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Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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Curiosità

Ultimo Aggiornamento: 26/12/2009 23:50
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21/07/2009 18:42
 
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Se si osserva attentamente l'immagine del Volto impresso sulla Sindone, che ho scelto come “Avatar”, si può notare, che dall'intersezione tra l'ombreggiatura del naso e quella delle sopracciglia, sormontata da un'ombra al centro della fronte, viene a formarsi una forma di CROCE, piantata su un altopiano costituito dall'ombreggiatura dei baffi.

Fateci caso e ditemi se non è singolare il fatto che anche in questo particolare si è avverata in Cristo la parola profetica di Ezechiele:


Ez 9,4 Il Signore gli disse: «Passa in mezzo alla città, in mezzo a Gerusalemme e segna un TAU sulla fronte degli uomini che sospirano e piangono per tutti gli abomini che vi si compiono».


Ora sul volto della Sindone risulta esserci proprio un “Tau” che riporta il segno del tipo di passione e morte subita da Chi vi fu avvolto.

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21/07/2009 22:31
 
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Vi invito a vedere questo video relativo a un evento straordinario avvenuto durante la comunione di alcuni fedeli recatisi da Papa Giovanni Paolo II

http://www.youtube.com/watch?v=LYLYWCvki5I&layer_token=d6e57ceeb3575564

[SM=g1740722] [SM=g1740735] [SM=g1740735]
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23/07/2009 22:29
 
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Re:
°Teofilo°, 21/07/2009 18.42:


Se si osserva attentamente l'immagine del Volto impresso sulla Sindone, che ho scelto come “Avatar”, si può notare, che dall'intersezione tra l'ombreggiatura del naso e quella delle sopracciglia, sormontata da un'ombra al centro della fronte, viene a formarsi una forma di CROCE, piantata su un altopiano costituito dall'ombreggiatura dei baffi.

Fateci caso e ditemi se non è singolare il fatto che anche in questo particolare si è avverata in Cristo la parola profetica di Ezechiele:


Ez 9,4 Il Signore gli disse: «Passa in mezzo alla città, in mezzo a Gerusalemme e segna un TAU sulla fronte degli uomini che sospirano e piangono per tutti gli abomini che vi si compiono».


Ora sul volto della Sindone risulta esserci proprio un “Tau” che riporta il segno del tipo di passione e morte subita da Chi vi fu avvolto.




Beh tutto questo avrebbe valore se effettivamente la Sindone sia il lenzuolo che avvolse Cristo dopo la passione, ma in tutta sincerità è difficile sostenere questa tesi.
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11/09/2009 15:24
 
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Vi informo che il mio nick che prima appariva sotto la strana forma composta dal sistema FFZ di       °Teofilo°

d'ora in avanti, salvo imprevisti, apparirà     (Teofilo)

ringrazio il nostro caro Gino61 che mi ha aiutato in questo cambio di nick che a me non era riuscito di fare.
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11/09/2009 15:44
 
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tutto questo avrebbe valore se effettivamente la Sindone sia il lenzuolo che avvolse Cristo dopo la passione, ma in tutta sincerità è difficile sostenere questa tesi.

-------------------
Caro Cattolico, la certezza assoluta  non è possibile averla, ma secondo i dati statistici elaborati da valenti studiosi, esiste una sola possibilità su ben 200 MILIARDI che questo lenzuolo non sia di Cristo: ed è bene notare che in tutta la storia umana non vi sono stati certamente tanti crocifissi.
Allego un interessante studio statistico che analizza i tanti dati che la Sindone, ci comunica, senza con questo voler concludere in modo definitivo l'argomento, che resta aperto per la Chiesa stessa, e quindi certamente anche per me, che continuo a studiare su questo eccezionale documento che è la sindone.
Con affetto
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15/09/2009 12:06
 
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Solo per curiosità:

La datazione al radiocarbonio effettuata nel 1988 su un  pezzo di telo sindonico, è stata ormai messa in dubbio da molti esperti, sia perchè la sindone è stata esposta innumerevoli volte al lume delle candele fumiganti, sia perchè ha subito almeno due incendi in cui è rimasto bruciacchiato in diverse aree, sia perchè su di essa si sono formate colonie di microbatteri che possono aver alterato le caratteristiche originarie del lenzuolo, ma ultimamente è stata avanzata una tesi che ribalta ancor più i risultati della datazione al radiocarbonio, che risultano ormai del tutto inattendibili. Questo video propone i risultati di uno studio interessante al riguardo:


http://www.youtube.com/watch?v=gkrLdpH-XiI
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18/09/2009 10:32
 
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Mi sono chiesto spesso che fine abbia mai potuto fare la TUNICA di Cristo che i soldati sotto la croce, tennero in debito conto per accaparrarsela, senza stracciarla.
Senza ovviamente riportare per sicura l'informazione che ho appreso da un servizio televisivo ve la partecipo solo per curiosità.
----------------------


I soldati fecero in quattro pezzi “la veste”, o “il mantello” (ta imatia), cioè l’indumento esteriore di Gesú, non la tunica, il chiton, che era l’indumento intimo, portato a diretto contatto con il corpo
...I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato, e la tunica. Ora quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d'un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca. Così si adempiva la Scrittura: Si sono divise tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte” (Gv 19,
23-24)

La Tunica  considerata il vestito senza cuciture di Cristo.
Gli indumenti che costituivano l’abbigliamento di base di un ebreo nel I secolo erano almeno tre e la tunica, - chiton - era l’indumento intimo, portato a diretto contatto con il corpo.
Per la tunica citata nel vangelo (quella che i soldati si giocarono a dadi ai piedi della croce), i due esemplari più famosi si trovano in una chiesa di Argenteuil presso Parigi, e a Treviri – Germania- (meta di pellegrinaggi.)
Il professor André Marion, ricercatore presso il Centro National de la Recherche Scientifique - CNRS (Parigi) studioso della Sacra Sindone, utilizzando le più avanzate attrezzature della scienza moderna ha riscontrato che la distribuzione delle macchie di sangue che si trovano sulla tunica conservata ad Argenteuil corrispondono perfettamente alle lesioni provocate dal trasporto della croce e sono sovrapponibili con i segni delle ferite riscontrati sulla Sacra Sindone. Anche in questo caso il sangue appartiene al gruppo AB.

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19/09/2009 21:00
 
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Da: 7978Pergamena

- La piramide egizia di Cheope ha una base di 230 metri ed una altezza di 145: il rapporto base/altezza corrisponde a 1,58  molto vicino a 1,6.

- Nei megaliti di Stonehenge, le superfici teoriche dei due cerchi di pietre azzurre e di Sarsen, stanno tra  loro nel rapporto di 1,6.

- La pianta del Partenone di Atene è un rettangolo con lati di dimensioni tali che la lunghezza sia pari alla radice di 5 volte la larghezza, mentre nell'architrave in facciata il rettangolo aureo è ripetuto più volte.

- Anche nella progettazione della Cattedrale di Notre Dame a Parigi e del Palazzo dell'ONU a New York sono state utilizzate le proporzioni del rettangolo aureo.


- Nelle arti del passato, in molte opere di Leonardo da Vinci, Piero della Francesca, Bernardino Luini, Sandro Botticelli, si ricorreva spesso alla sezione aurea (la divina proportione), considerata quasi la chiave mistica dell'armonia nelle arti e nelle scienze.

-Anche nella musica, Beethoven, nelle "33 variazioni sopra un valzer di Dabelli" suddivise la sua composizione in parti corrispondenti corrispondenti ai numeri di Fibonacci, il cui rapporto corrisponde al numero d'oro.

Un largo contributo alla conoscenza ed alla divulgazione di questo metodo di suddivisione armonica è stato dato dal matematico Luca Pacioli con la pubblicazione del libro De divina Proportione, testo illustrato con disegni di Leonardo Da Vinci. 

Fu nell'Ottocento che alla "Divina proporzione" venne dato il nome di "Sezione aurea".

Negli oggetti quotidiani, possiamo trovare alcuni esempi di sezione  aurea:dalle schede telefoniche alle carte di credito e bancomat, dalle carte SIM dei cellulari alle musicassette: sono tutti rettangoli aurei con un rapporto tra base ed altezza pari a 1,618.

In natura il rapporto aureo è riscontrabile in molte dimensioni del corpo umano. Se moltiplichiamo per 1,618 ladistanza che in una persona adulta e proporzionata, va dai piedi all'ombelico, otteniamo la sua statura. Così la distanza dal gomito alla mano (con le dita tese), moltiplicata per 1,618, dà la lunghezza totale del braccio. La distanza che va dal ginocchio all'anca, moltiplicata per il numero d'oro, dà la lunghezza della gamba, dall'anca al malleolo.Anche nella mano i rapporti tra le falangi delle dita medio e anulare sono aurei, così il volto umano è tutto scomponibile in una griglia i cui rettangoli hanno i lati in rapporto aureo.

IL NUMERO D'ORO  j =1,61803398874989..

Dietro l'idea di armonia e di perfezione, nella natura come nell'arte, si nasconde un numero il cui valore non è esprimibile in cifre decimali se non in forma approssimata: 1,618034... Si tratta infatti di un numero irrazionale, o meglio di un numero trascendente che è, con pi greco (p), il più celebre fra i numeri di questa specie. E' il numero d'oro, che all'inizio del secolo scorso, il matematico americano Mark Barr propose di indicare con la lettera greca "j", dall'iniziale di Fidia, il grande scultore greco che lo ebbe sempre presente nel realizzare le sue sculture e nella costruzione del Partenone di Atene.
Il rapporto 1:1,618.. è stato, sin dai tempi più antichi, preso in considerazione per costruire opere la cui armonia é dettata dalla "divina proporzione" tanto da nominarla Sezione aurea. 

Come p, j può essere espresso anche come somma di una serie infinita.

Se con la calcolatrice digitiamo 1+1 e sottoponiamo la somma al suo reciproco (1/x) otterremo 0,5 al quale sommiamo ancora 1 e poi ancora il reciproco, 1/(0,5+1). Ripetendo più volte la stessa procedura, otterremo come risultato un numero che sempre più si si avvicinerà al numero d'oro. ( vedi formula 1).

Un secondo metodo, sempre con la calcolatrice, è partire ancora da 1+1, ed elevare il risultato alla radice quadrata. Ripetendo la stessa operazione n volte, otterremo un numero molto vicino al numero d'oro (dopo l'undicesima radice si ottiene 1,618034). ( vedi formula 2).

Tra le numerose proprietà del numero aureo, il j è l'unico numero positivo che mantiene le stesse cifre decimali anche nel proprio reciproco, 

Infatti 1/1,618034 = 0,618034..... (provare per credere!).

Una seconda forma del numero d'oro, dove la parte decimale rimane inalterata, è:

j2 = j + 1

Infatti 1,6180342 =2 ,618034.


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20/09/2009 13:03
 
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CRISTO ERA D'ASPETTO MAESTOSO
E BIONDO SCURO DI CAPELLI




Circa un anno fa era apparso sui giornali ad opera di una equipe di sedicenti scienziati che sostenevano di aver scoperto il vero volto di Gesù Cristo, realizzando l'immagine di come doveva essere un "uomo medio" di 2000 anni fa abitante della Palestina. Ne è uscito il ritratto di una persona insignificante, brutta, persino grossolana. Questa immagine è stata pubblicata in prima pagina su gran parte dei giornali del mondo. Noi sappiamo che il vero volto di Cristo è quello d'incomparabile bellezza e maestà impresso nella Sacra Sindone. Immagine, del resto, sempre rappresentata nella iconografia ufficiale. La pubblicazione "Ex novo" ci porta a conoscenza di un documento storico, a quanto pare, dimenticato, in cui si fa riferimento all'autentico ritratto di Gesù. In una lettera indirizzata all'Imperatore Tiberio e al Senato romano, il proconsole romano della Giudea Publio Lentulo descrive in dettaglio le fattezze di Gesù.


Ave, eccoti o Maestà le risposte che desideri: è apparso un uomo di eccezionale potenza e lo chiamano il grande profeta; i suoi discepoli lo appellano figlio di Dio, il suo nome è Gesù. Egli è d'aspetto maestoso con una splendente fisionomia piena di soavità, talché coloro che lo vedono lo amano e lo temono a un tempo. Dicono che il suo volto roseo incorniciato dalla barba è di una bellezza incomparabile. Nei lineamenti, negli occhi cerulei, nei capelli biondo scuri, è simile alla madre che è la più bella figura che sia mai stata vista da queste parti.

                 Publio Lentulo, proconsole romano in Giudea


E' quanto riportato dal sito:
http://www.cattolicigenovesi.org/preghiere_02.html

Chi ne sa di più  su Publio Lentulo e su questo documento citato, può dare precisazioni.

04/10/2009 21:29
 
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La storia della Sacra Sindone mi ha sempre affascinato.Grazie Teofilo per qta tua ricerca che hai postato.
Cmq sul miracolo eucaristico....a volte nn riesco a fare la comunione perche' mi sento davvero indegna.Ma è una storia personale.Ciao Buonanotte!
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04/10/2009 22:38
 
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Cara Gabbianella,
mi fa piacere ritrovarti fra i "4 amici al bar..." che da il titolo a quest'area.
Chi di noi non dovrebbe sentirsi indegno davanti a Gesù sacramentato?
Però a meno che non vi siano peccati gravi di cui non si sia ricevuta l'assoluzione, possiamo e anzi dobbiamo fare la Comunione per ritrovare nuove forze di Grazia per affrontare le quotidiane difficoltà e i condizionamenti del mondo.

Per quanto riguarda la Sindone ti posto questo video che troverai forse interessante: Con affetto



25/10/2009 01:10
 
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Leggo ora.Mi devi perdonare ...è sempre la mia solita amnesia...Non ricordo dove e qdo intervengo e mi stupisco ogni volta qdo mi rileggo.Grazie per le parole!!!!!E per il video.
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03/12/2009 13:03
 
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Proprio per una curiosità:

Su GOOGLE, digitando i soli termini DEFENDERE VERA   oppure  DEFENDERE FEDE

la pagina che che si apre presenta questo nostro gruppo in cima alla ricerca.

Se si digita il solo termine DIFENDERE compare in seconda posizione.

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19/12/2009 19:08
 
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la scoperta di un gruppo di archeologi

Un sudario rilancia i dubbi sulla Sindone

Gerusalemme, ritrovato in un sepolcro un telo dell'epoca di Cristo. Ed è molto diverso. Un caso o una prova?

Dal nostro corrispondente  FRANCESCO BATTISTINI

Un'immagine della Sindone (Ap)
Un'immagine della Sindone (Ap)
GERUSALEMME – Un altro sudario. Dell’epoca di Gesù. Una squadra internazionale d’archeologi l’ha trovato mesi fa, negli scavi d’una tomba a Gerusalemme Est. Nel Campo del Sangue che, secondo il Vangelo, Giuda Iscariota si comprò coi trenta denari del tradimento e dove, poi, s’impiccò. L’hanno studiato a lungo col radiocarbonio, passato alla Tac come si fa coi pazienti complicati. Ne hanno esaminato spore e tracce di Dna. Alla fine le conclusioni, univoche, sono finite sull’ultimo numero di “PloS One”, la rivista scientifica della Public Library americana: «Le parti di lenzuolo ritrovate, appartenenti a un sudario usato per seppellire le salme ai tempi di Cristo, rivelano per la prima volta che a Gerusalemme questi manufatti avevano un tessuto a trama molto semplice, ottenuta con l’uso soltanto di due fili intrecciati». La dimostrazione, secondo il team, che l’altro e ben più celebre sudario – la Sacra Sindone che ritrarrebbe il corpo di Gesù – sarebbe in realtà un falso: «L’ordito della Sindone, molto più complesso e con più fili, fu introdotto solo in epoca successiva».

LA RICERCA - Sopravvissute a secoli di bruciature, di polemiche sull’autenticità e di contese sulla proprietà, pronte a una nuova ostensione pubblica nel 2010, è ancora presto per dire se le certezze dei cristiani sul lenzuolo custodito nel Duomo di Torino usciranno scosse da questa nuova rivelazione. I ricercatori – israeliani, americani e canadesi della Hebrew University, di Sanford, dell’ University College e della New Haven University di Londra, dell’università del North Carolina e della Lakehead University – sono partiti dal racconto di Matteo e degli Atti degli Apostoli, per individuare il Campo del Sangue e l’antico cimitero di Gerusalemme, in aramaico Akeldamà. La tomba è spuntata vicino a quella di Hannah, il sommo sacerdote del Sinedrio che secondo il Vangelo finì per consegnare Gesù ai Romani. Apparterrebbe a un aristocratico, forse a un altro sacerdote: di sicuro, i resti delle ossa sono quelli del più antico malato di lebbra mai trovato, sepolto a una certa distanza dagli altri.

(Emmevi)
(Emmevi)
TRAMA E CONTROVERSIE - I frammenti di sudario, in cotone, furono filati a mano. E lì, dice il professor Orit Shamir, s’apre la nuova controversia. A differenza della Sindone - che ha soprattutto una torcitura a forma di zeta e una trama a spina di pesce, tipiche della Grecia o dell’Italia e comunque usate già in epoca medievale -, il nuovo sudario è d’una tessitura semplicissima, esattamente come s’usava nella Palestina del primo secolo dopo Cristo. Sono almeno quattro i resti di stoffa sepolcrale dell’epoca di Gesù, trovati negli ultimi decenni a Gerusalemme e dintorni. Già undici anni fa, nello stesso Campo di sangue, era stato rinvenuto un telo funebre (conosciuto come la Sindone di Akeldamà) che molti archeologi considerano un’ulteriore prova della non autenticità della Sindone di Torino: il lenzuolo del corpo è separato, rispetto a un fazzoletto che secondo la pratica dell’epoca serviva ad avvolgere il solo viso. Va detto però che tutti questi ritrovamenti mostrano orditi diversi, sia pure non complessi come quello torinese: a dimostrazione che non esisteva un solo tipo di sudario.

 

LA SINDONE - Entrata nell’iconografia e comparata ad altri teli conservati un po’ ovunque, dalla Spagna alla Francia, la Sindone fu dipinta da pittori d’ogni epoca e quando venne esposta a Torino l’ultima volta, nel 2000, fu meta di pellegrini d’ogni parte del mondo. Leggende e misteri ne accompagnano la storia, dalla credenza che fosse in realtà il Santo Graal delle tradizioni medievali, alle più fantasiose superstizioni esoteriche. La nuova Tomba del Sudario, spuntata dall’argilla di Gerusalemme, già finita nei dépliant dei turisti che calano per Natale, è facile prevedere che aprirà un nuovo capitolo.


16 dicembre 2009 Corriere della Sera

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22/12/2009 17:14
 
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  Rebecca Solnit, scrittrice sostiene in un suo libro che perfino i peggiori disastri possono avere degli aspetti molto positivi, a riprova di una tesi sostenuta da sempre dai credenti, e cioè che talora degli eventi negativi sono  permessi per poterne ricavare un bene.
In questo caso a dirlo è una persona che non parte dalla fede ma si basa su evidenze puramente umane. Per questo è interessante


di Giovanni Zambito

"La storia dei disastri dimostra che per la maggior parte siamo animali sociali alla ricerca famelica di legami, oltre che di uno scopo e di un significato da dare alla nostra vita. E questa stessa storia suggerisce che, se siamo fatti così, allora la nostra vita quotidiana in gran parte del mondo è un disastro che le calamità, a volte, ci offrono l´opportunità di trasformare. Rompono i muri che normalmente ci tengono rinchiusi e ci lasciano in balia di una marea che può essere enormemente distruttiva, ma anche creativa", scrive la stessa Rebecca Solnit, nel proprio libro "Un paradiso all'inferno".
In tempi di crisi e disastri domande come "Chi sei? Chi siamo?" sono questione di vita o di morte.
Migliaia di persone sono sopravvissute all'uragano Katrina perché nipoti, zii, vicini di casa o perfetti sconosciuti li hanno raggiunti e nonostante il pericolo, tratti in salvo e perché un´armata di proprietari di barche più o meno grandi ha invaso New Orleans sfidando l´esercito americano e ha tirato giù dai tetti intere famiglie. Centinaia di persone sono invece morte come conseguenza del disastro naturale perché altre persone, inclusa la polizia, i vigilanti, l´esercito e i media hanno deciso fosse troppo pericoloso evacuare i cittadini di New Orleans dalla città allagata e infetta, perfino portare in salvo i malati dagli ospedali pareva essere un eccessivo azzardo.
L´uragano Katrina è stato un esempio estremo ed epico di quello che può accadere durante una calamità naturale. Al risveglio dopo un terremoto, un bombardamento o una tempesta catastrofica, la maggior parte delle persone che ne è vittima si scopre altruista, impegnata quotidianamente per la propria cura e sopravvivenza e per quella degli altri. L´immagine di un´umanità egoista e impaurita, dopo un disastro naturale si affievolisce a favore di una riscoperta della solidarietà. Dall´altra parte però, coloro i quali sono chiamati istituzionalmente a proteggere, a salvare, a ripristinare l´ordine spesso non sono all´altezza del compito affidatogli ma convinti di essere dalla parte del giusto, continuano per la loro strada anche con misure estreme e violente.
Dal terremoto di san Francisco del 1906 fino all´uragano Katrina che ha distrutto la città di New Orleans nel 2005, passando per l´11 settembre, lo tsunami del dicembre 2004 e altre calamità naturali che hanno sconvolte le vite di centinaia di migliaia di persone e devastato kilometri quadri di insediamenti, Rebecca Solnit restituisce la speranza.
Anche nelle più nere avversità si può trovare una via di fuga, una possibile rinascita. Un paradiso all´inferno, appunto. Comunità solidali come quelle che racconta Rebecca Solnit hanno visto la luce anche in Abruzzo, subito dopo il terribile terremoto che ha devastato L'Aquila e molti paesi limitrofi, il 6 aprile 2009. Andrea Spila ci racconta, in un intenso capitolo che fa da appendice all´edizione italiana di Un paradiso all´inferno, la sua esperienza e i suoi incontri con la variegata umanità che ha immediatamente reagito al disastro senza aspettare l´aiuto dalle istituzioni e che ha contribuito alla rinascita di una società fatta di relazioni, mutuo soccorso e creatività.
 
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26/12/2009 23:50
 
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Tanti i tentativi di avvicinarsi al Pontefice

Precedenti recenti in Vaticano, Spagna, Germania, Azerbaigian

26 dicembre, 18:24

ROMA - La ragazza italosvizzera che ha spinto il Papa durante la messa natalizia è arrivata un po' più vicina, ma non è la prima volta che una persona tenta di superare i cordoni della sicurezza per avvicinare il Papa, senza cattive intenzioni.

Ecco alcuni dei precedenti più recenti:


25 dicembre 2008 - la protagonista è sempre lei, Susanna Maiolo: alla fine della messa natalizia in San Pietro, mentre Benedetto XVI si avvicinava all'uscita, tenta di scavalcare la transenna ma vien bloccata da un agente della Gendarmeria vaticana.


6 giugno 2007 - un giovane squilibrato tedesco riesce con un tuffo a superare le transenne e ad arrivare a un metro dal Papa, che passava sulla 'papamobile' in piazza San Pietro, prima di essere bloccato dalla sicurezza vaticana.


12 settembre 2006 - A Ratisbona, in Germania, un ragazzo con al collo una bandiera vaticana tenta di superare la "security" per avvicinarsi a Papa Benedetto XVI che sta celebrando una messa all'aperto, ma viene bloccato.


9 luglio 2006 - A Valencia, in Spagna, una persona rompe gli argini sul percorso della 'papamobile' per cercare di raggiungere a piedi Benedetto XVI dopo la conclusione della messa, ma è fermata dal servizio d'ordine.


25 gennaio 2006 - A Roma, nella basilica di san Paolo, gli uomini della gendarmeria del Papa bloccano un giovane che ha scavalcato le transenne tentando di raggiungere Benedetto XVI che percorreva a piedi la navata centrale.


16 giugno 2002 - Un tedesco di 44 anni scavalca le transenne che delimitano il palco papale in piazza San Pietro, poco prima della conclusione della cerimonia di canonizzazione di padre Pio, ma è bloccato dalla sicurezza vaticana. "Volevo solo - dirà - abbracciare il Papa", che era Giovanni Paolo II.


23 maggio 2002 - Durante le messa nel palazzo dello sport di Baku, in Azerbaigian, un uomo con le stampelle tenta di avvicinarsi a papa Wojtyla ma viene allontanato. Sembra che volesse consegnare al Pontefice un biglietto o una busta.

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