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SACRO CUORE DI GESU' (Preghiere, Meditazioni, Riflessioni)

Ultimo Aggiornamento: 27/06/2014 11:14
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I SIMBOLI CHE CIRCONDANO IL CUORE DOLCISSIMO DI GESÙ

Nulla osta per la stampa Asti, 2 Giugno 1983
P. Severino Dalmaso Superiore Generale O.S.J.
Visto: Nulla osta Asti 22-6-83
Can. Pietro Dacquino
Imprimatur Asti, 23-6-1983
fi Franco Sibilla - Vescovo

PRESENTAZIONE

L'opuscolo «I simboli che circondano il Cuor dolcissimo di Gesù» è offerto alla meditazione dei lettori così come è sgorgato, nel 1929, dalla penna o meglio dal cuore di Maria Tartaglino, che con la sua fede semplice e profonda, alla luce dei doni dello Spirito Santo, è potuta entrare nel mistero del Cuore di Cristo e del Suo amore, per contemplarne «l'ampiezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità» (cfr Ef 3, 18).

Maria Tartaglino è nata ad Asti il 17 settembre 1887 ed è morta il primo settembre 1944, primo venerdì del mese. La sua vita è stata tutta una partecipazione ai misteri di Cristo, soprattutto di Cristo crocifisso. Si è offerta vittima a Dio fin dalla sua giovinezza, per il bene della Chiesa e specialmente dei Sacerdoti.

Il Signore l'ha arricchita di doni particolari; ed essa, nella più grande umiltà, mise ogni impegno per essere fedele alla sua vocazione di vittima. Chiese molte volte al Signore, e con insistenza, di essere sconosciuta e disprezzata. E fu esaudita abbondantemente.

Questo opuscolo, scritto da lei che aveva frequentato solo la scuola elementare, è ricco di sapienza spirituale, che viene esposta con grande semplicità, con limpida chiarezza e con una unzione che sembra non di leggere, ma di ascoltare una persona vivente che parla al cuore.

Vorremmo raccomandare la lettura e la meditazione di questo opuscolo soprattutto ai Sacerdoti, che Cristo «ha scelto tra i fratelli con affetto di predilezione» (cfr prefazio della Messa crismale del giovedì santo). Vi troveranno tanta «dottrina cristiana», tanto «Vangelo»; saranno stimolati a credere di più all'amore che Cristo ha per loro e per tutte le anime, e saranno sempre più desiderosi di porre in Lui, Cuore Divino, la loro stabile dimora.

Al termine della lettura di queste pagine non potranno che riconoscere la verità di quanto disse Gesù: «Ti benedico, o Padre,... perchè hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli» (Mt 11,25).

Per quanto riguarda i doni che possono essere affermati in queste pagine, non intendiamo prevenire minimamente il giudizio della Chiesa, alla quale ci sottomettiamo fedelmente.

Il grande «Cuore di Dio» benedica queste pagine e le diffonda perchè sia maggiormente conosciuto, maggiormente amato e maggiormente glorificato. È per questo fine che Maria Tartaglino le ha scritte.

Maria, madre di Cristo e della Chiesa, ci conduca al cuore di suo figlio Gesù.

Asti, 1 maggio 1983

festa di S. Giuseppe artigiano

P. Alberto Chilovi O.S.J.



Alcune osservazioni utili

per una miglior comprensione del testo L'originale di «I simboli che circondano il Cuor dolcissimo di Gesù» consta di due quaderni manoscritti, di pagine 48 il primo e 104 il secondo. Contengono solo due correzioni.

La punteggiatura è inesistente, salvo i punti interrogativi ed esclamativi. Si direbbe che i due quaderni siano un pensiero unico, un unico periodo dalla prima all'ultima pagina. Non c'è alcuno spazio vuoto nè per una riga nè per una parola.

Perciò non c'è nè la parola Introduzione, nè Capitolo col relativo argomento, nè, tanto meno, alcun Indice. C'è soltanto il titolo: I simboli che circondano il Cuor dolcissimo di Gesù.

I due quaderni sono stati trascritti con assoluta fedeltà; è bastato mettere la punteggiatura mancante, separare i periodi venendo ogni volta a capo e suddividere il tutto in capitoli. Ne è risultato un ottimo trattato sul S. Cuore, ottimo anche dal punto di vista letterario.

«Quando scrivo - diceva la Tartaglino - sembra che una mano mi conduca».

Il manoscritto è indirizzato al Padre spirituale.



I SIMBOLI CHE CIRCONDANO IL CUOR DOLCISSIMO DI GESÙ

Jesu, Maria, Joseph!


Oh! quante cose ci sarebbero da dire del Cuore di Gesù! Ripensiamo, Reverendo Padre, a quei divini attributi che rendono Dio così vicino a noi, così nostro: per esempio la misericordia, la clemenza, la bontà, l'amore; e poi mettiamo anche le virtù praticate da Gesù su questa terra: la carità, la mansuetudine, la pazienza, il sacrificio, e mettiamo insieme questi tesori di santità, di grazia, di amore, di bontà e facciamone una sintesi luminosa e santa, ed eccoci il Cuore di Gesù in tutta la pienezza della sua divina realtà. Per quanto, Reverendo Padre, si dica di questo Cuore Divino, ce n'è sempre da dire, perché è una miniera da cui si possono trarre fuori sempre nuove gemme, è un oceano dove sempre si pescherà.

Reverendo Padre, non so se sia ispirazione di Dio: nella Santa Comunione e anche nella visita a Gesù Sacramentato mi sento spinta a scrivere i simboli che circondano questo Cuore Divino e mi sento che, se faccio questo, faccio un piacere grande a Gesù e che anzi proprio lo voglia.

Comunque sia, io lo farò, come sono capace, come Gesù mi fa capire.

Questi simboli del Cuor dolcissimo di Gesù, studiati e ben intesi, ci portano a quella conoscenza ed amore del dolce Dio incarnato, che sono la meta a cui questa gran divozione mira e conduce le anime a Gesù. Questo dolce Amore ci conceda questa grazia così grande, perché chi lo conosce e lo ama è già bene avviato alle feste dell'eterno Amore.

CLICCA QUI PER LEGGERE IL TESTO INTEGRALMENTE E SCARICARLO.....

      Cuore Divino di Gesù Jesu Cor



Ecco adunque che cosa è, che cosa significa quel Cuore ferito che ci sta davanti, visione di eterno amore. Quel Cuore è il dono che Gesù ci fa e la ferita è la donazione; quel Cuore è il tesoro della Redenzione, della vita eterna, e la ferita ce lo apre e mette a nostra disposizione i suoi doni, cioè il merito della morte di Gesù, il perdono dei nostri peccati, le ricchezze spirituali della Chiesa... e il diritto al Paradiso.

Ecco il tesoro di Gesù aperto a tutti. E non è questo quel Cuore Divino, da cui prese la Maddalena tanto dolore e Pietro un perdono così bello e il buon ladrone la chiave del Paradiso, e Paolo uno zelo così ardente, e Agostino tanto amore e Francesco d'Assisi tanto distacco e San Luigi tanta purità e Santa Margherita Alacoque tanta virtù e i Santi tutti quanto hanno di bontà e santità? E noi? E noi, quando arricchiremo colle dovizie del Cuor di Gesù? Oh! quando daremo a Gesù il nostro cuore!!!

Nel vangelo Gesù ne insegna che il vero male della terra non sono le infermità, la povertà, le disgrazie, ma bensì il peccato e la perdizione; e questa medesima è la dottrina ricordata dal Cuor di Gesù.

[SM=g1740733]


Benedetto XVI, Omelia, Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, 11 giugno 2010

Celebriamo la festa del Sacro Cuore di Gesù e gettiamo con la liturgia, per così dire, uno sguardo dentro il cuore di Gesù, che nella morte fu aperto dalla lancia del soldato romano. Sì, il suo cuore è aperto per noi e davanti a noi – e con ciò ci è aperto il cuore di Dio stesso.

Le religioni del mondo, per quanto possiamo vedere, hanno sempre saputo che, in ultima analisi, c’è un Dio solo. Ma tale Dio era lontano. Apparentemente Egli abbandonava il mondo ad altre potenze e forze. Stranamente, questo pensiero è riemerso nell’Illuminismo. Si comprendeva ancora che il mondo presuppone un Creatore. Questo Dio, però, aveva costruito il mondo e poi si era evidentemente ritirato da esso. Molti forse non desideravano neppure che Dio si prendesse cura di loro.

È bello e consolante sapere che c’è una persona che mi vuol bene e si prende cura di me. “Io conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me” (Gv 10,14). “Conoscere”, nel significato della Sacra Scrittura, non è mai soltanto un sapere esteriore così come si conosce il numero telefonico di una persona. “Conoscere” significa essere interiormente vicino all’altro. Volergli bene. Noi dovremmo cercare di “conoscere” gli uomini da parte di Dio e in vista di Dio; dovremmo cercare di camminare con loro sulla via dell’amicizia di Dio.

[SM=g1740738]


[Modificato da Caterina63 08/06/2013 19:21]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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