A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

LA TUNICA STRACCIATA (testi di Tito Casini)

Ultimo Aggiornamento: 30/01/2012 16:25
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 39.987
Sesso: Femminile
22/05/2009 23:35
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

Dalle Profezie della Beata Caterina Emmerich:

"Vidi ancora una volta che la Chiesa di Pietro era minata da un piano elaborato dalla setta segreta, mentre le bufere la stavano danneggiando. Ma vidi anche che l’aiuto sarebbe arrivato quando le afflizioni avrebbero raggiunto il loro culmine. Vidi di nuovo la Beata Vergine ascendere sulla Chiesa e stendere il suo manto su di essa."


"Vedo altri martiri, non ora ma in futuro... Vidi le sette segrete minare spietatamente la grande Chiesa. Vicino ad esse vidi una bestia orribile che saliva dal mare... In tutto il mondo le persone buone e devote, e specialmente il clero, erano vessate, oppresse e messe in prigione. Ebbi la sensazione che sarebbero diventate martiri un giorno. Poi vidi un'apparizione della Madre di Dio, che disse che la tribolazione sarebbe stata molto grande. Aggiunse che queste persone devono pregare ferventemente... Devono pregare soprattutto perché la chiesa delle tenebre abbandoni Roma." (25 agosto 1820)


"La Chiesa è completamente isolata ed è come se fosse completamente deserta. Sembra che tutti stiano scappando. Dappertutto vedo grande miseria, odio, tradimento, rancore, confusione e una totale cecità. O città! O città! Cosa ti minaccia? La tempesta sta arrivando; sii vigile!" (7 ottobre 1820)



"...L’opera del diavolo si insinuerà anche nella Chiesa in una maniera tale che si vedranno cardinali opporsi ad altri cardinali, vescovi contro vescovi. I sacerdoti che mi venerano saranno disprezzati e ostacolati dai loro confratelli...chiese ed altari saccheggiati; la Chiesa sarà piena di coloro che accettano compromessi, e il demonio spingerà molti sacerdoti e anime consacrate a lasciare il servizio del Signore. Il demonio sarà implacabile specialmente contro le anime consacrate a Dio. Il pensiero della perdita di tante anime è la causa della Mia tristezza. Se i peccati aumenteranno in numero e gravità, non ci sarà perdono per loro..."


13 Ottobre 1973, messaggio della Vergine Maria a Suor Agnese Sasagawa, Akita

                                           

    

Nel giugno del 1988 il Cardinale Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede presso la Santa Sede (oggi Benedetto XVI), espresse un giudizio definitivo sulla vicenda definendo gli eventi di Akita attendibili e degni di fede.





                                        [SM=g1740720]


Le ragioni del cuore  [SM=g1740717]

(difesa della Messa in latino e del Rito san Pio V. Tito Casini segnala come ci furono suppliche rivolte a Paolo VI per ripristinare l'antico rito, ma non rispose...si è dovuto attendere Benedetto XVI nel 2007 dopo circa 40 anni di sofferenze...)



Il cuore, infatti, ha ragioni - diremo parafrasando Pascal - più forti o più suasive che la ragione non abbia, e la bellezza è di queste. Amor, che a nullo amato amar perdona... e dal cuore, prima che dalla ragione, è sorto il grido d'angoscia per il latrocinio di cui la Messa è stata oggetto, sorta la supplica a Chi può perché ci sia restituita, come ci è stato restituito il capolavoro che un folle aveva, a colpi di martello, mutilato e sfigurato, in San Pietro, nel conato di distruggerlo.

Quella del Madiran non è che una delle più recenti e accorate fra le implorazioni che l'amore ferito ha levato in alto: «Santissimo Padre, rendeteci la Messa cattolica tradizionale, latina e gregoriana, secondo il Messale di san Pio V. Si dice che sareste stato Voi a interdirla, il che è assurdo, perché nessun Pontefice potrebbe, senz'abuso di potere, colpire d'interdizione il rito millenario della Chiesa, canonizzato dal Concilio di Trento. Ma, vero o no che ciò sia, che sia stato col vostro o contro il vostro consenso che la Messa tradizionale ci è stata tolta, a grado a grado, sotto il vostro pontificato, ciò non importa: ciò che importa è che Voi, Santissimo Padre, ce la rendiate. Voi lo potete e i vostri figli lo reclaman da Voi...»

Le ragioni del cuore sono quelle, precipuamente, che in difesa della Messa fanno schierar - senza invito e pur contro invito - laici d'ogni categoria, di chiaro e di oscuro nome, competenti o come me incompetenti di teologia, unicordi, in questo, coi tanti fedeli di nessun nome e di molta fede (quella che una volta si definiva, ammirando, «la fede del carbonaio»), per i quali il latino non era il «diaframma» ma il velo, ma la sacra nube che circonfulge il divino, e averlo tolto è quasi un aver presunto di penetrare l'impenetrabile, di squarciare il mistero.

«Il testo splendido della Messa latina», così Luigi Dalla Piccola, il musicista, «è il risultato di secoli di meditazione e latino doveva rimanere. Mia madre non sapeva il latino, ma è stata sempre in grado per la sua fede di seguire la cerimonia»; e Mario Luzi, il poeta: «Per chi non ha senso religioso la messa latina è tutt'al più una splendida forma rituale che insieme ad altre forme, come il canto gregoriano, costituiscono una tradizione da non disperdere. Ma chi ha senso religioso sa che il linguaggio della messa non è parafrasabile in nessun altro linguaggio... Non nego che abbiano avuto un certo peso nella mia adesione l'estetica, il sentimento, il génie du christianisme, insomma. Ma dovrei vergognarmene?»

E Giacomo Devoto, il filologo: «I simboli che la lingua liturgica impersona sono due: l'universalità, l'eternità. Essa afferma che in qualsiasi parte del mondo la formula religiosa è la stessa, sia intelligibile o meno, sia pronunciata correttamente o meno. Nel fluire del tempo poi, mentre tutto muta, la formula religiosa rimane... Essa è un atto di fede...»

Aggiungiamo a queste testimonianze ciò che Giovanni Mosca, con la sua lepida penna, scriveva sul Corriere della Sera confrontando testi e traduzioni... Si tratta, ancora, delle ragioni del cuore, della bellezza, e fa al caso quel minimo, quel «discorde accento» che basta, secondo Leopardi, a guastare, a «tornare in nulla», la più bella armonia.

«Per quale ragione», Mosca si chiede, «sembra che Orate, fratres, scenda più dolce al cuore che «Pregate, o fratelli?» Perché Sanctus, Sanctus, Sanctus Dominus Deus Sàbahot è più grandioso ed esaltante di «Santo, santo, santo è il Signore Dio dell'universo?» Credo dipenda dal pacifismo della traduzione italiana che non ha osato conservare all'ebraico Sàbahot il significato di eserciti, Troppo bellicoso. Liturgia guerrafondaia. Per cui lo splendido «Signore Dio degli eserciti» (eserciti d'angeli, beninteso) è stato sacrificato».

E prevedendo, per chi ci bada, il sorriso di chi non bada a queste farfalle sotto l'arco della nuova Messa (farfalle, inezie cui sicuramente non bada il «Signore Dio dell'universo»), sorride e sèguita: «Io sono tra questi buffi e commoventi nostalgici. Mi sembra di esprimergli più sentitamente e profondamente la mia riconoscenza dicendo Deo gratias che non usando l'ampolloso e ginnasiale "Siano rese grazie a Dio".

Quel semplice Gloria in excelsis va più su che non il complicato " Gloria nell'alto dei cieli ". Et iterum venturus est iudicare vivos et mortuos mi fa più paura del " Verrà di nuovo... "

Il risonare del petto battuto tre volte dalla mano viene meglio reso da Mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa o da " Per mia colpa, per mia colpa, per mia grandissima colpa "?

Solo che senta dire Agnus Dei, una mano invisibile mi solleva dal suolo, all'Et in terra pax hominibus bonae voluntatis mi rivedo bambino intento a seguire voli di angeli, con Miserere nobis dico tutte le lagrime del mio infinito bisogno di pietà, all'Ite, missa est avverto qualche cosa di definitivo, di irreparabile, una porta che si chiude, rimango solo, indifeso» (e che conforto, aggiungo, che gioia, nell'antica Messa, sentire, dopo quell'Ite, che no, la porta non si era chiusa, che non si era alla fine ma solo, ma ancora, ma sempre al principio: In principio erat Verbum ... et Verbum erat apud Deum... et Deus erat Verbum... Finiva così, la Messa antica; ed era come sentire il primo odore di fiori, come vedere le prime rondini tornare sul finir di marzo).

Si dirà, per questo, che Missa est, come Mosca intitola l'articolo, o Missa erat come l'altro, con lo stesso significato, intitola il suo? Infelici noi, se così fosse, se il Papa non avesse risposto no, all'eresia esterna e interna alla Chiesa, che gli chiedeva d'interdirla. Sarebbe davvero la fine della Messa e con essa della Chiesa, secondo le assurde speranze del suo più viscerale nemico.

È alla messa «tridentina», ante litteram, la «messa papista», ch'egli, Lutero, si riferisce allorché incitando ad abbattere l'odiato, il vituperato baluardo, dice: «Quando la messa sarà stata rovesciata, io penso che avremo rovesciato il papato: triumphata missa, puto nos totum papam triuphare. È sulla messa, come su una roccia, che il papato interamente si appoggia... Tutto crollerà necessariamente quando crollerà la loro messa...»

Assurde speranze, dico, purtroppo alimentate, come sappiamo, dagli autori della «nuova messa», che hanno chiamato in aiuto, a demolire e rifabbricate, proprio quelli, i discepoli di Lutero, che non credono nella Messa e disprezzano coerentemente la Chiesa che la sostiene e n'è sostenuta, con amaro stupore di un vescovo, Marcel Lefèbvre
*, non per nulla a questi e a quelli ugualmente inviso: «Ma come possiamo immaginare che dei protestanti, che non hanno la nostra fede, siano invitati a far parte di una commissione per la riforma della nostra Messa, del nostro sacrifizio, di ciò che noi abbiamo di più bello, di più ricco in tutta la nostra Chiesa, l'oggetto più perfetto della nostra fede?»

Come? È ciò che gli stessi protestanti si chiedono, chi rallegrandosi - com'è logico, dietro quel puto nos del maestro - chi dolendosi, come al mancar di una luce verso cui, delusi e smarriti nella giungla del «libero esame», guardava con desiderio e speranza. «Cosa ben triste! Comincio a scoprire le magnificenze della Messa romana, e molti altri con me, nel momento in cui i cattolici sembrano volerle perdere». Sono di un pastore protestante queste parole - già da noi citate - scritte a un sacerdote cattolico a proposito della «nuova messa»: neanche «nuova», per verità - non ne dispiaccia ai «novatori» - perché, egli dice e dimostra, «il vostro "Novus Ordo Missae" già esisteva quasi per intero nel Secolo dei Lumi» (la riforma liturgica era auspicata già allora, ai propri fini, dalla massoneria) ed è così, egli aggiunge, che la mia prima impressione nell'esaminare i nuovi formulari della Messa è stata questa: I cattolici commettono esattamente gli errori che noi abbiamo commesso in passato».

È noto che Lutero gode di un, ottima riputazione nella Chiesa o fra gli ecclesiastici, meno o più alto locati, d'oggi. Per dirlo ai suoi, il cardinale Willebrands, con tutto il da fare che aveva a Roma, è andato apposta a Evian-les-Bains, all'Assemblea Luterana, dove ne ha fatto il panegirico presentandolo, in sintesi, come «una persona profondamente religiosa, che con onestà e dedizione ricercò il messaggio del Vangelo, e della quale occorre saper dare un più corretto apprezzamento negli sforzi per ricostituire la perduta unità»: cosa che può lasciare alquanto perplessi, anche in tempi, come il nostro, di sconfinato «ecumenismo», chi ricordi, a mo' d'esempio, il suo ferro-e-fuoco (da precursore di Hitler) contro gli ebrei, le sue condanne a morte dei preti che seguitassero a dir la «messa papista», o le parole con cui (antesignano di Stalin) invitava i principi tedeschi a liquidar la rivolta dei contadini: «Scatenatevi, cari signori, salvateci. Trafigga, colpisca, strozzi, chiunque può farlo. Noi viviamo in tempi così straordinari, che un principe può meritarsi il cielo versando il sangue assai più facilmente che altri pregando»: parole che, com'è storico, quei cari signori non intesero a sordo.

Bazzecole, queste e altre simili, che in mano all'avvocato del diavolo potrebbero tutt'al più ritardare quella canonizzazione che alcuni sembrano desiderare, e possiamo metter fra questi un altro pezzo grosso della Chiesa odierna, postconciliare, quel padre Congar che del Concilio è riconosciuto «uno dei principali ispiratori» e ha avuto le mani in pasta nella faccenda della riforma liturgica. I titoli, secondo il celeberrimo padre, per collocar nel firmamento celeste l'uomo di Wittenberg sono tanti e tali da offuscare, al confronto, stelle di prima grandezza, nello stellato dei Santi, quali l'autore del De Civitate e quel della Summa, nonché pensatori come quello delle Pensées.

Sentite: «Lutero è uno dei più grandi geni religiosi di tutta la storia. Io lo metto, a questo riguardo, sullo stesso piano di sant'Agostino, san Tommaso d'Aquino e Pascal. In certa maniera egli è ancora più grande. D'une certaine manière il est encore plus grand. Egli ha ripensato tutto il cristianesimo. Lutero fu un uomo di Chiesa...»
Lo riferiscono (da Le Mond del 29 marzo passato) Itinéraires, che pare sian di parer contrario, così commentando fra l'altro le ultime parole: «Quanto a vedere in lui "un uomo di Chiesa" è un pigliare in giro la gente, se moquer du mond, perché si sa che tutta la sua opera non tende che alla demolizione della Chiesa»: la quale, giova ripetere, poggia, secondo lui e siam d'accordo, sul papato, e il papato, sempre d'accordo, sulla Messa (nostra, cattolica). Si può, perciò, esser certi che Paolo VI non accoglierà i voti, non santificherà non riabiliterà Lutero e risponderà Vade retro a chi lo tenterà di autodemolirsi demolendo la «roccia» su cui si fonda, sacramentalmente, il suo trono.

Resta che Lutero, resta che il nemico occupa tuttavia la «spianata», cingendo d'assedio la «rocca» (come propriamente definite, lo ripetiamo, le aree della Liturgia e della Fede) all'intento di valersi di quella per la conquista di questa e con punte e con ausiliari già dentro, già inframmessi al presidio in funzione di persuasori, purtroppo ascoltati, di ciò che il pio Enea narrava della sua infelice città: Dividimus muros et moenia pandimus urbis... et monstrum infelix sacrata sistimus arce...

La «messa nuova», «riformata», da intronizzare sull'arce detronizzando ed espellendo, interdicendo la Messa, non sarebbe e non è, nei piani degli attaccanti, che l'ultim'atto, l'atto conclusivo della battaglia contro la Chiesa, e poiché, come già si è detto, è sulla spianata che la rocca si difende, che la battaglia si decide, è d'importanza capitale che il nemico ne sia cacciato, che sulla spianata, nella sua dolce liturgia, la Chiesa torni a festeggiar le sue sagre, tornino, tornati al loro oggetto, i suoi cori, simile a ciò che l'esule rivedeva narrando: Pueri circum innuptaeque puellae sacra canunt... con lacrime, d'altro ma non dissimile genere, anche a noi non ignote.



*Il Casini scriveva queste cose prima che Mons. Lefebvre venisse sospeso a divinis. L'amore di Tito Casini - sempre obbediente - per la Chiesa e per l'autorità e assai distante dalle posizioni prese del presule francese negli ultimi anni della sua vita (n.d.r.)

Ricordiamo che Benedetto XVI dopo aver promulgato il MP che libera la Messa antica, ha tolto anche la scomunica ai vescovi nominati da mons. Lefebvre, nomina dalla quale scaturì la scomunica!

[SM=g1740739] [SM=g1740739] [SM=g1740739] [SM=g1740739] [SM=g1740739] [SM=g1740739]

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 12:52. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com