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L'eresia antiliturgica e la riforma protestante del XVI secolo considerata nei suoi rapporti con la liturgia

Ultimo Aggiornamento: 13/12/2018 21:34
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15/09/2010 00:35
 
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la santa favola


Dal Blog unafides, volentieri pubblichiamo in due parti quanto segue:

Già da tempo abbiamo segnalato le somiglianze tra la liturgia anglica cranmeriana e quelle adottate in ambito cattolico con il cosiddetto Novus Ordo Missae: ora pubblichiamo traendolo dal sito  
http://nullapossiamocontrolaverita.blogspot.com questo contributo che conferma, se mai ce ne fosse bisogno, il tentativo in atto di «protestantizzazione» dell'unica Chiesa di Cristo.


Prefazione del traduttore

Spesso, gli autori cattolici hanno trattato il tema dell'instaurazione del protestantesimo in Inghilterra, ponendolo come paradigma tipico di ogni rivolta eretica, anche se esso ripetè, nelle strutture, i mezzi impiegati da sempre nello smantellamento ricorrente della cattolicità. Nello studio che segue del Williamson, si vedrà chiaramente come tali mezzi siano stati sostanzialmente tre:

1º) L’abolizione del latino e l'uso della lingua volgare;
2º) La sostituzione dell'altare con una tavola;
3º) I cambiamenti nel Canone della Messa.

Da questi tre principali sovvertimenti derivarono altre non meno gravi distruzioni e scardinamenti, come la graduale scomparsa dei libri sacri, ritirati a poco a poco dalle librerie e quindi mandati silenziosamente al macero; la Comunione in piedi, primo passo per poi riceverla da seduti e nella mano; la trascuratezza per il culto mariano; il rapido declino dell’autorità papale; l’aperta opposizione dei Vescovi ed il sorgere di nuove sette sempre più numerose. II lettore troverà tutti questi fenomeni nelle pagine che seguono, e che descrivono, appunto, come ad un certo momento della sua storia, l’lnghilterra si trovò con una nuova religione al posto di quella tradizionale; e si fa cenno del sangue, dei patimenti e delle torture atroci che tale cambiamento costò al paese, attraverso la persecuzione crudele di quei Martiri inglesi che furono riconosciuti e solennizzati dal vertice romano, in curiosa concomitanza con l'imposizione dei nuovi Canoni della Messa, il cui testo attuale, secondo l’Autore di questo studio, assomiglia moltissimo al Canone della Messa riformato da Thomas Cranmer, crudele persecutore dei cattolici, moltissimi dei quali subirono il glorioso martirio per averlo respinto. Il dato impressionante rimane la ripetizione esatta e puntuale nella storia dei fenomeni che spingono avanti l’eresia. Sono sempre identici.

I lettori di questo studio potranno facilmente constatare come le interpretazioni del Cranmer siano state ormai in buona parte accettate e adottate dalla Chiesa cattolica attraverso il Novus Ordo Missæ, e le relative disposizioni, autorevolmente suggerite, più che ufficialmente date, come l’abolizione del latino, la Comunione in piedi e nella mano, la distruzione dei testi sacri, ecc...; mentre la sostituzione dell'altare (praticamente una tavola, anche quando la Messa viene celebrata versus populum) e lo sconvolgimento del Canone, tradotto e recitato ad alta voce, sono contemplati nel corpo delle disposizioni chiaramente emanate dal vertice, senza sussulto, con lentezza, seguendo la tecnica della «sorpresa» e del «fatto compiuto», e con le periodiche riaffermazioni di fede cattolica. Esattamente ciò che avvenne in Inghilterra, nel bel mezzo del XVI secolo.

Roma, Pentecoste 1971


HUGH ROSS WILLIAMSON, autore di questo opuscolo, s’interessò per cinquant’anni al problema dell’unità cristiana, e nel 1955, da anglicano si fece cattolico, nella convinzione ben maturata che le 290 sette protestanti fossero eretiche. Egli vide nella chiesa anglicana la distruzione del Canone della Messa che in Inghilterra era stato recitato da tutti i sacerdoti dal tempo di Sant’Agostino fino all'avvento del protestantesimo. Autore di molte opere importanti, il Williamson è un’autorità ben conosciuta nel campo degli studi teologici e teoretici. Il suo ultimo lavoro è uno studio sul Cardinale Pole (di cui parla anche in questo libretto), d’importanza fondamentale per la documentazione storica e religiosa del XVI secolo.

I. Obiettivi di Cranmer

Lo storico inglese diffida istintivamente dei cambiamenti liturgici. Sa che questi sono già avvenuti nel suo paese e che hanno avuto per conseguenza lo scardinamento del precedente sistema religioso. Non sempre ci si rende conto, però, che, se si escludono gli specialisti, solo pochi si interessano di un argomento così particolare, e che la generale indulgenza verso certi atti è originata dall’ignoranza più che dalla malafede. La riforma liturgica compiuta in Inghilterra nel secolo XVI fu opera, in gran parte, di Thomas Cranmer, Arcivescovo di Canterbury, che dal 1547 al 1553 fece il bello e il cattivo tempo in campo religioso. Egli non faceva mistero delle sue intenzioni e non cercava affatto di celare il suo pensiero, e cioè, che la potenza della «grande prostituta, vale a dire della pestifera sede di Roma», risiedeva nella «dottrina papista della Transustanziazione, della Presenza Reale del Corpo e del Sangue di Cristo nel SS.mo Sacramento dell’altare (come essi dicono), e del Sacrificio e dell’oblazione di Cristo offerti, mediante il ministero sacerdotale, per la redenzione dei vivi e dei morti» 2.

Ecco quello che occorreva distruggere.
Era necessario che il popolo apprendesse che Cristo non era presente nel SS.mo Sacramento, ma soltanto in coloro che lo ricevono degnamente. «Mangiare e bere la Carne e il Sangue di Cristo non deve essere preso nel significato letterale di mangiare con la bocca e con i denti una cosa reale, ma in quello di assimilare, mediante una fede viva, con il cuore e con lo spirito una cosa in realtà assente» 3.

Il nuovo rito escogitato da Cranmer per giustificare il suo atteggiamento, «la celebrazione della Santa Cena», non doveva contenere nulla che si prestasse a qualche somiglianza con la Messa, «mai abbastanza odiata». La Messa nella quale «è offerto a Dio Padre un sacrificio, cioè il Corpo ed il Sangue di Nostro Signore, vero e reale, per ottenere il perdono dei peccati e la salvezza dei morti e dei vivi» 4 fu definita un’eresia meritevole della pena di morte. Tale era l’obiettivo di Cranmer. I tre principali mezzi per raggiungerlo dovevano essere l’uso della lingua volgare, la sostituzione dell’altare con una santa tavola e i cambiamenti operati nel Canone della Messa.

II. La lingua volgare

La traduzione della Bibbia in lingua volgare esisteva in Inghilterra fin dall’epoca sassone. Molto prima che Wyclif 5, nel 1380, proponesse la sua nuova traduzione «con intenti perfidi», vi erano state, come aveva fatto osservare San Tommaso Moro (1478-1535), altre traduzioni in inglese ad opera di «uomini virtuosi ed eruditi, buoni ed onesti». E il Santo insisteva sul fatto che non vedeva la ragione per cui la Bibbia non dovesse essere tradotta in inglese, dal momento che «non c'è alcun passaggio della Scrittura tanto ostico da non offrire spunti per gioire e per accrescere la propria devozione sia ad un uomo virtuoso e onesto che ad una donna». Ciò a cui si doveva resistere era la traduzione della Bibbia deliberatamente orientata «secondo un perfido intento».

Ecco la principale ragione dell’insistenza dei riformatori del XVI secolo nel chiedere la lingua del popolo 6. La traduzione di William Tyndale 7, uno dei seguaci di Cranmer, fu fatta bruciare dalle autorità religiose. Interrogato in proposito, San Tommaso Moro rispose: «Mi meraviglio assai che qualche buon cristiano, con appena un briciolo di cervello, si stupisca o si lamenti che questo libro sia stato bruciato, sapendo di che si tratta. Se qualcuno lo chiama il «Nuovo Testamento», lo chiama con un falso nome, a meno che non lo chiami il Testamento di Tyndale o il Testamento di Lutero. Perché Tyndale, dietro consiglio di Lutero, ha corrotto e cambiato la buona e salvifica dottrina di Cristo nelle loro diaboliche eresie al punto tale da renderla cosa nettamente contraria». Pregato di dare alcuni esempi, scelse tre parole: «Una è la parola «sacerdote». La seconda è «Chiesa». La terza è «carità».

Al posto di «sacerdoti», Tyndale usa sempre la parola «anziani». Chiama la «Chiesa» «Assemblea», e invece di «carità», dice «amore». Poiché tali termini non sono affatto sinonimi nella lingua inglese, a ben considerare le cose è chiaro che un'intenzione malvagia ha ispirato questi cambiamenti» 8. D’altra parte, Tyndale corredava la sua traduzione di note; come quella, per esempio, che diceva essere la Messa una questione di «scuotimenti, dondolamenti e miagolii come un gioco di scimmie». Coloro che ancora credevano alla fede tradizionale e la praticavano, erano considerati «bestie senza il suggello dello Spirito di Dio, bollati dal Segno della Bestia, coscienze cancerose». Ma molto più dannose delle note - come San Tommaso Moro aveva sottolineato - erano le traduzioni deliberatamente falsate che Tyndale (seguito da Cranmer in una versione pubblicata sei anni dopo) aveva fatte allo scopo di estirpare la dottrina cattolica tradizionale. Tradusse la parola «immagini» con «idoli», creando così un mezzo efficace contro il culto dei Santi e della Santa Umanità di Gesù Cristo. La parola «confessare», che potrebbe ricordare il sacramento della penitenza, divenne «riconoscere». Le grandi parole chiave del Vangelo «grazia» e «salvezza» divennero «favore» e «salute».

La parola «sacerdote», come si è detto, divenne «anziano», e «Chiesa» divenne «Assemblea». Tyndale spiegava in una nota che «con la parola «sacerdote», il Nuovo Testamento intende parlare di un «anziano» che deve insegnare ai giovani». Spiegava ancora che i due sacramenti istituiti da Gesù Cristo, il Battesimo e la Santa Comunione, erano «nient'altro che la predicazione delle promesse di Cristo». Così, per non citare che un esempio, il consiglio apostolico contenuto nella lettera di San Giacomo, «Qualcuno fra voi è malato? Chiami i sacerdoti della Chiesa ed essi preghino su di lui dopo averlo unto con olio nel nome del Signore» (Gc. V, 14), fu epurata per il suo evidente riferimento al sacramento dell’Estrema Unzione. Lo stesso Wyclif, nella versione precedente, traducendo correttamente «i sacerdoti della Chiesa», non aveva operato nessun cambiamento. Ma nella versione di Tyndale e in quella di Cranmer, essi divennero «gli anziani dell’Assemblea».

Così i protestanti potevano esibire la Bibbia in lingua volgare per provare che il Nuovo Testamento non conteneva alcun riferimento che giustificasse l’insegnamento e la pratica cattolica contemporanea delle dottrine discusse; per di più, quando simili traduzioni tendenziose della Bibbia furono giustamente sequestrate dalle autorità cattoliche, queste poterono essere accusate «di impedire al popolo di leggere la Bibbia». Era così semplice... E l’efficacia di questa doppia menzogna era tale che ancora oggi se ne conserva l'eco. La parte centrale della Messa in lingua volgare conteneva la narrazione dell’istituzione dell’Eucarestia, ugualmente in volgare. Non solo si doveva rinunciare al Canone recitato a bassa voce 9, come era stata la regola dall’VIII secolo; anche le parole in inglese «Fate questo in memoria di me» dovevano essere distintamente intese. La parola greca anamnesis, che viene tradotta «in memoria di», è difficile da tradurre correttamente in inglese. Espressioni come «ricordo», «memoria», «memoriale», implicano l’esistenza di una cosa in sé stessa assente, mentre anamnesis ha il significato di ri-chiamare e ri-presentare un avvenimento passato in modo che questo divenga attivamente presente. Anche la parola latina «memoria» non rende adeguatamente questo significato.

Le parole inglesi «ricordare» (recall) e «ripresentare» (represent), anche se scritte «re-call» e «re-present», sono insufficienti senza spiegazioni supplementari, e «remembrance» (memoria), «memory» (ricordo) e «memorial» (memoriale), per il loro uso e significato convenzionale, sono effettivamente equivoche 10. «In tutta la tradizione della Chiesa primitiva, appare chiaramente - come ha rilevato un teologo - che l’Eucarestia è considerata, per il significato del termine «anamnesis di me», come la ri-presentazione davanti a Dio dell’unico Sacrificio di Gesù Cristo in tutta la sua efficace e completa pienezza, che dà i suoi frutti nel momento attuale. Così San Giovanni Crisostomo: «Noi offriamo ancora oggi ciò che fu offerto allora ed è inesauribile. Questo viene fatto per un'anamnesis di ciò che fu fatto allora, poiché Egli disse: «Fate questo per l’anamnesis di me». Non offriamo un altro sacrificio, come un tempo il gran sacerdote, ma offriamo il medesimo sacrificio. O meglio, offriamo l’anamnesis del sacrificio» 11. Cranmer, volendo distruggere ogni idea di Messa-sacrificio, e sostituirle la teoria di una semplice cena commemorativa in cui Cristo è presente solo nel cuore dei fedeli, non avrebbe potuto trovare arma più efficace della sostituzione del Canone recitato a bassa voce con il racconto dell’istituzione, in inglese. Racconto che si faceva ripetendo: «Fate questo in memoria di me». Nel silenzio assoluto, il fedele, istruito sul significato di quel momento, sapeva ciò che accadeva, anche se non era in grado di formularlo. Ora, invece, poteva ascoltare con le proprie orecchie, per quel che ne poteva capire, che quella era una cena commemorativa. La Bibbia lo diceva. Era invitato al ricordo di qualcosa accaduto in un remoto passato. E questa interpretazione veniva sottolineata dalle parole del pastore che, dandogli la comunione, diceva: «Prendi e mangia questo per ricordare che Cristo è morto per te, e nutrisciti di Lui nel cuore per mezzo della fede, con azione di grazie».

Il nuovo Libro di preghiera (Prayer Book) in volgare fu imposto al paese la domenica di Pentecoste, ossia il 9 giugno 1549. Il 10 giugno, una folla di paesani del Devonshire, dopo aver assistito al nuovo rito, obbligò il curato a ridire la Messa. In meno di dieci giorni, un'armata popolare di circa seimila persone - è difficile avere le cifre esatte - aveva occupato Crediton e minacciava Exeter. Le loro rivendicazioni erano semplici e precise e non riguardavano che la fede. Chiedevano che fosse loro restituita la Messa «come prima» e che il SS.mo Sacramento fosse di nuovo conservato in un posto preminente. «Non accetteremo - dicevano - il nuovo servizio, perché non è che un gioco. Vogliamo le nostre antiche funzioni del Mattutino, della Messa, di Compieta, della Processione e delle Litanie della Madonna, il tutto in latino, e che ogni predicatore nell’omelia ed ogni sacerdote nella Messa preghi specialmente per le anime del Purgatorio come facevano i nostri avi». Il battesimo doveva essere amministrato «durante la settimana come nei giorni festivi». Chiedevano inoltre che fosse ristabilita la benedizione degli oggetti semplici, che l'olivo e le ceneri fossero distribuite nel tempo dovuto e con «tutte le antiche cerimonie in uso fino ad ora nella Santa Madre Chiesa», cose che Cranmer aveva abolito come «superstizioni»12. Cranmer fu irritato non solo da queste rivendicazioni in sé stesse, ma, ancor più, dal fatto che contadini ignoranti, «Hob, Will e Dick», avessero avuto l’audacia di giudicare la sua teologia. Scrisse loro:

«Oh, ignoranti del Devonshire e Cornwall, non appena ho letto i vostri articoli ho pensato che eravate stati spinti dai papisti, esperti nel chiedervi quel che voi non capite. Voi mostrate quale spirito guidi coloro che vi hanno convinti che la Parola di Dio non è che un gioco. Non è forse ancor più un gioco ed uno scherzo ascoltare il sacerdote che parla al popolo ad alta voce in latino? Nel servizio inglese c’è solo la Parola eterna di Dio. Se ai vostri occhi questo è solo un gioco, penso che non si debba biasimare tanto voi, quanto invece i preti papisti che hanno abusato della vostra sincerità. Preferite essere come le gazze o i pappagalli che vengono addestrati a parlare senza capire una parola di ciò che dicono, piuttosto che essere veri cristiani che pregano Dio nella fede»? 13 I ribelli, nella semplicità della loro fede, non si lasciarono intimorire dal loro dotto Arcivescovo. Cranmer dovette allora ricorrere al braccio secolare, ossia all’autorità civile e militare. Mercenari stranieri, principalmente luterani tedeschi, furono impiegati sul suolo inglese, per la prima volta dopo 300 anni, e l’ultimo baluardo della fede fu battuto dalle armi. «Il massacro fu eseguito alla cieca»; sono le memorabili parole di Hilaire Belloc.

«Quattromila di loro furono uccisi, schiacciati dai cavalli o impiccati, prima che gli uomini di Devon accettassero, sia pure freddamente, l'eletta prosa di Cranmer» 14. Si dice che i mercenari italiani e spagnoli, impiegati come rinforzo alle truppe tedesche, resisi conto di come stessero le cose, siano andati dal Nunzio Imperiale per essere assolti dalla colpa di aver partecipato a quel massacro. Quando giunse a Londra la notizia della sua vittoria, Cranmer la fece celebrare con una cerimonia solenne nel coro della cattedrale di San Paolo e, in un sermone pronunciato alla presenza del sindaco e dei consiglieri, l’Arcivescovo si rivolse al suo uditorio con queste parole: «Il flagello delle divisioni, quale non si era mai più visto dopo la passione di Cristo, è giunto fra noi per istigazione del demonio, perché non siamo stati diligenti ascoltatori della Parola di Dio diffusa dai suoi fedeli predicatori, ma siamo stati traviati dai preti papisti». In realtà, era completamente falso dire che il popolo non capisse la Messa in latino. Lo si può giudicare dal gran numero di libri di devozione che circolavano fra una popolazione di tre milioni; infatti, soltanto nell’olocausto della scienza e della pietà cattolica che faceva parte della politica protestante, 250.000 libri liturgici furono distrutti. Nel 1550, l’anno dopo l’entrata in vigore del primo Prayer Book, Cranmer inviò dei commissari nelle università. Ad Oxford, furono distrutti migliaia di libri. Cambridge subì una devastazione più lenta, ma ancora più completa, di modo che, all’inizio del regno della regina Elisabetta I, rimanevano appena 177 volumi «tagliuzzati e lacerati»!

Il risultato fu inevitabile. Un predicatore protestante, in un sermone pronunciato alla presenza del re nel 1552, non esitò a dichiarare: «Ecco invadere l’Inghilterra più cieca ignoranza e più superstizione ed infedeltà di quanta mai ve ne fosse sotto i Vescovi di Roma. Il vostro regno (mi dispiace dirlo) sta per divenire più barbaro della Scozia» 15. Un altro predicatore, deplorando il moltiplicarsi delle sette che sorgevano, come conseguenza inevitabile della politica di Cranmer, lamentò: «Ecco gli Ariani, i Marcionisti, i Libertini, i Davisti e molte altre simili mostruosità; occorrono ripari contro i settari, contro gli Epicurei e contro gli pseudo-evangelici, che cominciano a scuotere le nostre chiese con una violenza mai vista» 16. Una delle ragioni per cui Cranmer aveva ordinato la distruzione dei libri sacri, era la voce che correva all’estero secondo cui i fedeli avrebbero avuto di nuovo l’antico servizio in latino. Occorreva dunque vigilare affinché il popolo «abbandonasse questa vana attesa di avere di nuovo le pubbliche funzioni e la somministrazione dei Sacramenti in lingua latina». L’Atto stesso del Cranmer, prescriveva la consegna di tutti i libri liturgici latini alle autorità allo scopo di «manometterli e ridurli in stato tale che mai più potessero servire all’uso previsto». Vi fu un’eccezione. Furono permesse alcune copie in latino e in inglese del Primer di Enrico VIII, purché vi si cancellasse ogni menzione dei santi. Infatti, Cranmer detestava i santi quasi quanto la Messa, ed uno dei vantaggi della lingua volgare fu che egli potè così pubblicare nuove litanie dalle quali tutti i nomi dei santi - perfino quello della Madonna - poterono essere radiati e rimpiazzati da questa preghiera: «Dalla tirannia del Vescovo di Roma e da tutti i suoi detestabili errori, liberaci, o buon Dio»; cosa che il popolo poteva comprendere facilmente e recitarla ogni mercoledì e venerdì.

continua.........

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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