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LA CHIESA NON PUO' DARE LA COMUNIONE AI DIVORZIATI RISPOSATI PERCHE' LI AMA

Ultimo Aggiornamento: 27/05/2014 13:43
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07/04/2014 17:46
 
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lunedì 7 aprile 2014

P. Cavalcoli risponde a MiL in merito a sue affermazioni rilasciate a Radio Maria sulla questione dei divorziati risposati

 
Tempo fa abbiamo ricevuto da parte dei nostri lettori molte mail  di stupore e di preccupazione per un'intervento di p. Giovanni Cavalcoli OP, circa sulla problematica della Comunione ai divorziati risposati o comunque conviventi.  Padre Cavalcoli avrebbe affermato che la questione sarebbe da trattare sotto un profilo di carattere pastorale e non dottrinale. 
L'intervento in questione si può ascoltare qui.  
Ci siamo permessi di scrivere all'interessato, e chiedere un'interpretazione autentica. 
Ringraziamo anche pubblicamente p. Cavalcoli per la cortesia e la disponibilità, e per averci permesso di pubblicare la sua risposta e la sua spiegazione. 

Roberto
 
Ecco la nostra mail.
 
 Rev.do Padre,
come sta?
Le scrivo sollecitato da molti nostri lettori che l'hanno sentita a Radio Maria. Secondo quanto da loro sentito, Lei avrebbe sostenuto che la comunione ai divorziati risposati è una questione di carattere pastorale e non dottrinale.
Orbene, noi siamo gli ultimi a poter discutere su questi argomenti dotti, ma se così davvero lei avesse detto, rimaniamo basiti.
- i divorziati risposati non possono accedere alla comunione perchè giacciono in peccato mortale con il coniuge civile concubino e non fuggono dalle tentazione di peccare (motivo per cui non possono ricevere l'assoluzione).
- inoltre i divorziati non risposati non possono accedere alla comunione perchè hanno arbitrariamente contravvenuto al divieto divino di non sciogliere ciò che fu unito da Dio. (si veda cosa successe dopo Enrico VIII).
Saremmo lieti se volesse darci una sua spiegazione sul punto: i lettori hanno capito male? Lei è stato frainteso? O davvero ha sostenuto questa teoria? In tal caso, ci permetta di esprimere tutto il nostro stupore!
Potremmo, nel caso, pubblicare la sua risposta ad utilitatem dei nostri preoccupati lettori?
Un caro saluto e a presto!
Con stima, Roberto  - Redazione MiL
 
 Ed ecco la sua risposta, che ben spiega il corretto pensiero del domenicano, teologicamente ineccepibile, e che tranquillizzerà di sicuro i nostri lettori.
 
Caro Roberto,
       i divorziati risposati si trovano nell'occasione prossima di peccare mortalmente, ma questo non vuol dire che di fatto siano in permanente stato di peccato mortale. Sarebbe, questo un giudizio temerario, che non ci è concesso, e che la Chiesa non pronuncia affatto, perchè il peccato non dipende semplicemente dall'occasione, ma dalla volontà, la quale resta libera di non peccare, anche quando si offre l'occasione di peccare. E' importante non cercare l'occasione: questo può essere già peccato. Ma se questa si presenta inaspettata o imprevista, allora è possibile resistere.
  Le attuali disposizioni della Chiesa, per le quali a loro è proibito accedere alla Confessione ed alla Comunione, sono certamente sagge, perchè esse sono motivate dal fondatotimore che i due possano trovarsi in stato di peccato, anche se non c'è la certezza per il motivo che ho detto sopra, per cui, se dovessero confessarsi e fare la Comunione in quelle condizioni, commetterebbero un sacrilegio: riguardo alla Confessione, perchè si troverebbero assai in difficoltà nel promettere di non peccare più e riguardo alla Comunione, perchè, se sono in stato di peccato mortale, "assumerebbero, come dice Paolo, la propria condanna".
   E' vero che i due si trovano in una situazione che li spinge fortemente al peccato e che crea ostacolo alla possibiltà di formare il proposito di non peccare più. Ma possono darsi situazioni, per esempio con flgli, e magari col coniuge legittimo sposato o unito con un'altra persona, per cui praticamente è impossibile sbloccare la situazione. 
  Ma se fanno il possibile per evitare l'occasione e nonostante ciò cadono, ed ogni volta che cadono, si pentono, Dio non li perdonerà?
  Inoltre ricordi che la Chiesa stessa ha emanato anni fa un documento, nel quale si dice che se i due riescono ad astenersi dal rapporto sessuale, per esempio due anziani, sono ammessi ai sacramenti.
  Il dogma non può cambiare; invece le disposizioni pastorali possono mutare. Attendiamo con fiducia ciò che su questa delicata materia sarà deciso dal Santo Padre, dopo aver ascoltato i vescovi e il popolo di Dio. 
   Secondo me, è bene che la legge attuale resti immutata, perchè, se allarghiamo la disciplina, temo che calerà ulteriormente la stima nei matrimonio e nei sacramenti, già molto compromessa presso molti cattolici Ma sta al Papa decidere. Dobbiamo fidarci di lui, anche se su questa materia, che non è dogmatica, non è infallibile.

   Vi autorizzo senz'altro a pubblicare, se credete, questa mia risposta. 
   Colgo l'occasione per complimentarmi per il vostro sito.  Vi ricordo nella preghiera e pregate per me. 

   Con viva cordlalità    

P.Giovanni Cavalcoli,OP







Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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