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Il restauro della Cappella Paolina e la manutenzione della Cappella Sistina

Ultimo Aggiornamento: 26/02/2011 22:33
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13/09/2010 22:12
 
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La salvaguardia della Sistina

Stiano tranquilli
i consiglieri troppo zelanti


di Antonio Paolucci
 

"Signora, sono cattolico anch'io!". Pare che una volta Papa Pio XII abbia risposto così alla mitica Clare Boothe Luce l'ambasciatrice statunitense ultracattolica e maccartista che con fervoroso eloquio voleva convincere il Pontefice dei pericoli del comunismo ateo e materialista e della necessità per la Chiesa di approntare con ogni urgenza le opportune contromisure.

La battuta di Papa Pacelli mi è venuta in mente leggendo su "Il Messaggero" del 10 settembre, a proposito della Cappella Sistina, le minuziose descrizioni e raccomandazioni di Pippo Basile e di Francesco Buranelli sulla manutenzione, sulla prevenzione, sul controllo climatico, sulla troppa gente che fa male ai dipinti, e via dicendo.

"Sono cattolico anch'io, cari amici" avrei voglia di dire. Nel senso che queste cose le so da quaranta anni. Le ho imparate e sperimentate in molti luoghi e in molte occasioni, a tutti i livelli di responsabilità.

La mia lunga esperienza di pubblico funzionario al servizio della tutela mi ha però insegnato che i principi, anche i più sacrosanti, le teorie anche quelle più rigorose ed eleganti inventate dal nostro Istituto centrale per il restauro devono essere calati nella realtà, devono rendersi compatibili con le attese e con le esigenze del contesto di cui sono al servizio.

Cerchiamo, prima di tutto, di entrare nella "fisiologia" della Cappella Sistina, costantemente monitorata, giorno dopo giorno, dai nostri tecnici.
Si è detto (ed è vero) che il problema principale per la buona conservazione di duemilacinquecento metri quadrati di pitture murali - l'antologia di figure più famosa e più visitata del mondo - è l'eccessiva pressione antropica.

L'impianto di condizionamento che esiste ed è in funzione da quasi venti anni, impiega un certo numero di ore a smaltire le perturbazioni portate dalle migliaia di visitatori presenti nelle ore più calde della giornata e a riportare l'ambiente alle condizioni desiderate. L'aumento di umidità e di temperatura prodotto dal pubblico (dalle quindici alle ventimila unità, in media, ogni giorno) mette in crisi quella "costanza dei valori" che è l'obiettivo di ogni intervento climatologico finalizzato alla corretta conservazione del patrimonio.

Altro fattore di rischio è rappresentato dalla fluttuazione all'interno dell'ambiente, di polveri sottili di varia natura chimica. Le frazioni più leggere delle polveri fini, trasportate dai moti convettivi, finiscono con il depositarsi sulle superfici affrescate dando origine ai dannosi "nuclei di condensazione".

Gradienti elevati e soprattutto instabili di umidità, di anidride carbonica, di temperatura; sedimenti importanti di polveri indotti dal flusso turistico. Se questi sono i fattori di rischio (posto, e la cosa andrà verificata, che non vi siano apporti di umidità imputabili alle murature esterne), la soluzione più semplice e più efficace sarebbe quella di contingentare il numero dei visitatori.
È evidente, infatti, che meno gente entra in Sistina e meno vistosi e pericolosi sono i fenomeni che ho prima illustrato.

Io non intendo percorrere questa strada. Spiego subito perché. La Cappella Sistina, pur facendo parte di un percorso museale, non è un museo. È uno spazio consacrato. Di più essa è il vero e proprio luogo identitario della Chiesa romano cattolica. Qui si celebrano le grandi liturgie, qui i cardinali riuniti in conclave eleggono il pontefice.

La Sistina è allo stesso tempo la sintesi della teologia cattolica. La storia del mondo (dalla cosmogonia all'Ultimo Giudizio) vi è qui rappresentata insieme al destino dell'Uomo redento da Cristo. La Sistina è la storia della Salvezza per tutti e per ognuno, è l'affermazione del primato del Papa di Roma, è il tempo sub gratia che assorbe, trasfigura e fa proprio il tempo sub lege dell'Antico Testamento. È l'arca della nuova e definitiva alleanza che Dio ha stabilito con il popolo cristiano.
Non a caso l'architetto Baccio Pontelli ebbe dal Papa l'ordine di dare alla cappella le dimensioni del perduto Tempio di Gerusalemme così come ci sono riferite dalla Bibbia.

Tutto questo per dire che la Sistina è un luogo d'arte di assoluta eccellenza ma è anche uno spazio di altissima catechesi, è "Parola dipinta" oggi come ieri perfettamente eloquente. Tenerla aperta a tutti perché tutti vedano e capiscano è dovere e missione di chi amministra i Musei della Santa Sede. Garantire condizioni accettabili all'ambiente Sistina senza per questo contingentare il numero dei visitatori. Questo è dunque l'obiettivo che mi sono prefisso e che potrà essere raggiunto in questo modo.

Occorrerà rivedere (restaurandolo o sostituendolo se necessario) l'attuale impianto di condizionamento e di depurazione dell'aria. Era un sistema tecnologicamente all'avanguardia diciassette anni fa quando fu messo in opera. Oggi, anche a seguito dell'aumento cospicuo di visitatori verificatosi negli ultimi tempi, chiede di essere tarato e riprogettato per far fronte alle nuove esigenze.

Occorrerà inoltre (questo è un problema di disciplina dei flussi turistici e di opportuna attrezzatura dei percorsi) che i visitatori arrivino in Sistina già almeno in parte "depurati" e "raffreddati". È piuttosto paradossale che il luogo che si vuole tutelare sia in realtà quello più termodinamicamente attivo, quello dove avvengono i maggiori scambi di temperatura, di umidità, di polveri volatili. Per rendere l'ambiente Sistina più stabile sarà necessario dotare gli  ambienti  di  accessi  di  sistemi attivi e passivi che consentano "a monte" l'abbattimento delle polveri portate dai visitatori e una ragionevole diminuzione almeno del loro calore corporeo.

Quanto sia difficile realizzare interventi di questo tipo all'interno dei Musei Vaticani, luogo in assoluto fra i più intoccabili del mondo, lo sappiamo bene. Tuttavia questa è, a mio giudizio, la strada da percorrere. È già all'opera, estensibile a ulteriori cooperazioni interne ed esterne, una ristretta commissione formata da Arnold Nesselrath storico dell'arte Direttore dell'ultimo cantiere sui murali quattrocenteschi della Sistina, da Ulderico Santamaria Responsabile del Laboratorio Diagnostico dei Musei, dall'Ispettore ai Restauri Maurizio De Luca, un uomo che conosce come nessuno gli affreschi vaticani, da Vittoria Cimino titolare dell'Ufficio del Conservatore e coordinatrice del controllo microclimatico dell'ambiente.

Et surtout pas trop de zèle insegnava il grande Talleyrand ai suoi giovani addetti d'ambasciata. Stiano tranquilli i miei troppo zelanti consiglieri. Dopo l'indagine sugli affreschi (la prima davvero minuziosa e radicale, portata con le attrezzature prescritte dalle nuove normative sulla sicurezza, fino al culmine della volta) la Cappella Sistina potrà contare su un progetto di studi e di intervento finalmente efficace.


(©L'Osservatore Romano - 13-14 settembre 2010)
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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