ne partecipano le responsabilità.

28 PONT. CONSIGLIO GIUSTIZIA E PACE, Compendio della dottrina sociale della Chiesa, Città del Vaticano 20043, n. 386, p. 211.

29 Cf. E. TOAFF, Essere ebreo, Milano 1994, p. 13: "Ebreo è un popolo che ha una religione. I due concetti sono inscindibili. L'identità ebraica è costituita soprattutto dall'appartenenza al popolo ebraico".

30 Anzi, con Cristo ed in Cristo le stirpi stesse vengono meno: Gal 3,27-29: "Quicumque enim in Christo baptizati estis, Christum induistis. Non est Judaeus neque Graecus, non est servus neque liber, non est masculus neque femina. Omnes enim vos unum (eU maschile) estis in Christo"; Rm 10,12: "Non enim est distinctio Judaei et Graeci".


31
P. es., A. RAVENNA, L'ebraismo postbiblico, Brescia 1958; D. JUDANT, Jalons pour une théologie chrétienne d'Israél, Parigi 1975; G. Ricciotti, Storia d'Israele, 1.Torino 1932, p. 139-338; P. HEINISH, Geschichte des Alten Testaments, Bonn 1950, p. 39-153. Non mi pare però che la distinzione sia da questi ed altri Autori scavata in tutta la sua intelligibilità.

32 Di tutt'altro parere è B. HUSSAR, La religione giudaica, in AA.VV., Le religioni non cristiane nel Vaticano Il, Torino-Leumann 19672, p. 252-261 secondo il quale gli Ebrei non sono dei riprovati per la semplice ragione che la riprovazione non ebbe mai luogo. A mio modesto avviso, questo è un grave errore, dovuto alla mancata distinzione tra il giudaismo talmudico e il giudaismo del "resto d'Israele", l'uno indubbiamente ripudiato da Dio che non poteva approvarne il rifiuto di Cristo, l'altro da Dio costituito in continuità con le antiche promesse per la sua fede in Cristo.

33 Alludo specialmente ai relatori del Simposio storico-teologico del 30 ottobre-1 novembre 1997, i cui Atti figurano in Radici dell'antigiudaismo in ambiente cristiano. Colloquio internazionale, Città del Vaticano 2000, con particolare attenzione per M. Dubois, P. Beauchamp, I.-M. Garrigues. Rimando poi a A. BEA, Il popolo ebraico nel piano divino della salvezza, in Civiltà Cattolica, 6.11.1965, p. 209-229; P. BEAUCHAMP, L'Église et le peuple juif, in Etudes, 321 (1964) 249-268; Gr. BAUM, Les Juifs et l'Évangile, Parigi 1965; BR. HUSSAR, Destinée d'lsraél et destinée du Chrétien, in La vie spirituelle, 100 (1959) 595-622; ID., Réflexions sur le Mystère d'lsraél, in Bible et Terre Sainte, gennaio 1966; W. D. MARSCH-K. THIEME, Christen und Juden. lhr Gegenúber vom Apostelkonzil bis heute, Magonza-Gottinga 1961; J. DE MENASCE, Quand lsraél alme Dieu, Parigi 1931; N. LOHFINK, L'Alleanza mai revocata. Riflessioni esegetiche per il dialogo tra cristiani ed ebrei, Brescia 1991.

34 Un grande, forse il più grande commentatore dell'"Ep. agli Ebrei", C. Spico, L'Epítre aux Hébreux, Parigi 19532, p. 244, scrive al riguardo: "Le mot important de l'oracle prophétique est KaLVtj; sa portée est plus grande qu'il ne paraît. On aurait pu concevoir que Dieu allait rajeunir, modifier, améliorer une alliance qui semblait faite pour durer toujours. Non point. Dès là qu'il annonce une SLae1K11 KcLV, il rend irrémédiablement vieille (cf. le parfait) la précédente; celle-ci n'est plus seulement ancienne, mais périmée et caduque. ‘Nouvelle' doit donc s'entendre au sens d'innovation qui remplace purement et simplement un ancien ordre de choses".

35 Cf. LOHFINK N., L'Alleanza mai revocata, cit. p. 17-18.

36 SACK, Occhio per occhio. Polonia 1945: la storia della vendetta ebraica contro i nazisti, Milano 1995.

37 Si veda G. LEVI DELLA VIDA, Les Sémites, Parigi 1938; S. MOSCATI, Storia e civiltà dei Semiti, Bari 1949 (10552); W. VON SODEN, Semiten, in RGG3 V. Tubinga 1961, c. 1690-1693; E. HAMMERSHAIMB, Semitiche Sprachen, ivi c. 1694-1696.

38 Se ne ha una documentazione storica, forse un po' troppo "gridata", in Autori come FR. LOVSKI, Antisémitisme, cit. p. 146-148.196-198.305-308; L. POLIAKOV, Du Christ aux Juifs de cour, Parigi 1955, p. 64-65. 72-80

39 L. POLIAKOV, Du Christ, cit. p. 72-80.

40 Ivi p. 115.


41
FR. LOVSKI, Antisémitisme, cit. p. 197.

42 P. DEMANN, Les Juifs sont-ils-maudits? in Cahiers Sioniens, luglio,1948, p.277.

43 Cf. al riguardo P. BEAUCHAMP, L'Église et le peuple juif, in Etudes, sett. 1964, p. 265ss.

44 C'è un bel testo in SANT'AGOSTINO, Enarr. in Ps. LXV,5 PL 36,5 dove l'accusa di deicidio vien allontanata dagli Ebrei crocefissori di Cristo, perché, "se l'avessero saputo, non avrebbero crocefisso il Signore della Gloria" (1Cor 2,8).

45 CCC (Libr. Editr. Vatic. 1992) 598; Cat. Rom., I, 5, 11 (Ed. BAC Madrid 1956, p. 124).

46 Cf. E. TOAFF, Essere ebreo, cit. p. 13.

47 Cf. J. MARITAIN, Le mystère d'Israèl et autres essais, Parigi 1965, p. 34-37 che insinua una colpa nazionale e parla di "castigo-avvenimento"; la parola di Maritain è tanto più probante in quanto egli appartiene al folto gruppo dei favorevoli ad Israele e condanna con essi l'antisemitismo.

48 Interessantissimo a tale riguardo Rm 11,30-32 che costituisce un po' l'interpretazione dei due precedenti versetti. L'Apostolo parla sempre ai cristiani dell'Urbe, convertiti dal paganesimo, e dice: Anche voi, un tempo, foste a Dio ribelli (ribellarsi-ribellione, cf. Rm 11,10.21); oggi però che la mancata obbedienza degli Ebrei fu l'occasione della vostra conversione, siete voi ad aver ottenuto la misericordia di Dio. Ma la misericordia da voi conseguita è ora all'origine della ribellione ebraica. La relazione s'è invertita: la misericordia che Dio ha rivolto a voi è un dativo che i grandi esegeti considerano causale) è ordinata alla (ίνα, finale) conversione degli Ebrei. Dio, in effetti, tutti chiuse nella disobbedienza, per aprir a tutti, pagani ed Ebrei, la sua misericordia.



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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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