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9 agosto 1903: l'Incoronazione di Pio X al Soglio Petrino (testo da GUSTARE)

Ultimo Aggiornamento: 21/03/2011 00:43
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21/03/2011 00:43
 
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quanto segue può essere riportato, SENZA ESTRAPOLAZIONI e, per cortesia, citandone la provenienza dal momento che il testo è stato da me digitato da un libricino del 1903
Grazie.....

Tratto da: "i Dieci Pii - aneddoti - 1903
l'aneddoto, naturalmente, racconta di san Pio X appena eletto.....

La notizia della sua elezione ha provocato una certa sorpresa.
Giuseppe Sarto passava per un prelato degnissimo, dotato di molta attività e di molta intelligenza, un profondo catechista, ma nessuno - e specialmente i clericali - aveva mai supposto che potesse essere lui il successore di Leone XIII.
Estraneo però a tutti gli intrighi politici dell'entourage del Defunto Pontefice, è probabile che Pio X sarà un apostolo di pace e di consolazione, un catechista, un maestro della fede, e, come tale, gli giunga il saluto e il giubilo di venerazione dell'Urbe e dell'Orbe!
Un ritratto immediato che possiamo fare dell'appena neo-eletto Pontefice è nella sua profonda umiltà, è uomo modesto, sacerdote pio, mite, lo definiscono anche assai caritatevole, un maestro di dottrina con sistemi da catechista, chi ben lo conosce lo dice  molto simpatico, e , nella posizione a cui è salito Lui, questo conserva anche la sua importanza.
L'Italia è Cattolica!
Il mondo Cattolico spera che Pio X si renda benemerito particolarmente della sua Patria terrena, smussando gli angoli dei contatti, come scriveva l'abate Tosti e dedicandosi alla santa ambizione di elevare la propria influenza spirituale, per la quale è ben conosciuto, stimato ed apprezzato.

Bismarck, nel 1873, disse a Marco Minghetti e al Visconte Venosta che avevano accompagnato Vittorio Emanuele II a Berlino:
" La caduta del potere temporale non solo rende Roma la inviolabile capitale d'Italia, ma rende il Vaticano l'inviolabile capitale del mondo Cattolico".

E aveva ragione!
Facciamoci voti che il regno di Vittorio Emanuele III passi memorando e glorioso nella Storia per l'accordo dello Stato con la Chiesa che Pio X vuole assolvere;
auguriamoci che le preghiere del buon Pio X ottengano dal Cielo alla nostra Italia quella pacificazione degli animi che sarà preludio della sua vera grandezza futura.
La Religione non potrà che avvantaggiarsene; per quanto non siano poche le persone dalla testa piccina, le quali, confondendo gli uomini con i principi, fanno curioso razzocinio:
" il prete è nemico dell'Italia?.... allora io non vado alla Messa"!

Ma non si può parlare di Pio X senza accennare alla profezia famosa del XII secolo, secondo la quale Giuseppe Sarto dovrebbe essere l'ignis ardens, preconizzato dal vescovo irlandese san Malachia, seppur senza pretesa alcuna di fondamento nella realizzazione.
Alle previsioni che, da ottocento anni, si fecero qual volta radunossi il Conclave, servì di caposaldo la profezia malachiana per quanto essa, dopo il 1590, dopo l'elezione di Gregorio XIV, pare non abbia più colto nel segno.
Fino al 1590 però, le profezie adombrate nel motto divinatore, sono di una portentosa esattezza da lasciare a noi oggi ogni prudenza nel non rigettare quanto segue, con ignoranza disprezzante.
Tutti i Pontefici, fino al trecentosettantacinquesimo, sotto il regno del quale avverrà la fine del mondo, o la "fine dei tempi", vi sono indicati con motti latini in cui si allude quasi sempre allo stemma gentilizio e qualche volta al nome, al luogo di origine, alla vita dei futuri gerarchi.
Molte persone, specialmente della diocesi bolognese, avrebbero scommesso che il nuovo Papa sarebbe stato il Cardinale Svampa loro arcivescovo, perchè questi ha "l'ignis ardens" nel nome e nello stemma, ove campeggia un gran sole fiammante.
Parecchie scommesse pure furono fatte sul Cardinale Oreglia, che ha un'ara e sul Cardinale Gotti che nel proprio stemma ha una face.

Un giorno, in occasione di un congresso cattolico che si teneva a Ferrara, il Cardinale Svampa intervenne a un ricevimento in suo onore.
Un poeta d'occasione non mancò d'affliggere la radunanza con una lunga ed infelice tiritera, fin anche imbarazzante, in cui salutò nell'ospite "l'ignis ardens predestinato al Triregno".
Lo Svampa non si scompose, non mosse ciglio, finse di non udire, ma terminato il ricevimento, il poeta incompreso non potè stare alle mosse e con mezza voce disse:
- Ha udito, Eminenza, l'augurio poetico?
- No. Che augurio?
- Non ricorda che ho salutato in lei l'ignis ardens "predestinato al Triregno"?
- Io, per sua regola - replicò Sua Eminenza - le sciocchezze non le ricordo mai!
E gli voltò le spalle. E fece bene.
Ma del resto anche il profeta vescovo, evidentemente, fu male ispirato, perchè nel nome e nel luogo d'origine di Pio X, nulla vi è che si accordi con la sua profezia!
Quando a Pio X gli è stato fatto presente della profezia, egli rispose: " e che cosa ci sarebbe di ardens nel mio stemma... se io non ho mai avuto stemmi ?"
Domenico Oliva, parlando dell'umile origine di Pio X e dell'umiltà con la quale ha preso sulle proprie spalle il peso del papato, ha paragonato Giuseppe Sarto a "Prete Pero" di giustiniana memoria, vale a dire: "Prete Pero in carne ed ossa che sopporta per poco gli inconvenienti della sua carica affrettando col pensiero e col desiderio il giorno in cui, libero da ogni impaccio, potrà tornare gloriosamente miserabile come Nostro Signore Gesù Cristo, e come san Francesco d'Assisi, a chiedere l'elemosina ai passanti, seduto sul primo gradino della scala di san Pietro".
Quanta differenza tra quest'uomo così modesto che prega vivamente che in chiesa non si facciano acclamazioni al suo passaggio ma si osservi devoto e religioso silenzio pensando verso chi sta andando il Pontefice, verso Colui che lo ha chiamato a Vicario della Sua Chiesa.
Ricordo il giorno in cui, nel 1900, trovandomi in san Pietro per l'Anno Santo, la chiesa era popolata di pellegrini, persone impazienti di vedere il Papa di cui si annunciava l'arrivo:
- Eccolo! Eccolo!
gridava qualcuno, e la folla si precipitava verso la Cappella del Santissimo Sacramento, dalla quale aspettava di vedere Leone XIII. A un tratto si sente squillare un campanello:
- OoooH!... è lui! dice qualcuno
- Viva il Papa, comincia a gridare la folla!
- Fermi, non spingete! Fate silenzio! ammonisce qualche severo Sacerdote - Siamo in Chiesa! -
- Indietro! Atate indietro! Non è il Papa! dice la guardia che a fatica trattiene la folla....
- Oh! ma chi è? Ma chi è? si domanda;
- Niente, niente - risponde con tutta delusione qualcuno che stando davanti vede bene... - è "solo" il Sacramento!
Un sacerdote, infatti, seguito da alcuni chierici, passava in quel momento, trasportando il Divino Sacramento dalla Cappella all'Altare Maggiore.....
Ma chi ci faceva attenzione?

Settembre 1903

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Dal 4 agosto 1903 al 20 agosto 1914, san Pio X ripeterà sempre a tutti la parola Pax, e solo allora si spezzerà il suo cuore, quando si spezzerà anche quella parola santa, sotto il ferro e il fuoco della immane guerra mondiale.
Il Santo Pontefice Pio X fu l'àncora sicura della Barca di Pietro, coi mirabili decreti Eucaristici, l'erezione dell'Istituto Biblico, la codificazione del Diritto Canonico, la Riforma della Musica Sacra, l'Enciclica portentosa contro il Modernismo, la Pacsendi, le allocuzioni ricche di santi fremiti al Clero di Francia che la Massoneria voleva ingannare e sovvertire; il suo grido accorato ai Sacerdoti: "Poveri! ma liberi!" fu un'accorato motto per risvegliare la santità e il martirio...
San Pio X fu l'esempio eccezionale della povertà, il miracolo vivente di un Primo Apostolo del XX secolo, poverissimo nella più antica e grande Corte del mondo.
Egli fu, e più che mai resta, la stella d'oro incorruttibile che brilla per sempre nei cieli della Chiesa e dell'umanità, stella d'ardente fuoco, l'ignis ardens, secondo la nota profezia malachiana, che illumina di esempi indimenticabili le pagine della Chiesa del suo tempo e di oggi, che ancora riscalda i cuori e sollecita tutti i credenti in Cristo e nella cattolica dottrina con quell'amore che lo ha sempre contraddistinto.
Non si dirà mai abbastanza di san Pio X per ricordarlo come più si conviene!

Gesù Cristo ha dato l'esempio di povertà assoluta e il Suo servo fedelissimo si sforzò per tutta la vita di imitare quanto per lui possibile, il Divino Maestro.
Le brevi pagine del Suo Testamento incominciavano: "Invocato il divino aiuto e l'intercessione della Vergine Immacolata e di san Giuseppe, confidando nella Divina Misericordia per il perdono delle mie mancanze, stendo l'atto di mia ultima volontà..."
E riassumiamo tutto l'animo del grande Pontefice, con le sue stesse parole:
"Nato povero, vissuto povero e sicuro di morir povero, sono dolente di non poter retribuire i molti che mi prestano singolari servizi, a Mantova, a Venezia, a Roma, e non potendo rendere loro alcun segno di gratitudine, prego Dio di compensarli con le migliori grazie..."

La Sua mitezza ed umiltà erano così forti e palesi da essere raccontate in episodi concreti:
un giorno, mentre faceva la consueta passeggiata per i giardini vaticani, s'incontrò con alcuni giardinieri. Si fermò e sorridente li interrogò:
- Siete contenti della paga giornaliera?
- Contenti, santo Padre!
Pio X pur rimanendo soddisfatto della risposta, sapeva che la paga non era proprio immensa e disse al suo segretario che lo accompagnava:
- Avete udito quanta serenità nella loro risposta? Questi bravi giardinieri, per quanto poveri e di bassa condizione, dinanzi al Signore sono più accetti di noi; fate in modo che ricevano qualche soldo in più!

Anche per i Familiari non avanzò pretese dopo la sua elezione al Soglio Pontificio.
All'incaricato dell'Araldica pontificia, che andò dal Papa Sarto a chiedere quale titolo si dovesse dare alle sue sorelle, Pio X rispose:
- Chiamatele "le sorelle del Papa" !


In una Udienza, una signora di Azione Cattolica, gli chiese:
- Santo Padre, cosa posso fare per la Chiesa?
Sorridendo, rispose il Papa:
- Insegni il Catechismo della Chiesa Cattolica, senza aggiungere nulla, senza omettere nulla!
Poche parole, ma così profonde, che furono l'insegna di tutto il suo Pontificato: "Instaurare omnia in Christo".

Sapeva infondere serenità con umorismo:
Nei primi mesi del suo Pontificato, ricevette una delegazione dalla sua Venezia e che ben aveva conosciuto il Patriarca Sarto, una signora del gruppo facendosi molto ardita per l'entusiasmo di rivedere il suo Patriarca diventato Papa, gli domandò:
- E dite, dite, come vi trovate in Vaticano?
- DA PAPA! rispose sorrindendo il Servo di Dio!

San Pio X resterà nella storia come il Papa che condannò il modernismo, "la sintesi di tutte le eresie" anche se, la vigilanza, le censure non valsero a frenare la nuova eresia che sempre suscitava scandali e provocava discordie e divisioni fuorviando molti.
Celebre rimane il suo monito dato con solerte carità:
un giorno il Papa ricevette in udienza privata un religioso, oratore di grande fama, intelligente e spigliato, il quale accennando alle nuove correnti spirituali, ebbe l'ingenuità di dirgli:
- Santità, è necessario più che mai tendere le reti, altrimenti i pesci se ne fuggono!
- Caro Padre, questo tocca a me - rispose dignitosamente il Pontefice - perchè Gesù Cristo ha affidato a me e non a voi la barca del Pescatore....!

In un'afosa giornata d'estate, il santo Padre si trovava nel suo studio privato con mons. Battista Parolin e, sentendosi tormentato dall'arsura, disse:
- Don Battista, ho una sete, ma una gran sete, che di più non si può dire!
- Vado subito a prendervi un bicchier d'acqua, santo Padre!
- Ah! un prelato che va a prendere dell'acqua? Non sia mai! le chiacchiere non finirebbero più....
- Se è così, santo Padre, soniamo il campanello e verrà il cameriere di stanza....
- Hai idea di cosa accadrebbe? - rispose il Papa sorridendo - lascia andare, perchè sarebbe un'impresa.... il cameriere dovrebbe chiamare l'aiutante di camera, questi vorrebbe  sapere quale bevanda preferisco, se fresca, se calda, se birra, se vino, o limonata.... Tutto sommato è bene che ci teniamo la nostra sete senza disturbare nessuno fino all'ora di cena, ma forse sarà anche  giusto che si pensi ad allegerire certa burocrazia, così si potrà dire che un problema l'abbiamo risolto....

Chi si avvicinava al santo Pontefice non poteva che restare rischiarato dalla sua luce infusa, rallegrato dai suoi modi gioviali, edificato dalla sua letizia, confortato dal suo buon umore.
Amava scherzare e concedersi qualche battuta semplice e di arguzia catechetica.
Ad una udienza ai Parroci di Roma domanda ad uno di essi:
- E lei, dove è Parroco?
- a san Lorenzo al Verano, santo Padre.
- Lei è fortunato, è la Parrocchia più buona della Città! - risponde il Papa -
- Ah, no santo Padre! - rincalza il Parroco che non aveva compreso l'immediata arguzia del Pontefice -
la mia Parrocchia ha non pochi difetti, ed io ho il mio bel da fare, le tante preoccupazioni.....
- Ma come - risponde sorridendo il Papa - ma se è la Parrocchia dei morti, a quanto ne so non reclamano e non disturbano....

Un giorno si presentò dal Papa una delegazione di rappresentanza di cattolici lucchesi, i quali, dopo la morte del loro arcivescovo di umili origini, desideravano avere un arcivescovo di nobili natali, giustificando tale richiesta per il decoro della propria città.
Il Vicari di Cristo li lasciò parlare a lungo, dopo averli ascoltati senza interromperli, dovendo dare una risposta, disse:
" La vostra proposta mi stupisce assai, poichè oltre tutto - e voi con la vostra sagacia toscana dovreste capirlo - essa offende un pò ed umilia anche me, che non appartengo all'aristocrazia, nè alla borghesia, ma sono, se ancora non lo sapete, un povero figlio del popolo.
Quel che posso dirvi affinchè possiate meditare è che, se alcuni fa, il Santo Padre Leone XIII di venerata Memoria, m'avesse mandato come pastore della vostra illustre diocesi, voi allora non mi avreste tenuto degno della storia e delle tradizioni lucchesi...."
La delegazione, santamente mortificata in modo così esemplare, non disse più nulla e si ritirò....con la Benedizione Apostolica del Papa povero, figlio del popolo...




Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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