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La Chiesa Cattolica in Inghilterra

Ultimo Aggiornamento: 03/12/2012 15:21
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La cerimonia d'ingresso nell'arcidiocesi di monsignor Vincent Nichols

L'arcivescovo di Westminster
e la dimensione pubblica della fede


Londra, 22. "Occorre rispettare la dimensione pubblica della fede":  è quanto ha ribadito il nuovo arcivescovo di Westminster, Vincent Nichols, in occasione della cerimonia d'ingresso nell'arcidiocesi svoltasi ieri.

Alla celebrazione liturgica nella cattedrale di Westminster, chiesa madre dell'arcidiocesi, hanno assistito oltre duemila persone, tra le quali i rappresentanti delle autorità civili, il predecessore dell'arcivescovo Nichols, il cardinale Cormac Murphy-O'Connor, il nunzio apostolico in Gran Bretagna, l'arcivescovo Faustino Sainz Muñoz e l'arcivescovo di Canterbury, primate della Comunione anglicana, Rowan Williams, che fra l'altro ha salutato monsignor Nichols come nuovo copresidente dell'organizzazione ecumenica "Churches together in England". Nel suo intervento, il cardinale Murphy-O'Connor ha detto che "nuove sfide si presentano per la Chiesa locale e che è necessario sostenere la comunità cristiana nella società secolarizzata".
 
Rivolgendosi ai presenti, l'arcivescovo Nichols ha fra l'altro sottolineato durante l'omelia della messa, incentrata sulla figura di san Paolo, che "la fede non è mai un'attività solitaria né può essere soltanto privata". "La fede in Cristo - ha aggiunto - ci conduce a una comunità che oltrepassa differenze etniche, culturali e sociali e ha una dimensione pubblica". L'arcivescovo ha spiegato che "come società, se vogliamo costruire su questo dono della fede, dobbiamo rispettare la sua espressione esteriore, non soltanto onorando la coscienza individuale ma anche rispettando l'integrità istituzionale delle comunità di fede per quello che contribuiscono al servizio pubblico e al bene comune".

Per il presule, quindi, soltanto se i cristiani sono messi in grado di esprimere la propria fede in una dimensione comunitaria e quindi pubblica "potranno contribuire a costruire la società che desideriamo". "Operiamo affinché - ha concluso - questa diventi una società nella quale possiamo ascoltarci gli uni con gli altri in maniera genuina, dove sinceramente si possano esprimere opinioni diverse senza per questo essere colpiti da insulti e dove non si costruiscano pregiudizi". Il presule ha specificato che la comunità cristiana offre un modello prezioso di dialogo che "va oltre le differenze culturali e le divisioni nella società".
 
Un altro tema al centro dell'omelia è stato quello della complementarità tra fede e ragione. "Alcuni sostengono - ha affermato l'arcivescovo - che fede e ragione sono opposte dicendo che una fede fervente sostituisce la ragione ma - ha evidenziato - questo punto di vista inibisce la ricerca della verità e la possibilità di un vero dialogo rispettoso che è cruciale oggi". Infine, l'arcivescovo ha offerto una riflessione sui media ricordando il loro importante ruolo nell'impedire il diffondersi delle divisioni nella società.

Tra gli impegni che spettano all'arcivescovo c'è anche quello di promuovere il dialogo tra fedi. In un intervento precedente alla cerimonia d'ingresso nell'arcidiocesi, monsignor Nichols aveva affermato di aspettarsi di imparare molto dal modello interreligioso instaurato da tempo a Westminster. "So che questo dialogo è una tradizione basilare - ha detto il presule - e che nell'arcidiocesi è stato svolto un grande lavoro tramite la rete dei contatti".

Monsignor Nichols era anche stato nominato presidente della Conferenza dei vescovi cattolici di Inghilterra e Galles, durante la plenaria svoltasi a Leeds dal 27 al 30 aprile. "Se ogni vescovo diocesano è pienamente responsabile della propria diocesi - aveva ricordato per l'occasione - la Conferenza episcopale è il nostro modo di lavorare insieme, sostenendoci l'uno con l'altro e portando avanti progetti condivisi e questioni d'interesse comune".



(©L'Osservatore Romano - 22-23 maggio 2009)

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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A colloquio con monsignor Vincent Gerard Nichols,
presidente della Conferenza episcopale d'Inghilterra e Galles

Una comunità che cresce
nel segno dell'ecumenismo


di Nicola Gori

Una minoranza in pieno fermento e aperta al dialogo. Una comunità ecclesiale in prima linea nel processo di integrazione, per evitare barriere nella convivenza tra vecchi e nuovi inglesi. Un laboratorio di culture diverse, che esprimono una varietà di riti. Una Chiesa che vive nell'attesa del momento in cui uno dei suoi più illustri figli, John Henry Newman, prete oratoriano, cardinale, uomo di cultura e letterato, sarà beatificato. E spera che sia proprio il Papa a farlo. E nella cattedrale londinese. Monsignor Vincent Gerard Nichols, arcivescovo metropolita di Westminster e presidente della Conferenza episcopale - in Vaticano in questi giorni per la visita ad limina Apostolorum - in quest'intervista al nostro giornale offre un quadro sintetico della realtà in cui è inserita e opera la Chiesa che è in Inghilterra e Galles.

Nel novembre dello scorso anno è stata promulgata la Costituzione apostolica Anglicanorum coetibus. Come è stata accolta dai fedeli inglesi?

Da venti anni, ormai, stiamo sviluppando il processo del rito di iniziazione cristiana degli adulti, come il modo normale per le persone per entrare nella Chiesa. Così all'inizio della Quaresima per due giorni di seguito la cattedrale di Westminster sarà piena di aspiranti cattolici. Non è abbastanza grande per accogliere tutti questi fedeli in un solo giorno. Tra quanti chiedono di entrare a far parte della Chiesa cattolica, alcuni provengono da diverse esperienze di fede, molti non hanno ricevuto un'educazione religiosa, altri sono stati battezzati e quindi sono candidati alla piena comunione, altri ancora provengono dalla Chiesa d'Inghilterra (Church of England). È diventata per noi una routine.
Per ciò che concerne la costituzione apostolica Anglicanorum coetibus è molto importante comprendere che non è stata scritta specificatamente per l'Inghilterra. La costituzione è stata una risposta della Santa Sede a una domanda precisa proveniente da persone della Comunione anglicana da diverse parti del mondo, soprattutto dall'America e dall'Australia. La richiesta fatta alla Santa Sede è stata:  "C'è un modo in cui noi, che siamo convinti del primato del Papa e del dono dell'unità visibile intorno a lui, per il modo in cui viene oggi svolto il suo ministero, di entrare in piena comunione con il Papa e di portare con noi quella parte del nostro patrimonio coerente con la fede cattolica?". La risposta è stata la costituzione apostolica. Resta da vedere quante persone decideranno di rispondere a questa apertura da parte del Papa.

Cosa può influire maggiormante nella decisione di abbracciare o meno il cattolicesimo?

Nella Chiesa d'Inghilterra è piuttosto forte la tradizione anglo-cattolica. Ma non è questo il punto focale della Anglicanorum coetibus. Non è tanto, infatti, avere una profonda conoscenza della natura cattolica della vita della Chiesa e della sequela cristiana, quanto piuttosto la comprensione del papato. Nella cosiddetta parte anglo-cattolica della Chiesa d'Inghilterra molti non condividono la visione del papato. Alcuni pur condividendo il senso cattolico della sequela cristiana hanno un rispetto definito e positivo per il ruolo del Vescovo di Roma. Ora dovranno scegliere e - come l'arcivescovo Rowan Williams, primate della Comunione anglicana, e io abbiamo detto nella dichiarazione congiunta - la pubblicazione della costituzione potrebbe porre fine a un periodo di incertezza per quanti sono ancora indecisi. Ritengo che questo sarà un momento in cui dovranno prendere una decisione. Sappiamo che alcuni fedeli della Chiesa d'Inghilterra stanno valutando attentamente cosa fare. Hanno scelto il 22 febbraio, festa della Cattedra di san Pietro per rispondere.
È importante però ricordare che la costituzione si riferisce a gruppi di anglicani, non a singoli individui. È un modo per le piccole comunità, per i membri della Chiesa d'Inghilterra attuale o della Comunione anglicana, di entrare in piena comunione. C'è sempre stato un dialogo con i singoli membri della Chiesa d'Inghilterra. Questo dialogo continua; la costituzione Anglicanorum coetibus non riguarda soltanto una mezza dozzina di pastori, ma piuttosto interi gruppi di laici. Dobbiamo aspettare e vedere.

Qual è l'impatto della Chiesa cattolica nella vita pubblica?

In Inghilterra, in questo momento, la società sta cambiando e penso che si tratti dell'inizio di una maggiore apertura all'espressione della fede nella vita pubblica. Da alcuni anni si avvertono sospetto e scetticismo nei confronti della religione, perché molti l'hanno associata a un certo tipo di estremismo, denunciandone anche la mancanza di razionalità. Al giorno d'oggi la nostra società sembra pervasa da un senso di incertezza e le persone si interrogano sui valori in base ai quali vivere; i valori che potrebbero unirci. In tale ricerca c'è una maggiore apertura alla luce che proviene dalla fede religiosa, in particolare nella tradizione cattolica, che pone molta enfasi sulla collaborazione e sul rapporto tra fede e ragione. Ci sono alcuni piccoli segnali di questo cambiamento. Per esempio, la peregrinatio delle reliquie di santa Teresa di Lisieux ha suscitato un grande e vasto interesse. Si può dire che sia stata accolta molto positivamente. Da poco si è conclusa la mostra d'arte "Il sacro fatto realtà" alla National Gallery. Nei tre mesi in cui è rimasta aperta è stata visitata da numerosissime persone. Si è trattato di un'esposizione di opere spagnole dal XVI al XVII secolo, riproducenti immagini della fede cristiana molto dirette, vivaci e forti. Diversi commentatori hanno notato che dieci anni fa non sarebbe stato possibile allestire una simile mostra. Oggi, invece, ha avuto molto successo con una partecipazione del 250 per cento superiore alle aspettative. Tra le opere esposte una mi ha colpito in modo particolare. Si tratta di una scultura policroma del Cristo morto. Sembra che di fronte a essa alcuni si siano inginocchiati e abbiano pregato. Si è trattato indubbiamente di un cambiamento notevole nella mentalità e nella cultura inglese. Negli anni passati, infatti, gli inglesi sarebbero stati profondamente a disagio dinanzi a opere riferibili a certe espressioni artistiche, che nel nostro Paese erano scomparse dopo la Riforma. Si tratta di piccoli segnali di riconoscimento del contributo della fede.

Quali sono le principali caratteristiche della missione della Chiesa cattolica in Inghilterra?

Al momento, una delle caratteristiche più evidenti della Chiesa cattolica in Inghilterra è il rapido cambiamento che sta vivendo, a causa delle diverse componenti della comunità ecclesiale. È diventata infatti un punto d'incontro di cattolici di tutto il mondo, appartenenti a differenti culture, lingue ed etnie. Così in numerose parrocchie nelle arcidiocesi di Westminster e di Birmingham, per esempio, e nelle grandi città, si registra una grande sensibilità a questa realtà. In certe parrocchie, soprattutto nelle metropoli, si usano addirittura 90 diverse espressioni linguistiche. Recentemente ho visitato una parrocchia a nord di Londra. C'ero già andato dieci anni fa. Allora era in prevalenza irlandese. Oggi ci sono fedeli che provengono da cinque diversi continenti. Si tratta indubbiamente di un grande arricchimento e il contributo che stanno apportando è forte, vibrante ed entusiasmante. Ci sono molti cattolici polacchi, filippini, africani e del Kerala. Pregano con fervore e contribuiscono anche a ravvivare l'espressione inglese della fede. Ciò comporta anche l'uso di diversi riti liturgici. Nella diocesi di Westminster, abbiamo 60 diverse cappellanie etniche, diversi riti. Questo aiuta anche a far crescere il nostro apprezzamento della diversità nell'unità della Chiesa cattolica.

Come procede il dialogo fra cristiani e musulmani?

Attribuiamo grandissima importanza al dialogo tra religioni. Vorremmo anche sottolineare che non si tratta di un dialogo solo con l'Islam. Vengo proprio da Birmingham e lì c'è un fecondo gruppo di leader di varie religioni e una serie di contatti con sei o sette religioni maggiori. C'è una grande comunità cristiana, poi seguono per ordine di grandezza quelle sikh, indù e la buddista. C'è una anche una piccola comunità ebraica e una crescente comunità musulmana. Abbiamo cercato di portare avanti un dialogo con tutte le varie religioni.
Le difficoltà nel dialogo con l'islam semmai nascono dal fatto che né a Birmingham né a Londra esiste una guida unica con la quale confrontarsi. Attualmente a Birmingham ci sono 160 moschee, ma in molte di esse si ritrovano persone provenienti dallo stesso villaggio del Pakistan o dell'India. Non mostrano di avere una grande coesione tra loro.
A Londra vivono musulmani provenienti da tutto il mondo islamico. I musulmani africani hanno programmi diversi da quelli iraniani o turchi, che a loro volta sono diversi da quelli pakistani e indiani. Quindi non è possibile parlare di musulmani come di un'unica entità. Sappiamo bene, per nostra esperienza diretta, cosa significa emergere come minoranza in Inghilterra, e sappiamo anche come ci si sente nel sapersi al centro di molti sospetti. Proviamo per questo una certa empatia con i musulmani, chiamati direttamente in causa quando certi estremisti, che usano il nome dell'islam per giustificare le loro azioni, compiono attentati e stragi. Fortunatamente i musulmani moderati costituiscono la maggioranza in Gran Bretagna. Desiderano vivere pacificamente, considerano la propria fede una motivazione per fare il bene e vogliono un ruolo nella società britannica. I nostri contatti esistono a livello locale e a livello di responsabili ecclesiali. È importante dare questa testimonianza affinché quanti hanno l'autorità per farlo abbandonino gradualmente la posizione che a volte assumono di considerare la religione come un problema per la società. Invece noi riteniamo che il credo religioso sia un arricchimento per la società e un contributo importante per dare forma a una città moderna.

Guardando al futuro della Chiesa in Inghilterra e nel Galles, quali sono le sue speranze?

Ovviamente attendiamo entusiasti la visita di Benedetto XVI. Sebbene non sia stata ancora confermata ufficialmente, ci stiamo preparando con fiducia. È molto incoraggiante che il Governo britannico e la regina siano estremamente favorevoli a questa visita. Stiamo collaborando con i ministri e i funzionari di Governo per elaborare un programma breve, ma efficace, incentrato sul ruolo della fede in ciò che il Papa spesso descrive come una società di laicità aperta e positiva.
Inoltre aspettiamo con gioia la beatificazione del cardinale John Henry Newman, che tutti conoscono come studioso, convertito al cattolicesimo. Vorremmo presentarlo anche come uomo di cultura inglese, come uomo di grande statura nella vita culturale e letteraria del nostro Paese. Vorremmo che fosse apprezzato anche come parroco perché lo è stato per più di trent'anni a Birmingham e la sua beatificazione giunge alla fine dell'Anno sacerdotale. Speriamo che ciò conduca a una maggiore comprensione del ruolo della fede cattolica, del modo in cui fa veramente parte di uno stile di vita inglese e forse a una nuova fioritura di vocazioni.
Le nostre speranze vanno anche oltre poiché siamo in costante dialogo fecondo con la Chiesa d'Inghilterra e con altri interlocutori cristiani e siamo molto lieti di vedere annunciata la terza serie dell'Arcic, dialogo della Commissione mista internazionale anglicana - cattolica romana. Ovviamente speriamo che questo si traduca in una rinnovata visione di ciò che rappresenta una buona società moderna.

Quali sono, secondo lei, le sfide da affrontare nell'immediato?

Temo un fallimento nel superare il cinismo e il sospetto verso il credo religioso, perché ciò impoverirebbe tutti e quindi causerebbe una maggiore frammentazione della società. La paura più grande è quella dell'emarginazione della religione. Sarebbe un danno per la società, che comporterebbe la perdita di fiducia anche all'interno delle comunità di fede stesse. Una delle sfide maggiori da affrontare credo consista nell'approfondimento della fede nella comunità cattolica e il rafforzamento della sua sostanziale comprensione.



(©L'Osservatore Romano - 31 gennaio 2010)

RICORDIAMO  che al momento attuale i Vescovi della Gran Bretagna hanno cominciato un giro di visite dal Papa:

La VISITA AD LIMINA APOSTOLORUM dal Sommo Pontefice
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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Benedetto XVI ai presuli della Conferenza episcopale d'Inghilterra e del Galles in visita "ad limina"

La fedeltà al Vangelo non è un limite
ma un servizio alla libertà


Certe leggi finalizzate a garantire pari opportunità possono violare la legge naturale

In un'epoca caratterizzata dalle pressioni del secolarismo, si notano i segni di una fede viva tra i cattolici d'Inghilterra e del Galles. Segni dei quali il Papa spera di poter essere egli stesso testimone durante la sua prossima visita in Gran Bretagna. Un auspicio che Benedetto XVI ha espresso rivolgendosi ai presuli della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles, ricevuti in udienza lunedì mattina, 1 febbraio, in visita ad limina.


Dear Brother Bishops,
I welcome all of you on your ad Limina visit to Rome, where you have come to venerate the tombs of the Apostles Peter and Paul. I thank you for the kind words that Archbishop Vincent Nichols has addressed to me on your behalf, and I offer you my warmest good wishes and prayers for yourselves and all the faithful of England and Wales entrusted to your pastoral care. Your visit to Rome strengthens the bonds of communion between the Catholic community in your country and the Apostolic See, a communion that sustained your people's faith for centuries, and today provides fresh energies for renewal and evangelization. Even amid the pressures of a secular age, there are many signs of living faith and devotion among the Catholics of England and Wales. I am thinking, for example, of the enthusiasm generated by the visit of the relics of Saint Thérèse, the interest aroused by the prospect of Cardinal Newman's beatification, and the eagerness of young people to take part in pilgrimages and World Youth Days. On the occasion of my forthcoming Apostolic Visit to Great Britain, I shall be able to witness that faith for myself and, as Successor of Peter, to strengthen and confirm it. During the months of preparation that lie ahead, be sure to encourage the Catholics of England and Wales in their devotion, and assure them that the Pope constantly remembers them in his prayers and holds them in his heart.
Your country is well known for its firm commitment to equality of opportunity for all members of society. Yet as you have rightly pointed out, the effect of some of the legislation designed to achieve this goal has been to impose unjust limitations on the freedom of religious communities to act in accordance with their beliefs. In some respects it actually violates the natural law upon which the equality of all human beings is grounded and by which it is guaranteed. I urge you as Pastors to ensure that the Church's moral teaching be always presented in its entirety and convincingly defended. Fidelity to the Gospel in no way restricts the freedom of others - on the contrary, it serves their freedom by offering them the truth. Continue to insist upon your right to participate in national debate through respectful dialogue with other elements in society. In doing so, you are not only maintaining long-standing British traditions of freedom of expression and honest exchange of opinion, but you are actually giving voice to the convictions of many people who lack the means to express them:  when so many of the population claim to be Christian, how could anyone dispute the Gospel's right to be heard?
If the full saving message of Christ is to be presented effectively and convincingly to the world, the Catholic community in your country needs to speak with a united voice. This requires not only you, the Bishops, but also priests, teachers, catechists, writers - in short all who are engaged in the task of communicating the Gospel - to be attentive to the promptings of the Spirit, who guides the whole Church into the truth, gathers her into unity and inspires her with missionary zeal.
Make it your concern, then, to draw on the considerable gifts of the lay faithful in England and Wales and see that they are equipped to hand on the faith to new generations comprehensively, accurately, and with a keen awareness that in so doing they are playing their part in the Church's mission. In a social milieu that encourages the expression of a variety of opinions on every question that arises, it is important to recognize dissent for what it is, and not to mistake it for a mature contribution to a balanced and wide-ranging debate. It is the truth revealed through Scripture and Tradition and articulated by the Church's Magisterium that sets us free. Cardinal Newman realized this, and he left us an outstanding example of faithfulness to revealed truth by following that "kindly light" wherever it led him, even at considerable personal cost. Great writers and communicators of his stature and integrity are needed in the Church today, and it is my hope that devotion to him will inspire many to follow in his footsteps.
Much attention has rightly been given to Newman's scholarship and to his extensive writings, but it is important to remember that he saw himself first and foremost as a priest. In this Annus Sacerdotalis, I urge you to hold up to your priests his example of dedication to prayer, pastoral sensitivity towards the needs of his flock, and passion for preaching the Gospel. You yourselves should set a similar example. Be close to your priests, and rekindle their sense of the enormous privilege and joy of standing among the people of God as alter Christus. In Newman's words, "Christ's priests have no priesthood but His... what they do, He does; when they baptize, He is baptizing; when they bless, He is blessing" (Parochial and Plain Sermons, vi 242). Indeed, since the priest plays an irreplaceable role in the life of the Church, spare no effort in encouraging priestly vocations and emphasizing to the faithful the true meaning and necessity of the priesthood. Encourage the lay faithful to express their appreciation of the priests who serve them, and to recognize the difficulties they sometimes face on account of their declining numbers and increasing pressures. The support and understanding of the faithful is particularly necessary when parishes have to be merged or Mass times adjusted. Help them to avoid any temptation to view the clergy as mere functionaries but rather to rejoice in the gift of priestly ministry, a gift that can never be taken for granted.
Ecumenical and inter-religious dialogue assume great importance in England and Wales, given the varied demographic profile of the population. As well as encouraging you in your important work in these areas, I would ask you to be generous in implementing the provisions of the Apostolic Constitution Anglicanorum Coetibus, so as to assist those groups of Anglicans who wish to enter into full communion with the Catholic Church. I am convinced that, if given a warm and open-hearted welcome, such groups will be a blessing for the entire Church.
With these thoughts, I commend your apostolic ministry to the intercession of Saint David, Saint George and all the saints and martyrs of England and Wales. May Our Lady of Walsingham guide and protect you always. To all of you, and to the priests, religious and lay faithful of your country, I cordially impart my Apostolic Blessing as a pledge of peace and joy in the Lord Jesus Christ.

Pubblichiamo qui di seguito una nostra traduzione in italiano del discorso del Papa.


Cari Fratelli Vescovi,
porgo il benvenuto a voi tutti in occasione della vostra visita ad Limina a Roma, dove siete giunti per venerare le tombe degli Apostoli Pietro e Paolo.
 
Vi ringrazio per le cortesi parole che l'arcivescovo Vincent Nichols mi ha rivolto a vostro nome, e vi offro i miei più affettuosi buoni auspici e le mie preghiere per voi e per tutti i fedeli dell'Inghilterra e del Galles affidati alla vostra sollecitudine pastorale. La vostra visita a Roma rafforza i vincoli di comunione fra la comunità cattolica nel vostro Paese e la Sede Apostolica, una comunione che ha sostenuto la fede del vostro popolo per secoli, e oggi offre nuove energie per il rinnovamento e l'evangelizzazione.

Anche nelle pressioni di un'epoca secolare, ci sono molti segni di fede e di devozione vive fra i cattolici di Inghilterra e del Galles. Penso, per esempio, all'entusiasmo generato dalla visita delle reliquie di santa Teresa, all'interesse suscitato dalla prospettiva della beatificazione del cardinale Newman e al vivo desiderio dei giovani di partecipare ai pellegrinaggi e alle Giornate mondiali della gioventù. In occasione della mia prossima visita apostolica in Gran Bretagna, potrò io stesso essere testimone di quella fede e, come Successore di Pietro, potrò rafforzarla e confermarla. Durante i prossimi mesi di preparazione, preoccupatevi di incoraggiare i cattolici in Inghilterra e nel Galles nella loro devozione, assicurategli che il Papa li ricorda sempre nelle sue preghiere e li tiene nel suo cuore.

Il vostro Paese è bene noto per il suo saldo impegno nell'assicurare pari opportunità per tutti i membri della società. Tuttavia, come avete giustamente evidenziato, l'effetto di una certa legislazione per raggiungere questo obiettivo è stato l'imposizione di limitazioni ingiuste alla libertà di agire secondo il proprio credo a comunità religiose.
Per alcuni aspetti essa viola veramente la legge naturale su cui si fonda l'uguaglianza di tutti gli esseri umani e per mezzo della quale essa è garantita.

Vi esorto, in quanto Pastori, ad assicurare che l'insegnamento morale della Chiesa sia sempre presentato nella sua interezza e difeso in modo convincente. La fedeltà al Vangelo non limita in alcun modo la libertà di altri. Al contrario, è al servizio di quest'ultima perché offre loro la verità. Continuate a insistere sul vostro diritto di partecipare al dibattito nazionale attraverso un dialogo rispettoso con altri elementi nella società.

Così facendo, non solo conservate antiche tradizioni britanniche di libertà di espressione e di onesto scambio di opinioni, ma date realmente voce alle convinzioni di molte persone che non hanno i mezzi per esprimerle:  quando una parte così considerevole della popolazione afferma di essere cristiana, come si può mettere in discussione il diritto del Vangelo di essere ascoltato?

Se il pieno messaggio salvifico di Cristo deve essere presentato in maniera efficace e convincente al mondo, la comunità cattolica nel vostro Paese deve parlare con voce unita. Ciò richiede non solo a voi, vescovi, ma anche ai sacerdoti, agli insegnanti, ai catechisti, agli scrittori, in breve a tutti coloro che sono impegnati nel compito di comunicare il Vangelo, di essere attenti ai suggerimenti dello Spirito, che guida tutta la Chiesa nella verità, la riunisce nell'unità e le instilla zelo missionario.

Sia vostra preoccupazione, dunque, avvalervi dei doni considerevoli dei fedeli laici in Inghilterra e nel Galles e fare in modo che siano in grado di trasmettere la fede alle nuove generazioni in maniera completa e accurata e con la forte consapevolezza che così facendo svolgono il proprio ruolo nella missione della Chiesa.

In un ambiente sociale che incoraggia l'espressione di una varietà di opinioni su ogni questione che emerge, è importante riconoscere il dissenso per quello che è e non confonderlo con un contributo maturo a un dibattito equilibrato e di ampio respiro. È la verità rivelata dalle Scritture e dalla tradizione e formulata dal magistero della Chiesa a renderci liberi.

ll cardinale Newman lo ha compreso e ci ha lasciato un esempio eccezionale di fedeltà alla verità rivelata, seguendo quella kindly light ovunque essa lo conducesse, anche a un considerevole costo personale. Grandi scrittori e comunicatori della sua statura e della sua integrità sono necessari nella Chiesa oggi e spero che la devozione a lui ispirerà molti a seguirne le orme.

Giustamente è stata prestata molta attenzione all'attività accademica e ai molti scritti di Newman, ma è importante ricordare che egli si considerava soprattutto un sacerdote. In questo Annus sacerdotalis, vi esorto a far presente ai vostri sacerdoti il suo esempio di impegno nella preghiera, di sensibilità pastorale per le necessità del suo gregge, di passione per la predicazione del Vangelo.

Voi stessi dovreste offrire un esempio simile. Siate vicini ai vostri sacerdoti e riaccendete il loro senso di enorme privilegio e di gioia nello stare in mezzo al popolo di Dio come alter Christus. Nei discorsi di Newman è scritto:  "I sacerdoti di Cristo non hanno sacerdozio se non il Suo... ciò che fanno, lo fa Lui; quando battezzano, è Lui che battezza; quando benedicono, è Lui che benedice" (Parochial and Plain Sermons, vi 242).

Infatti, poiché il sacerdote svolge un ruolo insostituibile nella vita della Chiesa, non lesinate sforzi nell'incoraggiare le vocazioni sacerdotali e nel ribadire ai fedeli il significato autentico e la necessità del sacerdozio. Incoraggiate i fedeli laici a esprimere il proprio apprezzamento per i sacerdoti che li servono e a riconoscere le difficoltà che a volte affrontano a causa del calo nel loro numero e delle pressioni crescenti. Il sostegno e la comprensione dei fedeli sono particolarmente necessari quando le parrocchie devono essere fuse insieme o i tempi per la messa adattati. Aiutateli a evitare qualsiasi tentazione di considerare i membri del clero come meri funzionari, ma, piuttosto, aiutateli a gioire del dono del ministero sacerdotale, un dono che non può mai essere dato per scontato.

Il dialogo ecumenico e interreligioso assume grande importanza in Inghilterra e nel Galles, dato il multiforme profilo demografico della popolazione. Incoraggiandovi a svolgere la vostra importante opera in queste aree, vi chiedo di essere generosi nel realizzare le direttive della Costituzione apostolica Anglicanorum coetibus per assistere quei gruppi di anglicani che desiderano entrare in piena comunione con la Chiesa cattolica. Sono convinto che, con un'accoglienza affettuosa e cordiale, questi gruppi saranno una benedizione per tutta la Chiesa.

Con queste riflessioni, affido il vostro ministero apostolico all'intercessione di san Davide, di san Giorgio e di tutti i santi e i martiri di Inghilterra e del Galles. Che Nostra Signora di Walsingham vi guidi e vi protegga sempre. A voi tutti e ai sacerdoti, ai religiosi e ai laici del vostro Paese, imparto di cuore la mia benedizione apostolica quale pegno di pace e di gioia nel Signore Gesù Cristo.


(©L'Osservatore Romano - 1-2 febbraio 2010)




La VISITA AD LIMINA APOSTOLORUM dal Sommo Pontefice



Il dissenso, all'interno della Chiesa cattolica, non va equivocato come un "contributo maturo ad un dibattito equilibrato e di ampio respiro": è l'ammonimento del Papa ai vescovi di Inghilterra e Galles, ricevuti stamane in Vaticano.

"In un contesto sociale che incoraggia l'espressione di una varietà di opinioni su ogni questione che sorge - ha detto Benedetto XVI - è importante riconoscere il dissenso per quello che è e non scambiarlo per un contributo maturo ad un dibattito equilibrato e di ampio respiro. E' la verità rivelata attraverso le Sacre Scritture e la Tradizione e articolata dal magistero della Chiesa che ci rende liberi". Ratzinger ha citato, al proposito, l'esempio del cardinale John Henry Newman.

Nel suo discorso, il Papa ha riconosciuto come il Regno Unito sia un Paese conosciuto per "il suo fermo impegno a dare pari opportunità a tutti i membri della società.

Eppure - ha aggiunto Ratzinger - come voi avete giustamente sottolineato, l'effetto di alcune delle normative volte a conseguire questo obiettivo, è stato quello di imporre ingiuste limitazioni alla libertà di comunità religiose di agire in conformità con le loro convinzioni. In alcuni casi viola la legge naturale in base alla quale è fondata l'uguaglianza di tutti gli esseri umani. Vi esorto, come Pastori, a garantire che l'insegnamento morale della Chiesa sia sempre presentata nella sua interezza e difesa in modo convincente".


[Modificato da Caterina63 01/02/2010 19:52]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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Il Papa apre agli anglicani

Benedetto XVI all'attacco, Gran Bretagna divisa


Londra, 02-02-2010 da Rainews

Sarà una visita impegnativa, quella di Benedetto XVI, il prossimo autunno, in Gran Bretagna. Sulle prime pagine dei giornali inglesi, oggi, abbondano le reazioni polemiche alle affermazioni del Pontefice, ieri, in Vaticano.

Porte aperte agli anglicani

Primo punto poco 'gradito' in Gran Bretagna, le recenti aperture del Pontefice ai sacerdoti anglicani. Essere "generosi" nell'applicare le indicazioni del recente decreto 'Anglicanorum Coetibus', ha detto ieri il Papa ai vescovi di Inghilterra e Galles, ricevuti in Vaticano per la loro visita Ad Limina, significa riservare "un'accoglienza affettuosa e cordiale" ai gruppi di anglicani che vorranno entrare nella Chiesa cattolica.

Con la 'Anglicanorum Coetibus', lo scorso novembre la Santa Sede ha fissato l'iter per riaccogliere quanti dalla Comunione anglicana fanno richiesta di entrare in piena comunione con Roma. Destinataria sarebbe in particolare l'ala più tradizionalista anglicana, preoccupata dalla piega eccessivamente liberale presa con l'ordinazione delle donne vescovo e con i preti dichiaratamente gay. Il decreto, però, non è certo stato accolto positivamente dalle autorità anglicane, come l'arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, che lo ha definito "un attacco" alla propria Chiesa. E la stessa regina Elisabetta ha inviato il proprio Lord Chamberlain, Earl William Peel, dal presidente della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles, mons. Vincent Nichols, esprimendo preoccupazione e chiedendo chiarimenti.
Il Papa, che il prossimo settembre andrà in visita in Gran Bretagna, ha confermato che nella Chiesa cattolica si aspettano a braccia aperte eventuali rientri dalle file anglicane.

Adozioni e scuole cattoliche

Secondo punto controverso: il Papa ha criticato le leggi britanniche contro la
discriminazione, che rischiano di "limitare" la libertà di azione delle comunità religiosa. L' "effetto - ha sottolineato Ratzinger - è stato l'imposizione di limitazioni ingiuste alla libertà di agire secondo il proprio credo a comunità religiose". "Per alcuni aspetti - ha rincarato - essa viola veramente la legge naturale su cui si fonda l'uguaglianza di tutti gli esseri umani e per mezzo della quale essa è garantita".
Il riferimento del Pontefice, del tutto implicito, era alle norme recentemente oggetto di un acceso dibattito tra Stato e Chiesa cattolica in Inghilterra, tese a impedire a strutture come le agenzie di adozione, qualunque tipo di discriminazione,
ad esempio verso gli omosessuali. "C'è stato un conflitto tra noi e il governo - ha confermato oggi mons. Nichols dopo l'udienza con il Papa - a proposito della libertà delle agenzie cattoliche di adozione di agire con integrità e in accordo con
gli insegnamenti della Chiesa su vita, famiglia, matrimonio" e sull'adottabilità da parte delle solo famiglie rappresentate "da coppie eterosessuali". Tuttavia, ha aggiunto, "il dialogo con il governo è ancora aperto".

Le reazioni della stampa britannica

"Il Papa attacca i Laburisti sulle leggi per l'eguaglianza", titola il Telegraph in prima pagina, ricordando come "le parole del Papa giungono in un momento critico, pochi mesi prima delle elezioni politiche. I vescovi inglesi e gallesi dovrebbero pubblicare presto una guida alle questioni che gli elettori dovrebbero prendere in considerazione quando si sceglie un partito, come la vita familiare, l'aborto e il suicidio assistito.

Le osservazioni del Pontefice - sostiene il Telegraph - possono aumentare opposizione alla sua visita in Gran Bretagna, a settembre".
Per il Times "Nel giorno in cui da Roma arriva la conferma che il Papa verrà in visita in Gran Bretagna, quest'anno, il Vaticano ha lanciato un attacco senza precedenti alle politiche dei diritti umani di Gordon Brown, affermando che minacciano la libertà religiosa, ed esortando i vescovi cattolici a reagire con 'zelo missionario'. L'arcivescovo di Westminster, Vincent Nichols, ha aggiunto la sua voce a qusto attacco, descrivendo la nuova legislazione per l'uguaglianza come 'ingiusta' ".

Il Guardian riporta per esteso il discorso del Papa in un articolo dal titolo 'La Libertà viene prima dell'Eguaglianza' , che Andrew Brown nel suo blog definisce "un'aggressione" : "Difficile pensare a qualcosa che possa recare un'offesa maggiore e stimolare di più quanti si oppongono alla sua visita. L'ateismo inglese molto chiaramente discende dal protestantesimo e tende a considerare il cattolicesimo come la religione più pura e più maligna. Uno dei suoi portavoce più rumorosi, Richard Dawkins, ha detto una volta a Dublino che "Se non ci sono dubbi sull'orrore degli abusi sessuali, è anche vero che il danno è stato probabilmente inferiore a quello psicologico a lungo termine inflitto mettendo al primo posto l'educazione cattolica".

Ma allo stesso tempo, le osservazioni del Papa chiaramente denunciano una campagna aggressiva condotta dai laici, alla quale la Chiesa cattolica deve resistere, come le battaglie parlamentari alla Camera dei Lord, la scorsa settimana, sulla Legge dell'Eguaglianza, hanno chiarito.
Ma allora, se il Papa vuole sostegno politico, perché dire qualcosa di così dirompente? Le sue parole sono chiaramente rivolte a chi è già d'accordo con lui - ai vescovi in primo luogo e laici cattolici in seguito. In tale contesto le sue osservazioni paiono meno scandalose. Ciò che egli sta infatti cercando di dire è che i vescovi dovrebbero reprimere duramente il liberalismo nella propria Chiesa. 'La Comunità cattolica nel vostro paese - dice il Papa - deve parlare con una voce unita'. Questo è importante perché la Chiesa cattolica in Gran Bretagna non è mai stata così divisa, come è ora".



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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Il discorso del Papa ai vescovi della Scozia in visita "ad limina Apostolorum"

La Chiesa difende senza compromessi
la dignità della vita umana


L'insegnamento della Chiesa sulla dignità della vita umana non può essere soggetto a limitazioni o compromessi, soprattutto quando riguarda questioni cruciali come l'eutanasia, l'etica medica, l'embriologia. Lo ha ricordato il Papa ai vescovi della Scozia, ricevuti in udienza nella mattina di venerdì 5 febbraio, in occasione della visita ad limina Apostolorum.

Dear Brother Bishops,
I extend a warm welcome to all of you on your ad Limina visit to Rome. I thank you for the kind words that Cardinal Keith Patrick O'Brien has addressed to me on your behalf, and I assure you of my constant prayers for you and for the faithful entrusted to your care. Your presence here expresses a reality that lies at the heart of every Catholic diocese - its relationship of communio with the See of Peter, and hence with the universal Church. Pastoral initiatives that take due account of this essential dimension bring authentic renewal:  when the bonds of communion with the universal Church, and in particular with Rome, are accepted joyfully and lived fully, the people's faith can grow freely and yield a harvest of good works.
It is a happy coincidence that the Year for Priests, which the whole Church is currently celebrating, marks the four hundredth anniversary of the priestly ordination of the great Scottish martyr Saint John Ogilvie. Rightly venerated as a faithful servant of the Gospel, he was truly outstanding in his dedication to a difficult and dangerous pastoral ministry, to the point of laying down his life. Hold him up as an example for your priests today. I am glad to know of the emphasis you place on continuing formation for your clergy, especially through the initiative "Priests for Scotland". The witness of priests who are genuinely committed to prayer and joyful in their ministry bears fruit not only in the spiritual lives of the faithful, but also in new vocations. Remember, though, that your commendable initiatives to promote vocations must be accompanied by sustained catechesis among the faithful about the true meaning of priesthood. Emphasize the indispensable role of the priest in the Church's life, above all in providing the Eucharist by which the Church herself receives life. And encourage those entrusted with the formation of seminarians to do all they can to prepare a new generation of committed and zealous priests, well equipped humanly, academically and spiritually for the task of ministry in the twenty-first century.
Hand in hand with a proper appreciation of the priest's role is a correct understanding of the specific vocation of the laity. Sometimes a tendency to confuse lay apostolate with lay ministry has led to an inward-looking concept of their ecclesial role. Yet the Second Vatican Council's vision is that wherever the lay faithful live out their baptismal vocation - in the family, at home, at work - they are actively participating in the Church's mission to sanctify the world. A renewed focus on lay apostolate will help to clarify the roles of clergy and laity and so give a strong impetus to the task of evangelizing society.
That task requires a readiness to grapple firmly with the challenges presented by the increasing tide of secularism in your country. Support for euthanasia strikes at the very heart of the Christian understanding of the dignity of human life. Recent developments in medical ethics and some of the practices advocated in the field of embryology give cause for great concern. If the Church's teaching is compromised, even slightly, in one such area, then it becomes hard to defend the fullness of Catholic doctrine in an integral manner. Pastors of the Church, therefore, must continually call the faithful to complete fidelity to the Church's Magisterium, while at the same time upholding and defending the Church's right to live freely in society according to her beliefs.
The Church offers the world a positive and inspiring vision of human life, the beauty of marriage and the joy of parenthood. It is rooted in God's infinite, transforming and ennobling love for all of us, which opens our eyes to recognize and love his image in our neighbour (cf. Deus Caritas Est, 10-11 et passim). Be sure to present this teaching in such a way that it is recognized for the message of hope that it is. All too often the Church's doctrine is perceived as a series of prohibitions and retrograde positions, whereas the reality, as we know, is that it is creative and life-giving, and it is directed towards the fullest possible realization of the great potential for good and for happiness that God has implanted within every one of us.
The Church in your country, like many in Northern Europe, has suffered the tragedy of division. It is sobering to recall the great rupture with Scotland's Catholic past that occurred four hundred and fifty years ago. I give thanks to God for the progress that has been made in healing the wounds that were the legacy of that period, especially the sectarianism that has continued to rear its head even in recent times. Through your participation in Action of Churches Together in Scotland, see that the work of rebuilding unity among the followers of Christ is carried forward with constancy and commitment. While resisting any pressure to dilute the Christian message, set your sights on the goal of full, visible unity, for nothing less can respond to the will of Christ.
You can be proud of the contribution made by Scotland's Catholic schools in overcoming sectarianism and building good relations between communities. Faith schools are a powerful force for social cohesion, and when the occasion arises, you do well to underline this point. As you encourage Catholic teachers in their work, place special emphasis on the quality and depth of religious education, so as to prepare an articulate and well-informed Catholic laity, able and willing to carry out its mission "by engaging in temporal affairs and by ordering them according to the plan of God" (Christifideles Laici, 15). A strong Catholic presence in the media, local and national politics, the judiciary, the professions and the universities can only serve to enrich Scotland's national life, as people of faith bear witness to the truth, especially when that truth is called into question.
Later this year, I shall have the joy of being present with you and the Catholics of Scotland on your native soil. As you prepare for the Apostolic Visit, encourage your people to pray that it will be a time of grace for the whole Catholic community. Take the opportunity to deepen their faith and to rekindle their commitment to bear witness to the Gospel. Like the monks from Iona who spread the Christian message throughout the length and breadth of Scotland, let them be beacons of faith and holiness for the Scottish people today.
With these thoughts, I commend your apostolic labours to the intercession of Our Lady, Saint Andrew, Saint Margaret and all the saints of Scotland. To all of you, and to your clergy, religious and lay faithful I cordially impart my Apostolic Blessing as a pledge of peace and joy in the Lord Jesus Christ.

Di seguito una nostra traduzione italiana del discorso del Papa.

Cari Fratelli Vescovi,

porgo un cordiale benvenuto a tutti voi in occasione della vostra visita ad limina a Roma. Vi ringrazio per le cortesi parole che il cardinale Keith Patrick O'Brien mi ha rivolto a vostro nome e vi assicuro delle mie preghiere costanti per voi e per i fedeli affidati alla vostra sollecitudine. La vostra presenza qui esprime una realtà che sta al centro di ogni diocesi cattolica, ovvero il suo rapporto di communio con la Sede di Pietro e quindi con la Chiesa universale. Le iniziative pastorali che tengono nel dovuto conto questa dimensione essenziale portano a un rinnovamento autentico:  quando i vincoli di comunione con la Chiesa universale e in particolare con Roma sono accettati gioiosamente e vissuti pienamente, la fede delle persone può crescere liberamente e ottenere un raccolto di buone opere.

È una lieta coincidenza che l'Anno Sacerdotale, che tutta la Chiesa sta celebrando attualmente, corrisponda anche al quattrocentesimo anniversario dell'ordinazione sacerdotale del grande martire scozzese san John Ogilvie. Giustamente venerato come servitore fedele del Vangelo, è stato veramente eccezionale nella sua dedizione a un ministero pastorale difficile e pericoloso, al punto di sacrificare la propria vita. Prendetelo ad esempio per i vostri sacerdoti oggi. Sono lieto di apprendere che ponete grande enfasi sulla formazione permanente del vostro clero, in particolare attraverso l'iniziativa "Sacerdoti per la Scozia".

La testimonianza di sacerdoti che sono autenticamente impegnati nella preghiera e gioiosi nel loro ministero reca frutti non solo nelle vite spirituali dei fedeli, ma anche nelle nuove vocazioni. Tuttavia, ricordate che le vostre lodevoli iniziative per promuovere le vocazioni devono essere accompagnate da una catechesi permanente fra i fedeli sul significato autentico del sacerdozio. Enfatizzate il ruolo indispensabile del sacerdote nella vita della Chiesa, soprattutto nell'offrire l'Eucaristia con la quale la Chiesa stessa riceve la vita. Incoraggiate quanti hanno per compito la formazione dei seminaristi a fare tutto il possibile per preparare una nuova generazione di sacerdoti impegnati e zelanti, ben dotati umanamente, accademicamente e spiritualmente per il compito del ministero nel ventunesimo secolo.

Di pari passo con un corretto apprezzamento del ruolo del sacerdote va una corretta comprensione della vocazione specifica del laicato. A volte, la tendenza a confondere l'apostolato laicale con il ministero laicale ha portato a una concezione del suo ruolo ecclesiale che guarda all'interno. Tuttavia, secondo la visione del concilio Vaticano ii, ovunque i fedeli laici vivano la propria vocazione battesimale, nella famiglia, a casa, sul luogo di lavoro, partecipano attivamente alla missione della Chiesa di santificare il mondo. Una rinnovata attenzione all'apostolato laicale aiuterà a chiarire i ruoli del clero e del laicato e a dare così un forte impulso al compito di evangelizzare la società.
 
Questo compito richiede una disponibilità a cimentarsi fermamente con le sfide presentate dall'ondata crescente di secolarismo nel vostro Paese. Il sostegno all'eutanasia colpisce il cuore stesso della concezione cristiana di dignità della vita umana. Gli sviluppi recenti nell'etica medica e alcune pratiche propugnate nel campo dell'embriologia sono motivo di preoccupazione. Se l'insegnamento della Chiesa è compromesso, anche solo leggermente, in una di queste aree, allora diventa difficile difendere la pienezza della dottrina cattolica in modo integrale. I Pastori della Chiesa, quindi, devono continuamente esortare i credenti alla totale fedeltà al Magistero della Chiesa, sostenendo e difendendo, nello stesso tempo, il diritto della Chiesa a vivere liberamente nella società secondo le sue convinzioni.

La Chiesa offre al mondo una visione positiva e ispiratrice della vita umana, la bellezza del matrimonio e la gioia della genitorialità. È radicata nell'amore di Dio infinito, trasformante e nobilitante per tutti noi, che apre i nostri occhi per riconoscere e amare la sua immagine nel nostro prossimo (cfr. Deus caritas est, 10-11 et passim). Siate certi di presentare questo insegnamento in modo tale che sia riconosciuto per il messaggio di speranza che è. Troppo spesso la dottrina della Chiesa è percepita come una serie di proibizioni e posizioni retrograde, mentre la realtà, come sappiamo, è che essa è creativa e donatrice di vita ed è volta alla realizzazione più piena possibile del grande potenziale di bene e di felicità che Dio ha posto dentro ognuno di noi
.

La Chiesa nel vostro Paese, come in molti Paesi dell'Europa del Nord, ha vissuto la tragedia della divisione. È triste ricordare la grande frattura con il passato cattolico della Scozia, avvenuta quattrocentocinquanta anni fa. Rendo grazie a Dio per i progressi compiuti per guarire le ferite che erano eredità di quel periodo, in particolare il settarismo che ha continuato ad alzare la testa anche in tempi recenti. Con la vostra partecipazione ad Action of Churches Together in Scotland, vedete come l'opera di riedificazione dell'unità fra i seguaci di Cristo sia perseguita con costanza e impegno. Pur resistendo a qualsiasi pressione per diluire il messaggio cristiano, prefiggetevi l'obiettivo di un'unità piena e visibile perché niente meno di questo può corrispondere alla volontà di Cristo.

Potete essere orgogliosi del contributo reso dalle scuole cattoliche della Scozia nel superare il settarismo e nell'instaurare buone relazioni fra comunità. Le scuole confessionali sono una forza potente di coesione sociale, e quando si verifica l'occasione, fate bene a sottolinearlo. Mentre incoraggiate gli insegnanti cattolici nel loro lavoro, ponete un'enfasi particolare sulla qualità e sulla profondità dell'educazione religiosa per preparare un laicato cattolico articolato e ben informato, capace e desideroso di portare avanti la propria missione "trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio" (Christifideles laici, n. 15). Una forte presenza cattolica nei mezzi di comunicazione sociale, nella politica locale e nazionale, nel sistema giudiziario, nelle professioni e nelle università può servire solo ad arricchire la vita nazionale della Scozia perché le persone di fede rendono testimonianza della verità, in particolare quando la verità viene messa in dubbio.

Prossimamente, quest'anno, avrò la gioia di essere con voi e con i cattolici della Scozia sul vostro suolo natale. Mentre vi preparate alla Visita Apostolica, incoraggiate il vostro popolo a pregare affinché essa sia un tempo di grazia per tutta la comunità cattolica. Cogliete l'opportunità di rendere più profonda la loro fede e di riaccendere il loro impegno a rendere testimonianza al Vangelo. Come i monaci di Iona che diffondono il messaggio cristiano in lungo e in largo in Scozia, permettete loro di essere fari di fede e santità per il popolo scozzese oggi.

Con queste riflessioni, affido le vostre opere apostoliche all'intercessione di Nostra Signora, di sant'Andrea, di santa Margherita e di tutti i santi di Scozia. A tutti voi e al vostro clero, ai religiosi e ai fedeli laici imparto di cuore la mia Benedizione Apostolica quale pegno di pace e di gioia nel Signore Gesù Cristo.



(©L'Osservatore Romano - 6 febbraio 2010)


 “Il sostegno all'eutanasia colpisce nel cuore la concezione cristiana della dignità della vita umana. I recenti sviluppi in materia di etica medica e alcune delle pratiche promosse nel campo dell'embriologia destano grande preoccupazione. Se l'insegnamento della Chiesa è compromessa, anche leggermente, in uno di tali settori, diventa poi difficile difendere la pienezza della dottrina cattolica in modo integrale. I pastori della Chiesa devono, pertanto, continuamente richiamare i fedeli alla completa fedeltà al Magistero della Chiesa, e allo stesso tempo, sostenere e difendere il diritto della Chiesa a vivere liberamente nella società secondo le sue convinzioni”.

Il Papa chiede ai presuli scozzesi di far capire alla gente del loro Paese che “la Chiesa offre al mondo una visione positiva e stimolante della vita umana, della bellezza del matrimonio e della gioia della paternità”. E’ una visione – ha aggiunto – “radicata sull’amore infinito, trasformante” di Dio “per tutti noi”. “Siate sicuri di presentare questo insegnamento in modo che sia riconosciuto come messaggio di speranza”.

La foto dell'incontro

                          Pope Benedict XVI poses with a group of Scottish bishops during a private meeting at the Vatican February 5, 2010.


[Modificato da Caterina63 07/02/2010 16:33]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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Il Papa ai vescovi scozzesi: difendete il Vangelo da chi vuole diluirne la forza.

Intervista con il cardinale O'Brien

Formare nuove generazioni di sacerdoti e laici perché sappiano testimoniare la verità cristiana in ogni ambito ecclesiale e professionale, ne difendano l’integrità dei principi e la libertà di manifestarli pubblicamente. E’ questo il mandato che Benedetto XVI ha affidato ai vescovi scozzesi, ricevuti questa mattina in Vaticano per la loro visita ad Limina. Il Papa ha affrontato i temi della tutela della vita dalle derive scientifiche che la minacciano, chiedendo ai presuli una piena adesione al Magistero ecclesiale in ogni circostanza. Il servizio di Alessandro De Carolis:

Le parole del Papa sono risuonate quasi come un anticipo, e soprattutto una preparazione, di ciò che avverrà durante il viaggio apostolico in Gran Bretagna previsto entro la fine dell’anno. Un anticipo incisivo nei contenuti e nei toni, che hanno toccato i nodi più attuali della realtà ecclesiale e sociale scozzese. Alla base, Benedetto XVI ha posto il capitolo della formazione delle forze cristiane del Paese, clero e laici. Servono, ha detto con chiarezza, sacerdoti che “si impegnino seriamente nella preghiera e vivano con gioia il loro ministero”, perché è questo tipo di testimonianza che “porta frutto non solo nella vita spirituale dei fedeli, ma anche per ciò che riguarda le nuove vocazioni”:

“Emphasize the indispenable role of the priest…

Sottolineate il ruolo indispensabile del sacerdote nella vita della Chiesa, soprattutto nel provvedere all'Eucaristia dalla quale la Chiesa stessa riceve la vita. E incoraggiate le persone preposte alla formazione dei seminaristi a compiere tutto il possibile per preparare una nuova generazione di sacerdoti impegnati e zelanti, ben formati umanamente, dal punto di vista accademico e spirituale per svolgere il ministero nel ventunesimo secolo”.

Senza confondere i propri ambiti di apostolato con quello dei sacerdoti – come talvolta accade, ha rilevato il Papa – anche i laici hanno bisogno di un’adeguata preparazione, perché è grazie a questo, ha affermato il Pontefice, che è possibile “dare un forte impulso al compito di evangelizzare la società”. La formazione dei laici parte dalle scuole e di quelle cattoliche in particolare, ha osservato Benedetto XVI, “si può essere fieri” del contributo offerto “nel superare il settarismo e nella creazione di buoni rapporti tra le comunità”, grazie alla loro “potente forza di coesione sociale”:

“As you encourage Catholic teachers…

Nell’incoraggiare gli insegnanti cattolici nel loro lavoro, ponete un accento particolare sulla qualità e la profondità dell’educazione religiosa, in modo da preparare un articolato e ben informato laicato cattolico, in grado e disposto a svolgere la sua missione. Una forte presenza cattolica nei media, nella politica locale e nazionale, nella magistratura, nelle professioni e nelle università può solo servire ad arricchire la vita nazionale della Scozia, con persone di fede che danno testimonianza della verità, soprattutto quando la verità è messa in discussione”.

Non è mancato un passaggio, nel discorso del Pontefice, dedicato alle sfide poste, ha detto ai presuli, “dalla marea montante del secolarismo” che si registra in Scozia. “Il sostegno all'eutanasia – ha stigmatizzato fra l’altro - colpisce al cuore la concezione cristiana della dignità della vita umana”:

“Recent developments in medical ethics…

Recenti sviluppi in materia di etica medica e alcune delle pratiche promosse nel campo dell'embriologia destano grande preoccupazione. Se l'insegnamento della Chiesa viene compromesso, anche leggermente, in uno di tali settori, diventa difficile difendere la pienezza della dottrina cattolica in modo integrale”.

“I pastori della Chiesa, ha incalzato il Papa, devono pertanto “continuamente richiamare i fedeli alla completa fedeltà al Magistero della Chiesa, sostenendo e difendendo allo stesso tempo, il diritto della Chiesa a vivere liberamente nella società secondo le proprie convinzioni”. Anche perché, ha soggiunto:

“All too often the Church’s doctrine…

Troppo spesso la dottrina della Chiesa è percepita come una serie di divieti e posizioni retrograde, mentre la realtà, come sappiamo, è che essa è creativa e vitale, ed è diretta alla realizzazione più completa possibile del grande potenziale di bene e di felicità che Dio ha inscritto in ognuno di noi”.
Benedetto XVI si è anche congratulato per i miglioramenti in campo ecumenico. Quattrocentocinquanta anni dopo quella che ha definito una “dolorosa rottura” dell’unità della Chiesa cattolica in Scozia, il Papa ha posto in risalto “i progressi compiuti nel guarire le ferite che sono l’eredità di quel periodo, in particolare per ciò che concerne il settarismo che ha continuato ad alzare la testa, anche in tempi recenti”. Nel “resistere alle pressioni che intendono diluire il messaggio cristiano – ha concluso il Pontefice – orientatevi al traguardo della piena e visibile unità, per essere pienamente in grado di rispondere alla volontà di Cristo”.

I cattolici in Scozia sono appena il 13% della popolazione totale, che conta circa 5 milioni di abitanti. Ma è una comunità vivace e impegnata. Quale tipo di collaborazione c’è con le altre comunità cristiane sulle sfide principali del Paese? Philippa Hitchen lo ha chiesto al cardinale Keith Patrick O'Brien, arcivescovo di St. Andrews and Edinburgh e presidente della Conferenza episcopale scozzese:
“Abbiamo una collaborazione stretta, anche se come cattolici ci capita di intervenire su questioni nelle quali altri leader cristiani non si esprimono: a volte si dice che noi siamo l’unica voce cristiana su alcuni grandi temi come l’aborto, la proposta di legge sulla fecondazione umana e l’embriologia, in discussione al Parlamento, il suicidio assistito. Noi abbiamo una posizione molto netta su tutte queste questioni e non abbiamo timore di esprimerci per offrire un orientamento cristiano nel Paese: cosa che a volte altri leader cristiani non fanno. Cerchiamo di far capire quello che potrebbe succedere con alcune nuove leggi. Ci rivolgiamo a tutti in modo molto semplice: per esempio contro l’eutanasia abbiamo coniato lo slogan ‘Non uccidere tua nonna!’ e contro le manipolazioni genetiche abbiamo parlato di ‘Legge Frankenstein’. Siamo molto impegnati anche sul fronte della crisi economica e come Chiesa cattolica mettiamo a disposizione strutture per distribuire aiuti, cibo, e fornire alloggi, invitando i nostri politici a intervenire contro la povertà, in particolare nelle grandi città. C’è poi la nostra difesa del matrimonio e della famiglia minata nella sua stabilità. Se la famiglia non regge, la società, il Paese nel suo insieme, non regge”.

Radio Vaticana
Fraternamente CaterinaLD

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03/12/2012 15:21
 
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IL PAPA RICEVE COMUNITÀ VENERABILE COLLEGIO INGLESE DI ROMA

Città del Vaticano, 3 dicembre 2012 (VIS). Questa mattina il Santo Padre Benedetto XVI ha ricevuto la comunità del Venerabile Collegio Inglese di Roma, seminario cattolico dove si formano i sacerdoti dell'Inghilterra e del Galles. Il Collegio, che celebra quest'anno il 650° anniversario di fondazione, nasce dall'antico ospizio inglese dove alloggiavano i pellegrini britannici che arrivavano a Roma.

Dopo aver salutato il Cardinale Cormac Murphy O'Connor, che è stato Rettore di questa istituzione, il Santo Padre ha sottolineato "la lunga tradizione di dedizione e fede della comunità cattolica alla Sede Apostolica" di Inghilterra e Galles. Il Papa ha anche ricordato che fu il suo Predecessore, Papa Gregorio Magno, ad inviare in Britannia, nell'anno 597, Sant'Agostino di Canterbury per evangelizzare queste terre. "I frutti di quell'impegno missionario sono più che evidenti nei seicento cinquanta anni di storia di fede e di martirio che distingue l'Ospizio Inglese di San Thoms Becket e il Venerabile Collegio Inglese che sorse da esso".

"Anche voi - ha detto il Papa rivolgendosi ai seminaristi - siete gli uomini che Dio ha scelto per diffondere oggi il messaggio del Vangelo in Inghilterra e Galles, in Canada e nei paesi scandinavi. (...) La vostra prima missione è, innanzitutto, arrivare a conoscere Cristo e il tempo che trascorrete in seminario vi offre un'occasione privilegiata per fare ciò. Apprendete a pregare quotidianamente, specialmente in presenza del Santissimo Sacramento, ascoltando attentamente la parola di Dio e permettendo al cuore di parlare al cuore, come avrebbe detto il Beato John Henry Newman. (...) Consentite al fascino della sua persona di catturare la vostra immaginazione e di riscaldare il vostro cuore. Egli ha scelto voi come suoi amici, non come servitori, ed egli vi invita a condividere la sua opera sacerdotale di portare la salvezza nel mondo".

"Avete sentito molto parlare della nuova evangelizzazione, la proclamazione di Cristo in quelle parti del mondo dove il Vangelo è stato già predicato, ma dove in misura maggiore o minore i tizzoni ardenti della fede sono divenuti freddi ed ora hanno bisogno di essere rinverditi nuovamente fino a divenire fiamma. (...) Il fuoco nella sacra Scrittura frequentemente serve ad indicare la presenza divina. (...) Proprio come un piccolo fuoco può incendiare un'intera foresta, così la testimonianza fedele di pochi può liberare il potere purificante e trasformante dell'amore di Dio così che si diffonde come fuoco nella comunità di una nazione".

Benedetto XVI ha concluso ricordando la sua visita al Regno Unito nel 2010 ed ha detto: "Ho potuto vedere che c'è grande fame spirituale nel vostro popolo. Portate loro il vero nutrimento che viene dal conoscere, amare e servire Cristo. Proclamate la verità del Vangelo con amore. Offrite loro l'acqua viva della fede cristiana ed indirizzateli verso il pane della vita, così che la loro fame e sete possano essere saziate. Soprattutto, lasciate che la luce di Cristo brilli attraverso di voi vivendo una vita di santità, seguendo le orme dei numerosi santi di Inghilterra e Galles, i santi e le sante che hanno testimoniato l'amore di Dio, anche a costo della loro vita".


DISCORSO DEL SANTO PADRE 

Your Eminence, dear Brother Bishops,

Monsignor Hudson,

Students and Staff of the Venerable English College,

It gives me great pleasure to welcome you today to the Apostolic Palace, the House of Peter. I greet my Venerable brother, Cardinal Cormac Murphy-O’Connor, a former Rector of the College, and I thank Archbishop Vincent Nichols for his kind words, spoken on behalf of all present. I too look back with great thanksgiving in my heart to the days that I spent in your country in September 2010. Indeed, I was pleased to see some of you at Oscott College on that occasion, and I pray that the Lord will continue to call forth many saintly vocations to the priesthood and the religious life from your homeland.

Through God’s grace, the Catholic community of England and Wales is blessed with a long tradition of zeal for the faith and loyalty to the Apostolic See. At much the same time as your Saxon forebears were building the Schola Saxonum, establishing a presence in Rome close to the tomb of Peter, Saint Boniface was at work evangelizing the peoples of Germany. So as a former priest and Archbishop of the See of Munich and Freising, which owes its foundation to that great English missionary, I am conscious that my spiritual ancestry is linked with yours. Earlier still, of course, my predecessor Pope Gregory the Great was moved to send Augustine of Canterbury to your shores, to plant the seeds of Christian faith on Anglo-Saxon soil. The fruits of that missionary endeavour are only too evident in the six-hundred-and-fifty-year history of faith and martyrdom that distinguishes the English Hospice of Saint Thomas à Becket and the Venerable English College that grew out of it.

Potius hodie quam cras, as Saint Ralph Sherwin said when asked to take the missionary oath, "rather today than tomorrow". These words aptly convey his burning desire to keep the flame of faith alive in England, at whatever personal cost. Those who have truly encountered Christ are unable to keep silent about him. As Saint Peter himself said to the elders and scribes of Jerusalem, "we cannot but speak of what we have seen and heard" (Acts 4:20). Saint Boniface, Saint Augustine of Canterbury, Saint Francis Xavier, whose feast we keep today, and so many other missionary saints show us how a deep love for the Lord calls forth a deep desire to bring others to know him. You too, as you follow in the footsteps of the College Martyrs, are the men God has chosen to spread the message of the Gospel today, in England and Wales, in Canada, in Scandinavia. Your forebears faced a real possibility of martyrdom, and it is right and just that you venerate the glorious memory of those forty-four alumni of your College who shed their blood for Christ. You are called to imitate their love for the Lord and their zeal to make him known, potius hodie quam cras. The consequences, the fruits, you may confidently entrust into God’s hands.

Your first task, then, is to come to know Christ yourselves, and the time you spend in seminary provides you with a privileged opportunity to do so. Learn to pray daily, especially in the presence of the Blessed Sacrament, listening attentively to the word of God and allowing heart to speak to heart, as Blessed John Henry Newman would say. Remember the two disciples from the first chapter of Saint John’s Gospel, who followed Jesus and asked to know where he was staying, and, like them, respond eagerly to his invitation to "come and see" (1:37-39). Allow the fascination of his person to capture your imagination and warm your heart. He has chosen you to be his friends, not his servants, and he invites you to share in his priestly work of bringing about the salvation of the world. Place yourselves completely at his disposal and allow him to form you for whatever task it may be that he has in mind for you.

You have heard much talk about the new evangelization, the proclamation of Christ in those parts of the world where the Gospel has already been preached, but where to a greater or lesser degree the embers of faith have grown cold and now need to be fanned once more into a flame. Your College motto speaks of Christ’s desire to bring fire to the earth, and your mission is to serve as his instruments in the work of rekindling the faith in your respective homelands. Fire in sacred Scripture frequently serves to indicate the divine presence, whether it be the burning bush from which God revealed his name to Moses, the pillar of fire that guided the people of Israel on their journey from slavery to freedom, or the tongues of fire that descended upon the Apostles at Pentecost, enabling them to go forth in the power of the Spirit to proclaim the Gospel to the ends of the earth. Just as a small fire can set a whole forest ablaze (cf. Jas 3:5), so the faithful testimony of a few can release the purifying and transforming power of God’s love so that it spreads like wildfire throughout a community or a nation. Like the martyrs of England and Wales, then, let your hearts burn with love for Christ, for the Church and for the Mass.

When I visited the United Kingdom, I saw for myself that there is a great spiritual hunger among the people. Bring them the true nourishment that comes from knowing, loving and serving Christ. Speak the truth of the Gospel to them with love. Offer them the living water of the Christian faith and point them towards the bread of life, so that their hunger and thirst may be satisfied. Above all, however, let the light of Christ shine through you by living lives of holiness, following in the footsteps of the many great saints of England and Wales, the holy men and women who bore witness to God’s love, even at the cost of their lives. The College to which you belong, the neighbourhood in which you live and study, the tradition of faith and Christian witness that has formed you: all these are hallowed by the presence of many saints. Make it your aspiration to be counted among their number.

Please be assured of an affectionate remembrance in my prayers for yourselves and for all the alumni of the Venerable English College. I make my own the greeting so often heard on the lips of a great friend and neighbour of the College, Saint Philip Neri, Salvete, flores martyrum! Commending you, and all to whom the Lord sends you, to the loving intercession of Our Lady of Walsingham, I gladly impart my Apostolic Blessing as a pledge of peace and joy in the Lord Jesus Christ. Thank you.


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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