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Cerchiamo di comprendere la sacralità della Messa (e del Rito) nella Tradizione Cattolica

Ultimo Aggiornamento: 13/11/2016 13:35
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02/09/2009 10:45
 
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Bacio di Pace e comunione


S’è visto che ricevere la pace da parte dei ministri è legato all’atto della comunione. Il bacio di pace, distintivo delle liturgie di Roma e dell’Africa dopo l’epoca di sant’Agostino, e dopo San Gregorio Magno interpretato come un richiamo al sicut et nos dimittimus, del pater, fu ritenuto come una indispensabile preparazione al ricevimento del sacramento, che è segno di unità tra i membri del Corpo Mistico di Cristo, e fu per molto tempo praticato. Tuttavia,in seguito al fatto che la comunione divenne un uso meno generale e si fece più rara, il bacio di pace, dato dal celebrante che ha baciato l’altare, trasmesso dai ministri, diventa una sorta di supplenza alla ricezione del sacramento.


Per attenuare ciò che era ormai considerat un segno di intima familiarità, il Medioevo stilizza il bacio, per non scambiarlo presto più che tra il clero nella messa solenne.

I riti descritti dal Patrizi descrivono l’uso del bacio di pace con l’atto stesso della comunione.
I ministri sacri baciano la mano del papa, ricevono la comunione, baciano il viso. Questo rito, tuttavia all’altare, esiste anche nei libri tridentini. Il cerimoniale dei vescovi lo rammenta. Esso immagina evidentemente una messa del vescovo residenziale al trono. Nella cattedrale, il giorno di Pasqua, descrive la comunione generale dei ministri sacri, del clero e del popolo. Dopo aver comunicato, il vescovo da la comunione al diacono ed al suddiacono, con due ostie prese dal ciborio e messe sulla patena. Ognuno di loro bacia prima la mano del vescovo, riceve l’ostia, si alza e bacia la guancia sinistra del vescovo (accenna un bacio), il quale gli dice Pax Tecum,e al quale si risponde Et cum Spiritu tuo. Il diacono canta allora il confiteor, il vescovo recita il misereatur e l’indulgentiam. Durante la distribuzione della comunione, il diacono tiene il ciborio alla sua destra e il suddiacono la patena alla sua sinistra. L’influenza della messa papale è qui evidente.
 
Tutti i canonici si comunicano, precisa il cerimoniale, baciando la mano prima ed il viso dopo (ricordiamo che i canonici sono sono parati con i paramenti sacri). Tutti gli altri, baciano solo la mano, sia il clero, che i laici. Il pontificale romano del 1595, descrive questo bacio della mano del vescovo, per i neo ordinati. Il bacio della mano o dell’anello del vescovo durante la comunione, soprattutto se si ricollega alla comunione dei ministri sacri del cerimoniale papale e del cerimoniale dei vescovi tridentino, appare dunque come una vestigia del bacio di pace, ed esprime la comunione col vescovo, e per mezzo di lui, con tutta la Chiesa. Segnaliamo un’altra forma di bacio di pace, che è quella data tramite l’osculatorium, o strumento di pace.

E’ questo bacio che il messale Romano di san Pio V e il Cerimoniale dei Vescovi, prevedono come trasmissibile ai laici ed al clero nelle messe non solenni. E’ lo stesso gesto che Carlo V, desideroso di rimediare alle mormorazioni dei riformatori, raccomanda nella formula reformationis del 1548. Sono noti altresì i tentativi recenti, di sapore allo stesso tempo archeologico e pastorale, di restaurare il bacio di pace, tramite il semplice scambio d un gesto di pace, che non proviene più dall’altare, ma che viene scambiato tra vicini. Cosa che convince poco.


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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