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Tanti motivi PER CREDERE

Ultimo Aggiornamento: 26/09/2009 21:41
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26/09/2009 21:41
 
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Da: 7978Pergamena

Aggiungo riflessioni a quelle di Paolo sul problema del tempo e del creato.


1)  Qualche esempio facile delle vie che la ragione può percorre per giungere all'esistenza di Dio

Con la scienza moderna il principio di conservazione dell'energia e della massa non sono più indipendenti. E' stato dimostrato che la massa si trasforma in energia e l'energia in massa ma non tutta l'energia si ritrasforma in massa: ogni corpo lentamente si consuma ( principio di equivalenza fra massa ed energia di Albert Einstein ).

  Inoltre l'energia si degrada cioè non è più utilizzabile per compiere lavoro. L'energia altro non è che la capacità di un corpo di compiere un
lavoro: in fisica, energia e lavoro sono termini praticamente equivalenti ( concetto di entropia di Rudolf Julius Clausius e secondo principio della termodinamica ).

  Dunque ogni corpo lentamente si consuma e ogni lavoro lentamente finisce:l'universo tutto si consuma e si spegne per arrivare al punto zero di equilibrio termodinamico.

  Se la materia muore vuol dire che essa è una realtà che nasce e finisce.
Tutto ciò che nasce non inizia da sé ma deve essere causato e questa ricerca delle cause deve arrivare, dopo una concatenazione logica, ad una realtà eterna non derivata da altre ( si tratta di una applicazione del principio di non contraddizione ).

  Non si può spiegare il mondo corporeo servendosi unicamente del mondo corporeo: occorre una causa senza causa, misteriosa, invisibile, trascendente tutto ciò che esiste, perfettamente autonoma, eterna, che
possieda l'essere in tutta la sua ampiezza ed intensità e che chiamiamo Dio.

  Solo Dio può aver fatto dal nulla le cose che un giorno sono cominciate: anche se Dio resta oscuro e misterioso, Egli resta l'unica spiegazione possibile ( la via percorsa dalla ragione, in questo caso, per giungere alla
dimostrazione di Dio, può essere chiamata via della causalità formale intrinseca o via che consiste nel passare dal possibile o contingente al necessario ).

2)   Il fisico Stephen Hawking avrebbe dimostrato che l'universo è eterno e pertanto esso non avrebbe più bisogno di Dio

Il fisico Stephen Hawking ha soltanto ipotizzato un modello di Universo finito ma senza confini, una sorta di circolo chiuso come la superficie
della terra: questo universo non avrebbe un punto d'inizio né un punto finale.

  L'inconveniente della ipotesi di Hawking è la misura del tempo immaginario che egli propone per il suo Universo. Infatti essa si fonda sulla radice quadrata dell'unità negativa, cioè su di un numero che non esiste.

  I numeri immaginari sono utili alla fisica per risolvere i problemi ma devono essere eliminati nel corso delle operazioni altrimenti il risultato
non avrebbe un significato concreto.

  Lo stesso scienziato ammette che "- (.) quest'idea che il tempo e lo spazio siano finiti ma illimitati è solo una proposta: essa non può essere dedotta da alcun altro principio" -.

( Stephen  W. Hawking, Dal Big Bang ai buchi neri, breve storia del tempo, traduzione italiana di Libero Sosio, Rizzoli, Milano, luglio 1988, p.161; cfr Carlo Cavicchioli, Hawking, un albatro muto, Avvenire 23 luglio 1988, p.11 )

  Hawking crede  che un  universo dotato di eternità temporale ( cioè di continua durata nel tempo ) non dovrebbe avere più bisogno di Dio.

  In realtà, facendo uso del principio di non contraddizione, anche se l'universo non dovesse finire mai, il mistero della contingenza rimarrebbe non risolto.

  Alcune prime domande, infatti, restano senza risposta e ripropongono subito il problema della contingenza:
se l'universo è sferico che c'è al di là della sfera e se l'universo è sferico in quale luogo si colloca questa sfera?

  Nell'universo, inoltre, niente presenta le caratteristiche di qualcosa che dovrebbe esistere sempre: i suoi stessi elementi costitutivi come la materia e l'energia sono realtà destinate a degradarsi. Uno per uno, dunque, gli enti che compongono l'universo rivelano caratteristiche di finitezza, di
relatività, di dipendenza e pertanto sarebbe ancora più misterioso se essi, tutti insieme, avessero la capacità di esistere sempre perché, per poter esistere sempre, occorre che ci sia una continua successione del prima e del
poi ( eternità temporale ). Hawking dice che, a causa della freccia del tempo termodinamica, lo stato di disordine o entropia aumenta con l'
espansione dell'universo. Egli dice che si passa da uno stato di alto ordine, come quello di una tazza integra sul tavolo, ad uno stato di
disordine, come quello della tazza rotta sul pavimento ( l'esempio è dello scienziato ).

  Le stelle, dice Hawking, esauriscono il loro combustibile, i protoni ed i neutroni in esse contenute decadono in particelle di luce e radiazione fino a giungere ad uno stato di disordine completo

  Perché ci sia una continua successione del prima e del poi occorre, dice Hawking, che la freccia del tempo termodinamica si rovesci in modo che l' universo ricominci la sua espansione a partire da uno stato omogeneo e
ordinato perché solo da tale situazione di ordine può ricominciare a muoversi.

I cocci della tazza che si è rotta, tazza che rappresenta il sistema universo, devono riunirsi insieme a ricostituire l'oggetto integro ( l'
esempio è sempre di Hawking )

( cfr Stephen W. Hawking, ibidem, pp. 166, 177 ).

  Hawking credeva che all'espansione sarebbe seguita la contrazione e - "(.) che nella fase di collasso dell'universo il disordine sarebbe diminuito. Questo perché pensavo che nel corso della contrazione l'universo dovesse tornare a uno stato omogeneo e ordinato. Ciò avrebbe significato che la fase di contrazione sarebbe stata simile all'inversione temporale della fase di espansione. Le persone nella fase di contrazione avrebbero vissuto la loro
vita a ritroso: sarebbero morte prima di nascere e sarebbero diventate più giovani al procedere della contrazione dell'universo.-"   ( Stephen W.
Hawking, ibidem, p. 173 ).

  In seguito Hawking si è reso conto di aver commesso un errore perché nelle sue ipotesi era stato portato fuori strada dall'analogia con la superficie terrestre: gli studi di Don Page della Penn State University e del suo allievo Raymond Laflamme confutarono la tesi di Hawking.

  "- Mi resi conto di aver commesso un errore: la condizione dell'assenza di ogni limite ( condizione di sfericità ndr ) implicava che il
disordine sarebbe in effetti continuato ad aumentare anche durante la contrazione. Le frecce del tempo termodinamica e psicologica non si sarebbero rovesciate quando l'universo avesse cominciato a contrarsi, e neppure all'interno dei buchi neri "-( Stephen W. Hawking, ivi, p.174 ).

  Perché ci sia una continua successione del prima e del poi, perché l'espansione e la contrazione si succedano in continuazione occorre che i cocci della tazza che si è rotta ( che rappresenta l'universo ) possano
riunirsi insieme a ricostituire l'oggetto integro per poi rompersi di nuovo, ma questa successione del prima e del poi non è possibile senza l'intervento di una causa estrinseca alla tazza -universo e al tempo stesso.

  Occorre una causa senza causa, trascendente tutto ciò che esiste, tempo compreso, la quale rimetta in moto la freccia del tempo termodinamica.
Questa causa misteriosa, al di fuori delle cose e del tempo e quindi creatrice del tempo stesso, è per definizione eterna: si tratta di una eternità in senso proprio e cioè di eternità atemporale.

  Anche per l'universo rimane valido il teorema di Godel: nel sistema universo ci sarà sempre un punto che non potrà essere spiegato con gli
elementi dell'universo stesso e cioè con la fisica, con la matematica, con l'astronomia
(  cfr  Stanley L. Jaki,  Dio e i cosmologi,    Libreria editrice Vaticana,     Città del Vaticano 1991 ).

  Infatti alla fine del suo lavoro, lo stesso Hawking, che è alla ricerca di una - teoria definitiva della fisica cioè di una teoria che spieghi definitivamente ogni particolare
dell'universo con gli elementi dell'universo stesso, non si accorge di contraddirsi dicendo che, quand'anche ci fosse una teoria definitiva,
rimarrebbero sempre delle domande a cui la scienza non può rispondere.
Hawking scrive: "- ma quand'anche ci fosse una sola teoria unificata possibile, essa sarebbe solo un insieme di regole e di equazioni.

  Che cos'è che infonde vita nelle equazioni e che costruisce un universo che possa essere descritto da esse? L'approccio consueto della scienza, consistente nel costruire un modello matematico, non può rispondere alle domande del perché dovrebbe esserci un universo reale descrivibile da quel modello. Perché l'universo si dà la pena di esistere? "-
( Stephen Hawking, ivi, p.196 ).

  L'eternità temporale dell'universo ( tempo che continua ) non è, dunque, una prova contro la creazione perché un universo che continua a durare nel tempo ha bisogno dell'intervento di una causa senza causa, estrinseca all'universo e al tempo.

  San Tommaso d'Aquino già sosteneva che l'eternità temporale del mondo non era una prova contro la creazione.

  Infatti il movimento delle cose che esistono è sempre progressivo perché presuppone l'esistenza del prima e del dopo e cioè del tempo che è la misura del movimento.

  Ma in Dio non esiste il prima e il dopo perché a Dio non compete il tempo ma l'eternità atemporale ( vita senza tempo ) e pertanto l'azione di Dio è istantanea e non progressiva.

  Se Dio agisse come agiscono le cose, noi vedremmo la creazione venire dopo Dio in ordine di tempo ma l'azione creativa è istantanea e quindi ciò che viene fatto è istantaneo a colui che fa: quindi il mondo non avrebbe un principio perché non ha un principio temporale l'atto assoluto di Dio.

  Nella natura non esiste esempio di moto istantaneo, però è possibile immaginarlo pensando all'effetto istantaneo che la propagazione di una luce, la cui sorgente è vicina, ha per la nostra vista. Per l'occhio umano l'illuminazione di una stanza non sembra venire in ordine di tempo dopo la
luce ma sembra istantanea alla luce stessa.

  In questo caso, come dice S. Agostino, sarebbe sempre esistito il mondo,
essendo sempre esistito colui che lo ha fatto.

                San Tommaso d'Aquino spiega:

1)       Dio ha fatto il mondo dal nulla non nel senso che lo ha fatto dopo il nulla ma nel senso che non è stato fatto con qualche altra cosa.

2)      Si dice che le cose furono create all'inizio del tempo non perché l'inizio del tempo sia misura dell'atto creativo di Dio, che non può essere misurato, ma perché il cielo e la terra sono stati creati insieme con il tempo ( cfr San Tommaso d'Aquino, Summa Teologica, I, q.46, a. 2 e 3  )

L'eternità temporale dell'universo, dunque, non è una prova contro l'esistenza di Dio.

  Inoltre, per giungere all'esistenza di Dio, la ragione può percorrere altre vie, diverse da quella consistente nel passare dal contingente al necessario.

  Un altro percorso della ragione per giungere a Dio è, ad esempio, quello della causalità efficiente.

  La causalità è un processo che parte da certe cose ( cause ) e influisce su altre ( effetti ). Noi chiamiamo con il nome di universo il processo
della causalità, cioè il processo per cui ogni cosa dipende da un'altra.

  Nell'universo ogni cosa agisce sull'altra, ogni cosa ha bisogno di un'altra, ogni cosa dipende da un'altra. Noi vediamo, ad esempio, che il
bicchiere è appoggiato sul piatto, quindi dipende dal piatto in quanto all'appoggio. Il piatto è appoggiato al tavolo, il tavolo al pavimento, il pavimento alla casa, la casa alla terra, la terra dipende dal mondo, il mondo dal sistema solare, il sistema solare da altri pianeti e questi da altri ancora.

  Se ogni cosa ha bisogno di un'altra cosa, se ogni universo ha bisogno di un altro universo, vuol dire che ogni universo non ha in sé la propria ragion d'essere, cioè non basta a se stesso: ogni ente che dipende da una causa non può essere causa di se stesso (applicazione del principio di non contraddizione ).

  Deve esistere, dunque, una prima causa non causata da altre, invisibile, misteriosa, perfettamente autonoma, trascendente tutto ciò che esiste e che chiamiamo Dio.

  Per evitare di giungere a riconoscere la necessità di una prima causa non causata da altre, possono essere formulati due ragionamenti sofistici cioè due ragionamenti falsi ma presentati in modo da apparire veri: queste scappatoie sofistiche consistono nella cosiddetta spiegazione circolare e nella serie infinita.

La spiegazione circolare è questa: per non arrivare alla prima causa, a chi mi domanda dove appoggia il bicchiere, rispondo che appoggia sul piatto e a chi mi domanda dove appoggia il piatto, rispondo che appoggia sul bicchiere.

  In realtà, così facendo, non fornisco alcuna spiegazione degli effetti che vedo perché sia il piatto che il bicchiere sono due enti destinati a
rimanere senza appoggio, cioè senza causa.

  La serie infinita consiste nell'aumentare all'infinito il numero delle cose soggette al processo di causalità ( aumentando, ad esempio, il numero dei pianeti o degli Universi che hanno bisogno gli uni degli altri )  in
modo da non arrivare mai  alla prima causa.

   In realtà, così facendo, non fornisco alcuna spiegazione degli effetti che vedo perché, un numero anche infinito di pianeti o di - piatti - che hanno bisogno gli uni degli altri è come una catena fatta di tantissimi  anelli che non trovano mai un primo appoggio, cioè una prima
causa.

  Una serie infinita di cose o di eventi ( infinità quantitativa o infinito numerico ) tra essi dipendenti è una serie che non basta a se stessa e quindi non trova al suo interno la propria causa. Infatti, se ogni ente di una serie di enti ha autonomia zero, l'autonomia totale della serie è ancora zero dato che la sommatoria di infiniti termini tutti uguali a zero è zero matematicamente.

( Bruto Maria Bruti )

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