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LA CHIESA CONDANNA LA MASSONERIA

Ultimo Aggiornamento: 09/03/2016 19:35
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Da: Soprannome MSN7978Pergamena  (Messaggio originale)Inviato: 19/07/2003 17.08

Alleanza Cattolica
aree tematiche

Mons. Josef Stimpfle, Quaderni di "Cristianità", anno II, n. 4, primavera 1986, pp. 45-67
(
presentazione editoriale)


La Chiesa cattolica e la massoneria. La commissione per il dialogo ha chiarito la decisiva questione


Sulla rivista Stimmen der Zeit padre Reinhold Sebott S.J. ha scritto un articolo dal titolo La scomunica della Chiesa contro i massoni è abolita (1). Poiché alcune affermazioni di questo articolo sono errate, si rende necessaria una rettifica.

Da quando la Gran Loggia di Londra fu fondata attraverso l’unione di quattro logge nella capitale britannica, il 24 giugno 1717, e da quando la massoneria apparve pubblicamente con la Costituzione di Anderson nel 1723, vi sono stati contrasti con la Chiesa cattolica. Alla bolla di Clemente XII del 1738 seguirono numerose altre condanne da parte dell’autorità statale ed ecclesiastica. Ora, questa valutazione della massoneria fatta dalla Chiesa era basata su un errore? Le condanne ecclesiastiche sono state giudizi sbagliati? Avevano forse un significato solo in passato e oggi, quindi, sono superate? La massoneria ha avuto mutamenti così fondamentali da permettere che Chiesa e massoneria possano giungere a un accordo, e i cattolici possano aderire senza problemi a una loggia? Le domande non sono certamente nuove. Tuttavia, a partire dal Concilio Vaticano II sono state riproposte con crescente urgenza. Da allora non poco è stato intrapreso fra cattolici e massoni con l’intenzione di chiarire queste questioni.


Tentativi inutili 

La maggior parte dei tentativi, però, si è interrotta all’inizio oppure si è limitata a elementi superficiali. Essi, quindi, non hanno portato a un giudizio solido e sicuro. I pareri espressi in proposito o i documenti approvati possono valere solamente come dimostrazioni della buona volontà di far sì che al posto dei vecchi contrasti vi sia spazio per il dialogo attuale e per l’intesa. Su questa linea sta soprattutto la Dichiarazione di Lichtenau, che afferma essere assolutamente senza problemi l’appartenenza di cattolici alla massoneria. Essa fu sottoscritta a Lichtenau il 5 luglio 1970 da nove massoni e da tre cattolici, monsignor de Toth e i professori Schwarzbauer e Vorgrimler. Quale valore le si deve attribuire? Padre Sebott scrive: "La Dichiarazione di Lichtenau del 1970 mise da parte una serie di ostacoli e di equivoci che esistevano fra la Chiesa e la massoneria" (2).

La commissione per il dialogo, nominata dalla Conferenza Episcopale Tedesca, non avrebbe potuto accettare la Dichiarazione di Lichtenau? Padre Sebott deplora che nel testo sui massoni della Conferenza Episcopale Tedesca la Dichiarazione di Lichtenau non sia menzionata.

La Dichiarazione ha però dato adito ad alcuni errori. Si afferma così che i membri della commissione che sottoscrissero la Dichiarazione di Lichtenau furono nominati dalla Congregazione per la Dottrina della Fede. L’allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, cardinale Seper, ha dichiarato al riguardo che la sua Congregazione non ha né nominato i membri della suddetta commissione, né ha approvato la Dichiarazione di Lichtenau. È certo che questa dichiarazione intendeva indurre a suo tempo Papa Paolo VI a modificare il giudizio della Chiesa sulla massoneria. 

"Si raggiunse piena unanimità sul fatto di denominare il documento Dichiarazione di Lichtenau [...] e di considerarlo strettamente confidenziale, riservato solamente al Papa e ai due cardinali König e Seper, cioè alla Congregazione per la Dottrina della Fede, allora guidata dal cardinale Seper" (3), scrive Kurt Baresch, uno dei sottoscrittori. Ciò sarebbe in relazione con un desiderio di Paolo VI, perché questi "avrebbe fatto capire che sarebbe stato molto felice se da parte dei massoni, per lo meno di quelli della linea inglese, fosse pubblicata in una qualunque forma una dichiarazione alla quale ci si potesse riferire per fondare un nuovo esame della questione e per fornire i presupposti affinché, su questa base o in seguito a una tale dichiarazione, si delineassero nuovi tentativi di soluzione" (4). Tuttavia i tentativi del "patriarca" della massoneria tedesca, il Gran Maestro dottor Vogel, di giungere a una tale dichiarazione fallirono a Londra e ovunque. In seguito a ciò, invece del documento desiderato i massoni decisero di sottoporre al Papa una dichiarazione con firme di massoni e di cattolici. A questo scopo venne elaborata la Dichiarazione di Lichtenau. Essa non ha mai ottenuto un riconoscimento ufficiale da parte della Chiesa.

La Dichiarazione di Lichtenau era fin dall’inizio a disposizione della commissione per il dialogo, la quale ha condotto i colloqui con i massoni per conto della Chiesa nell’area di lingua tedesca. A conferma, proprio il principale autore della Dichiarazione di Lichtenau fu membro di parte massonica della commissione per il dialogo — in tutto, alla commissione tedesca per il dialogo furono chiamati tre firmatari della Dichiarazione. Nelle sedute comuni della commissione egli riconobbe e indicò molto francamente le debolezze di questa dichiarazione.

Essa non è servita per nulla a rispondere alla questione posta. Alla base della Dichiarazione non vi fu un’analisi vera e propria delle questioni, come avvenne poi nella commissione tedesca per il dialogo. Quindi, la dichiarazione non poté offrire alcuna base solida per un giudizio sul rapporto della Chiesa cattolica con la massoneria.

Lo stesso vale per gli incontri e per le riunioni fra il 1976 e il 1980, in cui "cattolici e massoni ebbero l’occasione di conoscersi meglio" (5). E quando, infine, padre Sebott dice, a proposito di due trasmissioni radiofoniche, che "promisero bene anche le due interviste sui massoni trasmesse dalla radio vaticana il 27 gennaio 1980 e il 2 marzo 1980" (6), pure questa affermazione deve essere rettificata.

I programmi trasmessi dalla radio vaticana — i quali, anche se con una diversa argomentazione, sostenevano un’ammissibilità di cattolici nella massoneria, soprattutto facendo riferimento a una lettera del cardinale Seper del 19 luglio 1974 — poterono essere falsamente interpretati come presa di posizione ecclesiastica ufficiale, poiché furono trasmessi alla radio vaticana. Questo fatto ha indotto il cardinale Seper a una rettifica. Al cardinale fu anche chiesto da parte della commissione per il dialogo che cosa pensasse di quelle trasmissioni. Egli ha contraddetto totalmente il loro contenuto.

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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 19/07/2003 17.13

Come ha lavorato la commissione ufficiale 

Per giungere a una risposta solida, impegnativa, corrispondente alla piena responsabilità di fronte alla verità e ai fedeli, nel giugno del 1974 la Conferenza Episcopale Tedesca ha finalmente istituito, per incarico della Santa Sede, una commissione ufficiale per il dialogo. Questa si è riunita con una commissione ufficiale per il dialogo delle Grandi Logge Unite di Germania per giungere a una chiarificazione definitiva, in uno sforzo comune e in piena franchezza, con l’approfondimento dovuto e senza fretta. A questa commissione appartenevano da entrambe le parti esperti e altri potevano essere associati in ogni momento. Alla commissione dell’episcopato fu concesso di buon grado da parte dei massoni di prendere visione di documenti e di rituali che non sono accessibili al pubblico, ma che sono molto utili e anzi indispensabili per una giusta valutazione. Padre Sebott tenta poi di squalificare questi colloqui: "Se i massoni credevano a un dialogo e a trattative vere e proprie, la Conferenza Episcopale Tedesca definiva espressamente da parte sua la faccenda un "procedimento di esame"" (7).

Questa osservazione è da ricondurre solamente a una scarsa conoscenza dei fatti.

Naturalmente, all’inizio fu stabilito chiaramente il compito che era stato affidato alla commissione dalla conferenza episcopale e dalle Grandi Logge Unite, poi fu anche messo per iscritto insieme:

— accertamento dei mutamenti all’interno della massoneria in Germania;

— esame della compatibilità dell’appartenenza contemporanea alla Chiesa cattolica e alla massoneria;

— in caso di risposta affermativa alle suddette questioni, preparazione a mezzo stampa dell’opinione pubblica alla mutata situazione.

Durante i colloqui la parte massonica non si è mai lamentata del modo di procedere, anzi, entro certi limiti, ha contribuito di buon grado a svolgere il compito stabilito. Essa ha anche risposto a domande insistenti e ripetute, ma si è ostinatamente rifiutata di fornire le informazioni richieste sui gradi alti della massoneria. Si può solo chiedere a padre Sebott a che cosa si sarebbe poi dovuto giungere di diverso dalla risposta esatta alle questioni che erano stata fissate all’inizio. Questo avvenne sotto forma di dialogo. Che senso avrebbe avuto l’impresa, se non fosse servita a esaminare e a chiarire queste questioni fondamentali? Anzi, entrambe le parti esigevano proprio che si facesse fronte a questo impegno. Quindi, il rimprovero che padre Sebott e già altri prima di lui avevano sollevato, non tiene conto del compito, del significato e dello scopo dell’impresa. Quando padre Sebott dice che i colloqui della commissione ufficiale dal 1974 al 1980 "si svolgevano sotto una stella molto sfortunata" (8), ciò vale certamente solo se riferito alle sue aspettative.


La stella dei vescovi

La stella dei vescovi tedeschi era la "stella del mattino" che, come testimonia la Sacra Scrittura, illumina i cuori dei credenti (cfr. 2 Pt. 1, 19), Cristo stesso, la luce della verità rivelata della nostra fede. La stella dei massoni era quella stella a cinque punte che risplende nel tempio massonico al di sopra del Maestro della loggia e illumina i massoni come la "stella fiammeggiante". "È il simbolo dello spirito risvegliato e maturo" (9). "Essi seguono la sua luce eterna nel male e nei pericoli della vita fino alla causa prima dell’essere" (10).

I colloqui dovevano servire unicamente a elaborare il giudizio riguardo alle tre questioni che i partecipanti al dialogo avevano stabilito insieme. Doveva essere determinante unicamente quanto veniva addotto dai massoni nei colloqui, prescindendo da giudizi e da condanne precedenti. I colloqui iniziarono in un clima franco e privo di pregiudizi.

Attraverso un accurato approfondimento del dialogo, un esame penetrante dei documenti menzionati e le dichiarazioni degli interlocutori massoni, si è giunti, dopo un lavoro pluriennale, a individuare e a identificare le concezioni e i princìpi massonici in un modo tanto chiaro che resta fuori di ogni dubbio la loro insuperabile contrapposizione alla vita cristiana e ai princìpi fondamentali della fede rivelata cristiana.

J. Oberheide, citato da padre Sebott, credette che la dichiarazione sulla massoneria fatta il 17 febbraio 1981 dalla Congregazione romana per la Dottrina della Fede fosse stata una stoccata alla dichiarazione della Conferenza Episcopale Tedesca (11). Non è così, perché la dichiarazione ingiunse di nuovo l’invariata validità del vecchio can. 2335, quindi della scomunica della massoneria. La commissione della conferenza episcopale ha lavorato mantenendo un contatto costante con il cardinale Seper, il quale ha riconosciuto il risultato ottenuto dalla commissione stessa. Il decreto del 1981 non può essere interpretato in nessuno dei suoi termini come contrario alla dichiarazione della Conferenza Episcopale Tedesca. Anche padre Seeber — citato in seguito da padre Sebott (12) — ritenne possibile che questo decreto fosse stato rivolto contro la Conferenza Episcopale Tedesca, poiché esso dava un giudizio globale che Roma voleva riservare a sé (13). Egli però ignora il fatto che Roma si è riservata un tale giudizio generale "che implichi deroghe alle suddette norme", come dice il decreto stesso. Una cosa del genere non è stata però argomento della dichiarazione della conferenza episcopale.

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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 19/07/2003 17.21

La "machinatio" 

La lotta della massoneria contro la Chiesa, la machinatio, veniva solitamente indicata come causa dell’incompatibilità con la Chiesa. Questo termine lo si trovava anche nel divieto di aderire alla massoneria riportato nel Codex Iuris Canonici del 1917. Chiarire il problema se la massoneria conducesse effettivamente una lotta contro la Chiesa oppure no, non era però assolutamente necessario per comprendere l’incompatibilità; quindi, non è stato neppure oggetto della commissione di ricerca.

Padre Sebott scrive: "In alcuni ambienti ecclesiastici è evidentemente diffusa l’idea di un "complotto mondiale" massonico o di una "Anti-Chiesa"" (14). Si deve evidenziare, invece, che nella dichiarazione della conferenza episcopale non si allude neppure lontanamente a un’idea simile; si ebbe a che fare con massoni che si dimostrarono interessati a un’intesa con la Chiesa. Ma se è padre Sebott a intavolare la questione, allora non si può ignorare che i massoni stessi ancora oggi, ossia anche dopo il Vaticano II, prendono assolutamente coram populo posizione contro la Chiesa. Nel 1848 Garnier-Pagès aveva dichiarato: "La repubblica è radicata nella massoneria e la massoneria è la repubblica-ombra". Centovent’anni dopo — quindi dopo il Vaticano II — un Gran Maestro dei massoni, Jacques Mitterrand, ha ripreso questa frase e ha aggiunto: "Questo non significa solamente operare per il diritto di autodeterminazione, che è la regola da noi posta, significa anche servire la repubblica, e nel nostro mondo occidentale questo esige anche la rivolta contro le forze della reazione, come sono personificate dalla Chiesa cattolica romana. Noi non ci accontentiamo di essere nei nostri templi la repubblica-ombra, noi siamo contemporaneamente l’Anti-Chiesa" (15).

Quando padre Sebott parla dello "scalpore in Italia per la cosiddetta loggia massonica illegale e irregolare "Propaganda 2"" (16), anche a questo riguardo vi è da colmare un vuoto di informazione.


Occultamento completo 

In proposito non si può parlare di una "cosiddetta" loggia massonica. Sulla rivista dei gesuiti La Civiltà Cattolica, alla quale tanto poco quanto a padre Sebott può essere rimproverata una tendenza ostile alla massoneria, in un ampio articolo si dimostra la legittimità massonica di quella loggia (17). La loggia P2 fu fondata nel 1875 dal famoso Gran Maestro Adriano Lemmi. Già allora faceva parte della sua finalità occultare completamente l’affiliazione massonica dei suoi membri — uomini politici e civili —, ossia anche nei confronti di tutti gli altri massoni.

Infatti era sempre proprio il Gran Maestro, in persona oppure tramite un suo delegato con il titolo di Gran Maestro Aggiunto, a procedere all’ammissione dei membri. Dal 1961 al 1970 questo Gran Maestro Aggiunto fu Ascarelli, il delegato del Gran Maestro Gamberini (18). E fu proprio lo stesso Gran Maestro Gamberini a disporre, nel 1967, che Licio Gelli passasse dalla loggia Romagnosi alla loggia P2. In quell’occasione egli scrisse a ogni membro: "Sono lieto di informarti che la P2 è stata adeguatamente ristrutturata in base alle esigenze del momento oltre che per renderla più funzionale, anche, e soprattutto, per rafforzare ancor più il segreto di copertura indispensabile per proteggere tutti coloro che per determinati motivi particolari, inerenti al loro stato, devono restare occulti" (19). In occasione di una ristrutturazione della loggia P2, della quale Gelli fu incaricato dal Gran Maestro nel 1975 e della quale venne nominato Maestro Venerabile, egli scrisse ai membri: "Rimangono invariate le sue peculiari caratteristiche, che […] trovano il loro nucleo nelle originarie consuetudini fra le quali quella della riservatezza, che, mai infranta, è necessario fondamento del nostro lavoro" (20).


La loggia P2 fa parte della massoneria 

Non si può dunque assolutamente sostenere che la loggia P2 fosse solo una "cosiddetta" loggia massonica. Essa aveva tutte le caratteristiche necessarie delle altre 496 logge del Grande Oriente d’Italia, e inoltre aveva anche un legame del tutto particolare con il Gran Maestro, che per più di cento anni è stato contemporaneamente Maestro Venerabile di questa loggia e che ha fissato l’attuale compito di questa loggia. Nel 1981 la riunione della Gran Loggia, in occasione della quale il parlamento massonico del Grande Oriente d’Italia — composto dai 496 Maestri Venerabili — si riunì formalmente (21), trattò il caso della loggia P2 mentre le indagini della polizia erano già in corso e l’archivio della loggia era già stato sequestrato. Allora, "malgrado i sospetti e le accuse connessi [...] [a] clamorose vicende italiane degli ultimi anni, la P2 è uscita indenne dal giudizio del vertice della massoneria" (22).

Il Grande Oriente d’Italia è riconosciuto dal mondo massonico, e ha sia i gradi azzurri giovanniti, sia il sistema dei gradi alti. Non resta alcun dubbio: se quella riunione della Gran Loggia, il massimo organo del Grande Oriente italiano, ha riconosciuto la loggia P2 come loggia regolare, è incomprensibile che padre Sebott non riconosca la qualità massonica di questa loggia.

A questo punto, per chiarezza, è necessaria ancora un’osservazione a proposito del Gran Maestro Gamberini, il quale si presentò come interlocutore della Chiesa da parte della massoneria. Per la sua responsabilità e la sua collaborazione nella loggia P2, dopo lo scandalo attorno a questa loggia ci si deve proprio chiedere se Gamberini possa presentarsi a buon diritto come difensore della filantropia e della beneficenza e se la sua testimonianza che la massoneria non è una società segreta sia attendibile. Un "alleato" di padre Sebott nel campo pubblicistico, don Esposito, proprio sul punto ha ugualmente dimostrato di possedere una conoscenza solo superficiale della massoneria e in particolare della loggia P2, perché altrimenti non sarebbe assolutamente avvenuto il fatto seguente: "Savona, 17-8-1969 (KathPress). Per la prima volta nella storia della vita spirituale in Italia si sono incontrati per un colloquio ufficiale un rappresentante del massonismo italiano e un rappresentante della Chiesa cattolica in Italia: il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, capo supremo della massoneria italiana, il professor Giordano Gamberini (Ravenna) e il sacerdote cattolico Rosario Esposito (Napoli) hanno discusso pubblicamente in un teatro della città della Riviera, Savona, sul tema: La massoneria oggi. Alla manifestazione, che è stata caratterizzata da un clima di reciproco rispetto, hanno partecipato circa mille persone, fra le quali circa 400 massoni provenienti da tutte le parti d’Italia. Rosario Esposito, autore di un ampio studio sulla massoneria in Italia — che prossimamente apparirà in quarta edizione —, nel suo intervento nella discussione si è preoccupato innanzitutto di mostrare i punti di contatto fra il massonismo e il cattolicesimo. Egli ha manifestato il desiderio di un abbraccio fraterno che permetterebbe di percorrere insieme un gran tratto di strada.

"Il professor Gamberini, nella sua risposta, ha corretto l’opinione del sacerdote secondo cui la massoneria non sarebbe mai stata la nemica della Chiesa: "Mi spiace dover ricordare che i massoni [...] hanno combattuto la Chiesa incolpandola di intolleranza nei campi della filosofia, dell’etica e dell’educazione"" (23).

Don Esposito dovrebbe pensare che i contrasti rimangono, perché fa addirittura parte della natura della Chiesa assumere posizioni che alla massoneria appaiono intolleranti. Si pensi soltanto al divieto dell’aborto. I massoni hanno combattuto subito questo divieto e hanno cercato di porre l’aborto sullo stesso piano dei diritti dell’uomo (24).

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Consiglia  Messaggio 4 di 10 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 19/07/2003 17.23

Sul modello del culto di Mitra 

Per quanto riguarda la machinatio, si è sempre dato rilievo a una certa differenza fra le logge del mondo e si è fatta una divisione in logge favorevoli, neutrali oppure ostili nei confronti della Chiesa. Si pensava anche che ai cattolici fosse proibita solamente l’adesione alle ultime. A questo riguardo si deve dire che la massoneria tedesca, con i cui incaricati sono state condotte le trattative, si considera "favorevole alla Chiesa". Nei documenti che essa ha presentato non è stata notata alcuna machinatio. Ma anche in questa massoneria "favorevole alla Chiesa" sono stati identificati ostacoli insormontabili. Già per questo motivo il giudizio ecclesiastico pubblicato dopo la conclusione dei colloqui dimostra di essere valido non solo per la Germania. L’indagine ha portato a riconoscere che, nonostante tutte le differenze delle logge in altri paesi, i documenti decisivi che portano necessariamente a riconoscere l’inconciliabilità, cioè i rituali dei primi tre gradi, sono obbligatori in tutte le logge massoniche di tutto il mondo. L’universalità su questo punto è stata ammessa anche dai massoni. Anche padre Dierickx S.J. l’ha riconosciuto in un libro elogiato dai massoni (25). Sostanzialmente simile ovunque è anche l’organizzazione dei templi delle logge dei tre gradi inferiori.

In questo contesto è interessante quanto ha portato di nuovo la ricerca nel campo delle antiche religioni misteriche. In una delle opere storiografiche più recenti relative al tema si dice: "Notiamo, per inciso, che la disposizione del moderno Tempio massonico è del tutto e per tutto identica a quella dei templi mithraici" (26). Nonostante una conoscenza frammentaria dei riti di iniziazione, si può dire "che alcuni dei suoi elementi prefigurano aspetti che si ritroveranno nell’iniziazione massonica" (27).

Si osservi cosa viene detto al massone già nel momento in cui viene accolto nel primo grado: "Luce e tenebra, vita e morte sono solo apparentemente opposti irriducibili. All’iniziato si rendono riconoscibili come parti di una più grande totalità. Qui ci viene incontro la primordiale sapienza misterica dell’equilibrio delle forze e del segreto della vita in esso celato. Nello spirito degli uomini giunti al grado di Maestro l’elemento passivo e quello attivo devono fondersi nell’armonia delle sfere. Allora il sole, la luna e il Maestro governano la loggia" (28).

Indipendentemente dalla questione dell’ostilità alla Chiesa, le osservazioni della Conferenza Episcopale Tedesca hanno esaminato un campo ancora più fondamentale, che riguarda la fede, la spiritualità e l’impostazione cristiana della vita. Non importa neppure che si metta in opera una machinatio, oppure che essa venga espressamente esclusa e che si manifesti amicizia nei confronti della Chiesa, rimane l’insanabile contrasto nei princìpi fondamentali, che comporta una messa in discussione molto più profonda, anzi una distruzione della vita che deriva dalla fede cristiana. Questa machinatio di tipo massimamente intensivo è più pericolosa della machinatio aperta ed esteriore, perché porta via fedeli e mina la pretesa di verità della Chiesa.


La questione della verità 

Dalla massa dei problemi analizzati — dei quali naturalmente solo una parte è stata inserita nella dichiarazione pubblica della conferenza episcopale — deve essere scelto un punto che mostra questo contrasto fondamentale: si tratta della posizione totalmente diversa nei confronti della verità. Nei colloqui la massoneria ha definito il rifiuto assoluto di ogni verità oggettivamente valida come suo tratto caratteristico peculiare. Questo rifiuto sarebbe fondato sulla assoluta autodeterminazione dell’uomo. L’uomo, la dignità dell’uomo e la completa autodeterminazione dell’uomo stanno al centro. Ciò che riguardo a questo punto di vista è emerso in sei anni di lavoro dalla massa dei testi presentati e anzitutto dai documenti decisivi, inclusi i rituali, non può essere sintetizzato meglio di come è stato espresso proprio da parte massonica: "La loro [quella massonica] concezione può essere ricavabile in modo induttivo dai simboli, dai rituali e così via, ed è in stretto rapporto con la concezione della filosofia più recente. Il suo atteggiamento di base è relativistico" (29). Anche se si potrebbe sostenere che il relativismo non viene imposto sotto forma di dogma, i massoni stessi attestano esservi una concezione simbolica relativistica: "[...] il valore relativizzante di una tale comunità morale-rituale, lungi dal poter essere eliminato, risulta al contrario determinante" (30).

L’Internationales Freimaurer-Lexikon approfondisce ulteriormente questo concetto con la seguente affermazione: "Il punto di vista della massoneria riguardo al problema del mondo e dell’umanità si deduce dal relativismo. Nel suo simbolismo e nei suoi rituali appare chiaramente l’atteggiamento relativistico" (31). Per questo, chi vuole essere ammesso dovrebbe essere un uomo "che possiede quell’intima libertà di pensiero che non conosce sottomissione a dogmi e a passioni" (32).

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