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Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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SACRO CUORE DI GESU' (Preghiere, Meditazioni, Riflessioni)

Ultimo Aggiornamento: 27/06/2014 11:14
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08/07/2011 11:33
 
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Mese di luglio dedicato al Preziosissimo Sangue di Gesù






1 luglio

Un mistero di Sangue.

La Redenzione umana è insieme un fatto e un mistero
: il fatto ci è narrato dalla storia, il mistero ci viene proposto dalla fede e spiegato, quanto è possibile, dalla dottrina teologica. Ora, nel fatto, o meglio, nell’intreccio dei fatti, noi troviamo un’orditura di sangue; e tutto il mistero della nostra redenzione è un mistero di Sangue: appunto, del Sangue dell’Uomo-Dio. Senza di esso la Redenzione non si comprende, e nemmeno si sarebbe compiuta, nel piano prestabilito e rivelato dalla Divina Provvidenza. Apriamo il Santo Vangelo. La prima e l’ultima pagina recano tracce di sangue.

Le effusioni di sangue.

Gesù era nato da sette giorni, fiore appena sbocciato, olezzante il profumo del Paradiso; ed eccolo, fra le braccia materne, subire lo strazio e l’ignominia della circoncisione. Poche stille di sangue consacrano il Nome di Gesù, che significa salvatore: dolente primizia di una Redenzione che doveva essere copiosa, nel flusso sanguigno, come negli effetti. Tale fu l’epilogo della missione di Cristo, il rosso tramonto della sua vita.

Nell’orto degli ulivi, fra le ombre della notte e le tenebre di una tristezza mortale, Gesù suda sangue: il torchio stritola il cuore e ne spreme le gocce turgide che gemono dai pori e cadendo irrigano il volto e tutta la persona, ne intridono le vesti, ne chiazzano il terreno. Così nell’amarezza, nella solitudine, nell’abbandono; e il Profeta gli chiede: «perché dunque il tuo paludamento è rosso e la tua veste come quella di chi pigia nello strettoio?». La risposta è desolante: «Da me solo ho spremuto il torchio e delle genti nessuno è con me» (Is 63,3). Era il torchio di un amore infinito.

Nel pretorio di Pilato la scena si fa selvaggia. Denudato, legato alla colonna, i flagelli agitati dai legionari con furia di tempesta lo colpiscono dovunque; e dalle carni illividite, scorticate, sprizza il sangue veemente, arrossando dintorno ogni cosa. Quasi non basti, si aggiunge alla flagellazione la barbarie della incoronazione. Un fascio di spinosi virgulti piegati in cerchio gli è posto sul capo. Le spine lunghe e resistenti, battute da canne, entrano nelle tempie e nel cervello; e nel giro della testa appare un diadema di sangue. Orrenda ma degna corona al re dell’amore e del martirio!

Fino al supremo sacrificio.

Lungo la via del Calvario «del suo divino Sangue segna la terra dove posa il piede» (S.Alfonso M de’ Liguori). E quando inciampa, o barcolla cadendo oppresso dal legno enorme, nuovi strappi alle ginocchia e alle mani danno ancora sangue. La Veronica pietosa gli asciuga il volto, che a tracce sanguigne resta disegnato stupendamente nel lino.

Poi, quando in cima al colle la Vittima si distende sull’altare della croce, e i chiodi squarciano le mani e i piedi fissandoli al rovere, fiotti di sangue escono dalle squarciature; e quando la croce è alzata col suo carico, un fitto gocciolio gronda da tutte le ferite, finché le vene si esauriscono e il cuore dà l’estremo palpito: Consummatum est!

Ma no, c’è ancora un tesoro da scoprire. Il centurione infigge di colpo la lancia sul costato a sinistra e dal cuore spaccato esce «acqua e sangue». L’ultima effusione prodigiosa rivela, meglio di ogni altra, le ineffabili profondità di questo mistero. In tale aspetto, in tale sublime atteggiamento il Divino Crocifisso doveva restare, immutato e immortale, nei secoli.



Fioretto

Offrirò le pene e le gioie di questo primo giorno di luglio al Sangue Preziosissimo di Gesù ed in unione alla sua opera redentrice.

Giaculatoria

Adoramus te, santissime Domine Jesu Christe, et benediciums tibi, quia per sanctama crucem tuam redemisti mundum

Noi ti adoriamo, o santissimo Signore Nostro Gesù Cristo, e ti benediciamo, perché con la tua santa croce hai redento il mondo.



Read more: http://sursumcorda-dominum.blogspot.com/#ixzz1RVMBr4fZ



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Il senso della consacrazione dei giovani al Cuore di Gesù


Per la Giornata Mondiale della Gioventù di Madrid


 

CITTA' DEL VATICANO, mercoledì, 13 luglio 2011 (ZENIT.org).-


Benedetto XVI consacrerà tutti i giovani al Sacro Cuore di Gesù durante la veglia di sabato 20 agosto all'aerodromo dei Quattro Venti di Madrid in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù (GMG).

Pubblichiamo la catechesi che gli organizzatori della GMG (http://www.madrid11.com) hanno preparato per l'occasione.

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Lo scopo di questa catechesi è quello di aiutarei giovani a prepararsi alla Consacrazione della Gioventù al Sacro Cuore di Gesù, che il Santo Padre Benedetto XVI realizzerà in occasione della prossima giornata mondiale della gioventù. Tre sono le parti che la costituiscono. La prima: approccio al messaggio del Papa per la GMG nella prospettiva del Cuore di Gesù. La seconda: ripercorrere a grandi linee la storia della devozione al Cuore di Gesù. La terza: spiegare il perché della Consacrazione della gioventù del mondo al Cuore di Gesù.

I – “Dal cuore dell’uomo al Cuore di Dio”

Addentrandosi nelle profondità del nostro cuore, ci si ritrova tutti davanti allo stesso desiderio: vogliamo essere felici. Ma, ci domandiamo, dove e come trovare la felicità? L’esperienza ci dice che l’uomo trova la felicità nel momento in cui l’ansia d’infinito che porta dentro viene saziata. Così ci ricorda il papa nel suo messaggio: “L’uomo è stato creato per ciò che è grande per l’infinito” (Benedetto XVI, Messaggio per la GMG2011 Madrid).

Facciamo un altro passo. Il desiderio d’infinito che c’è nell’uomo consiste nel desiderio di essere amato da un Amore che non ha limiti. La risposta a questa domanda ci viene data dalla divina Rivelazione: “Dio è amore”. Dio si è rivelato proprio come l’Amore infinito, eterno, personale e misericordioso, che risponde pienamente ai desideri di felicità che si trovano nel cuore di ogni uomo. Per questo motivo il Papa ci ricorda: “Dio è la sorgente della vita, eliminarlo significa separarsi da questa sorgente e, inevitabilmente, privarsi della pienezza e della gioia: «la creatura senza il creatore svanisce» (GS 36)” (Messaggio per la GMG). Prova di ciò sono i molteplici tentativi fatti nella nostra società di costruire un “paradiso sulla terra”, ai margini di Dio.

2. Il problema del cuore dell’uomo si risolve in modo definitivo soltanto nell’incontro con il Cuore di Dio. Riferisce Sant’Agostino a tal proposito: “Ci hai fatti, Signore, per te, e il nostro cuore è inquieto, finché riposi in te”. L’inquietudine alla quale allude il santo di Ippona fa riferimento alla difficoltà di “raggiungere” l’Amore come conseguenza della nostra condizione di creature; siamo finiti e, ancor di più, siamo peccatori. Continuamente inciampiamo sulla pietra del nostro egoismo, del disordine delle nostre passioni che ci impediscono di raggiungere quest’Amore. Il cuore dell’uomo “aveva bisogno” di un cuore che stesse “al suo livello” e che d’altra parte fosse onnipotente per tirarlo fuori dalla sua finitudine e dal suo peccato. In Gesù Cristo Dio è venuto incontro all’uomo e ci ha amato “con cuore umano”. Nell’incontro del cuore umano con il Cuore di Gesù si è realizzato il mistero della Redenzione: “dall’orizzonte infinito del suo amore, infatti, Dio è voluto entrare nei limiti della storia e della condizione umana, ha assunto un corpo e un cuore, perché possiamo contemplare e trovare l’infinito nel finito, il Mistero invisibile e ineffabile nel Cuore umano di Gesù, il nazareno” (Benedetto XVI, Angelus 1 giugno 2008).

La rivelazione definitiva di quest’Amore ci è stata data nella Croce. L’amore di Dio per noi è giunto al “limite” del dono della vita. Nel Cuore aperto di Gesù sulla Croce, conseguenza del colpo di lancia del soldato, troviamo la più grande dimostrazione di quanto e come ci ama Dio. Ricordiamo ancora una volta ciò che dice il Papa nel suo messaggio: “Dal Cuore di Gesù aperto sulla Croce è sgorgata la vita divina” (Messaggio GMG). Così, sulla Croce, Gesù trasforma il nostro “cuore di pietra” ferito dal peccato in un “cuore di carne”, come il suo: ci fa dono del suo amore, e a sua volta ci rende capaci di amare con il suo stesso amore.

Dal Cuore di Gesù, vivo e risorto, scaturisce la sorgente alla quale l’uomo deve bere per saziare la sua sete infinita di amare ed essere amato. Per tanto, è in quest’incontro personale “da cuore a Cuore”, dove l’uomo vive “radicato ed edificato in Cristo, saldo nella fede” (Col 2,7). La santità consiste nell’entrare pienamente in questa corrente d’amore che sgorga dal Cuore di Gesù. “Il motto del Card. Newman: «da cuore a cuore» ci da la prospettiva della sua concezione del suo modo di comprendere la vita cristiana come una chiamata alla santità, sperimentata come profondo desiderio del cuore umano di entrare in intima comunione con il Cuore di Dio" (Benedetto XVI, Omelia in occasione della Beatificazione del Cardinal Newman).

II -“Ecco il cuore che tanto ha amato gli uomini”

Nel corso dei secoli la Chiesa ha approfondito il significato del Culto al Sacro Cuore di Gesù. Molti uomini e donne hanno trovato nella contemplazione dell’immagine di colui che fu trafitto una via valida per identificarsi pienamente con Cristo e giungere alla meta della santità.

Tra questiricordiamo specialmente Santa Margherita Maria de Alacoque (1647-1690), religiosa dell’ordine della Visitazione a Paray-le-Monial, alla quale Gesù si manifesta nell’ Eucaristia, rivelandole il mistero del Suo Cuore: “Ecco il cuore che tanto ha amato gli uomini e che non riceve altro che ingratitudine offese”. Durante la sua vita Santa Margherita insegnò ad amare il cuore di Gesù, facendogli compagnia nell’Eucaristia per mezzo dell’Ora Santa, a consacrarsi a Lui ed ad offrire piccoli atti di amore e riparazione per i peccati. Diffuse anche la pratica dei primi venerdì del mese: confessione e comunione in riparazione dei peccati. Fu beatificata del 1864 dal Beato Pio IX e canonizzata nel 1920 da Benedetto XV. La sua ricorrenza viene celebrata il 16 ottobre.

Oltre a questa santaricordiamo San Claudio de la Colombiere S.J. (1641-1682). Fu il direttore spirituale si Santa Margherita Maria. Sarà l’incaricato di propagare il messaggio d’amore del Cuore di Cristo nei luoghi più lontani. Grazie a lui l’ordine religiosa dei Gesuiti si fece carico della propagazione della devozione al Cuore di Gesù.

L’eco di queste rivelazioni nella vita della Chiesa fu così intenso che il Beato Pio IX nell’anno 1856 instituì per tutta la Chiesa la festa del Sacro Cuore di Gesù, e nell’anno 1899 il papa Leone XIII consacrò l’umanità al Sacro Cuore. Centinaia di congregazioni religiose dedite all’educazione dei giovani, all’assistenza degli anziani e degli ammalati, alle missioni, nacquero in questo tempo, tutte facenti capo alla spiritualità del Cuore di Gesù. Durante il ventesimo secolo i Sommi Pontefici hanno invitato continuamente a ricorrere al Sacro Cuore come “il principale indicatore e simbolo dell’Amore con cui il divino redentore ama continuamente l’eterno Padre e tutti gli uomini” (Pio XII, Enc. “Haurietis Aquas”).

La contemplazione del cuore di Gesù oggi rende feconda la Chiesa di nuovi cammini di santità e si presenta per gli uomini del nostro tempo, bisognosi della misericordia divina, come un annuncio di speranza perché “sulle macerie accumulatesi a causa dell’odio e della violenza , si costruisca la civiltà dell’amore, il regno del Cuore di Cristo” (Giovanni Paolo II, messaggio al Preposto Generale della Compagnia di Gesù, P. Peter Kolvenbach, 5 ottobre 1986).

III. Consacrarsi al Cuore di Gesù per rimanere “Radicati ed edificati in Cristo e saldi nella fede” (Col 2,7)

La consacrazione al Cuore di Gesù è un atto con il quale noi giovani del mondo, guidati dal Santo Padre, vogliamo rivolgere il nostro sguardo fiducioso a Gesù Cristo, perché ci aiuti a vivere “Radicati ed edificati in Cristo e saldi nella fede” (Col 2,7).

Si tratta di rivivere dentro di noi l’esperienza del discepolo amato che contemplando il cuore aperto di Gesù sulla Croce, crede nel suo amore e si converte in suo testimone. “Chi l’ha visto ne dà testimonianza” (Gv 19,35).

Per questo motivo è anzitutto un atto di fede. L’invito del Santo Padre a consacrarci al Sacro Cuore di Gesù è un invito a consacrare la nostra fede: “Crediamo fermamente che Gesù Cristo ha donato se stesso sulla Croce per offrirci il suo amore; nella sua Passione ha portato le nostre sofferenze, si è fatto carico dei nostri peccati, ci ha ottenuto il perdono e ci ha riconciliato con il Padre, aprendoci il cammino della vita eterna” (Messaggio GMG). Tutto ciò confessiamo non solo in virtù della conoscenza delle verità in cui crediamo, ma come frutto di una relazione personale con Cristo, creata dalla fiducia nell’Amore del suo Cuore. In più, questa professione di fede la realizziamo in unione con il Santo Padre, i vescovi ed i pastori della Chiesa, mostrando che la nostra “fede personale in Cristo è vincolata alla fede della Chiesa” (Messaggio GMG). È nel cuore della Chiesa dove risuonano i battiti del Cuore di Cristo.

È in secondo luogo un atto di speranza. Il Papa non solo consacra ciascuno di noi al Sacro Cuore, ma consacra “tutti i giovani del mondo” al Sacro Cuore di Gesù. I giovani di oggi sono la speranza del futuro della Chiesa e della umanità. Tramite la Consacrazione noi giovani, con il Papa,vogliamo affermare che “senza il Cristo, morto e risorto, non c’è salvezza. Che solo Lui può liberare il mondo dal male e far crescere il Regno della Giustizia,della pace, dell’Amore al quale tutti aspiriamo” (Messaggio GMG). Uniti in “un solo Cuore”, preghiamo con tutta la Chiesa: “Vieni Signore Gesù”, aiuta noi giovani del Terzo Millennio ad essere artefici della civiltà dell’Amore che si costruisce “quando le persone e i popoli accolgono la presenza di Dio, lo adorano in verità ed ascoltano la sua voce” (Messaggio GMG).

Infine, la consacrazione è un atto d’amore. Noi giovani del Terzo Millennio, come San Tommaso, vogliamo “toccare Gesù, mettendo le mani nei segni della sua Passione, i segni del suo Amore” (Messaggio GMG). Consacrandoci “tocchiamo Gesù”, rinnovando la grazia del nostro Battesimo con la quale siamo stato introdotti pienamente in quest’Amore. Si rafforza in noi il desiderio di bere costantemente alle sorgenti della vita divina che sono i Sacramenti, specialmente l’Eucaristia e il Sacramento del Perdono. Infine, siamo introdotti nel suo sguardo misericordioso per poter sempre essere vicini ai più poveri ed ai malati, diventando così per essi manifestazione tangibile dell’Amore di Dio.

Come il discepolo amato anche noi siamo invitati ad “accogliere Maria nella nostra casa”. Ci consacriamo al Cuore di Gesù tenendo presente la Vergine come speciale mediatrice. Lei che “accolse con fede la Parola di Dio”c’insegna a credere nell’Amore, ad affidarci a Lui ed ad essere suoi testimoni tra i nostri fratelli.

 


Pope Benedict XVI leads the Sunday angelus prayer from the balcony of his summer residence in Castelgandolfo in southern Rome July 17, 2011.




[Modificato da Caterina63 20/07/2011 10:44]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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