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Ultimo Aggiornamento: 26/09/2009 21:41
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22/09/2009 15:30
 
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Cattolici e comunismo ateo

 

"Noi ci moltiplichiamo tutte le volte che siamo falciati da voi: il sangue dei Cristiani è seme". (TERTULLIANO, Apologetico, L, 13)

 

I. Dedichiamo un capitolo al comunismo ateo. Esso è all'origine della persecuzione religiosa più feroce che la storia abbia registrato. Cio­nonostante, immemori dell'insegnamento della storia, non pochi, per­sino cattolici, ritengono possibile un compromesso tra la dottrina catto­lica ed il pensiero marxista, magari depurato degli elementi ritenuti più negativi, per la costruzione di una utopistica civiltà migliore.

 

2. In realtà, ogni cattolico dovrebbe sapere molto bene che tra cat­tolicesimo e marxismo non vi sono punti in comune, essendo il marxi­smo sorto in primo luogo per abbattere il Cristianesimo, una religione considerata nemica dell'uomo.

 

3. Con l'intento di offrire ai cattolici utili strumenti per la battaglia culturale, che vede nella lotta all'ateismo un suo punto di forza, daremo qui solo le nozioni più elementari su:

- la dottrina marxista riguardo Dio e la Religione;

- la dottrina della Chiesa riguardo il Comunismo;

- la tragedia del comunismo.

 

La dottrina marxista

 

4. Il marxismo è la filosofia che ha motivato e giustificato l'espe­rienza storica dei Paesi social-comunisti. Esso è una visione completa del­l'uomo e del mondo, una filosofia della natura elaborata con la pretesa di rispondere definitivamente a tutte le domande ultime dell'uomo: chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo, perché siamo al mondo, ecc.

 

5. Poiché il marxismo è una dottrina che ritiene di spiegare il senso definitivo della nostra esistenza, da molti è stato giudicato una "religione".

 

6. Il marxismo prende il nome da Karl Marx (1818-1883). Egli, nel formulare il suo pensiero, ha subìto in modo determinante le dot­trine di due filosofi che lo hanno preceduto: Hegel e Feuerbach.

 

7. Per G. W. Friedrich Hegel (1770-1831) l'unica realtà esistente è lo Spirito, è l'Idea. Questa Idea è eterna; non è propriamente ciò che noi intendiamo per Dio ma, in un certo senso, gli si avvicina molto. Secondo Hegel, le cose che vediamo, tutte le cose materiali che vediamo, tutto ciò che esiste è manifestazione di questa Idea.

 

8. Poiché per Hegel tutto è idea, la sua filosofia fu detta "Idealismo".

 

9. Ma l'Idea non è statica. Grazie alla sua forza interiore, essa è in continuo movimento. Questo movimento viene chiamato "movimento dialettico": una idea (tesi.), evolvendosi, dà origine al suo contrario (anti­tesi) con il quale entra in conflitto. Da questo conflitto nasce una nuova fase (sintesi) la quale, a sua volta, dà vita evolvendosi al suo contrario (antitesi) con il quale entra in conflitto generando una nuova sintesi. E così in eterno. Questo movimento dialettico spiega, secondo Hegel, l'o­rigine di tutte le cose che esistono.

 

10. L'altro filosofo che influenzò Carlo Marx è Ludwig Feuer­bach (1804-1872). Egli rovescia la dottrina hegeliana. Non "tutto è idea", come credeva Hegel, ma "tutto è materia", insegna Feuerbach. Per questa ragione, egli è considerato il padre del materialismo moderno.

 

11. Nell'elaborare la sua dottrina, Marx rifiuta l'idealismo hege­liano, ma di Hegel ritiene accettabile l'idea del movimento dialettico. Da Feuerbach accoglie il materialismo e, così facendo, dà vita al "materiali­smo dialettico".

 

12. Sulla scorta di questi dati, il cattolico deve essere in grado di comprendere i tratti essenziali del pensiero marxista riguardo la reli­gione.

 

13. Si è detto che per Marx tutto è materia. Tutto ciò che esiste è materia. Esiste soltanto la materia. Questa materia è eterna, cioè esiste da sempre ed esisterà eternamente. Non vi è un inizio della materia né vi sarà mai una fine.

 

14. Una convinzione di questo genere - lo si comprende bene - porta inevitabilmente ad escludere l'esistenza di Dio, dell'anima, dei valori spirituali che trascendono l'uomo. Dio e l'anima, poiché non sono realtà materiali, semplicemente non esistono. In tal modo, cominciamo a intrave­dere perché il marxismo sia in netta contrapposizione al Cristianesimo.

 

15. Quanto all'affermazione che la materia è eterna, ogni cattolico la potrà confutare facendo appello proprio alla scienza moderna. Stando alle ricerche più aggiornate, tutto l'universo, quindi tutta la materia, una volta semplicemente non esisteva. Ha avuto inizio tra i dieci e i venti miliardi di anni fa. Il marxismo, quindi, si fonda su una convinzione totalmente gratuita e falsa anche dal punto di vista scientifico.

 

16. Friedrich Engels (1820-1895), strettissimo collaboratore di Marx, con il quale stese nel 1848 il "Manifesto del Partito Comunista", scriveva: "Ammettere l'esistenza di un Essere supremo (cioè ammettere Dio) è una contraddizione in termini" (Sul materialismo storico, Editrice de L'Unità, Roma 1945, p. 10).

 

17. Sempre Engels: "Noi abbiamo dichiarato guerra alla religione e poco importa se ci chiamano atei" (Catechismo dei Comunisti, Gentile, Milano 1945, p. 159).

 

18. Per il marxismo tutta la storia, tutta l'avventura umana è inter­pretata escludendo a priori l'esistenza di Dio. Tutto ciò che esiste si spiega grazie al movimento dialettico: una volta vi era la materia pura, materia inorganica e minerale; evolvendosi, questa ha dato origine alla materia vegetale; dalla materia vegetale, per evoluzione, sarebbe nata la materia animale e da questa la materia umana. La vita è sorta dalla mate­ria per necessaria evoluzione della materia stessa. In tutto questo fanta­sioso processo evolutivo, Dio non ha alcun ruolo. Il marxismo è un atei­smo radicale.

 

19. Non solo. Mentre Feuerbach, pur dichiarandosi ateo e mate­rialista, riconosceva alla Religione un certo ruolo positivo (per esempio: secondo Feuerbach, è l'uomo che crea Dio proiettando in quell'Essere Supremo tutte le sue qualità migliori; ma, così facendo, l'uomo prende coscienza delle sue proprie qualità, e già questo è un dato positivo), per Marx, al contrario, la Religione è un danno incalcolabile per ogni uomo e dunque va combattuta ferocemente e violentemente.

 

20. Per Marx, la Religione impedisce all'uomo di prendere coscienza della sua dignità. Aspettandosi un Paradiso celeste, l'uomo rinuncia al Paradiso terrestre, a lottare per raggiungere su questa terra giustizia ed uguaglianza. Ammettere l'esistenza di Dio, pertanto, è dan­neggiare la sete di giustizia dell'uomo. Dio diventa nemico dell'uomo perché lo distoglie dal suo unico scopo: la lotta di classe per l'instaura­zione della società comunista. Ecco per quale ragione la Religione è "oppio del popolo" (C. Marx, Oeuvres philosophiques - Costes, Paris 1946, vol. 1, p. 84) e va decisamente estirpata.

 

21. Anche Vladimir Lenin (1870-1924), il promotore della Rivoluzione bolscevica del 1917, dichiarava che "La base filosofica del marxismo è il materialismo dialettico [..], materialismo incontestabil­mente ateo e risolutamente ostile ad ogni religione" (Sulla religione, Ed. Rinascita, Roma 1949, p. 48) ed esortava i comunisti a "Lottare contro la religione: questo è l'abicì di ogni materialismo e quindi anche del Marxi­smo" (ibidem, p. 24).

 

La risposta della Chiesa

 

22. La risposta della Chiesa si è articolata in una serie pressoché costante di denunce e di condanne della dottrina e della prassi marxi­sta/comunista.

 

23. Nel 1846, due anni prima della pubblicazione del "Manifesto del Partito Comunista", il Papa Pio IX pubblica l'Enciclica Qui pluribus nella quale si condanna "quella dottrina funesta e più che mai contraria al diritto naturale, che chiamano comunismo, una volta ammessa la quale si abbatterebbero completamente in diritti, i patrimoni, le proprietà e persino la società umana".

 

24. Quanto fossero profetiche queste parole lo constatano molti, soprattutto dopo la caduta del muro di Berlino (1989).

 

25. Lo stesso Pontefice definisce socialismo e comunismo "pesti­lenziali dottrine" nel Sillabo del 1864.

 

26. Papa Leone XIII condanna gli attacchi alla famiglia, al diritto di proprietà e alla Chiesa scagliati dal socialismo e dal comunismo nel­l'Enciclica Quod Apostolici muneris (1878) e nella Enciclica Rerum Novarum condanna la collettivizzazione della proprietà propugnata dal socialismo.

 

27. Papa Pio XI esprime un giudizio circostanziato ed una severa condanna del comunismo nell'Enciclica Quadragesimo Anno (1931). Il Pontefice denuncia che il comunismo "insegna e persegue due punti (…) con tutti i mezzi, anche i più violenti: la più accanita lotta di classe e l'abo­lizione assoluta della proprietà privata. E nel perseguire i due intenti non v'ha cosa che esso non ardisca, niente che rispetti; e dove si è impadronito del potere, si dimostra tanto crudele e selvaggio, che sembra cosa incredibile e mostruosa. Di che sono prova le stragi spaventose e le rovine ch'esso ha accu­mulato sopra vastissimi paesi dell'Europa orientale e dell'Asia. Quanto poi sia nemico dichiarato della santa Chiesa e di Dio stesso, è cosa purtroppo dimostrata dall'esperienza e a tutti notissima"

 

28. Vedremo, più avanti in questo stesso capitolo, quanta ragione aveva Pio XI di attribuire al Comunismo ateo "stragi spaventose e rovine", purtroppo dimenticate da molti cattolici che con esso, e con i suoi eredi, frettolosamente intendono sottoscrivere accordi.

 

29. Nella Enciclica Divini Redemptoris (1937), il Papa Pio XI con­dannava nuovamente "il comunismo bolscevico ed ateo, che mira a capovol­gere l'ordinamento sociale e a scalzare gli stessi fondamenti della civiltà cri­stiana".

 

30. Nella medesima Enciclica, il Pontefice denunciava il comuni­smo definendolo "un sistema pieno di errori e di sofismi, contrastante sia con la ragione sia con la rivelazione divina; sovvertitore dell'ordine sociale, perché equivale alla distruzione delle sue basi fondamentali, misconoscitore della vera origine della natura e del fine dello Stato, negatore dei diritti della personalità umana, della sua dignità e libertà".

 

31. Anche Papa Pio XII non mancò di far sentire la sua voce di condanna per il comunismo ateo, intervenendo coraggiosamente in dife­sa delle Chiese orientali, denunciando la persecuzione alla quale erano sottoposte dal comunismo e difendendo a spada tratta l'eroico cardinale ungherese Mindszenty.

 

32. Papa Paolo VI, nell'Enciclica Ecclesiam Suam, del 6 agosto 1964, riteneva doveroso "condannare i sistemi ideologici negatori di Dio e oppressori della Chiesa, sistemi spesso identificati in regimi economici, socia­li e politici, e tra questi specialmente il comunismo ateo".

 

33. Infine, non poteva mancare il Papa Giovanni Paolo II, polacco, profondo conoscitore della dottrina e della prassi comunista, avendo vissuto per decenni in Polonia. Durante il viaggio nella allora unita Repubblica Cecoslovacca, nell'aprile del 1990, il Pontefice definì il comunismo "uno dei più gravi tentativi di privare l'uomo della libertà alla quale per sua stessa natura è destinato e chiamato" (in SERGIO TRASATTI, La croce e la stella, Mondadori, Milano 1993, p. 326).

 

34. Alla luce di queste limpide denunce della intrinseca perversità dell'ideologia marxista, in nome della quale si sono costruiti i sistemi social-comunisti e si sono giustificati i regimi totalitari che ne sono nati, non si capisce come un cattolico possa ritenere compatibile la visione cri­stiana di Dio, dell'uomo, della storia e della società con il pensiero marxista e la prassi social-comunista.

 

La realtà della storia

 

35. Ogni buon manuale di storia moderna può fornire informa­zioni utili circa la nascita e l'espandersi del comunismo in numerosi paesi, a partire dal 1917, anno della rivoluzione bolscevica in Russia. Il cattolico si impossesserà di quelle nozioni storiche necessarie al compi­mento della sua missione evangelizzatrice. Per quanto ci riguarda, a noi interessa qui far notare soltanto alcune dimensioni della tragedia sof­ferta dall'umanità che ha conosciuto la triste realtà del comunismo.

 

36. Abbiamo ricordato, poco sopra, che Pio IX, nell'Enciclica qui Pluribus, definiva il comunismo "dottrina funesta". Era l'anno 1846, due anni dopo veniva steso il "Manifesto del Partito Comunista" di Marx ed Engels.

 

37. Dunque il comunismo è una dottrina funesta. Funesta perché portatrice di morte. La storia ha confermato questa previsione di Pio IX. I dati che esporremo ora dovrebbero essere utilizzati da ogni cattolico nel mondo del lavoro, a scuola, tra gli amici, per illuminare quanti - e sono ancora molti - ritengono il comunismo conciliabile con il cattolice­simo e per smascherare la falsità di questa convinzione.

 

38. Secondo i calcoli forniti dal professore di statistica Ivan Furga­nov, emigrato negli USA, nella sola Unione Sovietica, negli anni compresi tra il 1917 ed il 1959, le perdite umane dovute alle deportazioni nei campi di sterminio, alle condanne ai lavori forzati, alle fucilazioni di massa, alle carcerazioni e alle torture, alle carestie che seguivano le deportazioni di milioni di contadini e alla collettivizzazione forzata delle terre, si aggirano intorno ai 66 (sessantasei) milioni di persone (in ALEXANDER SOLZE­NICYN, Arcipelago Gulag, vol. II, Mondadori, Milano 1975, p. 12).

 

39. Stando a quanto afferma Alexander Solzenicyn, il più grande scrittore russo di questo secolo, il numero delle vittime causate dal comunismo in Russia si aggira sui 60.000.000

 

40. Purtroppo non spetta al comunismo sovietico il triste primato del numero delle vittime. L'ex ambasciatore italiano a Mosca, Luca Pie­tromarchi, studioso del comunismo, calcola che dal 1949 al 1958, per cause non naturali, quindi a motivo della repressione, sono morte nella Cina comunista almeno 50.000.000 di persone (EUGENIO CORTI, Il comunismo realizzato, Edizioni Nuova Colibrì, p. 105).

 

41. Nello stesso arco di tempo venivano deportati nei campi di concentramento almeno 30.000.000 di contadini. Iniziava una terribile carestia che, stando ai dati forniti da Laslo Ladany, il più grande cono­scitore di cose cinesi del nostro tempo, provocò la morte di altre 50.000.000 di persone.

 

42. Un calcolo globale sul numero delle vittime provocate dal comunismo in Cina, sebbene impreciso per difetto, è stato pubblicato nel 1974 dalla rivista specializzata Population. Uno studio statistico di Paul Paillat e di Alfred Sauvy rivelava che la popolazione cinese era inferiore di almeno 150.000.000 di abitanti rispetto a quella che avrebbe dovuto essere statisticamente, in base al tasso di crescita. Questa era la cifra delle vittime, di coloro che avevano perso la vita non per cause naturali (EUGENIO CORTI, op. cit. p. 109).

 

43. Nel 1975, in un minuscolo paese del Sud-Est asiatico, la Cam­bogia, i famigerati Khmer rossi, guerriglieri comunisti appoggiati dai cinesi, prendevano il potere e lo conservavano per tre anni.

 

44. In questo breve spazio di tempo, i comunisti sterminavano per ragioni ideologiche il 30% dell'intera popolazione, vale a dire quasi due milioni di abitanti. Una tragedia senza precedenti, stando alla percen­tuale del numero delle vittime.

 

45. Questi dati spaventosi sono ai più sconosciuti. Essi mostrano di che cosa sia capace chi tenta di costruire una società senza Dio. Il catto­lico faccia tesoro di queste indicazioni fornite dall'esperienza storica e le utilizzi per la battaglia culturale e l'opera di evangelizzazione.

 

Conclusione

 

46. Possiamo sintetizzare quanto sopra esposto:

- il marxismo è una dottrina disumana, nel senso che non considera 1' uomo per ciò che esso è, ma intende trasformarne la natura;

- la Chiesa aveva visto giusto, condannando senza mezzi termini la dot­trina marxista e i sistemi social-comunisti che ne derivano, preavvertendo dei pericoli cui si andava incontro nel caso di una sua affermazione;

- la storia ha tragicamente confermato questi timori e questi avvertimenti manifestati dalla Chiesa;

- alla luce di questi dati, ogni cattolico non può non fare della lotta all'a­teismo, e al comunismo in particolare, un momento fondamentale della sua battaglia per la gloria di Dio, la salvezza delle anime e il bene della società umana.

"Il comunismo, che il Papa ha definito «inguaribile» muta sì la sua tattica, ma giammai il suo satanico in­tento finale: la negazione di Dio (...) l'annientamento di ogni religione. Per questo il comunismo è un pericolo mortale per il regno di Dio". (P. WERENFRIED VAN STRAATEN, fondatore dell'associa­zione Aiuto alla Chiesa che Soffre, in La donna e il dragone, Roma 1977, p. 5).

 

L'esistenza chi Dio: doverose premesse

 

"La fède cerca, l'intelligenza trova; per questo il profèta dice: se non crederete non compren­derete (Is. 7,9)... Dunque, per questo l'uomo deve essere intelligente, per cercare Dio". (S. AGOSTINO, De Trinitate, XV, 2, 2)

 

l. Sebbene siano in diminuzione, gli atei esistono. I cattolici han­no a che fare con loro negli ambienti in cui vivono. Talvolta, professori che si dicono atei, convincono alunni sprovveduti ed impreparati della bontà e della ragionevolezza dell'ateismo. Gli studenti cattolici, imprepa­rati quanto i loro colleghi, non sanno opporre argomentazioni. Gli atei, è noto, negano l'esistenza di Dio e non danno alcun valore alle testimo­nianze offerte dalla Sacra Scrittura, dalla Sacra Tradizione e dall'insegna­mento della Chiesa.

 

2. Il cattolico lotta con tutti i mezzi leciti per la loro conversione. Uno degli strumenti che possono contribuire a mettere in dubbio le convinzioni di chi non crede è quello di mostrargli che la ragione umana è in grado di giungere alla certezza intellettuale che Dio esiste.

 

3. Se questa dimostrazione avrà successo, tutte le "ragioni" dell'a­teismo cadranno perché assolutamente irragionevoli e illogiche.

 

4. La dimostrazione razionale della esistenza di Dio è un argo­mento fondamentale della battaglia culturale di ogni cattolico. È il pro­blema più difficile e più dibattuto nella storia del pensiero umano. Cer­cheremo di semplificarlo, sapendo di lasciare scoperto il fianco a osserva­zioni che meriterebbero ben altro approfondimento. Tuttavia preferiamo correre questo rischio, per limitarci a fornire solo le nozioni più elemen­tari, che ogni cattolico potrà utilizzare, senza precludersi la possibilità di approfondirle personalmente.

 

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