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9 agosto 1903: l'Incoronazione di Pio X al Soglio Petrino (testo da GUSTARE)

Ultimo Aggiornamento: 21/03/2011 00:43
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16/06/2009 18:04
 
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(bacio del piede, segno di obbedienza)

Terminata l'obbedienza, il Sommo Pontefice impartisce la benedizione apostolica.
Ricompostasi la processione, il corteo fa ingresso nella Basilica e il Papa vi entra in sedia gestatoria, avendo ai lati i monsignori portanti i flabelli, assistiti dai sediari.
Seguono altri sediari, tutti sotto l'alta direzione del foriere maggiore.
Il passaggio dei cardinali desta irrefrenabile, morbosa curiosità nella folla strabocchevole e nelle tribune.
E' un chiedere affannoso chi è questo e chi è quell'altro.
Gli informati, i pratici, i nomi più noti; tutti gli sguardi convergono sulla figura impenetrabile di Rampolla.
Si mormorano i nomi di Gotti, Oreglia, Serafino Vannutelli, Ferrata, Capocelatro, Agliardi, Vives y Tuto, e via via gli altri.
E' la Chiesa di Roma, la Chiesa Universale che passa maestosa nel gruppo dei suoi Principi: sono gli intelletti magni, la pietà, i reggitori delle maggiori archidiocesi.

All'apparire del Papa le trombe d'argento intonano la marcia trionfale del Longhi, mentre la folla scoppia in un frenetico, interminabile fragoroso applauso.
Tutti protendono lo sguardo ansioso verso l'ingresso per vedere il nuovo Pontefice.
I fazzoletti sventolano a migliaia, gli applausi si frammischiano agli evviva, la commozione invadi tutti e molti piangono.
Il Pontefice, estremamente commosso, raccomanda più volte, con un cenno della mano, il silenzio, ma non vi riesce...

Dispostasi la processione nella navata centrale, il Papa viene portato nella Cappella del  Sacramento dove adora l'Augustissimo (l'Eucarestia -nota mia); passa quindi alla Cappella di san Gregorio dove si asside in trono; qui, dopo l'obbedienza prestatagli dal Sacro Collegio e il canto di Terza, da lui stesso intonato, depone i paramenti e ne assume altri, che il cardinale diacono ministrante lo aiuta ad indossare.
Quindi, agli ordini del Prefetto delle cerimonie, che ha in mano la ferula, la processione si avvia verso l'altare papale.

Quale fantasmagoria di addobbi, di valori, di costumi, di personalità religiose e laiche! E tutto e tutti convergenti verso un punto solo, una sola persona terrena (e nel ruolo) divina:
il Successore di Pietro, il Vicario di Cristo, il rappresentante della più universale e vetusta religione: il Padre venerato, cui s'inchinano milioni e milioni di sudditi e di figli.
Omaggio pietoso e superbo. Bellezza che nessuna Corte può dare, perchè lo sfarzo incomparabile è reso quasi etereo da una solennità inesprimibile, da una calma e da una nobiltà di movimenti e di atteggiamenti che, anche a non conoscerli, s'intuisce come prendano evidente sostanza dall'ispirazione, dalla sostanza e dal concetto della loro alta e divina dignità
.
Una cerimonia papale in S.Pietro, e soprattutto, massima fra ogni altra, l'incoronazione,dà l'impressione di uno stupendo assoluto e inimmaginabile.
Perchè qui il Divino è visibile, e visibilmente si estrinseca dal perfetto terreno.
Quel coesistere dell'umiltà e dello sfarzo, dell'umano e del divino creano quasi un'irrealtà e la sensazione di una comunione e di un'aderenza quasi fisica e spirituale fra terra e cielo
.

Si mormorava, di quei tempi, (faccio notare che tale mormorio c'è sempre stato nella Chiesa -nota mia), sull'inutile sfarzo della Chiesa; si parlava di teatralità; eppure nelle manifestazioni liturgiche, ogni atto, ogni oggetto ha un significato, una tradizione e una profonda ragione d'essere.
Il Clero si ammanta solo per rendere omaggio alla divinità, cui tutto è dovuto; in fondo, non solo nella Chiesa, ma in tutte le umane istituzioni è un perpetuarsi di usi e costumi.

Durante il percorso del corteo il cerimoniere pontificio s'inginocchia tre volte a breve distanza, brucia dei batuffoli di stoppa posti sopra una canna d'argento, cantando lentamente, rivolto al Sommo Pontefice:
" Pater Sancte sic transit gloria mundi"
(Padre Santo, così passa la gloria del mondo!)


Entrata Sua Santità nella quadratura e abbandonata la sedia gestatoria, i cardinali ricevono l'amplesso(=l'abbraccio).
Quindi il Pontefice, giunto all'altare, depone la mitra e recita le preghiere comuni della Messa, avendo alla sua destra il cardinale sottodecano del Sacro Collegio, vescovo assistente, alla sinistra il cardinale diacono ufficiante, e dietro di lui i due cardinali diaconi assistenti con i prelati e gli officianti all'altare. Dopo l'indulgentiam, i cardinali vescovi Oreglia, decano e Agliardi, vescovo di Albano, recitano sopra il Pontefice le preci dell'incoronazione.
Terminate le preci, e mentre il Papa ascende l'altare, i cantori intonano l'Introito.

                                      san Pio X
                                                san Pio X


sotto: incoronazione di Giovanni XXIII

                              GXXIII

Le note gravi e dolci si spandono per l'aria; la folla commossa trattiene il respiro. Il momento è solenne perchè il Papa è ora visibile anche alle masse poste nei luoghi più lontani. E' un ansioso cercare la sua figura rassicurante, le sue sembianze, la sua espressione mentre si appresta a celebrare il Sacrificio.

Terminato l'Introito, il cardinale diacono incensa tre volte il Papa, baciandolo poi sopra una guancia e sul petto (sul cuore). Lo stesso fanno i due cardinali diaconi assistenti.
Dopo di che Sua Santità, sedendo in trono, riceve l'ultima adorazione dei cardinali, che gli baciano il piede e la mano, mentre Egli li abbraccia due volte.
I patriarchi, gli arcivescovi e i vescovi gli baciano il piede e il ginocchio destro, e i mitrati il piede.
Il Papa legge l'Introito della Messa dalla Cattedra di san Pietro con l'orazione pro seipso e intona il Gloria.
Detta poi l'orazione della Messa in die coronationis, il cardinale primo diacono recita le litanie dell'Incoronazione ripetendo tre volte:
- Exaudi Christe, cui gli assistenti rispondono:
- Domino Nostro Pio a Deo decreto, Summo Pontifici et universali Papae, vita.
Poi i cardinali cantano le litanie dell'Incoronazione, alle quali il coro ad ogni invocazione risponde:
- Tu illum adiuva.

(continua...)



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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