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S.Pio V con la Bolla Consueverunt Romani Pontifices ufficializza la preghiera del Santo Rosario

Ultimo Aggiornamento: 23/05/2011 08:33
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30/10/2009 16:12
 
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CON IL LIBRO, IL CALICE E IL ROSARIO
questo era SAN PIO V



Era solo un ragazzo, Antonio Ghislieri, di 14 anni e quel giorno si trovava all’aperto nella campagna di Bosco (Alessandria) dove era nato nel 1504. Vide passare due frati con bianco saio e manto nero. Domandò: “E quelli chi sono?” . Gli fu risposto: “Sono i Predicatori, i Domenicani”. Poco tempo dopo, affascinato dalla loro vita, entrò nel convento di Voghera, vestì il loro abito, chiamandosi fra Michele. Si fece subito notare per la sua particolare affezione alla Madonna. Intelligente, studioso, completò la sua formazione teologica sulla “Summa theologiae” di S. Tommaso d’Aquino, maturando sulle orme di San Domenico e dei santi domenicani un’intensa unione con Dio e un grande zelo per la salvezza eterna dei fratelli.

Giovanissimo sacerdote, si meritò subito tanta stima che fu mandato a insegnare teologia nello “Studium” di Bologna… Fu poi priore del convento domenicano di Alba (Cuneo), predicatore appassionato sui pulpiti e nelle piazze dell’alta Italia, difensore della fede cattolica nel suo difficilissimo tempo in cui eretici e ribaldi come Lutero, Calvino, Zuinglio e Enrico VIII°, separavano dalla Chiesa Cattolica intere nazioni. P. Michele Ghislieri era l’apostolo della Verità nella fedeltà piena a Gesù Cristo e alla Chiesa.

Presto diventò Vescovo di Nepi e Sutri, subito dopo cardinale, infine Vescovo di Mondovì… con un prestigio sempre più grande nella Chiesa che stava celebrando il grande Concilio di Trento per definire la Verità e ristabilire la disciplina cattolica, noto a tutti come il “Cardinale Alessandrino”.

Il 7 gennaio 1566, fu eletto Papa e volle chiamarsi Pio V. Sulla cattedra di San Pietro, mantenne la stessa vita austera e orante che gli era propria. Il suo primo decreto, otto giorni dopo l’elezione, lo fece per operare una grande “pulizia”, buttando fuori dalla sua cerchia viziosi e avidi di denaro. Subito si dedicò ad attuare le direttive del Concilio di Trento sulla Liturgia, la catechesi, la santificazione dei sacerdoti e del popolo cristiano.

Nel 1566, per i “tipi” di Aldo Manuzio, il celebre stampatore e artista, editò il Catechismo Romano, sintesi della Fede Cattolica per tutta la Chiesa, pietra miliare per la trasmissione della medesima Fede. Nel 1570, rielaborò il Messale Romano allora in uso e, in quanto sicuramente cattolico, lo introdusse dovunque come norma e regola per la celebrazione della Santa Messa. Questo Messale (detto comunemente “di S. Pio V”) da lui promulgato con la bolla Quo primum tempore (14 luglio 1570), rimane a garantire la regola della preghiera e della fede (“lex orandi, lex credendi”), la “patria comune” della Liturgia per i credenti dei secoli.

In difesa del Cattolicesimo e dell’Europa cristiana, Pio V organizzò una campagna che si concluse con la vittoria di Lepanto contro i turchi, il 7 ottobre 1571, che egli attribuì alla protezione della Madonna e alla preghiera del Rosario, così che ne istituì la festa nel calendario, appunto il 7 ottobre.

“Era sì devoto della Vergine –scrive il suo biografo G. Catena (Vita del glorioso Pio V, Roma, 1587) – e si raccomandava talmente al suo aiuto che non lasciò mai di dire, essendo Papa e occupato in tanti problemi, il Rosario intero”. Già all’inizio del suo pontificato, aveva pubblicato una bolla sul Rosario, cui ne fece seguire un’altra (“Consueverunt romani Pontifices”) il 17 settembre 1569, che è la “magna charta” del Rosario: Pio V vede nel Rosario il compendio del Vangelo e lo strumento idoneo per far giungere a tutti il messaggio di Cristo: “Con il Rosario –afferma- i cristiani diventano migliori, le tenebre dell’eresia si diradano e si apre la luce della Fede cattolica”.

Egli stesso era solito ripetere che aveva più fiducia nella grazia di Dio e nella preghiera alla Madonna che non nelle fortificazioni militari e negli eserciti. Il sultano, Solimano il Magnifico, una volta disse: “Io temo più le preghiere di questo papa che tutte le milizie dell’imperatore”. Fu lui a introdurre nelle litanie della Madonna, l’invocazione “Maria Auxilium christianorum, ora pro nobis”.

Morì il I° maggio 1572. Fu canonizzato nel 1712 da Papa Clemente XI.

Uno dei più grandi Pontefici della Chiesa, davvero roccia incrollabile della Verità



PAOLO RISSO
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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