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Curiosità .... Cattoliche e dalla Città del Vaticano...

Ultimo Aggiornamento: 06/10/2010 19:14
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17/02/2010 19:16
 
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torie e immagini dai Giardini Vaticani in un libro fotografico

Annone, l'elefante bianco
che abitava gli "horti" del Papa


di Francesco M. Valiante

Anche il merlo bianco avvistato di recente da Benedetto XVI e da uno dei suoi segretari tra gli alberi dei Giardini Vaticani impallidirebbe (si fa per dire) se sapesse che, cinquecento anni prima, non lontano da lì scorrazzava nientemeno che un elefante albino. Era un dono che nel 1514 il re del Portogallo aveva fatto a Papa Leone x per la sua incoronazione. L'elefante - al quale Silvio A. Bedini ha dedicato nel 1997 il libro The Pope's elephant - era stato chiamato Annone, in onore di uno dei generali di Annibale.

Per qualche tempo il bizzarro pachiderma, originario dell'India, era riuscito a sopravvivere al clima non proprio ideale della zona degli antichi Vaticani horti, prima di venire stroncato nel 1516, ad appena sette anni, da una malattia causata dall'eccessiva umidità.

Niente a che vedere, comunque, con la schiera di daini, gazzelle, struzzi e pellicani che, quasi quattro secoli più tardi, erano arrivati in regalo dal cardinale Charles-Martial Allemand Lavigerie a Leone xiii. Il quale aveva trasformato un angolo del verde vaticano in una sorta di serraglio esotico a cielo aperto, dove non disdegnava di sostare per ammirare da vicino gli insoliti animali e dar loro da mangiare.

Si racconta che un giorno, avvicinatosi a una gazzella un po' troppo esuberante, avesse persino rischiato di esserne travolto, rincuorando subito dopo gli attoniti presenti con un'autoironica rassicurazione:  "Un "leone" non può avere paura di una gazzella!".

Queste e altre curiosità costellano la storia dei Giardini Vaticani, singolare mosaico di architettura botanica custodito all'interno delle mura leonine.

Una storia le cui origini datano dalla fine del Duecento, quando Niccolò iii creò il primo nucleo degli horti a ovest del mons sancti Aegidii, una delle alture del colle Vaticano, affiancando al più antico frutteto (pomerium) un praticello (pratellum) e un vero e proprio giardino (viridarium).

In quasi otto secoli trasformazioni urbanistiche, sistemazioni territoriali ed evoluzione naturale hanno prodotto l'attuale assetto dello spazio di verde che ricopre la metà del territorio vaticano:  ventidue ettari circa, su cui si alternano alberi, fiori, cespugli, ma anche fontane, statue, mosaici, maioliche, antichi e moderni monumenti. Una felice contaminazione tra natura, arte e storia, oggi riproposta attraverso immagini e testi dal volume I Giardini Vaticani di Nik Barlo jr. e Vincenzo Scaccioni (Ratisbona - Città del Vaticano, Schnell & Steiner - Musei Vaticani, 2009, pagine 240, euro 49,90), presentato a Benedetto XVI durante l'udienza generale di mercoledì 17 febbraio.

Pagine che spalancano gli scorci più suggestivi, e talora inconsueti, dei Giardini del Papa. Grazie soprattutto all'obiettivo raffinato del fotografo tedesco Barlo - esperto riconosciuto nelle tecniche raffigurative in campo paesaggistico e botanico - che si è dedicato all'opera realizzando in Vaticano due lunghe sessioni di lavoro, della durata complessiva di quaranta giorni, nella primavera e nell'autunno del 2008.

Nei suoi scatti - definiti non a caso "meditazioni fotografiche" - è evidente non solo la ricerca estetica dell'inquadratura o dei soggetti, ma soprattutto lo sforzo di catturare atmosfere, sensazioni, stati d'animo. Di dare corpo alla magia - persino ai suoni e ai silenzi, verrebbe da dire - di un luogo unico, dove il fascino della natura si intreccia al richiamo dello spirito, in un gioco mutevole di forme e di colori modellati dal tocco sapiente e discreto della mano dell'uomo.
 
Da buon artigiano della fotografia, Barlo adopera esclusivamente la pellicola tradizionale ed evita qualsiasi ritocco o correzione digitale:  lo sguardo dell'artista resta fissato così nell'eterno presente dello scatto, sottraendosi a ogni artificio virtuale destinato ad alterarne l'originaria ispirazione visiva.

Sobri e piani, i testi del volume accompagnano le immagini come una sorta di lunga didascalia. Si devono alla penna del giovane abruzzese Scaccioni, che dopo una serie di ricerche condotte nei Giardini Vaticani tra il 2001 e il 2003 - sulle quali ha basato la sua tesi di laurea, la prima in assoluto dedicata a questo luogo - ne è diventato nel 2003 agronomo responsabile botanico.
 
Ma più che da studioso o da esperto, Scaccioni scrive da testimone. Parla di posti dove è ormai di casa, racconta di itinerari percorsi tante volte con l'interesse dell'uomo di scienza e la sensibilità del naturalista. Questo gli consente di badare all'essenziale, unendo alle indispensabili competenze tecniche il gusto di particolari e dettagli spesso trascurati agli occhi dei più.

Scaccioni ha il merito di riepilogare in linguaggio accessibile la ricchezza della letteratura più dotta ed erudita sui Giardini, spogliandola da orpelli o tecnicismi e rendendola familiare anche alla curiosità dei visitatori culturalmente meno attrezzati. Ne sintetizza la storia dalle origini più remote - a partire dall'antichissimo Vaticum posto sotto il dominio degli etruschi tra il ix e l'viii secolo prima della nascita di Cristo - fino ai giorni nostri, guidando poi il lettore in un'ideale passeggiata attraverso i siti e le aree ricomprese nell'attuale sistemazione:  la zona dei primi giardini, il Giardino Quadrato, la Casina di Pio iv, il bosco, la Torre del Gallinaro, le serre, il Governatorato, la aiuole che compongono lo stemma pontificio, la fontana della Conchiglia, l'orto del monastero Mater Ecclesiae, la palazzina Leone xiii, il giardino all'italiana, la Grotta di Lourdes, il giardino alla francese.

Utili, alla fine del testo, la cronologia dei Papi da Leone i a Benedetto XVI e l'elenco delle specie vegetali più importanti, compilato attingendo all'Index plantarum Vaticani Horti che nel 2001 ha catalogato per la prima volta con criteri scientifici le circa 100 famiglie botaniche presenti sul territorio, individuandone i 380 generi, le 340 specie e gli oltre 6.900 soggetti di dimensioni misurabili.


(©L'Osservatore Romano - 18 febbraio 2010)

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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