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Approfondiamo il Sacramento della Riconciliazione

Ultimo Aggiornamento: 10/10/2009 22:51
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10/10/2009 22:48
 
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Da: Soprannome MSNcristiano-cattolicoInviato: 28/04/2004 18.55
Stefano cosa sta succedendo ai tuoi bioritmi?
Comunque:
La confessione e la riconciliazione sono legate assieme, perché non c’è dubbio che per esserci riconciliazione prima ci deve essere una ammissione dei propri peccati e un pentimento sincero davanti a Dio, è logico che il pentimento deve essere nei confronti di Dio, perché è lui che abbiamo offeso con i nostri peccati, quindi dopo aver confessato i propri peccati con sincero pentimento, si ottiene la riconciliazione con Dio, per mezzo dei ministri di Dio.
“E’ come se Dio vi esortasse per mezzo nostro” dice Paolo, i ministri di Dio ci esortano a riconciliarci con Lui.
In Giov 20,21-24
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi».
Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi».
  Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù.
Gesù dopo aver dato lo Spirito Santo agli Apostoli, dice: “a chi rimettere i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete resteranno non rimessi
Ciò significa che Gesù ha conferito agli Apostoli l’autorità di riconciliare i fedeli assolvendoli dai peccati, nel nome del Signore.
Anche le parole che Gesù rivolse a Pietro: “A te darò le chiavi del Regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli” (Mt 16,19) indicano che questo incarico di legare e di sciogliere che è stato dato a Pietro, risulta essere stato pure concesso al collegio del Apostoli.
Le parole legare e sciogliere significano: colui che voi escluderete dalla vostra comunione, sarà escluso dalla comunione con Dio; colui che voi accoglierete di nuovo della vostra comunione, Dio lo accoglierà anche nella sua. La riconciliazione con la Chiesa è inseparabile dalla riconciliazione con Dio.
I fratelli non cattolici (come ad esempio lo scrittore protestante Nisbet)  invece affermano che “quando un cristiano annunzia l’Evangelo della grazia, egli scioglie le anime dai loro peccati, non certo per una sua particolare capacità, ma per la potenza della predicazione cristiana. Se però le anime che ascoltano non accettano l’Evangelo, esse rimangono legate, vincolate al loro peccato.”
In effetti c’è da rimanere frastornati a sentire o leggere queste affermazioni.
I fedeli non cattolici leggendo o sentendo queste parole si convincono ancora di più di essere nella verità, ma se questi fratelli imparassero a fare l’analisi logica delle frasi, proprio come si faceva e si fa a scuola, si accorgerebbero che le loro interpretazioni sono completamente errate.
Se io predico l’Evangelo e (secondo loro) sciolgo le anime che ascoltano la mia predicazione e accettano l’Evangelo, di contro le anime che non accettano, tramite la mia predicazione l’Evangelo rimangono legate al peccato, si nota chiaramente che non dipende da me il legare o sciogliere, ma dalle anime che ascoltano, le quali sono libere di accettare o non accettare l’Evangelo, quindi io non sto legando né sciogliendo un bel niente, ma sto soltanto predicando, sto evangelizzando, che è cosa ben diversa dal legare e sciogliere.
Se gli uomini sono liberi di accettare o non accettare Cristo dopo aver udito la mia predicazione, io  cosa lego, e che cosa sciolgo?
In questo caso sarebbero gli ascoltatori a legare o sciogliere, ma come possono gli ascoltatori pagani prima ancora di ricevere lo Spirito Santo legare o sciogliere se stessi?
Loro possono semplicemente accettare o non accettare Cristo, il che non c’entra niente con il legare e lo sciogliere.
Se Gesù durante lo stesso discorso rivolto agli Apostoli, parla di legare e di sciogliere, poi alitando su di loro gli dona lo Spirito Santo (quindi li riveste di autorità) e gli dice “a chi rimetterete i peccati saranno rimessi, a chi non li rimetterete resteranno non rimessi” se questo significherebbe semplicemente predicare, allora gli Apostoli erano liberi di predicare e sciogliere dal peccato alcuni, ed altri no,  invece Gesù ha detto chiaramente che bisogna predicare a tutti gli uomini di ogni luogo.
Il potere di legare e di sciogliere è stato dato ai ministri di Dio, non agli ascoltatori, quando Gesù disse “a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete resteranno non rimessi” a forse detto agli apostoli che potevano anche decidere di non predicare ad alcuni, e ad altri si?
Il Vangelo deve essere predicato a tutti i popoli, quindi come si può conciliare la frase “a chi non li rimetterete resteranno non rimessi” con il significato che gli danno molti protestanti?
Seguendo le loro dottrine sembrerebbe che gli apostoli e quindi i ministri potrebbero decidere di non predicare il Vangelo a qualche popolo, lasciandolo legato al peccato, contraddicendo così il comando di Gesù “andate e predicate la mia Parola a tutte le genti”, o se dobbiamo considerare (sbagliando) che siano gli ascoltatori a decidere di rimanere legati al peccato (rifiutando la Parola), o di sciogliersi dal peccato accettando Cristo, staremmo chiaramente sbagliando ancora, perché il potere di legare e di sciogliere è stato dato ai ministri predicatori non agli ascoltatori, ma i ministri di Dio non legano o sciolgono semplicemente predicando, ma assolvendo (sciogliendo) i peccati dei fedeli nel nome del Signore, e così fece Paolo quando scomunicò il fedele incestuoso di Corinto (1 Cor 5,3-5), Paolo non rimise i peccati a quell’uomo, e quindi gli rimasero non rimessi; in quell’episodio Paolo non convocò il consiglio degli anziani, non consultò i diaconi e i presbiteri di quella Chiesa per vedere cosa era meglio fare, ma si comportò da vescovo, mostrando tutta la sua autorità conferitale da Cristo e decidendo di non rimettere quel peccato così orrendo e grave, all’uomo di Corinto, che quindi rimase fu abbandonato a satana, affinché un giorno si potesse ravvedere.
Fratello Stefano, mi spiace molto non poterti venire a trovare, c'è troppa distanza tra noi, tu hai un forte bisogno di amicizia, di fratellenza, di una persona che ti segua costantemente, una spalla su cui poterti appoggiare nei momenti in cui i tuoi bioritmi calano. Ti ricordo nelle mie preghiere comunque, e invito gli altri fratelli e fare altrettanto.
Pace
Salvatore

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Da: Soprannome MSNStefanoS79Inviato: 28/04/2004 19.40
Quella che ho proposto è una riflessione critica sull'uso inadeguato di 2Cor cap.5 per sostenere il sacramento della Riconciliazione.niei primi 10 vv. si parla di tutti i cristiani, poi si parla dei soli Apostoli, chi ci garantisce che ai v.18-20 ci riferisca ai soli Apostoli e non a tutti i credenti? per un cattolico ovviamente il Magistero, ma per chi non riconosce il Magistero vede questa solo come una scelta arbitraria e faziosa.
Chiarisco che non metto in discussione che questo sacramento è vero, ma metto in discussione l'utilizzo di questo brano per dimostrarlo, ho io stesso beneficiato in più occasioni di questo Sacramento, che dà la certezza del perdono, purtroppo inesistente per un fratello separato.
Quello che intendo dire è che è troppo incerto e debole la attribuzione di questi brani alla riconciliazione (convince solo chi già crede nel s.della Riconciliazione), e che è in un dialogo con i fratelli separati è meglio evitarli per evitare di farsi sbugiardare.
La cosa cambia completamente con Gv 20,22-23 come ho detto prima, è invece molto chiaro il senso, tanto che per spiegarlo devono fare i salti mortali torcendone il senso letterale:
[21]Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi». [22]Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; [23]a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi».
E'chiaro che non si tratta solo della facoltà di annunciare la Parola affinchè le persone credano, ma che è proprio lo stesso potere che Cristo stesso aveva:
[2]Ed ecco, gli portarono un paralitico steso su un letto. Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati».
[8]A quella vista, la folla fu presa da timore e rese gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini
Gesù rimette i peccati ancora oggi mediante il presbitero ordinato, questo potere esisteva ed era noto nella chiesa primitiva che attribuisce ai farisei stupiti lo stupore perchè era dato a dei semplici uomini, non ad un uomo, ma a degli uomini, segno del fatto che Cristo continuava ad operare sacramentalmente nella Chiesa.
Caro Salvatore, se ti sembra che 2Cor 5 possa dimostrare questo vai dai fratelli pentecostali e cerca di convincerli solo con quel verspoi dimmi i risultati che ottieni....

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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 28/04/2004 21.44
Stefano......ti faccio intelligente per NON pensare che hai volutamente ignorato la mia risposta....e ne hai estrapolata solo un pezzetto dicendo:
niei primi 10 vv. si parla di tutti i cristiani, poi si parla dei soli Apostoli, chi ci garantisce che ai v.18-20 ci riferisca ai soli Apostoli e non a tutti i credenti?
........
Io ti ho riportato L'INTERO CONTESTO....ritorno a dirti che l'errore della Sola Scriptura nasce appunto DALL'ISOLARE UN SOLO VERSETTO TOGLIENDOLO DAL SUO CONTESTO......e tui mi hai appena dimostrato che il mio ardire su questa falsa dottrina è giustificatissimo....Allora Stefano....rileggiti il messaggio 5........
e ripartiamo da dove leggiamo:
se vai a leggere 2Cor.4,1......Paolo scrive: "Perciò, INVESTITI DI QUESTO MINISTERO PER LA MISERICORDIA CHE CI E' STATA USATA, non ci perdiamo d'animo..ecc....ecc.."
Paolo sta tentando di spiegare a quella comunità che in quel momento ERA MOLTO INQUIETA....IL RUOLO CHE OCCUPAVA DAL MOMENTO CHE PROPRIO IN QUELLA COMUNITA'.....VOCI GRAVI DI DUBBIO SUL SUO RUOLO CIRCOLAVANO METTENDO IN DUBBIO LA SUA AUTORITA' DI APOSTOLO....
Se tu non valuti questo in questa Lettera....allora potrai usare Paolo come più vorrai...qui non centra il Magistero e ciò che crede il cattolico, ma ciò che è LETTERALMENTE SCRITTO......
Dunque Paolo PARLA PROPRIO PER DIFENDERE LA SUA AUTORITA' E IL SUO RUOLO DI APOSTOLO.....ed insieme DA UNA BELLISSIMA CATECHESI sui comportamenti morali, sociali ed ecclesiali....leggiamo ora il testo in questione:
2Cor.5,10-21:
[10]Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, ciascuno per ricevere la ricompensa delle opere compiute finché era nel corpo, sia in bene che in male.

L'esercizio del ministero apostolico

[11]Consapevoli dunque del timore del Signore, noi cerchiamo di convincere gli uomini; per quanto invece riguarda Dio, gli siamo ben noti. E spero di esserlo anche davanti alle vostre coscienze.

"NOI cerchiamo", qui parla DI LORO come Apostoli che hanno avuto l'autorità DI INSEGNARE QUESTE COSE......

 [12]Non ricominciamo a raccomandarci a voi, ma è solo per darvi occasione di vanto a nostro riguardo, perché abbiate di che rispondere a coloro il cui vanto è esteriore e non nel cuore. [13]Se infatti siamo stati fuori di senno, era per Dio; se siamo assennati, è per voi.

"NON ricominciamo", cioè, come APOSTOLI che devono esercitare il loro SERVIZIO, "a raccomandarci", ma piuttosto che VOI CRISTIANI POSSIATE ESSERLO NELLA PERFEZIONE A CAUSA DEL NOSTRO MINISTERO, sottolinea Paolo "se siamo stati dei pazzi", era per AMORE DI DIO, se invece siamo stati RAGIONEVOLI....lo siamo stati per VOI CRISTIANI.....Paolo parla sempre del MINISTERO.....

[14]Poiché l'amore del Cristo ci spinge, al pensiero che uno è morto per tutti e quindi tutti sono morti. [15]Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro. [16]Cosicché ormai noi non conosciamo più nessuno secondo la carne; e anche se abbiamo conosciuto Cristo secondo la carne, ora non lo conosciamo più così. [17]Quindi se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove.

Qui Paolo sottolinea che riguardo al cammino compiuto esso E' UGUALE AL CAMMINO CHE SPETTA AD OGNI CRISTIANO....Cristo è morto anche per Paolo come per i cristiani della comunità....e sottolinea che allostesso modo si E' IN QUESTO SENSO TUTTI UGUALI.......Infatti al verso che segue Paolo inizia la conclusione dicendo " TUTTO QUESTO CHE VI HO DETTO....PERO'....."

[18]Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione.

.....VIENE DA DIO.....Il quale prima ci ha riconciliati TUTTI mediante Cristo, POI CRISTO HA AFFIDATO A LORO IL MINISTERO DELLA RICONCILIAZIONE...PER I CRISTIANI.....

[19]E' stato Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione. [20]Noi fungiamo quindi da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio.

AMBASCIATORI....MINISTRI...APOSTOLI DI CRISTO, COME SE DIO ESORTASSE PER MEZZO NOSTRO....NOSTRO Stefano, cioè per mezzo degli Apostoli...aricioè...i vescovi.....i quali estero questo mandato ai presbiteri (che all'epoca erano considerati tali gli stessi vescovi)....VI SUPPLICHIAMO, voi popolo cristiano, FATEVI, LASCIATEVI RICONCILIARE CON CRISTO ....APPUNTO MEDIANTE PAOLO....il quale era stato accusato da quella comunità e per questo stava iniziando UNA DIVISIONE.....

 [21]Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio.

Attenzione anche a questo ultimo verso: perchè NOI....MINISTRI DI DIO, POTESSIMO DIVENTARE FRA DI VOI LA VISIBILITA' DELLA GIUSTIZIA DI DIO PER IL POPOLO....
.......
cARO STEFANO CREDO CHE QUESTO TESTO SPIEGA CHIARISSIMAMENTE IL RUOLO DEL MINISTERO....e l'esercizio della Riconciliazione quale, appunto....ministerio affidato da Cristo a chi riceverà tale mandato.....
Fraternamente Caterina

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Da: Soprannome MSNIyvan5Inviato: 28/04/2004 21.59
Una volta la separazione o il divorzio dovevano essere consensuali, Oggi è sufficiente che uno dei coniugi decida di sciogliere il suo matrimonio.
L'altro coniuge si trova così solo senza averlo voluto e un bel giorno conosce qualcuno con il quale scopre molta affinità e insieme decidono di convivere.
Ma il parroco del paese li addita mostrandoli come esempio di peccato e non ritiene di dar loro l'assoluzione per potersi comunicare.
Stando all'affermazione che ciò che non viene sciolto su questa terra non sarà sciolto neppure nel cielo, questi due poveretti che hanno solo il torto di amarsi non sarebbero quindi perdonati da Dio.
Premesso che non capisco di cosa dovrebbero essere perdonati, chiedo: ma pensate veramente che Gesù possa ritenere valida la decisione di quel sacerdote? Pensate veramente che quella mancata assoluzione comporti anche la condanna divina?
Allora, riepilogando:
il coniuge si trova separato senza averlo voluto
si innamora di una persona che gli permette di ricostruire la sua vita
decide di convivere ( o dovrebbe forse castrarsi per tutta la vita per la decisione di un altro?)
questa convivenza è ritenuta disordinata e, ligio ai dettami della dottrina, il parroco non assolve i due impedendo loro di comunicarsi
Questo esempio è tratto da una situazione reale come ce ne sono tante.
Lascio a voi le risposte.
Fraternamente
iyvan

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Consiglia Elimina    Messaggio 10 di 33 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°RaptorInviato: 28/04/2004 22.15
Vedi, Yivan, quando mi sono sposato ho detto, di mia spontanea volontà e sapendo cosa stavo dicendo, che sarei stato fedele a mia moglie sempre fino a che non fosse sopraggiunta la morte.
Non sto a ripeterti la formula completa, ma il senso è questo. E' una promessa fatta davanti a Dio e, abitualmente, le promesse si mantengono.
Nella formula non è previsto nessun " a meno che..." tranne quello relativo alla morte ( che poi non è un " a meno che" ma un "finchè") e, inoltre, è un impegno personale. Voglio dire che lo prendo e mi impegno a mantenerlo qualunque cosa faccia l' altra parte.
E veniamo al sacerdote. Il sacerdote non è obbligato ad assolverti. Se non c'è il pentimento e non c'è l'intenzione di evitare il peccato in futuro, come fa un sacerdote a concedere l'assoluzione. Il pentimento e il desiderio di non peccare più sono elementi inispensabili.
Tu, Yivan, ti chiedi come si comporterebbe Gesù. Un esempio l' abbiamo, è quello dell' adultera. Gesù le dice "Neppure io ti condanno. Và e non peccare più"

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Consiglia Elimina    Messaggio 11 di 33 nella discussione 
Da: Soprannome MSNIyvan5Inviato: 28/04/2004 22.43
Caro Raptor,
la tua risposta è impeccabile, ma ciò che mi chiedo è fino a che punto io sono tenuto a tener fede ad una promessa quando tutti i presupposti della mia unione cadono per volontà dell'altro? Non è forse vero che se le condizioni di un contratto non vengono ottemperate da una delle parti, l'altra parte ha facoltà di rescinderlo?
La risposta di Gesù all'adultera è chiara, ma può essere ravvisato adulterio nella situazione che ho prospettato?
In tutta onestà credo che occorra discernere caso per caso e questo dovrebbe essere il comportamento che, a mio avviso, ogni sacerdote dovrebbe adottare. 
iyvan

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Consiglia Elimina    Messaggio 12 di 33 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 28/04/2004 23.02
Interessante la provocazione di Yivan e la risposta di raptor....permettetemi di intrufularmi......
Yivan chiede:
Ma il parroco del paese li addita mostrandoli come esempio di peccato e non ritiene di dar loro l'assoluzione per potersi comunicare.
.......
Con il Motu Proprio del Papa sulla Riconciliazione che ho inserito ad apertura forum........questo atteggiamento il parroco ha il dovere di EVITARLO......cioè...non può e non deve ADDITARE alla comunità.....gli altri di peccato.......
Ciò che si richiede alle due persone giunte alla separazione....E' LA MATURAZIONE e la comprensione delle motivazioni che li hanno portati ad una rottura e tentare il possibile per rimuovere gli ostacoli.....il punto è Yivan...che nel 70% dei casi....a nessuno dei due o forse ad uno....non interessa affatto rimuovere gli ostacoli.....Anzi si ha FRETTA DI GIUNGERE AL DIVORZIO per ritenersi luberi di frequentare un altra persona.....
La Chjiesa per esempio AMMETTE LA SEPARAZIONE......ma in questo periodo i coniugi sono INVITATI a fare di tutto non per giungere al divorzio, ma per ritrovarsi e ricordarsi che quella promessa espressa davnti a Dio NON era un attimo di euforia.......ma era un impegno per tutta la vita.......
Quando mettiamo un bambino al mondo....NORMALMENTE...un genitore...NON abbandona il figlio......anche nelle difficoltà tenterà di tenerlo vicino a sè......anche se si dorgherà...tenterà di aiutarlo e sostenerlo.....
Se qui è il vincolo di sangue che ci fa sentire una forte spinta a sostenere un figlio....nel matrimonio questo vincolo E' DIO...a maggior ragione quell'unirsi mediante un Sacramento è un vincolo del quale dice Gesù "l'uomo NON divida".....
Dunque come regolarsi?
In verità il sacerdote NON TI CONDANNA AFFATTO....ma ti ricorda che sei TU CHE TI SEI MESSO IN CONDIZIONE DI NON POTER RICEVERE UNA RICONCILIAZIONE.....
Il sacerdote TI PERDONA UGUALMENTE PER LA DEBOLEZZA, ma NON puo' assolverti se NON C'è L'INTENZIONE DI CAMBIARE......."va e non peccare più..." dice Gesù.....perchè, dice Gesù nella frase NON SONO IO CHE IO TI CONDANNO, MA SE PERSISTI NELL'ERRORE SARAI TU STESSA A CONDANNARTI DA SOLA......
Nella Confessione un separato/a può iniziare il cammino di questa comprensione evangelica del NON PECCARE PIU'.....
Se io vado a farmi la Comunione sapendo di vivere nel peccato....IO MANGIO LA MIA CONDANNA, dice san Paolo....allora vediamo che quando il sacerdote NON da l'Eucarestia non è perchè vuole comandare sulla tua coscienza, ma perchè VUOLE EVITARCI UN DANNO MAGGIORE......
Quella Eucarestia presa senza l'assoluzione del peccato....può diventare la nostra condanna.....
NON fare la Comunione non è perciò un ricatto della Chiesa...come il NON dare l'assoluzione, non è un ricatto che la Chiesa ti fa, ma è per ricordarci che stiamo vivendo in un grave difetto e che se persistiamo....rischiamo veramente la felicità eterna....per soddisfare una felicità effimera di pochi anni qui sulla terra nei confronti dell'eternità.....
Forse dove sbagliamo...è il come affrontiamo queste tematiche......certi divieti ci sono per evitarci un autocondanna che potrebbe durare una vita eterna.....
Fraternamente Caterina
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