A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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LA FORMAZIONE DEI PRETI

Ultimo Aggiornamento: 23/04/2012 21:40
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30/03/2010 18:38
 
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BREVE CORSO PEDAGOGICO RELIGIOSO DI AVVIO ALLA CONVERSAZIONE [SM=g1740752]

OSSERVAZIONI PRELIMINARI.


A) Il nostro piccolo corso non è fine a sé stesso; non è fatto per far bella figura, per snobbismo, per ambizione di parlar bene, per abbindolare gli altri o per batterli con l'arma del sofisma velato. Uno dei nostri fini fondamentali (conoscere, vivere, diffondere e difendere il cristianesimo) è quello di conoscere bene la verità, non solo per viverla noi stessi, ma anche per diffonderla (con le parole appunto) e difenderla (con la persuasione, con l'azione decisa e illuminante, ecc...).

B) Lo scopo da raggiungere con il nostro corso fa parte del nostro apostolato, che può essere: «silenzioso» (attuato solamente con l'esempio cristiano); «individuale» (attuato singolarmente con l'amicizia); «a gruppi» (compiuto con conferenze, corsi, conversazioni, ecc...).

C) É necessario sentire nella mente e nel cuore il bisogno dell'espansione del Regno di DIO.

D) Si richiede una vera conoscenza ed un notevole approfondimento dei temi religiosi: quindi delle verità cristiane, della morale cattolica, dei mezzi della grazia, dei problemi di attualità, degli errori più comuni e più perniciosi da smascherare, ecc...

E) Deve animarci una grande carità ed una profonda comprensione del nostro prossimo, anche quando sbaglia, pensando all'azione distruttiva che i mass-media stanno operando nei cervelli e alla carenza di fari orientatori. E se anche tanti non si convertiranno, avranno tuttavia sentito la voce di DIO e avranno riportato una buona impressione dalla nostra serenità.

F) Molta serenità nell'ascoltare e nel rispondere: essa deriva dalla certezza di possedere la verità. Non perché noi abbiamo la verità in tasca, come esseri privilegiati; ma perché CRISTO e la sua CHIESA sono infallibili. Per mezzo della S. Scrittura e del Magistero Ecclesiastico di sempre, essi ci danno la massima sicurezza di essere nella verità.

CAPITOLO I

IL CORPO O LA SOSTANZA DEL TEMA


Osservazione. Con «tema» si indica l'argomento, la tesi o il problema (come oggi si dice) da sostenere, provare, difendere, risolvere o illustrare. Circa la sostanza o il corpo del tema da trattare:

A) Bisogna «stare in tema». Non uscire da esso. Non divagare. Non disperdersi a danno dell'argomento fondamentale. E, d'altra parte, è necessario evitare il difetto opposto, quello cioè di essere lacunoso ed incompleto. Sono ugualmente nocive le disgressioni inutili e le riduzioni semplicistiche.

B) Nella trattazione del tema si deve fissare ciò che è fondamentale ed essenziale e metterlo in risalto, e si deve notare ciò che è secondario e derivato per metterlo in sottordine (vedi Cap. II).

C) L'assunto principale del tema deve essere dimostrato con precise e taglienti argomentazioni o prove di ragione (la retta ragione) e, com'è naturale trattandosi di temi religiosi, con prove documentatissime dalla S. Scrittura o Rivelazione, dalla Sacra Tradizione e dal Magistero Ecclesiastico. (N.B.: É pregio, forza e validità probante della trattazione portare, anche negli argomenti di ragione, citazioni chiare, persuasive e possibilmente brevi di autori, scienziati, Santi e grandi uomini, con fonti relative).

D) Se il corpo o la sostanza del tema è stato svolto con sufficiente chiarezza e forza di argomentazione, sarà più facile alla fine trarre le «conclusioni», che vanno evidenziate con estrema vigoria, con precise allusioni agli errori di oggi smascherandoli, con inviti a propositi concreti, ad azioni di diffusione e di difesa dei sani principi emersi e ad iniziative tendenti a contrastare con la parola e con l'azione le attività nefaste dei nemici di CRISTO e della sua CHIESA.


CAPITOLO II

METODO DELLA TRATTAZIONE


Un punto particolare del Cap. I, B), merita una maggiore considerazione: è il sistema adoperato come schema di svolgimento, il METODO, cioè il modo abituale più proficuo con cui svolgere il tema proposto. Nella giusta gerarchia dei valori, che sempre va tenuta presente, è necessario procedere con precisa logicità. Ecco come:

A) TITOLO ( thesis ).

Già in esso, scegliendolo opportunamente e saggiamente, si deve dare una perfetta sintesi di tutto l'elaborato (ad esempio: Aborto: strage degli innocenti; Droga: dalla rivoluzione all'autodistruzione; Eutanasia: crimine, parricidio, follia; ecc...).

B) IMPOSTAZIONE ( Status quæstionis ).

É l'inquadratura della trattazione. Iniziando il proprio discorso è doveroso calare il tema trattato nella vita di oggi, facendo rilevare che, per esempio, è un argomento dimenticato (tradizionale), oppure è causa di equivoci, oppure è stato risolto in modo errato, e come tale reclamizzato dalla stampa, dallo spettacolo, dalla vita pagana, ecc...

C) TERMINI ( Explicatio terminorum ).

Avviandosi verso il corpo essenziale del tema, è necessario chiarire i termini, cioè dare le definizioni precise delle parole adoperate, mettendo in risalto le suddivisioni dei termini stessi, di quali si intende parlare, quali si intende escludere, e perché. (N.B.: Fatto questo, conviene concludere questa fase, ripetendo ora con maggiore esattezza il preciso tema scelto).

D) AVVERSARI ( Adversarii ).

La conversazione non è letteraria o accademica perciò è necessario a questo punto citare coloro che, come persone o come gruppi, sono contrari all'assunto e lo contrastano con parole, con scritti, con azioni, ecc... (N.B.: É importante citare esattamente le loro parole e documentare con prove la loro azione).

E) PROVA ( Argumentatio apodictica ).

É il nerbo essenziale della conversazione, ed il punto culminante che apre alla verità. La prova o le prove devono essere brevi, concise, logiche, irrefutabili. Questa parte è proprio la «sostanza», e perciò va tenuto presente quanto si è detto al Cap. I, C).

F) OBIEZIONI ( Objectiones ).

É sempre bene prevenire le domande, i dubbi, le obiezioni e le perplessità che gli ascoltatori potrebbero avanzare, spinti magari da sollecitazioni emotive (per esempio, i casi pietosi nel divorzio) o slogans e sofismi ben congegnati che disorientano (per esempio, la donna è libera di gestire il proprio corpo, nell'aborto, ecc...) quindi, dopo la prova convincente, si deve sgombrare il campo da dubbi, obiezioni e prevenzioni varie, risolvendo in precedenza (e prima che qualcuno le avanzi in modo dispersivo) quelle più comuni e perniciose, colpendole decisamente e definitivamente.

G) DIFFICOLTÀ ( Scholia ).

Può sorgere qualche difficoltà nell'armonizzare una verità o una legge con altra legge o verità cristiana esistente. Può sembrare uno scoglio difficile; ma, generalmente, non dipenderà dalle leggi o dalle verità (perché vengono tutte da DIO), ma dall'individuo in particolare. È il caso, allora, di avere comprensione verso la persona, senza scuotere affatto la legge generale (ad esempio, due coniugi, in una vita impossibile, che credono lecito risposarsi...).

H) CONCLUSIONI ( Conclusiones ).

Tenendo presente quanto detto al Cap. I, D), è opportuno sempre studiare bene la conclusione della conversazione, sia come logica conseguenza ben condensata del tema svolto, sia come frase che riporti espressioni di massima autorità (Chiesa, GESÙ CRISTO, Papa e autori seri), sia per chiudere con uno slogan saggio e determinante o con una citazione che lasci all'uditorio un oggetto di proficua meditazione.

CAPITOLO III

DIDATTICA, PEDAGOGIA E FORMA ESTERIORE


In definitiva, a parte l'età di chi parla e di chi ascolta, chi svolge un tema ad un determinato gruppo è come un insegnante che spiega e istruisce: è un catechista. Deve perciò aver presenti alcune norme:

A) LE PERSONE A CUI SI RIVOLGE.

l Adattarsi alla loro istruzione e condizione. Se sono molto giovani, adottare un metodo intuitivo, con esempi e possibilmente immagini, sempre traendo conclusioni rigorose. Se rurali, puntare sui fatti, ecc...

l Considerare le loro esigenze: per esempio, un uditorio di adulti, poco istruiti religiosamente, esigerà più accorgimenti e più prove delle verità, senza tuttavia essere pesanti; basterà sfrondare la trattazione, limitandosi all'essenziale, da ribadirsi in modo sicuro.

B) IL MODO DI SVOLGERE IL TEMA.

- Calma, posatezza e fermezza nell'esporre, nel provare e nell'incoraggiare. Non è urlando che si persuade, né scalmanandosi. La verità ha una sua forza penetrativa. Certo, con la voce, è bene mettere in risalto l'essenziale, ma senza eccedere.

- Curare molto l'italiano, il periodare e la dizione. Al riguardo sono controproducenti e deleterie le improvvisazioni. Bisogna preparare «sempre, tutto». È essenziale scrivere in antecedenza tutto, vedere, rivedere, correggere e ricorreggere, limare, sfoltire... e poi rimettere in «bella» ogni cosa nella stesura definitiva più appropriata.

- Sempre, ma specialmente nei primi anni, è conveniente avere tutto lo scritto sotto gli occhi, ben pronto ad ogni evenienza («Si charta cadit tota scientia evadit»).

- Evitare gli intercalari inutili e dispersivi (...«diciamo così»...; «naturalmente»...; «certamente»...; «comunque»...; «quelli che sono», ecc...). Evitare specialmente gli errori urtanti di espressione, che danno fastidio e nuocciono alla chiarezza: «Allora», per indicare; «Comincio»; «Dunque», (idem); «cioè», per indicare «mi correggo», ecc...

- I periodi siano brevi: ma non e bene troncare un periodo avviato. Sia ben chiara la dizione, lento e preciso il parlare, esatta la punteggiatura (via il «bla bla bla» televisivo).

- É grande dote di sensibilità avvertire subito se l'uditorio segue e partecipa. Eventualmente, saper ripiegare sui punti più essenziali, più facili o più vivaci, a seconda dei casi.

- Il proprio contegno deve essere composto, sereno e fiducioso. Non si va alla guerra. La compostezza dovrà trasparire soprattutto dal vestito, dalla pulizia, dal gesto e dal contegno corretto.

- Sarà bene cogliere gli agganci umani che si presentano in genere, (per esempio, il saluto agli intervenuti, ringraziandoli della presenza e della fiducia riposta) o in particolare (verso singole persone).

- Per ultimo. ciò che è più indispensabile: PREGARE: pregare in antecedenza per l'efficacia della propria azione di apostolato ed invocare MARIA SS.MA, Sedes Sapientiæ, ora pro nobis.

A.M.D.G.


[SM=g1740722]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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