Continuazione critica a commento non cattolico Si può osservare quindi il parziale cambiamento di identità della donna: all’inizio del capitolo è Israele (12 tribù, cioè i 12 figli di Giacobbe=Israele), poi diventa l’insieme dei Giudei fedeli a Dio e al Suo Messia e dei Gentili cristiani. Leggere nella donna la rappresentazione di Maria, oltre ad essere una evidente forzatura, non è sostenibile sia per i motivi già detti prima, sia perché ella non ha generato Israele, né la Chiesa.
Non condivido l’interpretazione di questo cambiamento di identità della Donna la quale secondo me individua un unico soggetto. Che poi questo unico soggetto possa rimandare ad altri significati validi, lo posso anche condividere. Quello che invece mi trova in disaccordo è il tentativo di cercare solo altri significati,, scartando però quella primaria, più evidente e più logica. Basti pensare che si parla di parto del Messia in ben tre versetti (1+5+13); si dice inoltre che la stessa donna che ha generato il Messia è stata messa al sicuro in un rifugio preparato da Dio proprio mentre il dragone va a sfogare il suo odio contro la discendenza della DONNA.
Lo stesso Giovanni, autore dell’Apocalisse aveva anche riportato fedelmente le parole pronunciate solennemente sotto la Croce, da Cristo. A Maria è detto esplicitamente: ECCO TUO FIGLIO. (Gv 19,26…vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: "Donna, ecco il tuo figlio!". 27Poi disse al discepolo: "Ecco la tua madre!". E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa).
La premura prioritaria di Cristo, si noti, non è stato di affidare prima la madre a Giovanni, come sarebbe stato logico aspettarsi nel caso di una preoccupazione materiale, bensì il contrario: prima viene affidato il figlio alla madre che viene chiamata non a caso DONNA, quasi a voler stabilire una continuità di tale termine in tutta la Scrittura a partire dal testo di Genesi fino all’Apocalisse. Proprio in Ap 12,17 troviamo indicato dallo stesso autore del quarto Vangelo, e che quindi usa un linguaggio analogo, che la DONNA ha una discendenza: per me i due testi si integrano e si illuminano a vicenda e rendono ragione all’intero testo di Apoc. 12 che si può comprendere solo se non si scarta Maria dall’orizzonte dell’apparizione a Giovanni.
Se ad essa, il Figlio crocifisso, che aveva partorito nella carne, volle dare un nuovo figlio, ciò significa, che qualunque discepolo che egli ama è da affidare alle cure premurose di tale Madre. E’ proprio in quell’ ORA, ormai giunta, che nasce la Chiesa.
Il vangelo di Giovanni è di ordine soprattutto spirituale, anche se non va mai dimenticato l’aspetto materiale. Sarebbe molto riduttivo interpretare il passo dell’affidamento di Giovanni alla madre e viceversa, solo sotto l’aspetto di una preoccupazione di ordine materiale o legale (il che, non dimentichiamolo, sta anche a dimostrare che Gesù era l’unico figlio naturale).
L’esegesi Cattolica tiene conto della implicazione del popolo di Dio nel significato di questo brano, a volte sottolineato anche in modo molto forte da alcuni teologi: tuttavia non viene esclusa Maria. Vale appena il caso di ricordare che la liturgia ha continuato ad accostare questo brano alla Beata Vergine, come espressione di una radicata convinzione circa il significato più immediato ed evidente del testo.
Si dice anche:
Anche sostenere un paragone, fra Abramo e Maria pare azzardato per il solo fatto che di Abramo è scritto esplicitamente che è Padre dei circoncisi e degli incirconcisi, ma non di Maria.
Per quanto riguarda il mio accostamento di Maria ad Abramo, faccio solo alcuni paragoni, desunti dalla Scrittura:
Abramo lasciò la sua terra per una terra promessa ma non ancora posseduta
Maria rinunciò a tutto per Dio dicendo "Eccomi, sono l’ancella del Signore, si faccia di me secondo la tua parola…
Abramo dovette credere che avrebbe avuto un figlio a cent’anni.
Maria dovette credere addirittura che l’avrebbe avuto senza concorso d’uomo.
Abramo fu chiamato a sacrificare il suo unigenito.
Maria sotto la Croce vide sacrificare il Figlio Unigenito di Dio, che era anche il suo unico figlio, per mano di peccatori.
Abramo non vide morire il figlio, ma lo riebbe subito salvo, senza sofferenza e senza spargimento di sangue.
Maria non solo lo vide morire ma partecipò alla sua passione di sangue e morte mentre una spada le trafiggeva l’anima.
Sono convinto dalla Scrittura che la fede di Maria non fu per nulla inferiore a quella di Abramo, anzi maggiore, e che la sua maternità spirituale si può desumere dai già riferiti testi di Gv 19,26 e Ap.12,17
Se può essere altrettanto vero che anche la Chiesa è madre e genera i credenti in Cristo secondo il modello di Maria, non bisogna dimenticare che Maria è stata la prima credente in Gesù Cristo venuto nella carne, nella sua stessa carne e quindi come tale, essendo Chiesa prima della venuta alla fede di altri credenti, non può che esserne la capostipite.