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LA FORMAZIONE DEI PRETI

Ultimo Aggiornamento: 23/04/2012 21:40
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06/04/2010 12:46
 
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Dalla tonsura all’invisibile il salto dei preti nel moderno


di Alessandro Zangrando

«Vede questo lembo di pelle scoperta? Mi ha salvato e protetto da tante tentazioni ». Il prete china un po’ la testa e mostra la «tonsura», i capelli rasati in cima alla testa a formare una chierica, l’area di una moneta da due euro. La Chiesa nella sua storia ha cercato di salvaguardare la santità e la moralità dei propri sacerdoti in tanti modi. Alcuni erano molto semplici e pratici, altri riguardavano in maniera più profonda la formazione e la vita spirituale. La maggior parte di queste soluzioni sono state frettolosamente abbandonate, considerate residui di un passato da abbattere tutto e presto. Ma qualcuno, dentro la Chiesa stessa, si sta chiedendo se non sia il caso di dare loro una spolveratina e riportarle in auge. Ma torniamo alla tonsura. Che cosa c’entra la tonsura con lo scandalo che sta scuotendo la Chiesa cattolica in questi giorni? C’entra, c’entra.

Teologicamente la tonsura significa portare sul proprio corpo il segno dell’appartenenza a Dio.
Una sorta di tatuaggio.
Scomparsa persino fra i religiosi (benedettini ecc), anche gli ordini religiosi più conservatori non la prevedono più. Il sacerdote con la tonsura è sempre riconoscibile come tale (ammesso che la calvizie non gli abbia falcidiato la capigliatura...). E così se gli passava per la mente di fare visita a un bordello (ci si perdoni la brutalità), un prete ci pensava due volte, ché certo la tonaca poteva lasciarla in canonica ma la tonsura non se la poteva togliere.

Certo, qualche bello spirito un po’ più intraprendente, tirava fuori il lucido da scarpe e se lo passava sul cocuzzolo così da nascondere la sua vera identità. Visto: la scappatoia si trova sempre? Certo, ma tutto diventava più macchinoso e rocambolesco. Insomma, prima di compiere passi sbagliati, uno ci pensava due volte. E poi la vecchia questione dell’abito religioso. Si sa che negli ultimi 50 anni, dopo il ’68, il clero ha vissuto la sua «rivoluzione», e da «visibile» è diventato «invisibile». Via i segni di riconoscimento, via subito l’abito religioso, ormai quasi scomparso anche fra gli ordini.

«È scomodo », «Nessuno si veste più così», «La modernità ci impone di vestirci in borghese».
 
Ecco, il prete che portava l’abito (la famosa tonaca) era subito distinguibile, come un carabiniere per la strada, un soldato in uniforme. Si allontanava con qualcuno? Veniva subito seguito con lo sguardo. Tentava di nascondersi? Tutto era più difficile con quell’ingombrante vestito nero, poco comodo per gli spostamenti. Era una sorta di obiettivo sempre puntato sul prete, la cui missione non si esauriva dopo poche ore, ma era sempre in servizio attivo.

Insomma, nella Chiesa, una volta, tutto aveva un significato e una funzione. Non è un discorso reazionario. Non c i v u o l e l ’ a c u m e d i un’aquila per capire che un prete secolarizzato, blue jeans e maglietta, tutto meeting e telefonino, sempre davanti al computer a navigare su internet è ovviamente allontanato dalla sua funzione spirituale per andare dove non sa bene neppure lui, nella maggior parte dei casi. Lo dimostra la crisi della vocazioni e i casi quotidiani di preti deviati. «Vietato vietare», lo slogan del ’68 sembra essere stato assimilato in parte anche dalla Chiesa. La tolleranza verso il male è ancora peggio del male. Quella sì, è meglio vietarla.

in Corriere del Veneto, 2 aprile 2010

san Domenico nel dipinto del Beato Angelico con la tonsura:




 un frate oggi.... con la tonsura...

La tonsura oggi nella FSSPX ...



Cari Sacerdoti, riflettiamo:

Il 26 marzo  sono andata al Giuramento di un nutrito gruppo di giovani di 17 anni entrati nella scuola militare della Teuliè a Milano, fra questi anche mio figlio prestava giuramento....  
L'ORGOGLIO di indossare una DIVISA non era semplicemente una vanità esteriore, ma un vero PROGRAMMA DI VITA, una manifestazione non solo di orgogliosa appartenenza ma soprattutto L'IDEALE, la sua storia, l'impegno e il duro lavoro di un anno per indossarla con decoro e motivazione....  
Al passaggio poi della Bandiera storica della scuola che reca la scritta: VIA DIO, L'ITALIA E PIO IX che un gruppo di ragazzi di 16 anni nell'800 salvarono dalla distruzione, è diventato un passaggio di consegne associato al motto che cantato dice: "SIAMO RAGAZZI, IN ALTO VOLIAMO"  
ITERUM ALTE VOLAT  (cliccate qui per ascoltare il loro orgoglio sano)...  
 
Ordunque, mi son sempre chiesta cosa spingesse questi giovani, compreso mio figlio, ad assumersi un impegno così serio per la loro età e il senso del valore che danno ALLA DIVISA....il senso dell'appartenenza ad un corpo, gli ideali che a 16 anni fanno propri....ebbene non ci sono risposte sensazionali, il tutto avviene da qualcosa che abbiamo dentro di noi e da quel "Qualcuno"  che ci invita e ci richiama a dare un senso ed un valore alla nostra vita...  
 
Ecco che ho apprezzato maggiormente l'articolo che avete postato, la tonsura o la tonaca, così come la divisa ed anche il taglio dei capelli cortissimi per questi giovani militari... assumono lo stesso impegno, lo stesso valore, gli stessi significati seppur sappiamo che naturalmente per il sacerdozio, il religioso, parliamo di ideali diversi ma pur sempre comuni....con la Cresima si diceva: SIETE SOLDATI DI CRISTO! per un seminarista o un religioso esiste pertanto LA DIVISA che solo uno sprovveduto idealismo partigiano-modernista ha ritenuto erroneamente superfluo....  
Tagliando la DIVISA(=TALARE) si è di fatto voluto tagliare l'appartenenza ad una immagine di Chiesa che non si accetta più....non è forse vero che dopo il Concilio è proprio la sua immagine che si è voluta cambiare? e dunque via anche la divisa=talare ed ogni segno esteriore che potesse indurre il laico a pensare a quella Chiesa e piuttosto ad inventarne una nuova immagine, più moderna, più APERTA AL MONDO ED ALLE SUE ESPERIENZE....  

Questo gruppo di giovani mi hanno rafforzata nell'idea di quanto sia importante invece l'esteriorità e la TRADIZIONE....e di come questa non sia semplicemente associata ad un motto: ITERUM ALTE VOLAT, al contrario, è proprio l'esteriorità (la divisa, la Bandiera) che aiuta questi giovani a rendere vivo il motto e a comportarsi DIGNITOSAMENTE ed eroicamente perchè chi li guarda possa davvero CREDERE in ciò che fanno...  

Amati Sacerdoti! Rimettete l'abito, perchè anche l'occhio vuole la sua parte, e lo dicono i GIOVANI che cercano negli adulti I SEGNI esteriori di ciò che è nobile seguire e perseguire....





Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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