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L'ordinazione alle Donne non è possibile ne oggi ne mai (Documentazione ufficiale)

Ultimo Aggiornamento: 22/10/2017 16:26
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Sesso: Femminile
04/08/2013 21:58
 
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[SM=g1740758] Un sacerdote risponde

Se il pronunciamento di Giovanni Paolo II sull'impossibilità di conferire il sacerdozio alle donne sia una parola defintiva

Quesito

Caro padre Angelo:
prima di tutto un caro saluto e un grazie per il tuo prezioso servizio.
Ho avuto occasione di scriverti altre volte e colgo l'occasione di ringraziarti nuovamente per le tue risposte.
Vado al dunque.
Dialogando coi miei confratelli sul sacerdozio femminile, è sorto tale dubbio: la lettera apostolica "Ordinatio Sacerdotalis" di Giovanni Paolo II, ha valore dogmatico (così come quello dell'Immacolata, per capirci)? Si può considerarla come parola definitiva sulla questione? Si può affermare che il Papa si sia pronunciato "ex cathedra?" Insomma: questo documento preclude ad un eventuale prossimo Papa la possibilità di ripensare la questione?
Grazie.
Un saluto molto cordiale:
fr. Ignazio


Risposta del sacerdote

Caro fr. Ignazio,
1. riporto a favore dei nostri visitatori quanto Giovanni Paolo II ha scritto nella lettera apostolica Ordinatio sacerdotalis del 22.5.1994: “Pertanto, al fine di togliere ogni dubbio su di una questione di grande importanza, che attiene alla stessa divina costituzione della Chiesa, in virtù del mio ministero di confermare i fratelli, dichiaro che la Chiesa non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l'ordinazione sacerdotale e che questa sentenza deve essere tenuta in modo definitivo da tutti i fedeli della Chiesa”.
Come vedi, il Papa ha detto che tutti i fedeli devono ritenere in modo definitivo questo dottrina della Chiesa.

2. Le grandi affermazioni del Magistero della Chiesa possono essere espresse in due maniere: in modo definitorio oppure in modo definitivo.

3. Il modo definitorio si esprime attraverso il dogma ed è infallibile.
E chi nega il dogma è eretico e come tale, da se stesso, si mette fuori dalla comunione della Chiesa.
Il modo definitorio viene espresso nelle dichiarazioni ex cathedra, come avvenne per la proclamazione del dogma dell’Assunzione di Maria in corpo e anima al cielo.
Oppure anche con le asserzioni dei Concili che si concludono con questa espressione: anatema sit (sia anatema, scomunicato).

4. Il modo definitivo si ha quando il Papa esprime da solo impegnando direttamente il suo compito di confermare nella fede o in comunione con l’episcopato diffuso su tutta la terra la dottrina della Chiesa.
Il Magistero definitivo è infallibile quanto il magistero definitorio, come si evince dalla costituzione dogmatica Lumen gentium n. 25 e dalla “Nota dottrinale illustrativa della formula conclusiva della professione di fede” (18.5.1998) nella quale si legge: “Per quanto riguarda la natura dell’assenso dovuto alle verità proposte dalla chiesa come divinamente rivelate (magistero definitorio) o da ritenersi in modo definitivo è importante sottolineare che non vi è differenza circa il carattere pieno e irrevocabile dell’assenso, dovuto ai rispettivi insegnamenti.
La differenza si riferisce alla virtù soprannaturale della fede: nel caso delle verità espresse in maniera definitoria l’assenso è fondato direttamente sulla fede nell’autorità della parola di Dio; nel caso delle verità espresse in maniera definitiva, esso è fondato sulla fede nell’assistenza dello Spirito Santo al magistero e sulla dottrina cattolica dell’infallibilità del magistero” (n. 8).

5. Giovanni Paolo II ha voluto esprimere sul tema dell’ordinazione sacerdotale delle donne l’insegnamento definitivo, circa il quale dunque non vi possono essere discussioni.
Circa la mancata adesione ad una verità espressa in maniera definitoria o definitiva vi è questa differenza: mentre chi nega il magistero definitorio dice un’eresia e ipso facto si esclude dalla Chiesa (è scomunicato), chi nega il magistero definitivo non è eretico e non è scomunicato. Tuttavia è in grave errore.

6. Desidero sottolineare il peso delle parole usate da Giovanni Paolo II nella sua dichiarazione:
- “al fine di togliere ogni dubbio su di una questione di grande importanza”. Dunque di tratta di dottrina certa nella quale non sono ammesse discussioni o dubbi.
- “grande importanza, che attiene alla stessa divina costituzione della Chiesa”: si fa riferimento al volere stesso di Nostro Signore, che è Dio fatto carne. La Chiesa non ha alcun potere su quanto ha definito Nostro Signore e pertanto questa verità non può essere mutata.
- “dichiaro”: qui il papa pronuncia la dottrina della Chiesa, che è vincolante in coscienza.
- “che la Chiesa non ha in alcun modo la facoltà di conferire alle donne l'ordinazione sacerdotale”: non sono previste eccezioni. L’esclusione è netta.
- “questa sentenza”: con queste parole il papa richiama il valore delle sentenze dogmatiche.
- “deve essere tenuta in modo definitivo”: non si tratta dunque di materia riformabile. È impossibile pertanto che la materia venga ripensata dal Magistero. Qualsiasi evoluzione in tale materia sarà un’evoluzione omogenea, nel senso che approfondirà ulteriormente la definizione, ma non la ribalterà.
Usando l’espressione “in modo definitivo” il Papa stesso dice che non si tratta di un’espressione ex cathedra. Non è un dogma. Ma è ugualmente infallibile e non discutibile.

Ti auguro un proficuo cammino quaresimale, ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo


Pubblicato 04.08.2013



[SM=g1740733]

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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