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I PROGRESSI DELL'ECUMENISMO e i suoi reali problemi

Ultimo Aggiornamento: 28/11/2013 13:58
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22/01/2011 20:01
 
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Le relazioni con la Federazione luterana mondiale e la Conferenza internazionale dei vescovi veterocattolici dell'Unione di Utrecht

La base di una comune visione dell'unità


di Matthias Türk
Pontificio Consiglio per la Promozione
dell'Unità dei Cristiani

Cinquant'anni di intenso lavoro ecumenico sono stati rivisitati dal Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani in occasione della sua ultima assemblea plenaria tenutasi nel novembre 2010 sul tema "Verso una nuova tappa del dialogo ecumenico".
 
I significativi risultati ecumenici degli ultimi decenni costituiscono oggi una solida base di comunione di vita nella fede e nella spiritualità tra luterani e cattolici. Ciò dovrebbe incoraggiare noi tutti a compiere ulteriori passi verso l'unità e a non fermarci semplicemente a quello che è già stato conseguito.

Fanno però riflettere le parole espresse da un commentatore:  "Per quattrocento anni ci siamo combattuti fino allo spargimento del sangue, adesso partecipiamo insieme a celebrazioni liturgiche ecumeniche. Forse dovremmo accontentarci di questo".

Alcuni ritengono, da entrambe le parti, che l'ecumenismo abbia già fatto abbastanza e non sia necessario impegnarsi ulteriormente  per  portarlo  avanti  o  per approfondirlo. Diversamente, Benedetto XVI ha tenuto a sottolineare, durante l'udienza ai partecipanti alla plenaria del Pontificio Consiglio, il 18 novembre 2010, la duratura importanza del dialogo ecumenico:  "Oggi alcuni pensano che tale cammino, specie in Occidente, abbia perso il suo slancio; si avverte, allora, l'urgenza di ravvivare l'interesse ecumenico e di dare una nuova incisività ai dialoghi".

Il 2010 è stato contrassegnato da una molteplicità di incontri e di consultazioni teologiche tra la Federazione luterana mondiale e il Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani. Sulla base della Dichiarazione congiunta sulla dottrina della giustificazione, il dialogo teologico è stato proseguito a livello internazionale da un gruppo di lavoro di esegeti che si sono incontrati nel gennaio 2010 a Louisville, negli Stati Uniti, dietro invito della Federazione luterana mondiale. I biblisti cattolici, luterani, metodisti e riformati, convocati congiuntamente, sono pervenuti a un considerevole consenso nella riflessione sui fondamenti biblici della dottrina della giustificazione. Questi comprendono, oltre agli scritti paolini, soprattutto i vangeli sinottici, le lettere pastorali e l'Antico Testamento.
 
Un evento di rilievo del 2010 è stata la visita del Papa, il 14 marzo, alla Christuskirche della comunità evangelica-luterana di Roma. Si è trattato della prima visita di Benedetto XVI a una chiesa luterana, in ricordo di quella compiuta da Giovanni Paolo II nel 1983 alla comunità luterana di Roma. Insieme al pastore luterano, Jens-Martin Kruse, e a numerosi rappresentanti della Curia romana e della comunità luterana, il Santo Padre ha celebrato una toccante liturgia della Parola, osservando, fra l'altro:  "Credo che dovremmo mostrare al mondo soprattutto questo:  non liti e conflitti di ogni sorta, ma gioia e gratitudine per il fatto che il Signore ci dona questo e perché esiste una reale unità, che può diventare sempre più profonda e che deve divenire sempre più una testimonianza della parola di Cristo, della via di Cristo in questo mondo".

In occasione del suo commiato come segretario generale della Federazione luterana mondiale, Ishmael Noko è stato ricevuto in udienza privata da Benedetto XVI, il 26 giugno 2010. Il successore di Noko, il pastore cileno Martin Junge, che è il primo segretario generale proveniente da una chiesa-membro latinoamericana, è entrato in carica il 1° novembre 2010. Junge, di padre austriaco, ha studiato teologia in Germania.

Fra i temi principali dell'undicesima assemblea plenaria della Federazione luterana mondiale, tenutasi a Stoccarda nel luglio scorso e intitolata "Dacci oggi il nostro pane quotidiano", figuravano la giustizia sociale, la pace e l'ambiente. I delegati, appartenenti a centoquarantacinque chiese nazionali con oltre settanta milioni di membri in tutto il mondo, hanno eletto come nuovo presidente il vescovo palestinese Munib Younan, della chiesa evangelica-luterana in Giordania e Terra Santa. Sono stati inoltre eletti i nuovi membri del Consiglio, composto da quarantotto persone, che sarà responsabile del lavoro della Federazione fino alla prossima plenaria.

A Stoccarda c'è stata fra l'altro una toccante celebrazione di riconciliazione tra luterani e mennoniti; tale evento è stato preparato dal dialogo luterano-mennonita, che in futuro proseguirà a livello trilaterale, con la partecipazione della Chiesa cattolica.

Durante le discussioni sulle implicazioni teologiche e organizzative del processo di rinnovamento della Federazione luterana mondiale, attualmente in corso, è emersa ancora una volta l'importanza per l'ecumenismo del tema dell'ecclesiologia.
Dall'assemblea del 2003 a Winnipeg, in Canada, la Federazione ha aggiunto alla propria dicitura il nome programmatico "una comunione di chiese". Adesso va ulteriormente chiarita quale sia la base della comunione luterana e cosa la tenga unita, quali siano le relazioni delle chiese-membro della Federazione tra di loro, come esse affrontino le differenze esistenti, come possa essere esercitata a livello mondiale la funzione dirigenziale, e quanta stabilità abbia la comunione mondiale luterana.

Come nel passato, la comunione luterana continua però a presentare divisioni interne. L'ordinazione delle donne, ad esempio, è prassi comune nella maggior parte delle chiese-membro, ma esiste una minoranza che non intende aderire a tale passo.

In una dichiarazione pubblicata a Stoccarda, le chiese luterane che non praticano l'ordinazione delle donne vengono adesso sollecitate a riflettere sulle conseguenze del loro comportamento sulle donne e a creare le necessarie condizioni giuridiche per garantire posizioni di responsabilità ecclesiale alle donne ordinate e non ordinate e fornire loro la possibilità di una formazione teologica.
Nel retroscena delle discussioni, si moltiplicano inoltre voci che esprimono insoddisfazione nei confronti del modo in cui vengono trattate le questioni relative alla famiglia e alla sessualità in un numero crescente di chiese appartenenti ai Paesi dell'emisfero settentrionale.

Il 27 agosto 2010, ad esempio, alcuni luterani conservatori degli Stati Uniti si sono staccati dalla Chiesa evangelica-luterana in America e hanno fondato una nuova Chiesa luterana nordamericana. Il motivo di ciò è la decisione presa dalla prima, nel 2009, di permettere l'ordinazione di teologi che vivono in relazioni omosessuali. Voci altrettanto insoddisfatte si fanno sentire nelle chiese luterane in Scandinavia, in Africa e recentemente anche in Germania in merito alle disposizioni sulle nuove ordinazioni.
 
Un gruppo di lavoro nominato nel 2004 dal Consiglio della Federazione luterana mondiale ha prodotto già nel 2007 un testo su Linee guida e procedure per un dialogo rispettoso su coppia, famiglia e sessualità. Questo documento è stato approvato durante la seduta del Consiglio del 2007 ed è stato in seguito presentato alle chiese-membro, che avranno tempo per esaminarlo fino al 2012. Rimane da vedere fino a che punto questa problematica rappresenterà una prova del fuoco per la Federazione.

Se viene mantenuto il tradizionale ritmo settennale, la dodicesima assemblea plenaria si terrà nel 2017, ovvero nell'anno in cui sarà celebrato il quinto centenario della Riforma. Il segretario generale Junge ha esplicitamente insistito a Stoccarda sul fatto che la plenaria sia iscritta nel programma di tale anniversario e questo venga celebrato "con apertura ecumenica".

L'analisi dei primi quattro dialoghi ecumenici condotti dalla Chiesa cattolica dopo il concilio Vaticano ii con i luterani, gli anglicani, i riformati e i metodisti, pubblicata dal cardinale Walter Kasper nel 2009 sotto il titolo Harvesting the Fruits, è stata oggetto di riflessione in una conferenza di ecumenisti organizzata nel settembre 2010 dall'Istituto ecumenico della Federazione luterana mondiale di Strasburgo. Lo studio evidenzia i progressi realizzati, come pure le questioni aperte e controverse negli oltre quarant'anni di dialogo con la Federazione. Al momento ci troviamo in una significativa tappa intermedia del dialogo tra le Chiese in cui è opportuno fare il punto della situazione. I frutti sono copiosi e, nonostante le importanti differenze che tuttora permangono, esiste un consenso di fondo in molte questioni relative alla dottrina della fede.

Per proseguire il lavoro sulla base del sopracitato studio è necessario tuttavia pervenire a una visione comune dell'unità e anche a strutture di unità nelle quali i risultati raggiunti possano pienamente fruttificare.

A tal fine, occorrerà affrontare una serie di questioni nel campo della metodologia ecumenica. Temi come il carattere vincolante, la cattolicità, la recezione, il mutuo riconoscimento e soprattutto l'ecclesiologia dovranno essere studiati in maniera congiunta. Anche la questione del "consenso differenziato o differenziante" andrà ulteriormente approfondita. A essa direttamente legato è il problema della valutazione delle differenze. Quali differenze sono parte del consenso ed espressione della ricchezza delle professioni di fede? In questo campo, le rispettive risposte da parte dei cattolici e dei luterani sono ancora diverse, ma anche qui sembra oggi possibile compiere passi avanti.

La Commissione internazionale luterana-cattolica per l'unità, durante la plenaria tenutasi nel mese di ottobre a Regensburg dietro invito del co-presidente cattolico, il vescovo Gerhard Ludwig Müller, ha proseguito il suo lavoro finalizzato all'elaborazione di una presa di posizione comune sull'"Anno della Riforma 2017", che si concentra sulla questione di quale possa essere oggi una giusta valutazione della Riforma dal punto di vista ecumenico. Per la prima volta in cinquecento anni, i cristiani luterani e cattolici desiderano commemorare insieme un anniversario della Riforma. Il co-presidente luterano della Commissione, il vescovo Eero Huovinen, ha parlato di un "passo rivoluzionario". Non si tratterà di un "festeggiamento trionfalistico", ma di una commemorazione comune.

La questione basilare consiste nel capire quale sia l'idea della Riforma che hanno oggi le comunità ecclesiali nate dalla Riforma. Nella prospettiva dell'anniversario del 2017, va chiarito se queste la considerino ancora come una rottura con la Tradizione, come l'inizio di qualcosa di totalmente nuovo, oppure se la vedano, così come avevano fatto i riformatori stessi, non come volontà di creare una nuova Chiesa, ma come un rinnovamento della Chiesa.
In questo senso, la nascita di nuove Chiese, come viene più volte affermato anche dai teologi luterani, esprime non il successo della Riforma ma il suo insuccesso.

Di conseguenza, è proprio all'interno del movimento ecumenico che potrebbe trovare il suo posto la vera istanza riformatoria. Per questo, l'anniversario della Riforma potrebbe essere commemorato ecumenicamente e potrebbe così testimoniare in modo incisivo il patrimonio comune cresciuto finora tra luterani e cattolici.

La Commissione internazionale di dialogo sta inoltre preparando un documento sul tema Battesimo e crescente comunione ecclesiale.
Nell'ottobre scorso, il nuovo presidente della Federazione luterana mondiale, Younan, ha preso parte come delegato ecumenico al Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente. Il 16 dicembre, in occasione dell'inizio del suo mandato, egli è stato ricevuto in udienza privata da Benedetto XVI insieme al nuovo segretario generale, Junge, e a una delegazione della Federazione. In tale circostanza, Younan, riferendosi al cinquecentesimo anniversario della Riforma, ne ha parlato come di "una prova importante per le relazioni ecumeniche", aggiungendo che "per noi la forza liberatrice del Vangelo che i riformatori hanno annunciato in maniera rinnovata è piena di gioia ed è questa che celebreremo. Allo stesso tempo - ha detto ancora - vogliamo festeggiare questo anniversario in maniera ecumenicamente responsabile:  vogliamo riconoscere sia gli aspetti dannosi della Riforma sia i progressi del movimento ecumenico dall'ultimo grande anniversario della Riforma". Questa responsabilità ecumenica potrà essere raggiunta dai luterani necessariamente  con  l'aiuto  dei  cattolici.

Gli incontri sopra menzionati hanno avuto luogo nel quadro della riunione annuale tra i responsabili della Federazione luterana mondiale e i responsabili del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani. Anche a livello regionale proseguono diverse iniziative di dialogo, complementari alle relazioni internazionali con la Federazione, fornendole preziosi stimoli. La commissione di dialogo tra luterani e cattolici negli Stati Uniti ha concluso le sue consultazioni con un rapporto finale intitolato Escatologia e vita eterna. Quella in Germania prosegue il suo lavoro sul tema dell'antropologia. E la commissione di dialogo nordica luterana-cattolica in Svezia e Finlandia ha presentato al Santo Padre, il 26 aprile 2010, durante un'udienza privata, il suo testo conclusivo sul tema Giustificazione nella vita della Chiesa.

Anche la serie di consultazioni tra l'Istituto per l'ecumenismo "Johann-Adam-Möhler" di Paderborn e la Lutherische Theologische Hochschule della Chiesa evangelica-luterana indipendente di Oberursel in Germania - che ha cercato di individuare i punti comuni fondamentali tra la Chiesa cattolica e il luteranesimo confessionale, così come viene professato dal Consiglio internazionale luterano del quale fa parte anche il Sinodo del Missouri negli Stati Uniti - è giunta alla conclusione dei propri lavori nel corso dell'anno passato. Nel rapporto finale, le parti hanno auspicato l'avvio di un dialogo internazionale ufficiale tra il Consiglio internazionale luterano e il Pontificio consiglio.

Sono buone anche le relazioni con i veterocattolici. La Commissione internazionale di dialogo cattolica-veterocattolica ha condotto conversazioni bilaterali ufficiali dal 2004 al 2009, dietro mandato del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani e della Conferenza internazionale dei vescovi veterocattolici dell'Unione di Utrecht. I membri della Commissione, provenienti dalla Germania, dalla Svizzera e dai Paesi Bassi, hanno pubblicato nel 2009, come risultato delle loro consultazioni, il rapporto finale intitolato Chiesa e Comunità ecclesiale. Con questo nuovo testo, che è più di un semplice documento di consenso e che è stato presentato alle rispettive autorità ecclesiali con la richiesta di una presa di posizione al riguardo, sono stati realizzati importanti passi avanti nel campo dell'interpretazione ecclesiologica e sono stati evidenziati sia i consensi esistenti a livello di dottrina e di prassi sia le differenze che tuttora permangono.

Nel 2010, la Chiesa veterocattolica della Repubblica federale tedesca e la Chiesa unita evangelica-luterana della Germania hanno commemorato il venticinquesimo anniversario del loro accordo sulla comunione eucaristica, in base al quale, dal 1985, le chiese-membro praticano tra loro la comunione eucaristica, sebbene persistano differenze di fondo nelle rispettive interpretazioni di ciò che è la Chiesa e di ciò che è il ministero.

Il fatto che i veterocattolici desiderino ulteriormente ampliare la comunione ecclesiale già esistente con i luterani in Germania senza aver prima chiarito queste fondamentali differenze nella dottrina e nella pratica sacramentale è fonte di preoccupazione per la Chiesa cattolica, che vede ciò come un ostacolo al buon esito del dialogo ecumenico comune.

Questo problema si è particolarmente acuito quando, il 13 maggio 2010, nel quadro del Kirchentag ecumenico di Monaco, ha avuto luogo per la prima volta una celebrazione eucaristica ecumenica comune tra luterani e veterocattolici. In tale occasione, il nuovo vescovo tedesco veterocattolico, Matthias Ring, ha dichiarato che "tutto quello che si può dire a proposito di una celebrazione eucaristica ecumenica è stato già detto. Adesso lo vogliamo semplicemente fare". Rimane da vedere fino a che punto questo potrà chiarire ulteriormente le differenze che sono tuttora profonde nel campo dell'interpretazione sacramentaria ed ecclesiologica.


Per quanto concerne la Chiesa cattolica, essa può ora guardare a cinquant'anni di rapporti ecumenici. La situazione che aveva incontrato subito dopo la conclusione del concilio Vaticano ii non è paragonabile a quella che caratterizza l'inizio del XXI secolo. I rigidi fronti di Chiese e comunità ecclesiali contrapposte le une alle altre, ben definite e riconoscibili dal punto di vista confessionale, si sono oggi profondamente trasformati. Nonostante il permanere di differenze teologiche in questioni di fede in parte fondamentali, la vita delle Chiese e delle comunità ecclesiali, divenute nel frattempo partner ecumenici, è ormai caratterizzata dalla collaborazione e dall'arricchimento reciproco. Il dialogo tra luterani e cattolici è divenuto una realtà pervasiva. E l'impegno ecumenico della Chiesa cattolica, riaffermato come imprescindibile da Giovanni Paolo II nella sua enciclica Ut unum sint, non è semplicemente uno tra i tanti atteggiamenti in un mondo in continua trasformazione, ma fa parte della missione stessa della Chiesa.

Anche se oggi pare difficile che si riesca a pervenire a un'interpretazione comune di unità piena e visibile tra i cristiani, non dobbiamo rassegnarci e perdere di vista ciò che è possibile realizzare come prossimo passo. Infatti, proprio perché le divisioni tra i cristiani rendono più difficile esprimere nella realtà della vita della Chiesa la pienezza della cattolicità, che in Cristo e per Cristo è propria alla Chiesa stessa (cfr. Unitatis redintegratio, 4), il dialogo ecumenico è, nella vita della Chiesa, uno strumento che contribuisce al superamento di tale contraddizione, come è stato sostenuto dal decreto Unitatis redintegratio conformemente alle affermazioni fondamentali della costituzione dogmatica Lumen gentium.

Ciò deve continuare ad avvenire in prima linea tramite il dibattito teologico, il quale deve poter condurre a un consenso sulle questioni teologiche controverse, che rappresentano un ostacolo per l'unità visibile tra i cristiani. Pertanto, il dialogo tra cattolici e luterani così come quello tra cattolici e veterocattolici non può più essere reciso dalla realtà della vita della Chiesa cattolica senza recare danno a quest'ultima.



(©L'Osservatore Romano - 23 gennaio 2011)
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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