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Bioblioteca LITURGICA (termini e significati su tutto ciò che riguarda la Liturgia)

Ultimo Aggiornamento: 25/08/2010 11:47
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01/10/2009 22:23
 
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Paramenti sacerdotali

 I Paramenti sacerdotali nella messa detta NOM (Novus Ordo Missae) sono naturalmente gli stessi indossati nella Messa di San Pio V, VOM (Vetus Ordo Missae), tranne qualche variante come l'uso del MANIPOLO e la PIANETA tuttavia ritornata in uso....
L'abitudine odierna ad alcune modifiche degli abiti liturgici (per esempio non mettere il cingolo, non mettere l'amitto...qualcuno addirittura celebra senza camice o senza Casula solo col camice...) NON è normativa della Chiesa, ma sono solo ABUSI....

Chi  serve Messa, deve sapere preparare i paramenti che il sacerdote deve indossare, ma anche per il fedele è importante capire cosa veste e perchè lo veste, in termini liturgici....
NON siamo a teatro, di conseguenza gli abiti liturgici NON sono dei costumi...bensì VERI ABITI attraverso i quali l'esercizio ministeriale acquista la comprensione di ciò che si sta facendo...

                    abiti liturgici

- il sacerdote indossa per primo l'amitto che è di forma rettangolare (di lino o cotone) con due nastri (cotone o raso).
L'amitto è l'elmo della salvezza e difende il sacerdote contro il demonio.
Quando il sacerdote lo indossa, prega così in latino: "metti, Signore, sul mio capo l'elmo della salvezza per vincere gli assalti del demonio".
(Impone, Dómine, gáleam salútis in cápite meo ad expugnándas omnes diabólicas fraudes, inimicórum ómnium versútias superándo.)

- per secondo il sacerdote veste il camice che è simbolo dell'integrità perfetta. Le maniche e la parte inferiore, anticamente, avevano pizzi a motivi neutri o sacri.
 Oggi purtroppo, nelle parrocchie assistiamo ad abiti liturgici sciatti e spesso poco attenti alla forma...Pizzi e ricami hanno il loro significato ed è per questo che il Pontefice lo ha riportato nelle funzioni liturgiche pubbliche.
Quando il sacerdote indossa il camice così prega: " rendimi candido, o Signore, e mondami dalla mia colpa affinchè io goda della gioia eterna con coloro che hanno rese candide le loro vesti nel Sangue dell'Agnello".
(De Alba me, Dómine, et a delícto meo munda me: ut cum his, qui stolas suas dealbavérunt in sánguine Agni, gáudiis pérfruar sempitérnis.)

- indossa ora il cingolo che lega in vita in modo che le due nappe cadano ai due lati almeno fino all'altezza del ginocchio.
Il cingolo può essere bianco, oppure a fili d'oro o d'argento oppure abbinato al colore dei paramenti (verde, bianco, violaceo, rosso, nero)
il cingolo è il simbolo della castità sacerdotale... e fa davvero soffrire che molti sacerdoti oggi, nelle rispettive Parrocchie, specialmente alla Messa della Domenica, non lo indossino più con la scusa di una Norma che lasciando libera la scelta di un camice più stretto, esso non avesse bisogno più del cingolo, tuttavia è triste che tale cingolo abbia oggi il significato di solo raccogliere i camici abbandondanti...esso significa molto di più....Ci auguriamo che venga riscoperto!
Quando lo indossa, il sacerdote prega in latino: "cingimi, Signore, con il cingolo della purezza e i miei lombi con la virtù della castità, ed estingui in essi ogni umore libidinoso; affinché mi rimanga sempre la forza di vivere una castità integra ".
(Praecinge me, Dómine, cíngulo fídei et virtúte castitátis lumbos meos, et exstíngue in eis humórem libídinis ; ut júgiter máneat in me vigor totíus castitátis. )

Nella Messa in forma Straordinaria:   il sacerdote indossa il manipolo che va legato sull'avanbraccio sinistro (a legarlo, non è il sacerdote, ma colui che lo aiuta a vestirsi!)
Il manipolo il sacerdote lo leverà, se dovrà predicare. Dopo l'omelia sarà sempre colui che serve alla Messa, salendo i gradini dell'altare, a legargli il manipolo allo stesso braccio.
Il manipolo è simbolo del dolore: lo è anche oggi, poichè la Messa è SACRIFICIO, purtroppo l'interpretazione arbitraria della riforma liturgica l'ha rimosso, ed è un peccato, perchè si è perduto con il manipolo, anche il significato DEL DOLORE della Messa che prima di essere BANCHETTO è il Calvario... 
Quando lo indossa il sacerdote (che celebra appunto la Messa san Pio V) prega in latino: "fa, o signore, che io meriti di portare il manipolo con animo dolente per poi aver parte alla gioia dei giusti ".
(Mèrear, precor, Dómine, manípulum portáre mente flébili ; ut cum exsultatióne portiónem accípiam cum justis. )
 - il sacerdote indossa poi la stola che incrocia sul petto e vincola nel cingolo, nella vestizione moderna la stola non viene incrociata, ma si lega con il cingolo. 
La stola è indumento d'onore, simbolo d'immortalità.

Solo i ministri ordinati inoltre indossano la stola:

il diacono la indossa trasversalmente, dalla spalla sinistra al fianco destro.

il presbitero la fa scendere diritta, dalle spalle sino alle gambe (un tempo la incrociava).

il vescovo la fa scendere diritta, dalle spalle sino alle gambe.
Quando il sacerdote la indossa, recita in latino questa preghiera:
"Donami, Signore, la stola dell'immortalità, che persi a causa del peccato dei progenitori; e benché indegnamente accedo ai tuoi santi misteri, io ottenga ugualmente la tua grazia".
 (Redde mihi, Dómine, óbsecro, stolam immortalitátis, quam pérdidi in praevaricatióne primi paréntis: et, quamvis indígnus accédere praesúmo ad tuum sacrum mystérium cum hoc ornaménto, praesta, ut in eódem in perpétuum mérear laetári).


- il sacerdote veste infine la Casula (altrimenti la Pianeta la quale si lega con i lacci per mantenere ferma la pianeta durante il santo sacrificio).

La casula è la veste liturgica, propria ed esterna di colui che, insignito dell'ordine episcopale o presbiterale, celebra il rito della messa.

I Principi e norme per l'uso del Messale Romano, ripresi inoltre dalla  Istruzione Redemptionis Sacramentum, indicano la casula o pianeta come veste, obbligatoria, propria del sacerdote celebrante nell'atto di celebrare il rito della Messa e ad azioni strettamente collegate ad essa. 
Indossando la Pianeta il sacerdote dice: "O Signore, che hai detto: il mio giogo è soave e il mio carico è leggero, fa sì che io abbia la forza di portarlo, in modo da raggiungere la tua grazia".
( Dòmine, qui dixísti: Jugum meum suáve est et onus meum leve: praesta, ut illud portáre sic váleam, quod possim cónsequi tuam grátiam).


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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