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CAMMINO SPIRITUALE (Sintesi dell'opera di S.Giovanni della Croce)

Ultimo Aggiornamento: 21/09/2009 11:28
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21/09/2009 11:24
 
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Consiglia  Messaggio 1 di 11 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°Teofilo  (Messaggio originale)Inviato: 30/11/2002 20.14
Chi è innamorato di Dio non pretende guadagni né premio, ma desidera soltanto perdere tutto se stesso in favore dell'Amato, considerando questo il proprio guadagno. Giovanni della Croce

Oggi 14 dicembre, la Chiesa ricorda S.Giovanni della Croce, per la sua vita e la dottrina illuminata che ci ha lasciato. Mi fa perciò piacere poter considerare con voi alcuni punti dei suoi preziosi scritti.

SINTESI DEL CAMMINO SPIRITUALE TRACCIATO DA S.GIOVANNI della CROCE

PremessaLa Fede, la Speranza e la Carità ci mostrano Dio come il Bene Supremo, infinitamente desiderabile ed amabile. Per questo Gesù ribadisce che il maggiore comandamento è quello di "amare Dio con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutte le forze e con tutta l'anima" (Mc.12,30).

All'amore per Dio si oppone in noi l'amore per le cose create, che essendo sensibili ci attirano fortemente verso di esse.

Il disordine non sta nell'amare le creature ma nell'amarle indipendentemente da Dio, cercando direttamente in esse la felicità (1 Cor.7,31).

Perciò il lungo e difficile cammino da intraprendere è quello di un progressivo distacco dall'amore disordinato per le creature per poter orientare verso Dio la totalità del nostro essere. (2 Cor. 7,1)

LA NOTTE ATTIVA

PUNTO 1

La purificazione della volontà, indispensabile per conseguire questo risultato, inizia e si completa con la preghiera. (Ef.6,18)

Attraverso la preghiera fatta con Fede cresce a poco a poco la conoscenza e la stima di Dio e diminuisce quella di s‚ e delle creature; nello stesso tempo la Speranza, scorgendo in Dio, l'Unico che meriti di essere posseduto, convoglia tutti i desideri in Lui solo; e la Carità aderisce sempre più a Dio fino a volere solo Lui e ciò che Lui vuole. ( Rom.5,2-5)

Il primo traguardo da raggiungere per chi intraprende la salita del monte è il "rifiuto di ogni gusto sensibile e di ogni compiacimento di se". Per facilitare questo compito è utile applicare i sensi a gustare le cose spirituali come quelle di compiere il proprio dovere, gli atti di carità, la preghiera, la lettura di libri edificanti e così via. (2 Tim.2,22)

Questi gusti rimpiazzeranno momentaneamente quelli più grossolani come il mangiar bene, vivere comodamente, passare il tempo tra divertimenti e spettacoli, godere piaceri sensuali e simili ritenute comunemente innocue.(Eb.12,1-2)



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Consiglia  Messaggio 2 di 11 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 30/11/2002 20.15

PUNTO 2

Per avanzare nel cammino occorre una costante purificazione che si attua nei seguenti modi:

a) IMITAZIONE DI GESU': "Avere un costante desiderio di imitare Cristo Gesù meditando sulla sua vita per comportarsi il più possibile come Lui si sarebbe comportato". 1S.13,3 (Mt.11,29)

b) PURIFICAZIONE DEI SENSI: "Evitare di ascoltare o vedere o possedere o fare cose che non hanno importanza per il servizio e la gloria di Dio o che non servono ad avvicinare a Lui; se non fosse possibile evitarle, quantomeno evitare di assaporarne il gusto".1S.13,4 (Rom. 12,1)

c) PURIFICAZIONE DELLE PASSIONI:

Ogni attaccamento disordinato procura all'anima due generi di danni:

- la priva dello Spirito Santo. (1 Tess. 5,19)

- la stanca, la tormenta, l'oscura, l'insudicia, l'indebolisce, la ferisce.(Rom.6,12-14)

L'anima che aspira all'unione con Dio deve sbarazzarsi da tutti gli appetiti volontari, sia da quelli più gravi (peccati mortali) che danneggiano totalmente l'anima, sia da quelli meno gravi (peccati veniali), particolarmente se costituiscono un'abitudine. (Eb.12,14-16)

Tra le imperfezioni abituali sono, per esempio, l'abitudine di parlar molto, l'affetto per persone particolari, l'attaccamento a un vestito, a un luogo, a dei cibi, a conversazioni, al desiderio di curiosità e cose di questo genere.(1Tim.5,13)

Se non si trova il coraggio di troncare questi attaccamenti si vedrà venir meno la gioia interiore e la fermezza nella preghiera fino alla perdita delle conquiste fatte magari a prezzo di molti sforzi.(Giac.4,3)

Per mortificare le quattro passioni naturali: gioia, tristezza, timore e speranza,  l'anima deve inclinarsi (1 Cor.9,24-27):

non al più facile ma al più difficile; non al più saporoso ma al più insipido; non a quello che piace di più ma a quello che piace di meno; non al riposo ma alla fatica; non a ciò che consola ma a ciò che sconforta; non al più ma al meno; non alle cose più nobili e preziose, ma alle più vili e spregevoli; non alla ricerca di qualche cosa, ma a non desiderare niente; non alla ricerca del lato migliore delle cose create, ma del peggiore.1S.13,5(Mt.16,24)

d) PURIFICAZIONE DELL'AMOR PROPRIO: "l'anima procuri di essere disprezzata e desideri che anche gli altri facciano lo stesso verso di lei. Cerchi poi di parlare in proprio disprezzo e desideri che anche gli altri parlino male di lei. Cerchi di pensare bassamente di sè‚ e desideri che tutti pensino altrettanto di lei". 1S.13,9 (Fil.2,3-4)

Solo così l'anima riuscirà a liberarsi da tanti attaccamenti che le impediscono di procedere verso l'unione con l'Amato.


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Consiglia  Messaggio 3 di 11 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 30/11/2002 20.16

PUNTO 3

La meditazione

Occorre accompagnare la purificazione con la meditazione il cui scopo è quello di "ricavarne conoscenza e amore di Dio" 2S.14,2 (Sal.1,2)

Per meditare correttamente è necessario:

a) ritirarsi in un luogo appartato creandosi una pausa sufficiente di silenzio esterno ed interiore. (Mt. 6,6)

b) fare atti di fede nella presenza di Dio che è in noi e che ci ascolta.(Rom.8,8)

c) concentrare la propria attenzione su una particolare verità di fede aiutandosi, se torna utile, con qualche lettura spirituale.

d) pensare che il Signore ci ama e ha dato se stesso per noi.

e) entrare in colloquio confidenziale e amorevole col Signore.

f) rimanere in silenziosa attenzione amorosa.(Gv.19,37)

PUNTO 4

La contemplazione attiva

Chi si è esercitato nella meditazione e giunge facilmente a quella "attenzione amorosa verso Gesù" (che è il frutto di tutto il lavoro meditativo), potrà sperimentare un’improvvisa difficoltà a meditare e contemporaneamente, provare un nuovo gusto spirituale nell'intrattenersi con Gesù in quella "conoscenza confusa, amorosa, pacifica e quieta in cui beve sapienza, amore e diletto".(Cant.6,3)

Prima, per giungere a questo doveva faticare con il lavoro della meditazione; ora invece, con la propria costanza e diligenza, sostenuto dalla Grazia, può arrivare a gustare questo tipo di orazione che vien detta "contemplazione attiva".(Rom.8,37)


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Consiglia Elimina    Messaggio 6 di 33 nella discussione 
Da: TeòfiloInviato: 20/12/2001 23.00

PUNTO 5

Purificazione attiva dello spirito.

L'anima ha tre facoltà: l'intelletto, la memoria e la volontà

Siccome" è impossibile che l'intelletto possa comprendere Dio per mezzo delle creature, sia celesti sia terrene: né l'intelletto con i suoi concetti può conoscere cosa simile a Dio, nè la volontà provare qualche gusto o diletto somiglianti a quelli che sono in Lui, nè la memoria collocare nella fantasia notizie e immagini capaci di rappresentarlo" - 2S.8,5-(1Cor.2,9), occorrerà purificare le tre facoltà dell'anima esercitandole con le tre virtù teologali: (1Cor.13,13)

a) ridurre l'intelletto a conoscere Dio unicamente attraverso le verità di Fede che lo manifestano come Egli è veramente senza l'ausilio di nessuna considerazione.

Appoggiarsi alla fede senza attaccarsi a ciò che si comprende, gusta, sente e immagina. Ecco quali sono le apprensioni soprannaturali che riguardano l'intelletto e che si possono manifestare ai 5 sensi corporei: (Gv.4,17)(Giosuè 10,22-27)

VISTA: figure e persone defunte, o santi, angeli, luci, splendori.

UDITO: parole, suoni, talvolta provenienti dalle figure viste.

ODORATO: odori soavi .

GUSTO: sapori piacevoli.

TATTO: diletti nel corpo come se tutte le midolla esultino e nuotino nel piacere.

Sebbene possano essere opera divina per invitare l'anima a seguire il cammino spirituale, non ci si dovrà mai ritenere sicuri ad ammetterli soprattutto trattandosi di apprensioni che cadono nei sensi e quindi maggiormente soggetti al pericolo d'inganno; si rischia di abbandonare la pura fede e l'umiltà (2Cor.11,14)

Ci si può attaccare a tali manifestazioni nutrendo per esse spirito di proprietà. Occorre rigettare con decisione tutti questi fenomeni da qualunque parte provengano; se provengono da Dio esse lasceranno i benefici che Dio si propone di arrecare alle anime, indipendentemente dalla loro volontà e così facendo non rischieranno di incorrere in errore. Gli stessi accorgimenti valgono tanto per i fenomeni che interessano i sensi esterni del corpo che quelli interni come possono essere ad esempio le visioni immaginarie, le locuzioni interiori, le profezie ecc., che qualche volta, come troviamo nella Scrittura (Giona 4,1-2)(Ez.22,28), possono essere male interpretate pur provenendo da Dio, producendo disistima delle cose divine, diminuzione di fede, penose disillusioni; tutte cose che non accadrebbero se si rimane umilmente distaccati da ogni tipo di fenomeno soprannaturale.

Se qualche volta il Signore sembra accondiscendere alle nostre aspettative che vi siano queste manifestazioni, lo fa per venire incontro alla nostra debolezza e talvolta non senza sdegnarsi come risulta dalla Scrittura ( 1 RE 28,15 - NUM.22,32).

In Cristo, il Padre ci ha manifestato ogni cosa e chiunque cercasse alcunché‚ al di fuori di Lui non lo farebbe senza colpa; e se nell'antica alleanza era possibile ricercare per le vie soprannaturali la volontà di Dio, ora questo non è più opportuno; tuttavia qualora si presentasse qualche evento straordinario è necessario parlarne col proprio direttore spirituale che avrà cura di sbarazzare l'anima da ogni inutile apprensione dirigendola per le vie della pura fede e dell'umiltà.(Mt.7,22)

b) ridurre la memoria a desiderare Dio unicamente attraverso la virtù della Speranza (Col.1,23) svuotandosi di ogni particolare ricordo di ciò che può aver visto, udito, odorato, toccato, gustato, in quanto nelle cose di Dio ciò che è naturale, più che aiutare ostacola; s’imprime necessariamente qualche affezione di gioia, di dolore o di timore, di odio o di futile speranza o di vanagloria, le quali sono a volte veri peccati veniali; inoltre generano sottilmente nell'anima grave impurità anche se i pensieri hanno per oggetto Dio. Per questo l'anima dovrà aver cura di oscurare la memoria circa tutte le cose mantenendola pura e vuota a tutto (Fil.3,10-14) per permettere di entrare solo a Colui che entra anche a porte chiuse quando vuole.(1Cor.7,30-32)

c) ridurre la volontà ad amare Dio unicamente attraverso la virtù della carità: amandolo presente in noi e nei fratelli con lo stesso amore con cui Egli ci ha amato per primo, non per i vantaggi che ce ne derivano ma perchè Egli è Dio e merita il nostro amore; accettando infine di fare sempre la Sua volontà.

La volontà non deve gioire, se non di ciò che è a onore e gloria di Dio, restando distaccati da tutti i beni temporali (ricchezze, case, campi, figli), naturali (bellezza, forza, intelligenza), sensuali, (piaceri, divertimenti), morali (grazia , virtù), spirituali ( immagini, icone, rosari ) e soprannaturali (carismi), che non abbiano come fine diretto la gloria di Dio.(Mt.19,29)

Rinunciando a tali gioie si ricava il vantaggio di ristabilirsi da dissipazioni e distrazioni e di fortificarsi nello spirito. (Luca 10,20)

Inoltre il Signore dona il centuplo quando si rinnega qualunque cosa per amor suo, ricordando comunque che il valore di qualsiasi rinuncia non dipende dalla quantità ma dall'amore di Dio e dal minor interesse di diletto, di conforto e di lode che si cerca per se stessi. (2Tim.1,3-5)

In questo esercizio di amore l'anima dovrà fare attenzione:

- a non fermare il proprio amore nelle creature che, cercheranno di catturare tutto o parte di quell'amore che dev'essere dato invece solo a Dio e alle creature solo in funzione di Dio.

- a non frenare la generosità, lo slancio, l'entusiasmo che sempre deve accompagnare ogni atto d'amore.

I principianti nel cammino spirituale potranno avere oltre ai 7 vizi capitali naturali anche I SETTE VIZI CAPITALI SPIRITUALI che si nascondono nell'anima e rischierebbero di soffocarla se Dio non provvedesse a estirparle come si vedrà più avanti: (Apoc.12,3)

-SUPERBIA: si prova autocompiacimento per le proprie buone opere per cui si desidera parlare agli altri delle cose che si provano presumendo di poter insegnare pi- che di imparare. Si condannano gli altri se non si vede in essi lo stesso proprio fervore e la stessa dedizione. A volte si vorrebbe avere il monopolio della bontà e delle virtù. Si desidera essere notati e apprezzati e se qualcuno non approva abbastanza i propri modi di fare, si scansa con superiorità. (Luca 18,10-14)

-AVARIZIA: non si trova mai sufficienti le consolazioni e i gusti spirituali che lo Spirito concede; non ci si sazia mai di ascoltare consigli, di apprendere precetti, di frequentare santuari di possedere libri, immagini, rosari, crocifissi particolari con possessività.

-LUSSURIA: si hanno movimenti sensuali dovuti al gusto e al piacere delle cose spirituali che ridondano nei sensi esterni; il demonio spesso eccita nella natura e nel pensiero tali movimenti da indurre le anime a smettere l'esercizio spirituale.

-IRA: si prova irrequietezza se non si hanno più i gusti e le consolazioni ricevute in precedenza e si è adirati con Dio o con gli altri. In altri casi ci si adira contro i vizi altrui con uno zelo inquieto, censurando e rimproverando con asprezza. Alcuni, vedendosi privi di grazie particolari o di virtù, diventano impazienti contro se stessi.

-GOLA: trovando gustosi gli esercizi spirituali e le pratiche devote, taluni insistono in ogni modo con tali pratiche per cercare sempre maggiori gusti e consolazioni cosicché si arriva ad esagerare perfino con digiuni e penitenze pur di provarne. Il demonio spinge a disobbedienza alcuni che pospongono la direzione dei superiori ai loro gusti credendo che con le loro pratiche fanno contento Dio.

-INVIDIA: si sente dispiacere per gli altrui beni spirituali e dell'ammirazione di cui gli altri godono che si desidererebbe avere per sè . (Atti 8,18-21)

-ACCIDIA: ci si annoia delle cose spirituali quando queste non rispondono ai propri gusti. Si pensa che non sia volontà di Dio quella che non corrisponde alla propria inclinazione e che non si trova di proprio gradimento.

Ci si indebolisce perchè si va dietro alle dolcezze anzichè abbracciare lo sforzo e la fatica necessaria per la perfezione.(Apoc.3,14-19)

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