A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Archivio Denzinger: Simboli e Dichiarazioni sulla Fede Cattolica

Ultimo Aggiornamento: 02/06/2021 11:46
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 39.988
Sesso: Femminile
21/10/2009 12:50
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

"Popolo dei Franchi"
Discorso sulla crociata - Urbano II


-----------------

Popolo dei Franchi, popolo d'oltre i monti, popolo come riluce in molte delle vostre azioni eletto ed amato da Dio, distinto da tutte le nazioni sia per il sito del vostro paese che per l'osservanza della fede cattolica e per l'onore prestato alla Santa Chiesa, a voi si rivolge il nostro discorso e la nostra esortazione.

Vogliamo che voi sappiate quale lugubre motivo ci abbia condotto nelle vostre terre; quale necessità vostra e di tutti i fedeli ci abbia qui, attratti. Da Gerusalemme e da Costantinopoli é pervenuta e più d'una volta è giunta a noi una dolorosa notizia: i Persiani. gente tanto diversa da noi, popolo affatto alieno da Dio, stirpe dal cuore incostante e il cui spirito non fu fedele al Signore, ha invaso le terre di quei cristiani, le ha devastate col ferro, con la rapina e col fuoco e ne ha in parte condotti prigionieri gli abitanti nel proprio paese, parte ne ha uccisi con miserevole strage, e le chiese di Dio o ha distrutte dalle fondamenta o ha adibite al culto della propria religione. Abbattono gli altari dopo averli sconciamente profanati, circoncidono i cristiani e il sangue della circoncisione o spargono sopra gli altari o gettano nelle vasche battesimali; e a quelli che vogliono condannare a una morte vergognosa perforano l'ombelico, strappano i genitali, li legano a un palo e, percuotendoli con sferze, li conducono in giro, sinché, con le viscere strappate, cadono a terra prostrati.

Altri fanno bersaglio alle frecce dopo averli legati ad un palo; altri, fattogli piegare il collo, assalgono con le spade e provano a troncare loro la testa con un sol colpo. Che dire della nefanda violenza recata alle donne, della quale peggio è parlare che tacere? Il regno dei Greci è stato da loro già tanto gravemente colpito e alienato dalle sue consuetudini, che non può essere attraversato con un viaggio di due mesi. A chi dunque incombe l'onere di trarne vendetta e di riconquistarlo, se non a voi cui più che a tutte le altre genti Dio concesse insigne gloria nelle armi, grandezza d'animo, agilità nelle membra, potenza d'umiliare sino in fondo coloro che vi resistono?

Vi muovano e incitino ali animi vostri ad azioni le gesta dei vostri antenati, la probità e la grandezza del vostro re Carlo Magno e di Ludovico suo figlio e degli altri vostri sovrani che distrussero i regni dei pagani e ad essi allargarono i confini della Chiesa. Soprattutto vi sproni il Santo Sepolcro del Signore Salvatore nostro, ch'è in mano d'una gente immonda, e i luoghi santi, che ora sono da essa vergognosamente posseduti e irriverentemente insozzati dalla sua immondezza. O soldati fortissimi, figli di padri invitti, non siate degeneri, ma ricordatevi del valore dei vostri predecessori; e se vi trattiene il dolce affetto dei figli, del genitori e delle consorti, riandate a ciò che dice il Signore nel Vangelo " chi il padre e la madre più di me, non è degno di me. Chiunque lascerà il padre o la madre o la moglie o i figli o i campi per amore del mio nome riceverà cento volte tanto e possederà la vini eterna".

Non vi trattenga il pensiero di alcuna proprietà, nessuna cura delle cose domestiche, ché questa terra che voi abitate, serrata d'ogni parte dal mare o da gioghi montani, è fatta angusta dalla vostra moltitudine, né è esuberante di ricchezza e appena somministra di che vivere a chi la coltiva. Perciò vi offendete e vi osteggiate a vicenda, vi fate guerra e tanto spesso vi uccidete tra voi. Cessino dunque i vostri odi intestini, tacciano le contese, si plachino le guerre e si acquieti ogni dissenso ed ogni inimicizia. Prendete la via del santo Sepolcro, strappate quella terra a quella gente scellerata e sottomettetela a voi: essa da Dio fu data in possessione ai figli di Israele; come dice la Scrittura, in essa scorrono latte e miele.

Gerusalemme è l'ombelico del mondo, terra ferace sopra tutte quasi un altro paradiso di delizie; il Redentore del genere umano la rese illustre con la sua venuta, la onorò con la sua dimora, la consacrò con la sua passione, la redense con la sua morte, la fece insigne con la sua sepoltura. E proprio questa regale città posta al centro del mondo, è ora tenuta in soggezione dai propri nemici e dagli infedeli, è fatta serva del rito pagano. Essa alza il suo lamento e anela ad essere liberata e non cessa d'implorare che voi andiate in suo soccorso. Da voi più che da ogni altro essa esige aiuto poiché a voi è stata concessa da Dio sopra tutte le stirpi la gloria delle armi. Intraprendete dunque questo cammino in remissione dei vostri peccati, sicuri dell'immarcescibile gloria del regno dei cieli.

0 fratelli amatissimi, oggi in noi si è manifestato quanto il Signore dice nel Vangelo: Dove due o tre saranno radunati nel mio nome, ivi io sarò in mezzo a loro. Se il Signore Iddio non avesse ispirato i vostri pensieri, la vostra voce non sarebbe stata unanime; quantunque essa abbia risuonato con timbro diverso, unica fu tuttavia la sua origine: Dio che l'ha suscitata, Dio che l'ha ispirata nei vostri. cuori. Sia dunque questa vostra voce il vostro grido di guerra, dal momento che essa viene da Dio.

Quando andrete all'assalto dei bellicosi nemici, sia questo l'unanime grido di tutti i soldati di Dio: "Dio lo vuole! Dio lo vuole!"

E noi non invitiamo ad intraprendere questo cammino i vecchi o quelli che noti sono idonei a portare le armi; né le mogli si muovano senza i mariti o senza i fratelli o senza i legittimi testimoni: tutti costoro sono più un impedimento che un aiuto, più un peso che un vantaggio. I ricchi sovvengano i poveri e conducano a proprie spese con loro uomini pronti a combattere. Ai sacerdoti e ai chierici di qualunque ordine non sia lecito partire licenza dei loro vescovi, perché questo viaggio sarebbe inutile per loro senza questo consenso; e neppure ai laici sia permesso partire senza la benedizione del loro sacerdote. Chiunque vorrà compiere questo santo pellegrinaggio e ne avrà fatto promessa a Dio e a lui si sarà consacrato come vittima vivente santa e accettevole porti sul suo petto il segno della croce del Signore; chi poi, pago dei suo voto, vorrà ritornarsene, ponga alle sue terga; sarà così adempiuto il precetto che il Signore dà nel Vangelo: "Chi non porta la sua croce e non viene dietro di me non è degno di me".

Clermont, 27 novembre 1095


---------------------------------------------------------------------

Quia propter
Bolla legaziale - Urbano II


------------------

Urbano Vescovo, servo dei servi di Dio, al carissimo figlio Ruggiero, conte di Calabria e di Sicilia, salute e apostolica benedizione.

Poiché il favore della suprema maestà ti ha esaltato con molti trionfi e onori per la tua prudenza, e poiché con la tua industria hai moltissimo dilatato la chiesa nei territori dei Saraceni, e ti sei sempre dimostrato in molti modi devoto alla santa Sede Apostolica, Noi ti abbiamo assunto come speciale e carissimo figlio della medesima universale Madre Chiesa.

Pertanto, confidando moltissimo nella tua rettitudine e saggezza, come abbiamo promesso verbalmente, così confermiamo con la solennità del presente documento che, per tutto il tempo della tua vita, del tuo figlio Simone, o di altro tuo legittimo erede, non stabiliremo nessun legato della Romana Chiesa nel territorio del vostro dominio senza vostra volontà o consiglio; anzi vogliamo che siano operate per vostra cura, in luogo del legato, quelle cose che dovremo operare per mezzo del legato, quando vi affideremo nostre commissioni "a latere", per il bene cioè delle chiese che stanno sotto i vostri domini, ad onore del Beato Pietro e della sua santa Sede Apostolica, alla quale fino ad oggi hai devotamente sovvenuto nelle sue difficoltà.

Se poi si celebrerà un Concilio ti darò mandato di inviare a me quanti e quali vescovi ed abbati del tuo Stato vorrai, e di ritenere gli altri a servizio e custodia delle chiese.

Il Signore onnipotente diriga i tuoi atti a suo beneplacito, e, assolto dai peccati, ti conduca alla vita eterna.

Dato a Salerno, per mano di Giovanni, Cardinale Diacono di Santa Romana Chiesa, il 5 luglio (1098), settima edizione, anno 10 del nostro Pontificato.


-----------------------------------------------------------

Sicut universitatis conditor
Lettera di Innocenzo III


----------------

Lettera sui due poteri, del Papa e dell’Imperatore, di cui il secondo deriva dal primo

Come Dio, creatore dell'universo, ha creato due grandi luci nel firmamento del cielo, la più grande per presiedere al giorno e la più piccola per presiedere alla notte, così egli ha stabilito nel firmamento della Chiesa universale, espressa dal nome di cielo, due grandi dignità: la maggiore a presiedere (per così dire) ai giorni cioè alle anime, e la minore a presiedere alle notti cioè ai corpi. Esse sono l'autorità pontificia e il potere regio.

Così, come la luna riceve la sua luce dal sole e per tale ragione è inferiore a lui per quantità e qualità, dimensione ed e effetti, similmente il potere regio deriva dall'autorità papale lo splendore della propria dignità e quanto più e con essa a contatto, di tanto maggior luce si adorna, e quanto più ne è distante tanta meno acquista in splendore. Ambedue questi poteri hanno avuto collocata la sede del loro primato in Italia, il qual paese quindi ottenne la precedenza su ogni altro per divina disposizione. E perciò, se pure noi dobbiamo estendere l'attenzione della nostra provvidenza a tutte le province, tuttavia dobbiamo con particolare e paterna sollecitudine provvedere all'Italia, dove furono poste le fondamenta della religione cristiana e dove l'eccellenza del sacerdozio e della dignità si esalta con la supremazia della Santa Sede...

Data in Laterano il terzo giorno prima delle calende di novembre, 30 ottobre 1198.



---------------------------------------------------------------


Venerabilem fratrem
Decreto - Innocenzo III


-----------------

Al vescovo di Palestrina, a sostegno della causa del re Ottone e contro il partito del duca Filippo di Hoenstaufen

Noi abbiamo benignamente ricevuto il nostro venerabile fratello, l’arcívescovo di Salisburgo, e il nostro amatissimo figlio, l'abate di Salisburgo, e il nobile margravio dell'Est, che alcuni principi hanno mandato come inviati alla Santa Sede, e abbiamo deciso di concedere loro benevola udienza. Noi leggemmo con molta attenzione la lettera inviataci per loro mezzo da essi principi e considerammo ogni cosa in essa contenuta. Tra le altre notammo che i suddetti principi fanno soprattutto obbiezione e che il nostro venerabile fratello il vescovo di Palestrina e legato della Santa Sede agisca come elettore e come giudice; considerandosi elettore, egli portava la falce in una messe non sua, e, interferendo nell'elezione, avviliva la dignità degli elettori; e agendo come giudice, è chiaro che errava, poiché una delle parti era assente, non essendo stata convocata, e pertanto non poteva essere giudicata in contumacia.

Proprio come noi (che dobbiamo giustizia a particolari persone secondo il servizio connesso con l'apostolico uffizio) non vogliamo che la nostra giustizia sia usurpata da altri, così non desideriamo avocare a noi stessi i diritti dei principi. E perciò riconosciamo, come è nostro dovere, i privilegi e il potere di quei principi, cui è risaputo che spetta per diritto ed antica tradizione eleggere un re, che sarà poi promosso alla dignità di imperatore; tanto più, che questo diritto e privilegio è stato ad essi conferito dalla Santa Sede, che ha trasmesso l’Impero Romano dai Greci ai Germani nella persona di Carlomagno. Ma d'altra parte, i principi devono riconoscere, ed attualmente essi lo riconoscono, che il diritto e l’autorità di giudicare la persona eletta come re (e che deve essere innalzato alla dignità di imperatore) spetta a noi che l’ungiamo, lo consacriamo e lo incoroniamo.

Infatti è regola generale che l’esame della persona tocchi di diritto a colui cui spetta l’imposizione delle mani. Forse, quindi, se i principi non solo con voti divisi, ma anche all’unanimità, eleggessero re un sacrilego od uno scomunicato, un tiranno od un idiota, un eretico e un pagano, noi dovremmo ungere, consacrare ed incoronare un tale uomo? Certamente no! Ed appare ovvio dalla legge e dai precedenti che, se in una elezione i voti dei principi sono divisi, noi possiamo favorire con la dovuta ponderazione e dopo un’attesa adeguata una delle due parti, e tanta più quando ci si richiedono funzione, la consacrazione e l’incoronazione; ed è spesso accaduto che ambedue le parti ce le abbiano richieste. Dunque, se i principi, anche dopo essere stati preavvisati e garantiti di una proroga, non possono o non vogliono accordarsi, forse la Santa Sede non dovrà avere un avvocato e un difensore e la loro colpa dovrà risultare a suo danno?

Poiché noi non possiamo per alcuna ragione recedere dalle nostre intenzioni e anzi vi teniamo fermamente fede, e poiché tu stesso ci hai spesso suggerito nella tua lettera di non sostenere affatto quel duca (ossia Filippo di Hoenstaufen) noi ora ammoniamo la tua nobiltà e con questa apostolica lettera ti ingiungiamo (considerando che tu confidi nel nostro favore e noi speriamo nella tua devozione) di abbandonare completamente la causa del predetto duca Filippo ad onta di qualsiasi promessa tu possa avergli fatto per il regno; poiché egli non può ottenere la dignità imperiale, essendo stato respinto, tali promesse hanno perso il loro valore. Ma invece patteggia apertamente e di atto per il re Ottone, che noi intendiamo chiamare (con l'aiuto di Dio) alla corona imperiale; se aderirai alla sua causa, seguendo il nostro consiglio, tu meriterai in particolare modo e tra i primi di ottenere il suo favore e la sua benevolenza, e in ciò avrai, per l’amore che portiamo alla tua nobiltà, il nostro pieno appoggio.

Data in Laterano, marzo 1201



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 04:35. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com