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Santa Gianna Beretta Molla sposa, mamma, medico e i Coniugi Beltrame e Quattrocchi

Ultimo Aggiornamento: 06/03/2015 19:31
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06/11/2012 14:35
 
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Incontri con Maria

 
di MARIA DI LORENZO

Santità coniugale di Luigi e Maria
     

Beatificati il 21 ottobre 2001. È la prima coppia di sposi elevata alla gloria degli altari non malgrado il matrimonio, ma in virtù di esso.
  

Alle origini dell’umanità Dio creò l’uomo e la donna a sua immagine e somiglianza, maschio e femmina li creò, perché fossero due in una sola unità, compartecipi della sua stessa unità, l’unità dell’Amore trinitario. Nel progetto di Dio, pertanto, il matrimonio è vocazione alla santità ed offre tutti i mezzi per raggiungerla. E la santità del terzo millennio che la Chiesa ci addita parla proprio il linguaggio della famiglia.

«Si è santi – ha scritto Giordano Muraro – non perché si vive in chiostri odorosi di incenso, salmodiando o curando infermi: ma perché si ama. E l’amore è possibile a tutti. Anzi: il matrimonio e la famiglia sono naturalmente luoghi di amore… Lo sposato può dire a se stesso: Dio mi ha mandato nella vita della persona di cui mi sono innamorato, e chiede di servirsi del mio cuore, del mio affetto, della mia tenerezza, della mia dedizione, del mio amore, per portare in lei, in lui, la sua vita e la sua salvezza». In un momento storico come quello attuale in cui la famiglia è oggetto di numerose forze che cercano di distruggerla o comunque di snaturarla dal suo interno, in nome di una cultura, cosiddetta moderna, che promuove la triste piaga dell’aborto e rifiuta l’indissolubilità del matrimonio, può fare un certo effetto sentir parlare di santità coniugale. Ma è proprio quello che la Chiesa, attraverso la beatificazione degli sposi Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi, ci addita: «Tutti i coniugi, secondo il disegno divino, sono chiamati alla santità nel matrimonio» (Familiaris consortio, 34).

Maria e Luigi Beltrame Quattrocchi nel giorno del loro matrimonio.
Maria e Luigi Beltrame Quattrocchi nel giorno del loro matrimonio.

Una storia d’amore, tutto sommato, come tante altre, quella di Luigi e Maria, ma – a differenza di tante unioni di oggi – senza tentennamenti, dietrofront o tradimenti, giacché il loro matrimonio era saldamente fondato sulla roccia che è Cristo. Dove ciascuno diventava canale di grazia per l’altro ed anche le crisi, inevitabili e passeggere, si trasformavano alla luce della fede in occasioni di crescita.

Luigi Beltrame era nato a Catania il 12 gennaio 1880; adottato da uno zio senza figli, che gli dà il suo cognome, Quattrocchi, si trasferisce con lui a Roma dove studia giurisprudenza. Qui conosce Maria Luisa Corsini, figlia unica di genitori fiorentini, di quattro anni più giovane. Una ragazza piena di doti: colta, sensibile e raffinata, amante della letteratura e della musica; a vent’anni aveva già pubblicato un saggio su Dante Gabriele Rossetti e i preraffaelliti.

Le nozze vengono celebrate nella Basilica di Santa Maria Maggiore il 25 novembre 1905. L’anno seguente nasce il primo figlio, Filippo, seguito da Stefania (nel 1908), Cesare (1909) ed Enrichetta (1914). Crescendo, abbracceranno tutti la vita religiosa: Filippo (don Tarcisio) sarà sacerdote diocesano, Stefania (suor Maria Cecilia), monaca benedettina, Cesare (padre Paolino) monaco trappista, Enrichetta, l’ultima nata, consacrata secolare.

Luigi, avvocato generale dello Stato, fu professionista stimato e integerrimo; Maria fu una scrittrice assai feconda di libri di carattere educativo. Entrambi avevano a cuore i problemi della società e della nazione: animatori dei gruppi del movimento Rinascita cristiana, avevano aderito anche al movimento Per un mondo migliore di padre Riccardo Lombardi.

Luigi fu amico di don Sturzo e di Alcide De Gasperi; senza mai prendere una tessera di partito (sorpassato perciò sovente nel suo lavoro da gente raccomandata e prona al regime), esercitò l’apostolato nella testimonianza cristiana offerta nel proprio ambiente di lavoro, laicista e refrattario alla fede, nella profonda bontà che ebbe nel trattare con tutti, soprattutto i "lontani", nella sollecitudine costante verso i bisognosi che bussavano quotidianamente alla loro porta di casa, in via Depretis, sul colle Viminale («È venuto il tale a chiedere: quanto gli do? Cinquecento o mille?». E lui: «Mille, sempre meglio abbondare con i poveri!»).

I figli dei due Beati; da sinistra: I figli dei due Beati; da sinistra: padre Paolino, suor Maria Cecilia, padre Paolino, suor Maria Cecilia, Enrichetta e don Tarcisio. Enrichetta e don Tarcisio.
I figli dei due Beati; da sinistra: I figli dei due Beati; da sinistra: padre Paolino, suor Maria Cecilia, padre Paolino,
suor Maria Cecilia, Enrichetta e don Tarcisio. Enrichetta e don Tarcisio.

Maria, infermiera volontaria della Croce rossa, durante le due guerre si prodigò instancabilmente per i soldati feriti; catechista attivissima per le donne del popolo nella parrocchia di san Vitale, organizzò i corsi per fidanzati, autentica novità pastorale per quei tempi, quando il matrimonio veniva considerato come qualcosa di scontato, che non esigeva approfondimento né preparazione.

Fedele ai suoi impegni di moglie, di madre e di scrittrice, Maria svolse anche un’intensa opera di apostolato con la penna, fece parte dell’Azione cattolica e di altre associazioni, appoggiò inoltre la nascita dell’Università cattolica del Sacro Cuore, accanto a padre Agostino Gemelli e Armida Barelli, chiamata a far parte del Consiglio centrale dell’Unione femminile cattolica italiana come incaricata nazionale per la religione.

Una vocazione a due. Non è possibile riassumere in poche righe la straordinaria vicenda umana e spirituale dei coniugi Beltrame Quattrocchi. La loro esistenza di sposi fu un cammino di santità, un andare verso Dio attraverso l’amore del coniuge. Mezzo secolo di vita insieme, senza mai un attimo di noia, di stanchezza, ma conservando sempre il sapore continuo della novità. Il loro segreto? La preghiera.

Ogni mattina a Messa insieme a Santa Maria Maggiore. La recita serale del rosario, l’adorazione notturna, la consacrazione al Sacro Cuore di Gesù, solennemente intronizzato al posto d’onore nella sala da pranzo, e altre pie pratiche.

Un primo piano di padre Paolino Beltrame Quattrocchi, religioso dell'Abbazia trappista di Frattocchie (Roma).
Un primo piano di padre Paolino Beltrame Quattrocchi, religioso dell’Abbazia trappista
di Frattocchie (Roma – foto Siciliani).

Nel 1917 divennero anche terziari francescani e nel corso della loro vita non mancarono mai di accompagnare gli ammalati, secondo le loro possibilità, a Loreto e a Lourdes col treno dell’Unitalsi, lui come barelliere, lei come infermiera e dama di compagnia.

Il loro esempio, la loro profonda vita di fede, la pratica quotidiana del pregare in famiglia ebbero di certo effetti sui figli, che si sentirono – come detto – tutti e quattro chiamati dal Signore alla vita consacrata. Non senza ragione, perché «la famiglia che è aperta ai valori trascendenti, che serve i fratelli nella gioia, che adempie con generosa fedeltà i suoi compiti ed è consapevole della sua quotidiana partecipazione al mistero della croce gloriosa di Cristo, diventa il primo e il miglior seminario della vocazione alla vita di consacrazione al Regno di Dio», come giustamente ha sostenuto Giovanni Paolo II nell’esortazione apostolica Familiaris consortio (n. 53), un testo che costituisce un po’ la magna charta della pastorale familiare della Chiesa del terzo millennio.

Grande era la loro devozione a Maria. Luigi intonava il rosario quotidiano serale, mentre la moglie aveva il compito di chiuderlo con le Litanie lauretane. Nei momenti speciali della loro vita si cantava sempre insieme il Magnificat: lo fecero anche la sera che accompagnarono i figli verso la vita religiosa.

Luigi morì il 9 novembre del 1951, Maria lo raggiunse il 26 agosto del 1965. Entrambi sono stati beatificati da Giovanni Paolo II il 21 ottobre 2001, nella Giornata mondiale della famiglia, e la loro memoria liturgica cade ogni anno il 25 novembre, data delle loro nozze: la prima coppia di sposi elevata alla gloria degli altari non malgrado il matrimonio, ma in virtù di esso.

Maria Di Lorenzo
  

Invito all’approfondimento:E. Catapano­V. Agrisani, Mistica coniugale. Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi, Lev 2006, pp. 243, € 14,00; R. Rastelli Zavattaro, L’avventuriero di Dio. Padre Paolino Beltrame Quattrocchi, Pro Sanctitate 2010, pp. 174, € 12,00.
  

Percorsi

J.A. Pagola, Perché credere? Dialogo con i cercatori di Dio
Paoline 2010, pp. 224, € 15,00

Il testo nasce dalla volontà dell’autore di avvicinare e, prima ancora, di "avvicinarsi a" coloro che, allontanatisi da una fede cui erano stati iniziati da bambini, hanno tuttavia mantenuto un legame con essa: «So che dentro di voi la fede in Dio non si è spenta. In molti continuate ad ammirare Gesù, anche se forse non lo conoscete bene né pensate a lui spesso. Avete fatto la cosa più facile: mettere da parte una religione che non vi aiutava a vivere meglio».

Nato dall’esperienza dell’autore, dal suo confronto con chi gli ha confidato dubbi e pregiudizi; la voglia di riavvicinarsi, ma di non sapere come; il desiderio di credere, ma al tempo stesso il rifiuto verso le credenze e le pratiche di altri tempi, questo volume accompagna in un cammino concreto, che muove dalla vita del lettore: «Non vi voglio esporre dottrine teoriche. Vi parlo con il cuore in mano, cercando di entrare in sintonia con quanto state vivendo nel profondo del vostro cuore. Vi voglio solo suggerire alcuni passi per imparare a vivere e a sentire Dio in maniera diversa».


Foto Leto.

s.b.

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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