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ATTENZIONE: AVVISI IMPORTANTI ED UTILI PER I SACERDOTI

Ultimo Aggiornamento: 12/01/2016 21:52
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07/03/2011 14:45
 
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CONGREGAZIONE PER IL CLERO del Prefetto mons. Piacenza:



MESSAGGIO AI PRETI PER LA QUARESIMA 2011

Il ministero del prete, la sua “identità”, la conformità della sua vita al Vangelo, il servizio al popolo di Dio: sono gli argomenti di cui si occupa il “Messaggio ai Sacerdoti” che il Prefetto della Congregazione per il Clero, card. Mauro Piacenza, ha scritto in occasione della Quaresima 2011. Reso noto in tarda mattinata, il messaggio si apre con un appello alla “conversione”.
 
Scrive infatti il cardinale: “Il tempo di grazia, che insieme ci è dato di vivere, ci chiama ad una conversione rinnovata, come sempre nuovo è il Dono del Sacerdozio ministeriale, attraverso il quale, il Signore Gesù si rende presente nelle nostre esistenze e, attraverso di esse, nella vita di tutti gli uomini”.

“Conversione, per noi Sacerdoti, significa innanzitutto adeguare sempre più la nostra vita alla predicazione, che quotidianamente ci è dato di offrire ai fedeli, diventando, in tal modo, ‘brani di Vangelo vivente’, che tutti possono leggere ed accogliere”, prosegue il messaggio, esortando i presbiteri a conformare il cuore, la mente, gli atteggiamenti “all’immagine di Cristo Buon Pastore, che in noi è stata sacramentalmente impressa”. L’invito si estende anche a “come” essere pastori e a “che cosa” sia “necessario fare, per esserlo davvero al servizio dei fratelli”.

Nella parte centrale del messaggio, il cardinale Piacenza parla della “nuova evangelizzazione”, in riferimento alla figura del presbitero. Scrive infatti: “Un mondo scristianizzato richiede una nuova evangelizzazione, ma una nuova evangelizzazione reclama Sacerdoti ‘nuovi’, non certo nel senso della superficiale rincorsa di ogni effimera moda passeggera, ma in quello di un cuore profondamente rinnovato da ogni Santa Messa”. Rispetto a un certo “attivismo” che sembra essere oggi richiesto al clero, il cardinale suggerisce come “particolarmente urgente” sia “la conversione dal rumore al silenzio, dall’affannarci nel ‘fare’ allo ‘stare’ con Gesù, partecipando sempre più consapevolmente al Suo essere. Ogni agire pastorale deve essere sempre eco e dilatazione di ciò che il Sacerdote è!”.
 
Invita poi alla “comunione”, “con Dio e con la Chiesa, e, in essa, con i fratelli”, sottolineando che “la comunione ecclesiale si caratterizza fondamentalmente dalla coscienza rinnovata e vissuta di vivere ed annunciare la stessa Dottrina, la stessa Tradizione, la stessa storia di santità e, perciò, la medesima Chiesa”. Il cardinale insiste poi sul “modello di sicuro riferimento” che il presbitero rappresenta per i fedeli, comprendendo la sua presenza e testimonianza nella “bellezza di essere in un esodo di popolo”.

Nella parte conclusiva del Messaggio per la Quaresima, il cardinale esorta i presbiteri a convertirsi “alla partecipazione quotidiana al Sacrificio di Cristo sulla Croce”, sottolineando che il prete è chiamato “come i grandi santi, a vivere in prima persona il mistero di tale sostituzione, al servizio dei fratelli, soprattutto nella fedele celebrazione del Sacramento della Riconciliazione, cercato per se stessi e generosamente offerto ai fratelli, unitamente alla direzione spirituale”.

Dopo aver notato come oggi sia particolarmente urgente “portare la luce della sapienza evangelica ed ecclesiale nelle contemporanee circostanze”, il messaggio si chiude considerando “la fatica” e “l’esperienza di essere pochi rispetto alle necessità della Chiesa”. “Ma – ammonisce – se non ci convertiamo, saremo sempre meno, perché solo un sacerdote rinnovato, convertito, ‘nuovo’ diviene strumento, attraverso il quale, lo Spirito chiama i nuovi sacerdoti”.




il testo integrale:

Carissimi Confratelli,

Il tempo di grazia, che insieme ci è dato di vivere, ci chiama ad una conversione rinnovata, come sempre nuovo è il Dono del Sacerdozio ministeriale, attraverso il quale, il Signore Gesù si rende presente nelle nostre esistenze e, attraverso di esse, nella vita di tutti gli uomini.

Conversione, per noi Sacerdoti, significa innanzitutto adeguare sempre più la nostra vita alla predicazione, che quotidianamente ci è dato di offrire ai fedeli, diventando, in tal modo, “brani di Vangelo vivente”, che tutti possono leggere ed accogliere.

Fondamento di un tale atteggiamento è, senza dubbio, la conversione alla propria identità: dobbiamo convertirci a ciò che siamo! L’identità, ricevuta sacramentalmente ed accolta dalla nostra umanità ferita, domanda la progressiva conformazione del nostro cuore, della nostra mente, dei nostri atteggiamenti, di tutto quanto noi siamo all’immagine di Cristo Buon Pastore, che in noi è stata sacramentalmente impressa.

Dobbiamo entrare nei Misteri che celebriamo, specialmente nella Santissima Eucaristia, e farci plasmare da essi; è nell’Eucaristia che il Sacerdote riscopre la propria identità! È nella celebrazione dei Divini Misteri che si può scorgere il “come” essere pastori e il “che cosa” sia necessario fare, per esserlo davvero al servizio dei fratelli.

Un mondo scristianizzato richiede una nuova evangelizzazione, ma una nuova evangelizzazione reclama Sacerdoti “nuovi”, non certo nel senso della superficiale rincorsa di ogni effimera moda passeggera, ma in quello di un cuore profondamente rinnovato da ogni Santa Messa; rinnovato secondo la misura della carità del Sacratissimo Cuore di Gesù, Sacerdote e Buon Pastore.

Particolarmente urgente è la conversione dal rumore al silenzio, dall’affannarci nel “fare” allo “stare” con Gesù, partecipando sempre più consapevolmente al Suo essere. Ogni agire pastorale deve essere sempre eco e dilatazione di ciò che il Sacerdote è!

Dobbiamo convertirci alla comunione, riscoprendo ciò che essa realmente è: comunione con Dio e con la Chiesa, e, in essa, con i fratelli. La comunione ecclesiale si caratterizza fondamentalmente dalla coscienza rinnovata e vissuta di vivere ed annunciare la stessa Dottrina, la stessa Tradizione, la stessa storia di santità e, perciò, la medesima Chiesa. Siamo chiamati a vivere la Quaresima con profondo senso ecclesiale, riscoprendo la bellezza di essere in un esodo di popolo, che include tutto l’Ordine sacerdotale e tutta la nostra gente, che ai propri Pastori guarda come a modello di sicuro riferimento e da essi attende rinnovata e luminosa testimonianza.

Dobbiamo convertirci alla partecipazione quotidiana al Sacrificio di Cristo sulla Croce. Come Egli disse e realizzò perfettamente quella sostituzione vicaria, che ha reso possibile ed efficace la nostra Salvezza, così ogni sacerdote, alter Christus, è chiamato, come i grandi santi, a vivere in prima persona il mistero di tale sostituzione, al servizio dei fratelli, soprattutto nella fedele celebrazione del Sacramento della Riconciliazione, cercato per se stessi e generosamente offerto ai fratelli, unitamente alla direzione spirituale, e nella quotidiana offerta della propria vita in riparazione dei peccati del mondo. Sacerdoti serenamente penitenti davanti al Santissimo Sacramento, capaci di portare la luce della sapienza evangelica ed ecclesiale nelle contemporanee circostanze, che paiono sfidare la nostra fede, divengono in realtà autentici profeti, capaci, a loro volta, di lanciare al mondo l’unica autentica sfida: quella del Vangelo, che chiama a conversione.

Talvolta, la fatica è davvero molta e facciamo l’esperienza di essere pochi, rispetto alle necessità della Chiesa. Ma, se non ci convertiamo, saremo sempre meno, perché solo un sacerdote rinnovato, convertito, “nuovo” diviene strumento, attraverso il quale, lo Spirito chiama i nuovi sacerdoti.

Alla Beata Vergine Maria, Regina degli Apostoli, affidiamo questo cammino quaresimale, implorando dalla Divina Misericordia, che sul modello della Madre celeste, anche il nostro cuore sacerdotale divenga “Refugium peccatorum”.

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Il diavolo non è un «simbolo» ma una «persona»

Nina Fabrizio

ROMA

Il diavolo non è un «simbolo» ma una «persona», che genera il male nella società e negli individui perché «è l'omicida fin dal principio». Per questo la Chiesa ha deciso di rilanciare, anche con una certa «dignità di studi», la figura del prete esorcista e va archiviando la stagione del demonio come «metafora». Riscuotendo, tra l'altro, «grande interesse e attenzione» da parte dei giovani sacerdoti.

È quanto spiega all'Ansa, don Gabriele Nanni, che sarà uno dei principali relatori al corso «Esorcismo e preghiera di liberazione» promosso dall'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum e giunto alla sesta edizione.
Una settimana di studi approfonditi e di carattere multidisciplinare, a partire da lunedì prossimo, che affronteranno il tema di Satana sotto molteplici profili, da quello teologico, a quello psichico, a quello giuridico, a quello canonico. Oggi come ieri, premette don Nanni, con alle spalle una lunga esperienza di esorcista, è necessario combattere il demonio. «La lotta contro il maligno – afferma – va di pari passo con l'evangelizzazione visto che, come dice l'evangelista Giovanni, Gesù è venuto per distruggere l'opera del demonio soprattutto attraverso il suo sacrificio eucaristico volto a introdurre l'uomo nella salvezza. Questo è sempre stato e dovrebbe essere ripreso in modo un po' più coerente nella Chiesa». In effetti, nel mondo ecclesiastico, osserva l'esorcista e docente, «c'è una ripresa dell'attività degli esorcisti, anche come cultura», mentre, aggiunge, «noto maggiore interesse e apertura in tanti sacerdoti giovani: è come se fosse passata una stagione culturale che vedeva il demonio come una metafora».

Don Nanni torna indietro agli anni 70 quando alcune affermazioni di Paolo VI – peraltro ripubblicate nei giorni scorsi dall'Osservatore Romano in coincidenza con l'uscita sugli schermi del film «Il rito» – ricordarono la presenza e il pericolo del diavolo come ente personale «perverso e pervertitore». Papa Montini, rileva, ne parlò «proprio in quegli anni in cui ci fu tutta una frangia di teologi che non seguivano attentamente il magistero della Chiesa e che cominciavano a negare l'esistenza del demonio come persona ma lo riducevano a un simbolo».






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per l'occasione Quaresimale vi consigliamo, cari Sacerdoti, di sfogliare anche queste pagine:

Messaggio di Benedetto XVI per la Quaresima 2011 e qui Meditazioni e Preghiera per questo Tempo Liturgico

La Pia Pratica della VIA CRUCIS (storia e Preghiera)

L' ESAME DI COSCIENZA.......e la preparazione per una buona Confessione dei peccati!


[Modificato da Caterina63 23/03/2011 12:11]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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