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Ultimo Aggiornamento: 12/01/2016 21:52
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27/01/2011 19:06
 
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Il cardinale Bagnasco alla Messa conclusiva del Consiglio Cei: i sacerdoti non temano le critiche (Radio Vaticana e Sir)

Il cardinale Bagnasco alla Messa conclusiva del Consiglio Cei: i sacerdoti non temano le critiche

"Se la cultura nichilista tende a cancellare l’interiorità, i sacerdoti devono aiutare i fedeli a riscoprirla. E in questa loro missione non possono aver paura neanche delle possibili incomprensioni e delle critiche.
 
L’esempio da seguire è quello di Benedetto XVI, che ci insegna l’umiltà del tratto, la chiarezza disarmata della verità, la sapienza lucida del dialogo, la prudenza ardita dei gesti, la libertà di fronte al mondo, il coraggio che deriva dal sapersi nelle mani di Dio".

Così il cardinale Angelo Bagnasco ha chiuso il Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana (Cei), svoltosi ad Ancona. Parole, quelle del porporato, pronunciate nell’omelia della Messa che ha riunito nella Cattedrale del capoluogo marchigiano i membri del "parlamentino" della Cei e i delegati diocesani del Congresso eucaristico nazionale, presenti in questi giorni proprio ad Ancona, in vista dell’importante appuntamento di settembre.

Ai sacerdoti, ha spiegato il cardinale, spetta il compito di mantenere la professione della nostra speranza senza vacillare, in modo da rispondere all’attesa non solo della comunità cattolica, ma anche dell’intera società che esige da noi – nonostante limiti e debolezze – le parole che echeggiano quelle del Signore. Siamo richiamati e sospinti, ha aggiunto il presidente della Cei, perché la luce del nostro sacerdozio sia a servizio del mondo, si ponga in relazione con i molti ambiti della vita, e illumini circa le perenni questioni: il mistero del dolore e della morte, il senso del nostro esistere, il destino di ciascuno, la meta di questo straordinario e drammatico universo, il bene e il male morale.

Il cardinale Bagnasco ha quindi invitato tutti a lottare contro l’abitudine che scolora la vita, indebolisce la ferialità del bene, rende opaca la fede, smorza la vibrazione dell’anima davanti al mistero eucaristico. Ogni giorno – ha concluso – dobbiamo invece rinfocolare il “si” a Colui che ci ha scelti per misericordia e rivestiti del suo sacerdozio. (Da Ancona, Mimmo Muolo)

 Radio Vaticana

CARD. BAGNASCO: “NON AVER PAURA DELLE INCOMPRENSIONI E DELLE CRITICHE”

Di fronte a “una cultura nichilista ridente e triste”, i sacerdoti non devono “aver paura delle possibili incomprensioni, delle critiche”, seguendo l’esempio di Benedetto XVI, che “ci insegna l’umiltà del tratto, la chiarezza disarmata della verità, la sapienza lucida del dialogo, la prudenza ardita dei gesti, la libertà di fronte al mondo, il coraggio che deriva dal sapersi nelle mani di Dio”.
 
Lo ha detto il card. Angelo Bagnasco, nell’omelia della messa di chiusura del Consiglio permanente della Cei, che si conclude oggi ad Ancona. Ai preti, ha spiegato il cardinale, spetta il compito di “mantenere la professione della nostra speranza senza vacillare”, in modo da “rispondere all’attesa non solo della comunità cattolica, ma anche dell’intera società che esige da noi – nonostante limiti e debolezze – le parole che echeggiano quelle del Signore, che sono testimoniate da duemila anni di storia cristiana, che sono bagnate dal sangue dei martiri di ieri e di oggi”. Citando san Tommaso, il presidente della Cei ha affermato che “siamo richiamati e sospinti perché la luce del nostro sacerdozio sia a servizio del mondo, si ponga in relazione con i molti ambiti della vita, e illumini circa le perenni questioni: il mistero del dolore e della morte, il senso del nostro esistere, il destino di ciascuno, la meta di questo straordinario e drammatico universo, il bene morale”.

“Tutto ciò - ha proseguito il cardinale – fa parte dell’enigma di fondo” per cui “ogni uomo è per se stesso, enigma che può anche essere rimosso dalla coscienza collettiva” – come ad esempio la “cultura nichilista ridente e triste”, che lo “vorrebbe esorcizzare” - ma che “prima o poi ritorna incomprimibile con tutta la sua implacabile forza”. “Intensificare la nostra vita spirituale”: questo l’invito del card. Bagnasco, per il quale il compito dei pastori consiste nel “restare fedeli alla verità tutta intera, con i suoi richiami inderogabili, ma senza mai scoraggiare o, peggio, condannare l’uomo, rinchiudendolo nelle sue prigioni interiori, privandolo del futuro”.
 
“Come sacerdoti che hanno la grazia di essere ministri della riconciliazione – ha affermato il cardinale – sappiamo che le anime desiderano avere indicate le mete sublimi e senza sconti della vita cristiana, riconoscere i propri peccati, rinnovare il cammino della conversione; ma nel contempo sono, come tutti, mendicanti di misericordia e di fiducia”. Altra “tentazione” da rifuggire, secondo il card. Bagnasco, è “la tentazione di trascurare”, che non appartiene ad una Chiesa esortata dal Papa “ad un’opera di rinnovamento del cuore e della vita, come il fondamento e la condizione di ogni vera riforma”. “Siamo chiamati ad essere davanti alle nostre comunità per dare l’esempio”, ha concluso il presidente della Cei. 

Sir

Omelia del cardinale Bagnasco ad Ancona

L'umiltà e il coraggio della Chiesa



Ancona, 27. "Tutto parte dall'Eucaristia e tutto vi ritorna":  con queste parole il presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), il cardinale arcivescovo di Genova, Angelo Bagnasco, si è rivolto stamani ai vescovi e ai presbiteri presenti alla messa presieduta nella cattedrale di San Ciriaco, ad Ancona, in occasione dei lavori del Consiglio permanente dell'episcopato.

Alla celebrazione hanno assistito anche i delegati diocesani che partecipano alla riunione in preparazione al xxv Congresso eucaristico nazionale (Cen) che si terrà ad Ancona dal 3 all'11 settembre. "Ogni nostra parola, infatti, come ogni decisione e speranza - ha spiegato il cardinale - qui trovano sintesi ed efficacia". Ha sottolineato il presidente della Cei:  "Siamo anche incoraggiati a non avere paura, paura delle possibili incomprensioni, delle critiche:  ce lo testimonia nel suo magistero e nella guida spirituale il Papa Benedetto XVI, che segue con puntualità e affetto grandi la Chiesa che è in Italia, noi vescovi, i sacerdoti, le nostre comunità".

Di fronte ai rischi di una cultura nichilista, ha spiegato il cardinale, il magistero "ci insegna l'umiltà del tratto, la chiarezza disarmata della verità, la sapienza lucida del dialogo, la prudenza ardita dei gesti, la libertà di fronte al mondo, il coraggio che deriva dal sapersi nelle mani di Dio". In quanto pastori - ha concluso il presidente della Cei - "siamo richiesti di mantenere la professione della nostra speranza senza vacillare, come raccomanda la Lettera agli ebrei.
Siamo così sollecitati a rispondere alle attese non solo della comunità, ma anche dell'intera società che esige da noi, nonostante limiti e debolezze, le parole che eccheggiano quelle del Signore, che sono testimoniate da duemila anni di storia cristiana, che sono bagnate dal sangue dei martiri di ieri e di oggi".

Intanto, il Consiglio permanente della Cei, in corso ad Ancona, ha approvato il documento finale della Settimana sociale dei cattolici italiani, svoltasi a Reggio Calabria dal 14 al 17 ottobre 2010. "La questione antropologica - è scritto in una nota del sottosegretario e portavoce della Conferenza episcopale italiana (Cei), monsignor Domenico Pompili - si sta sempre più rivelando la prospettiva unificante della stessa problematica sociale" In merito alla questione antropologica, è aggiunto, "ciò suggerisce di riconoscere e accogliere quella cultura della vita e per la vita, senza della quale le enormi difficoltà economiche e sociali non potranno essere adeguatamente affrontate e superate".

Dell'esperienza scaturita dai lavori dell'assise di Reggio Calabria "si è rimarcato la presenza dei giovani e l'entusiasmo che si è diffuso e che suggerisce di continuare a tenere aperta nella comunità cristiana la riflessione intorno alla dottrina sociale della Chiesa, che ha trovato una sua puntuale attualizzazione nell'agenda di speranza per il futuro". Monsignor Pompili ha anche evidenziato che il Consiglio permanente ha dedicato una particolare riflessione al Congresso eucaristico nazionale. È stato approvato il messaggio d'invito che illustra le radici teologiche e le prospettive pastorali che scaturiscono dal mistero eucaristico.


(©L'Osservatore Romano - 28 gennaio 2011)






[Modificato da Caterina63 27/01/2011 19:08]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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