A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Che cosa è la Chiesa? (da una catechesi Ortodossa del 2002 trovata in rete in un sito ortodosso)

Ultimo Aggiornamento: 26/01/2011 22:14
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 39.988
Sesso: Femminile
28/08/2009 17:22
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

La Chiesa corpo di Cristo

(parte di una catechesi ortodossa trovata in rete:
ATTENZIONE l'Autore che si riconoscesse nel testo, volesse aggiungervi qualcosa, ci contatti, dal canto nostro noi la copiammo così come viene riprodotta e ringraziando Dio, come Cattolici Romani,ne condividiamo il contenuto)


      I.2. La Chiesa è un organismo divinoumano. Essendo il corpo di Cristo, essa unisce in sé due nature – divina e umana – con le azioni e le volontà che sono loro proprie. La Chiesa si rapporta al mondo secondo la propria natura umana e creaturale. E tuttavia essa interagisce con il mondo non come un organismo propriamente terreno, ma in tutta la sua comunione mistica e sacramentale. Proprio la natura divinoumana della Chiesa rende possibile la divinizzazione e la purificazione del mondo, che si attua nella storia attraverso la collaborazione creativa – la «sinergia» – fra le membra e il capo del corpo della Chiesa.

       La Chiesa non è di questo mondo, allo stesso modo in cui il suo Signore, Cristo, non è di questo mondo. Ma egli è venuto in questo mondo, avendo «umiliato» se stesso fino ad adeguarsi alla condizione del mondo, il mondo che egli doveva salvare e reintegrare. La Chiesa deve passare attraverso un processo di kenosi storica, realizzando così la propria missione redentrice. Il suo fine è non solo la salvezza degli uomini in questo mondo, ma anche la salvezza e il rinnovamento del mondo stesso.
La Chiesa è chiamata a operare nel mondo secondo il modello di Cristo, a rendere testimonianza a lui e al suo regno. I membri della Chiesa sono chiamati a diventare partecipi della missione di Cristo, del suo servizio al mondo, che per la Chiesa è possibile solo come servizio comunitario, «perché il mondo creda» (Gv 17,21). La Chiesa è chiamata a essere al servizio della salvezza del mondo, perché anche il Figlio dell'uomo stesso «non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti» (Mc 10,45).

      Il Salvatore di sé dice: «Io sto in mezzo a voi come colui che serve» (Lc 22,27). Il servizio per la salvezza del mondo e dell'uomo non può essere ridotto a un ambito nazionale o religioso, come afferma con chiarezza il Signore stesso nella parabola del Buon samaritano.

La Chiesa, essendo il corpo di Cristo Dio-uomo, è divino-umana. Ma se Cristo è il Dio-uomo perfetto, la Chiesa invece non è ancora una divinoumanità perfetta, perché sulla terra combatte col peccato, e la sua umanità, anche se intrinsecamente unita a Dio, è ben lontana dall'essere sua piena espressione, a lui conforme in tutto (Lc.22,31).

La Chiesa chiama i suoi figli fedeli a partecipare alla vita sociale, partecipazione che deve fondarsi sui principi della morale cristiana. Nella solenne preghiera sacerdotale, Cristo chiese al Padre celeste per i suoi seguaci: «Non chiedo che tu li tolga dal mondo, ma che li custodisca dal maligno... Come tu mi hai mandato nel mondo, anch'io li ho mandati nel mondo» (Gv 17,15.18). È inammissibile il disprezzo manicheo per il mondo.......

La Chiesa è una sola quand'anche esistono in Essa dolorose lacerazioni.

La Chiesa Ortodossa e la Chiesa Cattolica, sono entrambe consapevoli di vivere l'Unità attraverso molti Sacramenti ma più di tutto, consapevoli che in noi non vi sono due fondazioni separate, ma che entrambe proveniamo dall'unica Istituzione voluta dal Nostro Signore Gesù Cristo. Quando parliamo di Chiesa, Ortodossi e Cattolici sanno bene che parlano di una sola Chiesa, di una sola immensa Famiglia che per il momento vive delle incomprensione al suo interno.

III. La Chiesa infallibilmente predica la verità di Cristo e insegna agli uomini i precetti morali che provengono da Dio stesso, e per questo non ha il potere di cambiare alcunché nella sua dottrina. Non ha il potere neppure di tacere, di interrompere la predicazione della verità, quali che siano gli insegnamenti imposti o diffusi dalle autorità statali. A questo riguardo la Chiesa è assolutamente libera dallo stato. A motivo della predicazione della verità senza remore e limitazioni, la Chiesa intera, fin dal suo sorgere, ed anche dopo le sofferenti lacerazioni, più volte nella storia ha subito persecuzioni per mano dei nemici di Cristo. Ma, anche se perseguitata, la Chiesa è chiamata a sopportare con pazienza le persecuzioni, senza rifiutare la propria lealtà allo stato che la perseguita.

Da questa verità fondamentalmente storica e spirituale, si può comprendere che la Chiesa è un Mistero.
Se il potere costringe i credenti ortodossi ad abbandonare Cristo e la sua Chiesa, come pure a commettere azioni peccaminose e dannose per l'anima, la Chiesa ha il dovere di rifiutare l’obbedienza allo stato. Il cristiano, seguendo il dettame della coscienza, può non eseguire gli ordini dell'autorità statale, ove questi lo inducessero a un peccato grave.

La Chiesa e le sue autorità, qualora ravvisassero l’impossibilità di obbedire alle leggi e agli ordinamenti dello stato, dopo aver debitamente esaminato la questione, possono intraprendere le seguenti azioni:
- iniziare un dialogo diretto con l'autorità sul problema sorto;
- invitare il popolo a impiegare meccanismi democratici per cambiare le leggi o rivedere le deliberazioni dell'autorità statale;
- appellarsi agli organi internazionali e all'opinione pubblica mondiale;
- invitare i propri fedeli alla disobbedienza civile pacifica.

La Riforma Protestante portò gravissimi danni alla Chiesa Cattolica di Roma, questa lotta di potere da entrambe le fazioni portò la Chiesa Ortodossa ad isolarsi ancor di più in quegli anni tristi che sconvolsero e misero in dubbio l'autorità della Chiesa a causa di abusi perpetrati in nome di una autorità che non sarebbe dovuta uscire dall'insegnamento del Suo Fondatore.

(aggiungo qui un P.S. Naturalmente il testo addossa tale responsabilità ai Cattolici di allora, ma la storia odierna ci rammenta che Lutero ha assunto su di se enormi responsabilità sulla grave divisione che portò, rinnegando la Dottrina della Chiesa sui Sacramenti....)

Occorre rendere giustizia all'ispirazione del Concilio Vaticano II se vogliamo veramente comprendere il valore dell'autorità della Chiesa che nessun peccato dell'uomo può offuscare.

III.11. Onde evitare qualsiasi commistione tra affari ecclesiastici e statali e affinché l'autorità ecclesiastica non venga ad acquisire un carattere secolare, le leggi canoniche vietano agli ecclesiastici di partecipare agli affari dell'amministrazione statale.
L'81a Costituzione apostolica recita: «Non si addice a un vescovo o a un presbitero occuparsi dell'amministrazione del popolo, ma essere sollecito per le cose della Chiesa». Lo stesso argomento è oggetto della 6a Costituzione apostolica e del 10° canone del VII Concilio ecumenico. Nel contesto moderno queste regole riguardano non solo l'adempimento dei mandati delle autorità amministrative, ma anche la partecipazione agli organi rappresentativi del potere (v. V.2.).

L’uomo, a causa della sua natura corrotta che ne ha deformato la coscienza, non è in grado di accogliere la legge di Dio in tutta la sua pienezza. Nelle diverse epoche si è preso coscienza solo in parte di questa legge. Questo è dimostrato molto bene nel discorso del Salvatore sul divorzio. Mosè aveva permesso agli israeliti di sciogliere il matrimonio «per la durezza del loro cuore», ma «da principio» non fu così, perché nel matrimonio l'uomo diventa «una sola carne» con sua moglie, e per questo il matrimonio è indissolubile (Mt 19,3-6).

      Tuttavia nei casi in cui la legge degli uomini respinge in maniera totale il precetto divino assoluto, sostituendolo con uno opposto, essa cessa di essere una legge, e diventa atto illecito, qualunque sia la veste giuridica con cui si camuffa

(P.S. non dimentichiamo tuttavia che per la Chiesa Ortodossa sono concessi fino a tre divorzi
in funzione di quella autorità del "legare e sciogliere", al contrario per la Chiesa Cattolica non esiste alcun divorzio, si consente la separazione e lo sciogliemnto di un matrimonio, ossia, l'invalidità, ma non il divorzio...)

In altri termini, la legge degli uomini non contiene mai la perfezione della legge divina, ma perché possa restare legge, essa è tenuta a essere conforme ai principi stabiliti da Dio, e non a sopprimerli.

Per questo esiste la Chiesa, perchè la Bibbia da sola non basta.


P.S.

Mi sento di dover ringraziare la Chiesa Ortodossa per questo meraviglioso Documento....


..........

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
OFFLINE
Post: 39.988
Sesso: Femminile
04/09/2009 19:51
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

L'intervento del cardinale presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani a «Renovabis 2009»

Nel dialogo ecumenico
il futuro dell'Europa



Si conclude sabato 5 a Frisinga, in Germania, il congresso internazionale "Renovabis 2009" che ha per tema "Cercare l'unità - Salvare la pluralità. Dialogo ecumenico tra Oriente e Occidente". Pubblichiamo, in una nostra traduzione dal tedesco, ampi stralci della relazione del cardinale presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani dal titolo "L'Europa respira con due polmoni. L'impatto delle Chiese orientali sull'Europa".



di Walter Kasper


Il cristianesimo è venuto dall'Est e in primo luogo si è formato e sviluppato nella parte orientale dell'Europa attuale. Ex oriente lux! Tutti gli antichi concili, Nicea, Costantinopoli, Efeso, Calcedonia, che fino ad oggi hanno definito le basi della comune fede cristiana, si sono svolti in oriente. La musica è risuonata in oriente. L'impero romano che in occidente ha affrontato i disordini delle migrazioni già nel VI secolo, è durato in oriente quasi mille anni e ancora oggi vive nella mentalità e nel diritto ecclesiastico di molti uomini di Chiesa e teologi ortodossi. Dopo il crollo definitivo (1453) della Roma d'Oriente, Costantinopoli, la Grecia e i balcani appartennero per cinquecento anni all'impero ottomano. Anche questo lungo periodo non è trascorso senza lasciare traccia nella cultura di questi Paesi.
Dopo la caduta di Costantinopoli, la Russia con Mosca conquistò il potere ortodosso come terza Roma, come si direbbe oggi. L'attività missionaria fra le popolazioni slave era già cominciata nel IX secolo grazie ai fratelli Cirillo e Metodio e al battesimo della Rus' di Kiev nel 988, quindi in un periodo in cui Roma e Costantinopoli erano ancora in comunione ecclesiale. Ci sono dunque radici comuni. Tuttavia il Patriarca di Mosca, riconosciuto definitivamente nel 1590, comparve in un momento in cui la divisione era stata attuata da tempo e fu coinvolto poi, per secoli, in guerre contro la Polonia, la potenza latina in oriente. Roma condivide una storia millenaria con Costantinopoli, ma non certo con Mosca. Lo si percepisce ancora oggi nei rapporti con Costantinopoli e con Mosca. Senza dubbio la Russia offre una eccezionale sintesi - sinfonia - fra eredità bizantina e mentalità slava, fra Chiesa e nazione - e non fra Chiesa e Stato come spesso erroneamente si pensa! Si pensi alle icone, ai canti liturgici, alla musica e alla letteratura, di cui oggi in Russia si va giustamente fieri. Senza dubbio è impressionante l'opera svolta dopo il 1989 dal compianto Patriarca Alessio, ma le ferite inferte da settanta anni di comunismo richiedono molto tempo per guarire. Inoltre, i problemi sociali della Russia sono enormi e il nuovo Patriarca Cirillo ne è ben consapevole.




Due sistemi ecclesiali



(...) Quindi, prima di chiederci come può svilupparsi l'Europa, guardiamo innanzitutto all'occidente! Come ha affermato giustamente il concilio Vaticano ii, l'occidente ha accolto fin dall'inizio il cristianesimo sotto un'altra forma. L'occidente, diversamente dall'oriente, non pensava secondo categorie metafisiche e mistiche, ma giuridiche. Le debolezze e il rapido declino dell'impero romano d'occidente permisero al Vescovo di Roma maggiori libertà e indipendenza, che però lo costrinsero anche a esercitare funzioni statali. Quindi in occidente, diversamente da quanto accadde in oriente, non si pervenne a una "sinfonia" eccessivamente sacrale fra Chiesa e impero, ma alla nascita di due sistemi distinti e autonomi. Ne scaturirono due diversi sistemi ecclesiali.
(...) La divisione fra Est e Ovest è il risultato di un lungo e duraturo estraniamento. La divisione non si può far risalire a una data certa. (...) Se si vuole proprio trovare una data per la divisione, allora non si tratta del 1054, ma del 1204, quando, durante la quarta crociata, non Gerusalemme, ma Costantinopoli fu conquistata, devastata in modo barbaro e le sue chiese, i paramenti liturgici, le reliquie furono profanati. I greci questo non lo hanno ancora dimenticato, anche se sono trascorsi ottocento anni. La creazione di Chiese d'oriente unite a Roma, cominciata con l'Unione di Brest (1594), ha generato di nuovo questa sfiducia.
Anche oggi, vent'anni dopo la caduta del Muro, esistono queste tendenze a causa di pregiudizi locali e cliché apparsi nel XIX secolo: in oriente a causa di occidentali decadenti, libertini e atei e in occidente a causa di un oriente retrivo, che si è irrigidito in una liturgia arcaica e che noi dovremmo aiutare a passare alla modernità. Questi preconcetti si trovano proprio nel XIX secolo da una parte fra gli slavofili russi e dall'altra fra i liberali occidentali.
(...) Sebbene Est e Ovest abbiano accolto il cristianesimo fin dall'inizio in forma diversa e sebbene nel primo secolo si siano verificati differenti sviluppi e molte tensioni e scismi, ci si sentiva e ci si considerava un'unica cristianità e un'unica Chiesa. Est e Ovest condividono soprattutto un'unica immagine cristiana dell'uomo, la dignità inalienabile di ogni essere umano e la sua unione solidale nella famiglia, in un solo popolo e in una sola umanità. Si schierano a favore della dignità e del valore della famiglia e del rispetto reciproco fra le culture e le religioni e per la giustizia e per la pace nel mondo.
I dogmi fondamentali, soprattutto la confessione di fede, sono elementi comuni. Abbiamo gli stessi sacramenti, in particolare l'eucaristia. Abbiamo la stessa idea sacramentale di Chiesa con la costituzione episcopale e veneriamo molti santi comuni, in particolare la Madre di Dio, Maria. Queste sono affinità profonde che differenziano la divisione della Chiesa fra Est e Ovest da quella tutta occidentale del XVI secolo.
Questa consapevolezza di comunione si mantenne fino all'alto medioevo. L'ultima messa ad Hagia Sophia, prima della caduta di Costantinopoli (1453), fu celebrata da greci e da latini. Nel XVII-XVIII secolo esisteva ancora in parte una comunione sacramentale, che proseguì, nonostante le differenze sorte nel secondo secolo riguardo all'idea di primato, nella questione dell'aggiunta del Filioque al Credo (1014) e nei nuovi dogmi di Maria (1854 e 1950). Nonostante queste e altre differenze, l'Est e l'Ovest, infatti, si sentivano un'unica Chiesa e si considerano così anche oggi, sebbene non vi sia una piena comunione ecclesiale. (...) Dopo l'unità nel primo secolo e la divisione nel secondo, ci viene trasmessa nel terzo una unità nella diversità. L'Ovest e l'Est non possono né assorbirsi né integrarsi reciprocamente. Perciò il movimento ecumenico del XX secolo, rispetto al processo di estraniamento durato mille anni, ha avviato un processo di riconciliazione. Ora si sviluppa insieme ciò che si ha in comune. Possiamo solo sperare che la riconciliazione non duri tanto a lungo quanto l'estraniamento precedente.
A che punto siamo oggi? (...) Alla svolta politica del 1989-1990 Papa Giovanni Paolo II ha reagito nel 1991 e poi ancora una volta nel 1999 con un sinodo per l'Europa. Purtroppo la svolta non ha reso il dialogo più facile come, invece, ci si aspettava, ma anzi l'ha messo in una grave crisi. Le Chiese hanno avuto difficoltà con il dono ricevuto nel 1989. La Chiesa cattolica in Ucraina e in Romania, brutalmente perseguitata e gettata nell'illegalità da Stalin, è potuta uscire dalle catacombe e tornare alla vita pubblica. Ha preteso la restituzione delle vecchie chiese. Questo ha suscitato negli ortodossi antiche paure e riserve. Da allora la Chiesa cattolica continua a essere rimproverata di uniatismo e proselitismo. Quindi l'incontro a Baltimora nel 2000 è stato un insuccesso, il peggior incontro ecumenico mai realizzato. Sono sorte divergenze con Mosca per l'erezione di quattro diocesi cattoliche (11 febbraio 2002) nella Federazione russa. Così l'atmosfera è stata glaciale.
Ci sono voluti molti colloqui per riprendere i rapporti e il dialogo. Alla fine, nel 2006 a Belgrado e nel 2007 a Ravenna quest'ultimo è ricominciato. ll Patriarca ecumenico vi ha contribuito in maniera decisiva. Anche il nuovo pontificato di Papa Benedetto XVI, iniziato nel 2005, vi ha contribuito positivamente. Ravenna è stata un grande successo. Per la prima volta la questione della Chiesa universale e della differenza decisiva, quella del primato di Roma, sono state affrontate positivamente, sebbene sia mancato ancora qualcosa. È stata una buona occasione per gettare le fondamenta per i successivi colloqui, che si svolgeranno in ottobre, a Cipro, sulla base di un testo elaborato durante l'anno a Creta. Vi parteciperà anche Mosca. Abbiamo dunque motivo di sperare.
Il tema a Cipro sarà "Il ruolo del Vescovo di Roma nella Chiesa universale nel primo secolo". Ci chiediamo se e fino a che punto il primo millennio comune con la sua unità nella molteplicità può essere un modello per il terzo millennio. Entrambe le parti ne sono convinte. Per rispondere in maniera valida alla domanda, dobbiamo però chiederci se, dopo il secondo millennio con i concili Vaticani i e ii, potremo nei prossimi anni ottenere una sorta di consenso. Questa è la dura prova che ci attende. Sarebbe un miracolo, se ci riuscissimo.




Passi incoraggianti



Già quello che abbiamo ottenuto negli ultimi cinquanta anni è quasi un miracolo. Ciò che oggi è possibile e reale un millennio fa era inimmaginabile. Non si tratta soltanto di incontri al vertice politici e teologici di importanti delegazioni in particolari avvenimenti. I rapporti si sono molto ampliati e diffusi alla base. Numerose diocesi hanno stretto collaborazioni. Sono sorte amicizie. Si sono svolte innumerevoli visite. Renovabis e "Kirchen in Not" vi contribuiscono. Le Chiese ortodosse, presenti da noi, nell'Europa occidentale, ma anche negli Stati Uniti, in Canada e in Australia, intrattengono rapporti amichevoli e fraterni con la Chiesa cattolica del luogo. Da decenni il Pontificio Consiglio per l'Unità dei Cristiani conduce un programma di studi grazie al quale giovani sacerdoti ortodossi a Roma o in altri posti dell'occidente studiano e conseguono il dottorato e così possono conoscere la nostra Chiesa più da vicino.
(...) Chiediamoci dunque: come proseguire? Innanzitutto ecco una dichiarazione, che può deludere alcuni, ma che, secondo me, realisticamente va fatta: non bisogna porre limiti allo Spirito di Dio. Sorprende sempre! Dal punto di vista umano, in riferimento a una piena comunione ecclesiale fra Roma, Costantinopoli e Mosca non dovremmo aspettarci alcun avvicinamento. Porterebbe solo a delusione, rassegnazione e frustrazione. La storia millenaria non inverte la rotta all'improvviso.
Nessuna Chiesa può mettere a disposizione la sua impegnativa tradizione e in oriente l'idea ecumenica incontra in molti casi ancora riserve, per non dire opposizioni vere e proprie. Per alcuni l'ecumenismo è un insulto e una supereresia. Quindi c'è ancora molto da fare. Tuttavia anche Roma deve muoversi. Roma deve chiedersi se può chiarire agli orientali il rapporto fondamentale, la relazione fra primato, sinodalità e collegialità dopo il Vaticano ii. Chi conosce i dibattiti durante il concilio, sa quanto potrebbe essere difficile da parte nostra. (...) Per quanto riguarda l'importante dialogo teologico possiamo e dobbiamo collaborare praticamente in numerosi campi. Est e Ovest si trovano attualmente a dover affrontare grandi sfide comuni. La secolarizzazione moderna e post-moderna ha scalzato il comune fondamento dell'Europa. Dunque la secolarizzazione non è solo un problema dell'occidente. Nell'Est, settanta o quarant'anni di politica, educazione e propaganda atee non sono trascorsi senza conseguenze. Oggi dobbiamo impegnarci per restituire all'Europa la sua anima cristiana. La Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse possiedono nell'etica e nella dottrina sociale le stesse, o almeno simili, idee e quindi possono collaborare. Quello della collaborazione è stato il tema del congresso comune del maggio 2006 a Vienna. (...) Alla collaborazione in Europa si aggiunge la responsabilità comune per la pace, la giustizia, i diritti dell'uomo e la tutela del creato così come l'impegno contro il terrorismo e un islamismo ideologicamente radicalizzato e incline alla violenza. In particolare bisogna menzionare la comune preoccupazione per la situazione e per la pace nel vicino e medio oriente. Siamo preoccupati per la forte emigrazione, soprattutto di giovani cristiani che nella loro patria, che spiritualmente è anche la nostra, non intravedono alcun futuro.
Affinché questa collaborazione possa essere efficace, dovremo perfezionare gli strumenti istituzionali che abbiamo a disposizione ed eventualmente crearne altri. Da parte cattolica esiste il Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee e da parte delle altre chiese è attiva la Conferenza delle Chiese Europee. Entrambi questi organismi collaborano regolarmente. Per quanto riguarda un'eventuale intensificazione di questa collaborazione, sia Costantinopoli sia Mosca hanno presentato proposte che nelle prossime settimane e mesi discuteremo.
(...) Termino. Gesù, congedandosi, pregò per l'unità dei cristiani. Aggiunse alla preghiera "perché tutti siano uno" la frase "affinché il mondo creda". L'unità della Chiesa non è un obiettivo fine a se stesso, ma è segno e strumento di unità e di pace nel mondo. Il servizio all'unità della Chiesa è anche un servizio per la pace nel mondo, in Europa e in ogni popolo. L'ecumenismo non è dunque un lusso, che va ad aggiungersi alla normale attività ecclesiale e pastorale, ma un dovere essenziale e al contempo molto attuale della Chiesa e di tutti i cristiani. Oggi si tratta di una condizione fondamentale affinché l'Europa, la nostra Europa possa avere un futuro.




(©L'Osservatore Romano - 5 settembre 2009)
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
OFFLINE
Post: 39.988
Sesso: Femminile
26/01/2011 22:14
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

La liturgia nella spiritualità orientale secondo il vescovo ortodosso ucraino Feodosiy

Il viaggio verso l'unità non può cominciare dalla fine


di Sergio Casali

"La comunione eucaristica? È un sogno, ma il cammino del dialogo è lungo e non si può iniziare un viaggio dalla fine".

C'è molta prudenza, ma anche lo sguardo lungo degli uomini spirituali nelle parole del vescovo Feodosiy, che a conclusione della Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani si è recato a Genova per rappresentare la Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca, portando l'amicizia dei cristiani orientali. Feodosiy (Snihiriov), vescovo della diocesi di Brovary e vicario dell'eparchia di Kiev, ha risposto all'invito della Comunità di Sant'Egidio, partecipando a una preghiera nella basilica dell'Annunziata, prima di tenere una conferenza sul tema "La liturgia nella vita della Chiesa". Ad accoglierlo, il vescovo ausiliare e vicario generale di Genova, monsignor Luigi Ernesto Palletti.

Feodosiy ha spiegato il valore della liturgia - "il cuore della vita della Chiesa" - nella spiritualità orientale, come scuola di teologia e come realtà capace di cambiare dall'interno l'uomo:  "L'eucaristia ha una forza che comunica a ciascuno delle qualità che ognuno di noi non ha, ma che sono le qualità di Cristo", ha detto. Inevitabile, dunque, chiedersi se proprio dalla celebrazione comune dell'eucarestia non possa ricostituirsi l'unità tra le Chiese.

Il vescovo di Brovary sorride, parla di un bel sogno, e spiega la sua visione:  "La comunione eucaristica è la vetta dell'unità, ma non è il mezzo per raggiungerla. È quello che avviene quando le persone decidono di sposarsi:  il matrimonio è il punto finale, ma prima viene la concordia, il pensiero unanime. Allo stesso modo ci sono questioni che sono fondamentali sia per i cristiani orientali sia per quelli occidentali, come la gerarchia e la professione di fede. Bisogna risolvere queste e allora, nella maniera giusta, ci sarà anche la comunione nell'unico calice".

Un cammino lungo, insomma, ma il primo passo è proprio il dialogo:  "Non si può iniziare un cammino dalla fine - spiega ancora Feodosiy - la Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani, il nostro incontrarci, il nostro pregare insieme, sono proprio i passi che ortodossi e cattolici possono e devono fare". Il servizio alla carità, poi, può essere il modo di essere uniti nel testimoniare Cristo crocifisso a un mondo secolarizzato:  "Dobbiamo opporci insieme al materialismo, alla perdita di religiosità e trovare consenso attorno alle questioni della professione di fede. Io credo - ha osservato - che questo sia l'unico modo per tornare a quell'unità spezzata mille anni fa".

Il vescovo ucraino ha spiegato il valore spirituale, ma anche storico, della liturgia per la Chiesa ortodossa, descrivendo come, durante il regime sovietico, l'eucaristia abbia preservato la spiritualità della Russia grazie anche a uomini di fede che non hanno smesso di celebrarla in tempi difficili.

Per questo i cristiani sanno conservare la speranza anche oggi, epoca in cui la mentalità del materialismo capitalista sembra rubare lo spazio dello spirito:  "Noi abbiamo in mano la liturgia, che è la migliore medicina, come una profilassi che difende da tutti gli influssi che vengono dall'esterno. A noi sacerdoti capita di ostinarci a elaborare complessi progetti missionari, ma forse dovremmo concentrarci di più per attrarre quante più persone possibili al sacro calice, perché tante volte questo calice fa da solo quello che tutti i nostri sforzi missionari non riescono a fare".

In un'era dove la disaffezione al mondo religioso tocca i giovani occidentali come quelli dell'area ex sovietica, anche la pastorale giovanile deve saper tornare all'ascesi della professione di fede pura e semplice. A volte, ha detto Feodosiy, anche solo accompagnare nuovamente i giovani in chiesa, farli accostare ai sacramenti, rappresenta lo strumento di evangelizzazione più efficace. C'è una fede profonda nella forza efficace dell'eucaristia, che colpisce, nelle parole di questo vescovo, che testimonia la fedeltà antica della sua Chiesa alla liturgia come fonte di gioia, bellezza, cambiamento interiore.


(©L'Osservatore Romano - 27 gennaio 2011)

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 06:21. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com