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Tanti motivi PER CREDERE

Ultimo Aggiornamento: 26/09/2009 21:41
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22/09/2009 15:26
 
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PERCHE’ CREDERE

SPUNTI DI APOLOGETICA

Introduzione

Quante volte coloro che non credono in Dio hanno rivolto a noi cattolici domande che riguardano le ragioni della nostra Fede? Quante volte a scuola, sul lavoro, in famiglia, tra amici, ci è stato chiesto perché siamo così sicuri che Dio esiste, che quella cristiana è la sola vera reli­gione, che la Chiesa cattolica e non altre è l'unica fondata da Gesù Cri­sto? E con quali prove, ci è stato domandato, possiamo dimostrare che quel che è scritto nei Vangeli è tutto vero?

Di fronte a queste domande, confessiamolo, il più delle volte bal­bettiamo una risposta o non sappiamo nemmeno dire una parola.

Ai più sensibili tra noi spiace che la nostra ignoranza ci abbia fatto perdere un'occasione per suscitare nell'interlocutore qualche dubbio riguardo alle sue convinzioni. La coscienza ci fa capire che qualche infor­mazione in più sul perché crediamo in Dio e siamo cattolici non ci farebbe male, ma poi passa il tempo, incombono altre preoccupazioni, e fino alla prossima occasione non ci torna in mente il dovere di imparare a rendere ragione della speranza che è in noi.

Le pagine che seguono vogliono offrire un primo rimedio a questa mancanza. Mancanza grave, perché chi ci rivolge queste domande, anche se talvolta sembra provocarci o deridere le nostre convinzioni religiose, in realtà si trova ben disposto ad ascoltare, attraversa un momento di ricerca del senso della sua vita, della verità su Dio, la Chiesa, l'uomo e il mondo. E la nostra ignoranza può essere causa di una sua mancata ade­sione alla vera Fede e alla vera Chiesa. Data la posta in gioco, questa ignoranza va decisamente estirpata.

Questo è un manuale di apologetica elementare. L'apologetica espone le ragioni della Fede e difende la Verità dalle obiezioni e dall'er­rore. È materia fuori moda, disciplina dimenticata, osteggiata da molti anche in casa cattolica, quando tenta timidamente di riemergere. Ma tutto questo non ci importa.

L'apologetica è sempre un contributo per accrescere le certezze di chi crede e per eliminare dubbi e timori di chi non crede, per vincere gli attacchi alla Fede e alla Chiesa cattolica, per provocare discussioni e per ribattere luoghi comuni.

Questo è un manuale destinato ad ogni cattolico stanco di sentirsi dire che ragione e Fede non possono andare d'accordo, che scienza e Fede sono avversarie irriducibili e inconciliabili, che i Vangeli sono rac­conti mitologici, che l'uomo moderno, con la sua cultura, ha risolto una volta per tutte il problema di Dio, catalogandolo come affare per igno­ranti, superstiziosi e bigotti. Niente di più falso di queste ingiustificate convinzioni e chi legge queste pagine, lo speriamo, se ne potrà render conto.

Perché credere (spunti di apologetica) è un libro destinato a tutti. Preferibilmente, ma non esclusivamente, ai giovani che frequentano le superiori, dove accade non di rado che quanto studiano sia loro inse­gnato per schernire la Fede cattolica e svalutare la cultura che ne deriva. E quando scelgono di avvalersi dell'insegnamento della Religione catto­lica, si trovano, anche in questo caso non di rado, ad avere insegnanti nella cui mente i dubbi sulla Fede superano le certezze.

Questo manuale vuole fornire ai Cattolici argomenti per convin­cersi della ragionevolezza della Fede e per convincere di questo chi non crede. Un manuale che è destinato a credenti e a non credenti.

Se qualche ateo, pertanto, ne volesse scorrere le pagine, noi cre­diamo che non mancherà di ricavarne benefici. Siamo sinceri: sono pagine scritte con lo scopo di provocargli dubbi, di suscitargli interesse per la Fede, affinché la sua conversione a Dio - che non dipende solo da questo manuale, s'intende - sia più facile. Questo è il nostro proponi­mento; quanto alle probabilità di successo staremo a vedere.

Qualche cosa queste pagine possono dire anche ai Cristiani non cattolici, specie a quanti si richiamano alle confessioni protestantiche. Questi hanno il dono della Fede nell'unico Dio, Padre Figlio e Spirito Santo, ma nel Vangelo non sembrano scorgere alcunché di positivo circa la Chiesa cattolica. Anche loro preavvertiamo: confidiamo che le pagine che seguono suscitino il desiderio di scoprire la bellezza e la verità della Chiesa cattolica-romana e portino ad un ripensamento delle loro errate convinzioni.

Per ottenere questi obiettivi, ecco delineato il percorso che affron­teremo.

Oggi, nelle nostre scuole, salvo benemerite eccezioni, uno stu­dente si sente dire che la ragione dell'uomo non può dire nulla di certo su Dio. Dopo Kant (1724-1804), viene insegnato che le prove dell'esi­stenza di Dio di san Tommaso (1224-1274) sono definitivamente tra­montate. La ragione si è arresa, ha alzato bandiera bianca. Siamo giunti al trionfo del pensiero debole. E così, studenti che credono in Dio si ten­gono per sé la loro Fede - in qualche caso sarebbe meglio parlare di fideismo - quando non la perdono, e nulla hanno da dire ai loro coetanei non credenti. La Fede sembra dipendere da un incidente dell'evoluzione biologica, dal caso: c'è chi l'ha e chi no, come i capelli biondi.

Il Cattolico pensa esattamente il contrario. Si può dimostrare l'esi­stenza di Dio, perché la ragione umana è capace, anche senza l'ausilio della Fede, della Rivelazione e della Chiesa, di giungere alla certezza intellettuale che esiste un Essere superiore, Dio.

Per giustificare tale convinzione, questo manuale ci fornirà qualche elementare nozione di filosofia. Il lettore non si spaventi di fronte a que­sta parola: le pagine che seguono sono di facile lettura, adatte a tutti, non sono per specialisti i quali, anzi, vi troveranno ragionamenti troppo scarni, molto modesti, carenti e certo poveri, banalmente semplificati. Ma è proprio ciò che vogliamo: offrire le nozioni più elementari, anche a costo di apparire superficiali; vogliamo proporre un manuale di primo intervento per discussioni, per confronti, per scontri di opinioni diverse su Dio, sui Vangeli e sulla Chiesa, sui rapporti tra scienza e Fede, una specie di pronto soccorso ai cattolici per sostenere a spada tratta la ragio­nevolezza della Fede cattolica. Nulla vieta a chi lo desidera di sviscerare gli argomenti trattati rivolgendosi ad altri testi. Anzi, confidiamo ferma­mente che il nostro lavoro susciti desiderio di approfondimento.

Nell'opera di promozione della ragionevolezza della Fede, ci darà una mano anche la scienza. Sì, proprio la scienza, cioè le conclusioni cui giungono gli scienziati nei loro studi. Oggi sono sempre più numerosi quelli convinti che l'immensa bellezza dell'universo, l'ordine meravi­glioso che regna nel macro e nel microcosmo e il finalismo intrinseco della natura non si possono attribuire al cieco caso. Al contrario: tutto postula l'esistenza di un progetto, di un progettista, di Dio. Oggi la scienza è una finestra spalancata su Dio, anche se essa non si occupa fon­damentalmente di Lui. A scuola tutto ciò non viene insegnato. Queste pagine, invece, lo evidenziano.

La parte di questo manuale che tratta dell'esistenza di Dio è un'arma culturale nelle mani di ogni cattolico, specialmente se studente. Un'arma che va usata, avendo il coraggio di alzare la mano davanti a quel professore infatuato del pensiero debole, o esplicitamente ateo, per dirgli con spontanea e giovanile franchezza che le sue idee non sono ragionevolmente condivisibili. Forse il professore, dall'alto della sua sapienza, non cambierà subito parere. Ma forse, nell'intimo della sua coscienza, comincerà a riflettere, a interrogarsi sulle sue apodittiche cer­tezze, e già questo potrebbe essere un primo passo sulla via di un ripen­samento. Senza contare le reazioni che potranno essere suscitate nella mente dei compagni di classe. Anche questa è opera di evangelizzazione, è militanza cattolica.

Ovviamente, Perché credere (spunti di apologetica) tornerà utile anche a quei professori, specialmente di religione ma non solo, che svol­gono il loro lavoro come deve essere svolto da ogni cattolico autentico, cioè come fosse una missione, un'opera di evangelizzazione, di promo­zione della Fede e della cultura cattolica. Quando discuteranno con i loro studenti, magari per ribattere affermazioni di colleghi agnostici che i ragazzi non sono in grado di valutare criticamente, potranno utilmente usufruire di qualche argomentazione che qui si trova.

Un'altra parte di questo manuale tratta dell'esistenza storicamente accertata di Gesù di Nazareth. Talvolta, qualcuno la mette in dubbio. L'Enciclopedia Sovietica di impostazione marxista affermava che il Fon­datore del Cristianesimo è un personaggio mitologico. Un noto studioso italiano, Paolo Flores D'Arcais, intervistato nel corso di un famoso pro­gramma televisivo ("Credere non credere", curato dal giornalista Sergio Zavoli), si lasciava sfuggire un'espressione di questo tipo: "abbiamo frammenti che probabilmente ci dicono che è esistito Gesù", subito ripreso a ragione dal cardinale Tonini, che era presente. Vedremo che Gesù Cristo è realmente esistito e lo confermano prove storiche convincenti, altro che frammenti.

Non solo Gesù Cristo è un personaggio storico. Anche i Vangeli sono documenti storici attendibili, autentici, integri e veritieri, con buona pace di quegli esegeti e di quei teologi che ancora oggi ne conte­stano lo spessore storico, minando alle basi - speriamo inconsapevol­mente - la solidità e soprattutto il contenuto della Fede cattolica. "Stia­mo molto attenti - dichiarava Jean Guitton a Vittorio Messori nel bel li­bro "Inchiesta sul Cristianesimo" - quasi sempre la perdita della Fede ha le sue radici nei primi dubbi sulla storicità dei Vangeli" (Oscar Monda­dori, 1993, p. 68). Questo è un monito che ogni cattolico, la cui vita è spesa nel combattimento per la Fede, deve ricordare. Questo manuale offrirà utili elementi per convincersi della storicità dei Vangeli.

E quando avremo mostrato l'attendibilità storica dei Vangeli, non ci sarà difficile esporre il fondamento del Primato di Pietro e la credibilità della Chiesa cattolica. Anzi, anche qui lasciamo da parte ogni diploma­tico pudore: questo manuale sostiene che soltanto la Chiesa cattolica, e non altre, ha le carte in regola per dichiararsi fondata da Gesù Cristo. Non sarà un discorso troppo ecumenico, dirà qualcuno. Noi pen­siamo proprio il contrario: quando c'è di mezzo la Verità non sta a noi fare troppi calcoli e di questa franchezza se ne gioveranno cattolici e non cattolici. Altri diranno che il nostro intendimento di guadagnare con­sensi alla Fede cattolica è una spudorata forma di proselitismo. Rispon­diamo loro: avete capito tutto e bene: vogliamo fare proseliti, guada­gnare consensi alla causa del Vangelo e della Chiesa e lo dichiariamo apertamente. "Fate discepoli" ci è stato ordinato due millenni addietro da un certo Gesù di Nazareth (Mt 28, 19). E un cattolico prende queste parole alla lettera.

Queste pagine sono solo un contributo, certo modesto, ma un contributo che va proprio nella direzione di aiutare chi non crede a con­vertirsi e chi non è cattolico a diventarlo. Abbiamo fatto ciò che è in nostro potere, il resto spetta a Dio e agli interlocutori.

Un modo di impiegare bene queste pagine potrà utilmente essere quello di sfruttarle come traccia da seguire in corsi di formazione e di catechesi che si tengono in parrocchie o presso le sedi di gruppi, di asso­ciazioni e di movimenti. Nel mondo nostro, quello cattolico, quello delle parrocchie, degli oratori, dei gruppi e delle associazioni, ci si lamenta spesso che dopo erculei sforzi per organizzare incontri, corsi, dibattiti e lezioni, i nostri giovani non sanno che farsene della Fede e cercano altrove le ragioni e il senso della loro vita.

Ecco una proposta: perché non far loro studiare queste pagine, perché non organizzare un corso elementare di apologetica, perché non "inchiodarli" alla sedia, quando frequentano corsi e riunioni, mostrando la ragionevolezza della Fede, invece di riempir loro il cervello di "pro­getti educativi" di stampo sociologico e psicologico di cui non sanno che farsene.

Quello che ci vuole, anche e soprattutto per i nostri giovani, è il rilancio della tanto vituperata apologetica. Se non si insegna loro le ragioni della Fede, non avranno ragione di conservarla.

Qui parliamo per esperienza. Il nostro lavoro raccoglie la prima parte di un corso di formazione apologetica tenuto nei mesi scorsi, prima di dar vita al Centro Cattolico "IL TIMONE". Oltre 50 giovani ascoltavano la dimostrazione dell'esistenza di Dio. Una buona dozzina si dichiarava atea. Posso assicurare che l'interesse era elevatissimo, le domande numerose e tutte pertinenti, anche le contestazioni ben poste, perché l'esistenza di Dio è ancora il tema più affascinante per i giovani.

L'apologetica, allora, non solo è necessaria ma è anche avvincente e capace di conquistare anime.

Se qualcuno ne fosse convinto, queste pagine sono per lui.

L'esistenza di Dio: il pensiero cattolico

'Ora, si dà il fatto che io conosca, per un caso straordinario, la verità sulla più dibattuta delle cause e sul più antico dei processi: Dio esiste, io l'ho incontrato'.

(ANDRÉ FROSSARD, Dio esiste. Io l'ho incontrato, SEI, Torino 1994, p. 12)

 

l. Ogni cattolico crede fermamente che Dio esiste. Egli è chia­mato non solo a motivare questa certezza, ma anche a difenderla dall'at­tacco di quanti la contestano. Affinché la difesa abbia successo, è necessa­rio confutare le opinioni avverse, respingerle, mostrandone punti deboli e incoerenze. Ma prima è bene che ogni cattolico, specie se militante, conosca le ragioni delle proprie convinzioni. Ecco perché questo capitolo è dedicato al pensiero cattolico riguardante l'esistenza di Dio.

 

2. Dio esiste! Lo rivela la Sacra Scrittura, lo afferma la Sacra Tradi­zione e lo insegna infallibilmente il Magistero della Chiesa. Per questa ragione, nessun cattolico, se intende conservare tale titolo e rimanere in comunione con la Chiesa, può dubitare dell'esistenza di Dio.

 

3. Dedicato principalmente, ma non esclusivamente, ai cattolici, questo capitolo potrà interessare come documentazione anche agli atei e agli agnostici.

 

L'insegnamento della Sacra Scrittura

 

4. Che Dio esiste lo afferma in primo luogo ogni pagina della Sacra Scrittura, che per un cattolico è Parola di Dio. La Bibbia insegna che la sua esistenza è conoscibile anche con le sole forze dell'intelletto umano, e chi osa negarla è definito "stolto". Così leggiamo nel primo versetto del Salmo 13: "Lo stolto pensa: non c'è Dio" e nel primo versetto del Salmo 52. "Lo stolto pensa: Dio non esiste".

 

5. Per il noto Dizionario Biblico di John McKenzie, nell'Antico Testamento lo stolto è "una persona senza intelligenza", colpevole dinanzi a Dio perché rifiuta consapevolmente di riconoscerne la presenza e l'azione (v. voce "stolto", pp. 953-954).

 

6. Quanti negano l'esistenza di Dio sono detti stolti anche nel Libro della Sapienza: "Davvero stolti per natura tutti gli uomini che vive­vano nell'ignoranza di Dio, e dai beni visibili non riconobbero Colui che è, non riconobbero l'Artefice, pur considerandone le opere" (13, 1).

 

7. In questo importante passo biblico viene indicato il percorso che la ragione umana, anche senza l'ausilio della Rivelazione divina, può e deve compiere per scoprire l'esistenza di Dio: partire dalla considera­zione delle cose create per giungere al loro Creatore; dall'esame delle perfezioni del creato per contemplare le perfezioni del Creatore.

 

8. Per san Paolo, anche i pagani sono in grado di conoscere che Dio esiste. Scrive l'apostolo delle genti: "Ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha loro manifestato. Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l'in­telletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità" (Rm 1,19-20).

 

9. Se l'esistenza di Dio è naturalmente conoscibile dalla ragione umana, quanti la negano per colpa propria, sono "(...) inescusabili, per­ché, pur conoscendo Dio, non gli hanno dato gloria, né gli hanno reso grazie come a Dio, ma hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa" (Rm 1, 21).

 

10. Forte del pensiero di san Paolo, il cattolico non apprezza cul­turalmente quelle filosofie che negano l'esistenza di Dio. Evidentemente, ogni cattolico deve amare anche quanti si dichiarano atei, pregare e lottare perché la loro mente si apra alla luce della Fede e si convertano. Ma conserva tutta la consapevolezza che sulle cose che contano - Dio, immortalità dell'anima, natura dell'uomo, senso della vita, scelte morali - il pensiero ateo non ha nulla da insegnare a chi crede.

 

11. Oggi, questa ferma convinzione urta la suscettibilità anche di non pochi credenti. Persone importanti, titolate, distintesi in svariati campi dell'agire umano, talvolta con merito, non mancano di esternare la loro incredulità con inflessibile sicurezza: Dio non esiste, sentenziano. Dinanzi alle loro opinioni, molti cattolici si sentono disarmati e si rifu­giano in un difensivistico relativismo: a ciascuno il suo pensiero, comun­que meritevole di apprezzamento e di rispetto, anche se non condivisi­bile. In materia di Fede questo atteggiamento ci pare errato. Il cattolico è confortato da quanto insegna, a ragione, il cardinale Giacomo Biffi: "Non dobbiamo preoccuparci troppo di ciò che dicono sulle cose importanti uomini famosi, premi Nobel, atleti e cantanti, perché su queste tematiche possono essere analfabeti" (in Avvenire, 18.4.1997).

 

12. Per concludere: la Sacra Scrittura insegna che Dio esiste certis­simamente e ogni uomo, anche chi non crede, con la sua ragione può risalire al Creatore, contemplando le perfezioni del creato.

 

L'insegnamento dei Santi Padri

 

13. Fin dall'antichità cristiana, 'padre' era considerato colui che, insegnando i contenuti della Fede, generava figli spirituali, cioè nuovi credenti. San Paolo scrive: "Potreste infatti avere anche diecimila pedago­ghi in Cristo, ma non certo molti padri, perché sono io che vi ho generato in Cristo Gesù, mediante il Vangelo" (1 Cor 4,15). Di seguito esponiamo il pensiero di alcuni dei Santi Padri. È bene che i cattolici, soprattutto i militanti, ne conoscano il contenuto ai fini della loro opera evangelizza­trice.

 

14. Clemente Alessandrino (Atene 150ca. - 212 ca.), uomo col­tissimo, convertito fin da giovane, padre della filosofia cristiana, direttore di una delle migliori scuole di teologia, quella di Alessandria, scriveva: “La Divina Provvidenza si manifesta alla semplice vista delle cose visibili, tutte fatte con arte e sapienza e svolgentisi con ordine e con ordine manife­stantisi” (Stromata, 5).

 

15. Tertulliano (Cartagine 160-220), il primo grande teologo della Chiesa latina, strenuo avversario dell'eresia gnostica, prima di ab­bracciare, purtroppo, quella montanista, scriveva nel suo celebre Apolge­ticur. "(...) e questo è il massimo delitto di quelli che non vogliono conoscere Colui che non possono ignorare. Volete una conferma delle tante e sì mera­vigliose sue opere, da cui siamo conservati, sostentati, ricreati e magari anche atterriti?" (L'Apologetico, Paoline, Roma 1950, p. 104).

 

16. Lattanzio (Numidia 250 ca. Treviri 325 ca), ritenuto da san Girolamo l'uomo più colto del suo tempo, precettore del figlio dell'im­peratore Costantino, scriveva nel Liber de vita beata: "Dio è conoscibile da noi non congli occhi, o con altro fragile senso corporeo; ma lo si deve mirare con gli occhi della mente vedendo le sue opere splendide e meravigliose" (Liber de vita beata, 9).

 

17. S. Agostino (350 - 430), uno dei più grandi pensatori di tutti i tempi, scriveva: "Interroga la bellezza della terra, del mare, dell'aria rarefatta e dovunque espansa; interroga la bellezza del cielo... interroga tutte queste realtà. Tutte ti risponderanno: guardaci pure e osserva come siamo belle. La loro bellezza è come un inno di lode. Ora, queste creature, così belle ma pur mutevoli, chi le ha fatte se non uno che è bello in modo immutabile?" (Sermo 241).

 

18. Riguardo l'esistenza di Dio, il pensiero cattolico ci offre un se­condo dato: i Santi Padri insegnano che le realtà visibili sono una traccia che rimanda all'Invisibile Dio. A questo proposito, l'esortazione di s. Agostino ad interrogare il creato suona come un esplicito invito a do­mandare la causa, la ragion d'essere del creato - e questo è compito della filosofia - per giungere ad affermare l'esistenza di un Creatore.

 

19. Il cattolico fa tesoro della dottrina dei Santi Padri e la espone anche a quei fratelli nella Fede che, errando, sostengono posizioni similari al pensiero debole, secondo il quale la ragione umana nulla può dire con certezza su Dio.

 

L'insegnamento del Magistero ecclesiastico

 

20. La Costituzione Dei Filius, approvata nel Concilio Vaticano I (1869-1870), dichiara: "La Santa Madre Chiesa tiene e insegna che Dio, principio e fine di tutte le cose, può essere conosciuto con certezza col lume naturale della ragione umana attraverso le cose create".

 

21. Questa verità è talmente vincolante per ogni cattolico che è prevista la scomunica per coloro che la contestano: "Se qualcuno dirà che Dio uno e vero, Creatore e Signore nostro, non può essere conosciuto con cer­tezza col lume naturale della ragione umana per mezzo delle cose che sono state fatte, sia anatema" (Concilio Vaticano 1, Canone 1). Qui anatema equivale a scomunica.

 

22. Affermando che la ragione umana, basandosi solo sulle sue capacità, è in grado di giungere alla certezza intellettuale dell'esistenza di Dio, il Concilio non intende per ciò stesso sostenere che questo sia un compito facile. E nemmeno intende dire che tutti gli uomini, di fatto, arrivano con la sola ragione alla certezza dell'esistenza di Dio. Il Concilio si limita a dichiarare solo il potere che ha la ragione.

 

23. Nel giuramento antimodernista del 1910, san Pio X insegna: "E in primo luogo: professo che Dio, principio e fine di tutte le cose, può essere certamente conosciuto, e perciò se ne può dimostrare l'esistenza, con il lume naturale della ragione ‘attraverso le cose create’ (cf Rm 1,20), cioè attraverso le opere visibili della Creazione, come causa attraverso gli effetti".

 

24. Pio XII scrive nell'Enciclica Humani generis del 12 agosto 1950: "Tutti sanno quanto la Chiesa apprezzi il valore della ragione umana, alla quale spetta il compito di dimostrare con certezza l'esistenza di un solo Dio personale".

 

25. II Concilio Vaticano II (1962-1965) riprende gli insegna­inenti del Magistero e li conferma ulteriormente: "Dio il quale crea e con­serva tutte le cose per mezzo del Verbo offre agli uomini nelle cose create una perenne testimonianza di Se" (Dei Verbum, n. 3).

 

26. E ancora: "Il Sacro Sinodo professa che Dio, principio e fine di tutte le cose, può essere conosciuto con certezza col lume naturale dell'u­mana ragione dalle cose create" (Dei Verbum, n. 6).

 

27. Anche Paolo VI, in una delle catechesi del Mercoledì, inse­gnava: "Come si fa, come si fa a conoscere Dio? Questa è la grande que­stione che tormenta lo spirito moderno (...). Dovremo rinunciare a tale con­quista? L'ateismo moderno risponde: dobbiamo rinunciare (..) invece la Chiesa non rinuncia alla conquista di Dio. Diciamo: non nega alla mente umana la capacità di arrivare alla conoscenza di Dio" (27.11.1968).

 

28. Riguardo l'esistenza di Dio il pensiero cattolico ci offre un terzo dato: l'insegnamento dei concilii e dei Papi conferma che la ragione umana è in grado di giungere alla certezza intellettuale dell'esi­stenza di Dio partendo dalla riflessione sulle cose create.

 

29. Il cattolico, ai fini della sua battaglia apologetica, memore di questo insegnamento della Chiesa, registra l'accadere, ancora una volta, di quello strano fenomeno che alcuni definiscono "eterogenesi dei fini". Ricorda che l'epoca moderna è sorta a partire dal dogma illuministico della onnipotenza della ragione, ritenuta in grado di vincere le supersti­zioni religiose e di mandare definitivamente a riposo ogni credo, dunque anche il Cattolicesimo, ritenuto dogmatico e pertanto non ragionevole. Dopo due secoli di lotta alla Religione, l'epoca moderna, di fronte ai colossali fallimenti, si è ormai conclusa con la resa della ragione e l'affer­mazione del pensiero debole. A difendere la dignità ed il potere della retta ragione è rimasta solo la Chiesa cattolica e la cultura che deriva dalla Fede.

 

30. Abbiamo tracciato i punti fondanti del pensiero cattolico in merito all'esistenza di Dio. Evidentemente, quelle che abbiamo ricordato sono certezze che non valgono per chi non crede, perché nascono dalla Sacra Scrittura, dall'insegnamento dei Santi Padri e da quello del Magi­stero ecclesiastico. Tuttavia, abbiamo ritenuto utile presentarle per due motivi:

- perché non sono pochi i cattolici che in questa materia hanno opinioni confuse, spesso vicine proprio al pensiero debole;

- perché ogni confutazione delle posizioni avverse alla Fede, missione imprescindibile di ogni cattolico, presuppone una conoscenza almeno elementare della fondatezza delle proprie convinzioni.

 

31. Ovviamente, il cattolico ha ottimi strumenti per dimostrare la fondatezza delle sue convinzioni anche a chi non crede. Per dimostrare che Dio esiste si servirà del potere della ragione, comune anche ai non credenti.

 

"Il desiderio di Dio è inscritto nel cuore dell'uomo, per­ché l'uomo è stato creato da Dio e per Dio; e Dio non cessa di attirare a sé l'uomo e soltanto in Dio l'uomo tro­verà la verità e la felicità che cerca senza posa". (CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA, n. 27)

[Modificato da (Teofilo) 22/09/2009 15:28]
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