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Festa dell'Annunciazione e Consacrazione a Maria (meditazione e preghiera)

Ultimo Aggiornamento: 24/03/2011 19:31
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Atto di Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria

Carissimi fratelli (e sorelle), vi presento le parole dell'Atto di Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria che, a Dio piacenndo, risuoneranno il prossimo 3 ottobre nella basilica di San Luca a Bologna, al termine della S. Messa Gregoriana cantata. Pubblico il testo perché chi non può intervenire possa spiritualmente unirsi ai presenti: sì Vis unita fortior! Chiediamo alla nostra Madre celeste di accelerare i tempi del trionfo del Suo Cuore Immacolato, solennemente promesso a Fatima. Questo trionfo non escluderà certo la Santa Messa. "Ma quando e come avverrà tutto questo?... Dio solo lo sa. Compito nostro è di tacere, pregare, sospirare e attendere: «Ho sperato: ho sperato nel Signore»" (Trattato della vera devozione a Maria § 59). d. A.M.


Atto di Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria
dei fedeli dell'Emilia Romagna che si avvalgono della lettera motu proprio data «Summorum Pontificum»

"Ti saluto […] Maria Immacolata vivo tempio di Dio! In te l'eterna Sapienza si nasconde per essere adorata dagli angeli e dagli uomini. Ti saluto, Regina dell'universo! Tu governi tutto quanto è sottomesso alla sovranità di Dio. Ti saluto, sicuro rifugio dei peccatori! Tu sei per tutti asilo di misericordia.

Ascolta i miei desideri di ricevere la divina Sapienza e accogli a tal fine le promesse e i doni che la mia pochezza ti offre.

Io... peccatore infedele, rinnovo e ratifico oggi nelle tue mani le promesse del mio battesimo. Rinuncio per sempre a Satana, alle sue seduzioni e alle sue opere, e mi dono interamente a Gesù Cristo, Sapienza incarnata, per portare ogni giorno la mia croce ed essergli più fedele per l'avvenire. Ti affido e consacro come schiavo d'amore corpo e anima, beni spirituali e materiali e il valore stesso delle mie buone opere passate, presenti e future. Ti lascio pieno diritto di disporre di me e di tutto quanto possiedo, senza eccezioni, alla maggior gloria di Dio per il tempo e per l'eternità" [1] .

Ora siccome credo fermamente che Tu, "vedendo il dono di chi si offre tutto a te per onorarti e servirti, o Madre di dolcezza e di misericordia, non ti lasci mai vincere in amore e generosità, ma sommergi colui che a Te si dona nell'abisso delle tue grazie" [2], quest'oggi ardisco chiederti:

(i fedeli possono a questo punto chiedere privatamente alla Madonna alcune grazie)

"Accogli, Vergine benigna, questa umile offerta della mia schiavitù. Con essa intendo onorare e imitare la volontaria sottomissione di Cristo alla tua maternità. Intendo ancora rendere omaggio al potere che l'uno e l'altra avete su di me, povera creatura e misero peccatore. E ringrazio l'augusta Trinità dei doni che ti ha elargiti. Prendo il deciso impegno di lavorare d'ora in poi, come tuo vero schiavo, per il tuo onore e di obbedirti in tutto. O Madre mirabile, presentami tu stessa al tuo amatissimo Figlio come suo eterno schiavo. Egli, che mi ha redento per tuo mezzo, ancora mediante te mi riceva. Madre misericordiosa, ottienimi la grazia della vera Sapienza di Dio. Mettimi pertanto tra coloro che tu ami, istruisci, guidi, nutri e proteggi come tuoi figli e schiavi d'amore. Vergine fedele, rendimi in ogni cosa un perfetto discepolo, imitatore e schiavo della Sapienza incarnata, Gesù Cristo, tuo Figlio. Per la tua intercessione e a tuo esempio, giungerò alla pienezza della sua età in terra e della sua gloria in cielo. Amen [3]".

con approvazione ecclesiastica

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[1] San Luigi M. Grignion de Montfort, L'amore dell'Eterna Sapienza §§ 224-225.

[2] Cf. San Luigi M. Grignion de Montfort, Trattato della vera devozione a Maria § 144.

[3] San Luigi M. Grignion de Montfort, L'amore dell'Eterna Sapienza § 226.





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Si tenga in considerazione anche quanto segue:

8 Maggio e 7 Ottobre SUPPLICA ALLA MADONNA DEL ROSARIO

COMBATTERE I VIZI, PRATICARE VIRTU' E OPERE DI MISERICORDIA

CAMMINO SPIRITUALE (Sintesi dell'opera di S.Giovanni della Croce)

SACRO CUORE DI GESU' (Preghiere, Meditazioni, Riflessioni)

Benedetto XVI: SILENZIO E CONTEMPLAZIONE


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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23/03/2011 00:26
 
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[SM=g1740738] Approfondiamo la Festa dell'Annunciazione attraverso la Catechesi del santo Padre Benedetto XVI

Il canto è tratto dallo Stabat Mater dal verso:

Vidit suum dulcem natum
moriéntem desolátum,
dum emísit spíritum.


Vide il suo dolce Figlio
che moriva, abbandonato da tutti,
mentre esalava lo spirito.

Movimento Domenicano del Rosario
www.sulrosario.org
info@sulrosario.org

it.gloria.tv/?media=139773



[SM=g1740717]


[SM=g1740720] [SM=g1740750] [SM=g1740752]

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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L'Annunciazione nella tradizione bizantina

Oggi come pioggia
il Signore scende sulla Vergine


di MANUEL NIN

L'Annunciazione della santissima Madre di Dio e sempre vergine Maria è una delle poche feste che vengono celebrate lungo la Quaresima nelle diverse tradizioni liturgiche, orientali e occidentali. Si tratta di una delle antiche feste cristiane, e ne abbiamo testimonianze precise quando viene introdotta a Costantinopoli attorno al 530. Anche Romano il Melode (VI secolo) ne ha composto due kondàkia. A Roma la festa fu introdotta da Sergio I (687-701), papa di origine siriaca, che ne stabilì una celebrazione liturgica a Santa Maria Maggiore con una processione.

Sin dall'inizio la festa fu celebrata il 25 di marzo e quindi sempre nel periodo quaresimale, tempo che escludeva qualsiasi solennità fino a Pasqua. Il concilio di Costantinopoli del 692, detto "in trullo", prescrive di celebrare con tutta solennità la festa, in qualsiasi tempo e giorno essa avvenga. La festa del 25 marzo è inquadrata tra una vigilia, il 24, e un'apodosi (conclusione), il 26, giorno in cui si celebra anche la memoria dell'arcangelo Gabriele. I testi liturgici dei tre giorni che configurano la festa sono di una grande profondità teologica. Soprattutto, è interessante mettere in luce alcuni aspetti importanti che troviamo in uno dei testi liturgici dell'ufficiatura del mattutino del giorno della vigilia.
 
Il canone del mattutino è attribuito a Teofane Graptòs, vissuto a Bisanzio tra il 778 e il 845. Coinvolto, come suo fratello Teodoro anche lui innografo, nella crisi iconoclasta, fu strenuo difensore del culto delle icone, e dopo la vittoria iconodula fu arcivescovo di Nicea. È autore di parecchi inni e canoni che oggi si trovano in diverse feste dell'ufficiatura bizantina. Quello del mattutino del giorno 24 è un canone composto da nove odi in corrispondenza coi cantici dell'Antico e del Nuovo Testamento cantati appunto nell'ufficiatura mattutina.

All'inizio di ogni strofa si ripete il versetto: "Santissima Madre di Dio, salvaci", a sottolineare quello che il testo poetico poi sviluppa, cioè Maria come strumento di cui Dio si serve per elargire la sua salvezza al genere umano, cioè nell'incarnazione del Verbo. Le due ultime strofe di ogni ode iniziano invece col "Gloria al Padre" e "Ora e sempre". Si tratta di un bel testo in cui l'autore canta il mistero dell'incarnazione del Verbo di Dio nel suo farsi uomo nel seno della Madre di Dio. E quindi anche le diverse immagini bibliche con cui viene contemplata la figura di Maria in rapporto con Colui che in lei si incarna. In diverse delle strofe delle odi l'incarnazione viene presentata come discesa, come abbassamento, come kènosis del Verbo di Dio verso la natura umana caduta: "Rallegrati o universo: fra poco ti accorgerai della discesa del Signore in te. Egli scende dal cielo per diventare corpo nel seno della Vergine santissima. Egli viene a rendere celeste il limo di coloro che sono sulla terra. Chinando i cieli, ora scendi verso di noi, o Verbo per rialzare dalla caduta l'opera della tua destra".

L'incarnazione del Verbo di Dio viene anche a togliere la maledizione sulla terra stessa dopo il peccato di Adamo: "Trasali e danza, o terra che produceva penosamente le spine delle passioni. Ecco, ora arriva il coltivatore immortale, Colui che toglie da te la maledizione". Nell'ode ottava troviamo un gioco d'immagini contrapposte per parlare dell'incarnazione del Verbo, cioè l'immagine di oscuramento e manifestazione, di angelo annunziante e Angelo annunziato: "Nube leggera della luce, tu che non hai conosciuto le nozze, dall'alto il sole impenetrabile risplenderà su di te; dopo essersi nascosto in te, si manifesterà al mondo e squarcerà l'oscuramento del male. Il primo liturgo degli angeli proferì con voce gioiosa l'annuncio, o Pura, che l'Angelo del Grande Consiglio si sarebbe incarnato da te".

In molte delle strofe troviamo dei titoli dati alla Madre di Dio e a Cristo stesso che sono in corrispondenza l'uno dall'altro, Maria come strumento e il Verbo di Dio incarnandosi in lei come colui che ne diventa la plenitudine; questi titoli sono presi da immagini e figure veterotestamentarie e letti sempre in chiave cristologica: "Vaso luminoso d'oro puro, preparati a ricevere la manna della vita. Preparati, vello divino, vergine senza macchia. Come la pioggia infatti, Dio scende sopra di te. Candelabro d'oro, ricevi il fuoco della Divinità acceso per te. Esso porta la luce al mondo". Le profezie dei cantici di Abacuc, Isaia e Daniele vengono anch'esse rilette, seguendo la grande tradizione dei Padri, in chiave cristologica come annunzi profetici dell'incarnazione del Verbo di Dio: "Grande palazzo del re, apri le divine porte del tuo udire. Ecco che entrerà Cristo, la Verità, e abiterà in te; il ramo mistico farà sbocciare il fiore divino, la vigna farà crescere il grappolo maturo. Montagna che Daniele vide nello Spirito, rallegrati, o Vergine. Da te infatti si staccherà la pietra spirituale".

L'ode nona, collegata ai cantici di Zaccaria e di Maria nel Vangelo di Luca, si sofferma nel rapporto diretto di amore e di predilezione del Verbo di Dio nella sua incarnazione verso Maria che ne diventa strumento e ricettacolo: "Eva mangiò il frutto, funesto produttore della nostra morte. In te, invece, o Signora, germogliò il frutto benefico dell'immortalità, Cristo, la dolcezza nostra. Cristo si è innamorato della tua bellezza, o Immacolata, e viene ad abitare nel tuo seno per liberare il genere umano dalla deformazione delle passioni e restituirlo alla sua bellezza antica. Terra non seminata, o Pura, tramite la parola, ricevi la Parola celeste come un grano, che produce frutto. Germinerà in te e nutrirà le estremità della terra con il pane della conoscenza".

Il testo del canone si serve ancora di altre immagini che troviamo poi abbondantemente anche nei testi liturgici bizantini lungo la Quaresima: "O Agnella senza macchia, l'Agnello del nostro Dio si affretta a penetrare in te, sua Madre, per portare i nostri peccati. Non temere nulla, o Vergine, il fuoco della Divinità non brucerà il tuo grembo. Infatti, nel passato ti prefigurava, o tutta Pura, il roveto che ardeva senza mai consumarsi".



(©L'Osservatore Romano 25 marzo 2011)

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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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