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IL SEGNO DELLA CROCE (segno e simbolo fondamentale per ogni Cattolico)

Ultimo Aggiornamento: 12/06/2013 13:35
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27/08/2010 12:13
 
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BENEDETTO XVI

ANGELUS

Castel Gandolfo
Domenica, 11 settembre 2005


Cari fratelli e sorelle!

Mercoledì prossimo, 14 settembre, celebreremo la festa liturgica dell’Esaltazione della santa Croce. Nell’Anno dedicato all’Eucaristia, questa ricorrenza acquista un significato particolare: ci invita a meditare sul profondo e indissolubile legame che unisce la celebrazione eucaristica e il mistero della Croce.

Ogni santa Messa, infatti, rende attuale il sacrificio redentore di Cristo. Al Golgota e all’"ora" della morte in croce - scrive l’amato Giovanni Paolo II nell’Enciclica Ecclesia de Eucharistia - "si riporta spiritualmente ogni presbitero che celebra la santa Messa, insieme con la comunità cristiana che vi partecipa" (n. 4). L’Eucaristia è dunque il memoriale dell’intero mistero pasquale: passione, morte, discesa agli inferi, risurrezione e ascensione al cielo, e la Croce è la manifestazione toccante dell’atto d’amore infinito con il quale il Figlio di Dio ha salvato l’uomo e il mondo dal peccato e dalla morte.

Per questo il segno della Croce è il gesto fondamentale della preghiera del cristiano. Segnare se stessi con il segno della Croce è pronunciare un sì visibile e pubblico a Colui che è morto per noi e che è risorto, al Dio che nell’umiltà e debolezza del suo amore è l’Onnipotente, più forte di tutta la potenza e l’intelligenza del mondo.

Dopo la consacrazione, l’assemblea dei fedeli, consapevole di essere alla reale presenza di Cristo crocifisso e risorto, così acclama: "Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua venuta". Con gli occhi della fede la Comunità riconosce Gesù vivo con i segni della sua passione e, insieme a Tommaso, piena di stupore, può ripetere: "Mio Signore e mio Dio!" (Gv 20,28). L’Eucaristia è mistero di morte e di gloria come la Croce, che non è un incidente di percorso, ma il passaggio attraverso cui Cristo è entrato nella sua gloria (cfr Lc 24,26) e ha riconciliato l’umanità intera, sconfiggendo ogni inimicizia. Per questo la liturgia ci invita a pregare con fiduciosa speranza: Mane nobiscum Domine! Resta con noi, Signore, che con la tua santa Croce hai redento il mondo!

Maria, presente sul Calvario presso la Croce, è ugualmente presente, con la Chiesa e come Madre della Chiesa, in ciascuna delle nostre Celebrazioni eucaristiche (cfr Enc. Ecclesia de Eucharistia, 57). Per questo, nessuno meglio di lei può insegnarci a comprendere e vivere con fede e amore la santa Messa, unendoci al sacrificio redentore di Cristo. Quando riceviamo la santa Comunione anche noi, come Maria e a lei uniti, ci stringiamo al legno, che Gesù col suo amore ha trasformato in strumento di salvezza, e pronunciamo il nostro "Amen", il nostro "sì" all’Amore crocifisso e risorto.










                                                          Pope Benedict XVI addresses pilgrims gathered in the courtyard of his summer residence of Castel Gandolfo, 40 kms southeast of Rome, during his weekly general audience on August 25, 2010. The pontiff appealed to the international community to work to protect human life and rights in Somalia after some 65 civilians were killed since August 23 in the latest wave of violence.
(il Papa fa il segno della croce all'inizio dell'Udienza generale in Caste Gandolfo )


VIAGGIO APOSTOLICO
DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI
IN AUSTRIA
IN OCCASIONE DELL’850° ANNIVERSARIO
DELLA FONDAZIONE DEL SANTUARIO DI MARIAZELL


BENEDETTO XVI

ANGELUS

Piazza del Duomo di Santo Stefano, Vienna
Domenica, 9 settembre 2007

Cari fratelli e sorelle! 

È stata per me, questa mattina, un’esperienza particolarmente bella poter celebrare con tutti voi il Giorno del Signore in modo così degno nel magnifico Duomo di Santo Stefano. Il Rito eucaristico realizzato col dovuto decoro ci aiuta a prendere coscienza dell’immensa grandezza del dono che Dio ci fa nella Santa Messa. Proprio così ci avviciniamo anche a vicenda e sperimentiamo la gioia di Dio. Sono grato pertanto a quanti, mediante il loro contributo attivo alla preparazione ed allo svolgimento della Liturgia o anche mediante la loro partecipazione raccolta ai santi Misteri, hanno creato un’atmosfera in cui la presenza di Dio era veramente percepibile. Grazie di cuore e un “Vergelt’s Gott” a tutti! 

Nell’omelia ho cercato di dire qualcosa sul senso della Domenica e sul brano evangelico di oggi, e penso che questo ci abbia portati a scoprire che l’amore di Dio, che ha “perso se stesso” per noi consegnandosi a noi, ci dona la libertà interiore di “perdere” la nostra vita, per trovare in questo modo la vita vera. La partecipazione a questo amore ha dato a Maria la forza per il suo “sì” senza riserva.
 
Di fronte all’amore rispettoso e delicato di Dio, che per la realizzazione del suo progetto di salvezza attende la libera collaborazione della sua creatura, la Vergine ha potuto lasciar cadere ogni esitazione e, in vista di questo progetto grande ed inaudito, consegnare fiduciosamente se stessa nelle sue mani. Pienamente disponibile, totalmente aperta nel suo intimo e libera da sé, ha dato a Dio la possibilità di colmarla con il suo Amore, con lo Spirito Santo. E così Maria, la donna semplice, ha potuto ricevere in se stessa il Figlio di Dio e donare al mondo il Salvatore che si era donato a Lei. 

Anche a noi, nella Celebrazione eucaristica, è stato donato oggi il Figlio di Dio. Chi ha fatto la Comunione porta adesso in sé in modo particolare il Signore risorto. Come Maria lo portò nel suo grembo – un inerme piccolo essere umano, totalmente dipendente dall’amore della madre – così Gesù Cristo, sotto la specie del pane, si è affidato a noi, cari fratelli e sorelle. Amiamo questo Gesù che si dona così totalmente nelle nostre mani! AmiamoLo come Lo ha amato Maria! E portiamoLo agli uomini come Maria Lo ha portato ad Elisabetta, suscitando giubilo e gioia! La Vergine ha donato al Verbo di Dio un corpo umano, perché potesse entrare nel mondo. Doniamo anche noi il nostro corpo al Signore, rendiamo il nostro corpo sempre di più uno strumento dell’amore di Dio, un tempio dello Spirito Santo! Portiamo la Domenica col suo Dono immenso nel mondo!

Chiediamo a Maria di insegnarci a diventare, come Lei, liberi da noi stessi, per trovare nella disponibilità per Dio la nostra vera libertà, la vera vita, la gioia autentica e duratura.
 

Vorrei ora pronunciare la preghiera alla Madre di Dio, che, in realtà, avevo voluto pronunciare alla Mariensäule. Lì si è avuto poi, come sappiamo, il black-out così da rendere ciò impossibile. Per questo vorrei ora ricuperare tale preghiera alla Madonna: 

Santa Maria, Madre Immacolata del nostro Signore Gesù Cristo, in te Dio ci ha donato il prototipo della Chiesa e del retto modo di attuare la nostra umanità. A te affido il Paese dell’Austria e i suoi abitanti: aiuta tutti noi a seguire il tuo esempio e ad orientare la nostra vita totalmente verso Dio! Fa che, guardando a Cristo, diventiamo sempre più simili a Lui: veri figli di Dio! Allora anche noi, pieni di ogni benedizione spirituale, potremo corrispondere sempre meglio alla sua volontà e diventare così strumenti di pace per l’Austria, per l’Europa e per il mondo. Amen

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BENEDETTO XVI

ANGELUS

Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo
Domenica, 13 settembre 2009

 [Video]

Cari amici, domani celebreremo la festa dell’Esaltazione della Santa Croce, e il giorno seguente la Madonna Addolorata. La Vergine Maria, che credette alla Parola del Signore, non perse la sua fede in Dio quando vide il suo Figlio respinto, oltraggiato e messo in croce. Rimase piuttosto accanto a Gesù, soffrendo e pregando, fino alla fine. E vide l’alba radiosa della sua Risurrezione. Impariamo da Lei a testimoniare la nostra fede con una vita di umile servizio, pronti a pagare di persona per rimanere fedeli al Vangelo della carità e della verità, certi che nulla va perso di quanto facciamo.



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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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