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Il caso SAVONAROLA e papa Alessandro VI

Ultimo Aggiornamento: 25/10/2009 00:34
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25/10/2009 00:14
 
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Da: Soprannome MSN7978Pergamena  (Messaggio originale)Inviato: 28/03/2004 21.07
Un nostro caro "amico"....pensa veramente di fare un "servizio" alla Chiesa inserendo esclusivamente le ACCUSE SENZA LE DIFESE?
Tentiamo qui di essere NON di parte il più possibile....molti iscritti parteciparono con serenità al dialogo sull'Inquisizione.....tentiamo di rispondere alle ACCUSE più GETTONATE....ma ciò che manca da parte dell'accusatore....è L'OBBIETTIVITA'.......cioè...inserire sia le figure peccatrici...COME QUELLE SANTE......
Come mai Alfonso NON inserisce MAI una storia della Chiesa QUELLA FATTA DI SANTI?
Forse perchè si accorgerebbe che NON gli basterebbe il sito tante sono LE PAGINE GLORIOSE DELLA CHIESA......
Nei forum adebiti a biblioteca...ci sono anche i così detti "fatti scabrosi"....abbiamo parlato di Alessandro VI (Borgia), del Savonarola.....di Giordano Bruno.....NON CI TIRIAMO INDIETRO......come dimostrano questi forum:
ma....come mai Alfonso NON riesce a trovare storie come queste?
ed è strano che non esista nel suo sito un forum che raccolga informazioni come queste:
........
due sono le cose: o ama la Chiesa Cattolica ma soffre per i suoi peccati....oppure la odia...non si scappa........a me piace pensare più la prima considerazione.....
Alessandro Borgia effettivamente non fu mica un santo, il vero dramma della Chiesa sarebbe stato se lo avesse presentato come santo.....e mentre papa Borgia è ricordato nella storia non certo come uomo pio...il Savonarola, frate domenicano, E' STATO RIABILITATO.....ed è ricordato come un santo......
In entrambi i casi...è forse venuta meno la Chiesa? .......
Quel che non si vuole comprendere è che la nomina di un papa...non INCLUDE LA NOMINA DI UN SANTO.....perchè santi ci si diventa....
Papa Borgia, ad ogni modo, seppur CONDANNABILE NELLA CONDOTTA non ha mai minato la Chiesa nella dottrina....non ha proclamato dogmi.......non ha legittimato la sua corruzione.....E LE PORTE DEGLI INFERI NON PREVARRANNO...Cristo ha mantenuto la sua promessa......nonostante la corruzione di alcuni.....la CHIESA E' ANCORA VIVA E ANCORA CONTINUA A SFORNARE SANTI......
Diventato priore del convento domenicano di S. Marco di Firenze nel 1491, Gerolamo è animato da una fede ardente e guidato da una dottrina severa. 
Dopo il dolce Francesco D'Assisi che aveva sedotto Innocenzo III, e prima di Martin Lutero che metterà a disposizione della Riforma la potenza del suo temperamento, anche Savonarola è scandalizzato dalla decadenza degli AMBIENTI del papato.
Egli rivolge alla sua Chiesa questi rimproveri:
Hai profanato i sacramenti con la simonia. 
La tua lussuria ti ha reso una prostituta. 
Sei un mostro abominevole. 
Hai edificato una casa di tolleranza. 
Ti sei trasformata da cima a fondo in una casa infame. 
E che cosa fa la prostituta? 
Fa segno a tutti i passanti: chiunque ha del danaro entra e fa tutto quello che desidera, mentre chi vuole comportarsi bene viene buttato fuori. 
E' così, o Chiesa prostituta, la vergogna di cui ti sei macchiata appare agli occhi dell'intero universo, e il tuo fiato avvelenato è salito fino al cielo. 

Al cospetto della corrotta Roma, egli vuol fare di Firenze, la sua città, una «nuova Gerusalemme», instaurare una contro-società senza corruzione, senza lussuria, senza crimini, una «monarchia» teocratica, il cui re senza corona deve essere Cristo. MA NON VI RIUSCIRA'.....
Lo si scambia per un profeta quando, prima dell'occupazione di Firenze da parte del re di Francia Carlo VIII, egli annuncia l'arrivo del «nuovo Ciro» destinato a rimettere in sesto l'Italia. 
La sua popolarità cresce. Egli denuncia il sistema dittatoriale dei Medici che governano la città e reclama la riforma della Costituzione, della giustizia e del fisco. Il palazzo della Signoria cede davanti alla sua intransigenza.
Savonarola instaura a Firenze un severo regime di austerità che durerà quattro anni (1494-1498), vieta il gioco e le feste profane. 
Questa dittatura morale, però, finisce per scontentare il popolo, diviso fra gli «arrabbiati» che combattono Savonarola e i suoi amici, chiamati per derisione «piagnoni». 
Il vento gira. Il suo scontro con il papa finisce male
. Nel 1495, viene accusato di insubordinazione e gli viene vietato di predicare. Roma tenta prima di allontanarlo, poi di acquistarne il silenzio offrendogli un cappello cardinalizio. Ma Savonarola, con la sua abituale veemenza,  risponde al papa: 
« Non voglio nessun cappello, nessuna mitria grande o piccola che sia. 
Non voglio altro se non ciò che tu hai dato ai tuoi santi: la morte. 
Un cappello rosso, un cappello di sangue: questo è ciò che desidero.
»
  
La macchina infernale è ormai in moto. Nel maggio del 1497, Savonarola viene scomunicato per disobbedienza. Firma la sua ultima lettera indirizzata al papa con queste parole: «Servitore inutile di Cristo». 
Il 18 febbraio dell'anno successivo, predica per l'ultima volta nel duomo di San Marco. 
Nel corso dello stesso mese viene arrestato con altri due frati, Silvestro da Firenze e Domenico da Pescia.  
La Signoria riceve il 12 aprile un breve del papa che l'autorizza ad agire contro Savonarola e i suoi compagni. 
Il 22 maggio, viene condannato a morte con gli altri due frati da un tribunale civile alla presenza di due delegati ecclesiastici. Gerolamo, Silvestro e Domenico vengono strangolati e poi bruciati il 23 maggio 1498. 
La riabilitazione di Gerolamo Savonarola da parte della Chiesa cattolica è in corso; questo è indicativo del cammino di pentimento che il papa Giovanni Paolo II vuole far percorrere alla  Chiesa.
Da una predica del Savonarola emerge questo TRISTE QUADRO......

< ....I preti ci riempiono le orecchie di Aristotele, Platone, Virgilio e Petrarca, e non si preoccupano della salvezza delle anime.
Perché tanti libri in luogo di quello che nella sua unicità racchiude la legge e la vita? (si oservi, oltre alle accuse...che il Vangelo era dunque CONOSCIUTO  e i libri circolavano...a differenza di coloro che dicono che la Chiesa "vietava" la lettura del testo Sacro)
Cristiani, voi dovreste avere sempre avere con voi il Vangelo; non intendo dire il libro, ma il suo spirito. [...]
La carità cristiana non abita nei libri.
I veri libri di Cristo sono gli apostoli e i santi, e la vera vita consiste nell'imitazione della Sua vita.
In questi periodo, invece, quegli uomini sono diventati libri del diavolo.
Essi parlano contro l'orgoglio e l'ambizione, ma vi ci sono immersi fino alle orecchie. Predicano la castità e mantengono delle amanti.
Esigono l'osservanza del digiuno e vivono nel lusso. [...]
I prelati [= i membri dell'alto clero] si rinchiudono nella loro dignità e disprezzano gli altri; pretendono che ci si inchini davanti a loro; essi vogliono occupare le prime cattedre [= posti] nelle scuole e le chiese italiane.
Amano che si vada loro incontro, il mattino, al mercato, che li si saluti con l'appellativo di «maestro» [...]
Non pensano ad altro che alla terra ed alle cose terrene; delle anime non si preoccupano minimamente.
Nei primi periodi della Chiesa, i calici [= quelli del vino della messa] erano di legno ed i prelati d'oro; oggi invece, la Chiesa ha calici d'oro e prelati di legno.



Oggi, la Chiesa cattolica, non solo ha riabilitato il monaco contestatore, ma si propone altresì di elevarlo agli onori degli altari.
Chi ha detto che il dissenso e la contestazione devono essere banditi dalla Chiesa? Gli eventi della storia dimostrano, ancora una volta, che quando essi sono fondati sulla verità costituiscono il suo più idoneo strumento di purificazione
Purificazione di cui la Chiesa non cessa di aver bisogno. Gesù del resto aveva messo in guardia i suoi, non ha promesso uomini santi, ma uomini che avrebbero e dovranno CONQUISTARSI LA SANTITA', perchè la Chiesa, quale Progetto, la guida lo Spirito Santo, gli uomini posti visibilmente alla guida, non nascono santi....La Chiesa è in continuo cammino ed in continua TRASFORMAZIONE, alla ricerca della SUA SANTITA' VISIBILE.....la Chiesa NON crollerà mai...e non crollerebbe per un Papa immorale, ma semmai per le membra se fossero TUTTE CONTRO LA RICERCA DELLA SANTITA'....perchè la Chiesa diventa INFALLIBILE soprattutto in riflesso delle SUE MEMBRA......e non in una singola persona.....

 .........

Una cosa è strana....come mai Alfonso nella sua "Storia della Chiesa" ha omesso di narrare i fatti dei Papi da Pietro all'anno 300? Ma che cosa hanno fatto questi PAPI?

Come mai non inserisce la storia di Papa Liberio che se è vero che RINNEGO' la fede della Chiesa sulla Trinità, poi si CONVERTI' SALVANDO INVECE LA CHIESA INTERA?

Se si vuole diventare o fare gli STORICI....occorre farlo con ONESTA'....e non inserire solo ciò che fa più comodo....

Fraternamente Caterina



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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 28/03/2004 21.34
Di: Roberto Beretta
"Informazione filosofia e teologia: Rassegna Stampa"
Cottier: mea culpa sì, ma senza riabilitazione
</TABLE>Padre Georges Cottier, teologo pontificio e segretario della Commissione teologica internazionale che ha preparato - fra l'altro - le sessioni vaticane di studio su Inquisizione e Shoà, parteciperà al convegno di Napoli su Giordano Bruno.
D- Allora, padre, la parola d'ordine sembra una sola: riabilitare il Nolano.
R- "No, non parlerei di "riabilitazione". Questo è un termine che riguarda il giudizio corretto sulla vita e sul pensiero di una persona e può essere applicato per esempio al Savonarola, che forse sarà anche beatificato. Giordano Bruno invece non può essere riabilitato come pensatore cattolico semplicemente perché il suo pensiero non è mai stato cattolico; egli fin dall'inizio negava idee come il dogma della Trinità, o l'unicità dell'anima personale... Il problema è semmai che il filosofo nolano fu condannato al rogo, mentre oggi sappiamo che non si può usare la pena di morte per punire un uomo che sostiene - seppure pubblicamente e con qualche provocazione - posizioni anti-cristiane".

D- Dunque un mea culpa relativo al modo, non ai contenuti...

R- "Nel caso di Bruno la domanda di perdono a Dio da parte della Chiesa riguarda i mezzi usati per la difesa della verità. La Chiesa deve sempre sostenere la fede, ma non col braccio secolare".
D- Tra l'altro, pare che il processo al domenicano fu regolare.
R- "Sì, il processo durò 7 anni e fu fatto secondo le norme, con la volontà di salvare l'imputato".

D- E tuttavia il caso di Bruno è divenuto ideologicamente esemplare.

R- "Perché così l'hanno fatto diventare. Il Nolano è stato preso come simbolo della libertà di pensiero dagli anticlericali del secolo scorso. Ma il vero Bruno non era un libero pensatore nel senso moderno della parola: era piuttosto un uomo del Rinascimento che difendeva le ragioni della filosofia contro la teologia... Nel suo caso vedo perciò parecchi miti da ridimensionare e il lavoro degli storici sarà molto importante per determinare chi era davvero Giordano Bruno".

D- Secondo lei?

R- "Era un brillante scrittore, non sempre facile, che esprime teorie scientifiche interessanti...".

D- La scienza, appunto: si può istituire un confronto fra il trattamento usato dalla Chiesa verso Bruno e il processo di poco successivo a Galileo?

R- "No. Galileo era un credente ed è stato accusato per proposizioni scientifiche all'epoca ritenute incompatibili con la visione cristiana del mondo. Ma con lui non ci fu mai questione di fede. Con Bruno, invece, questo non si può dire".

D- Ma il ripensamento della Chiesa sul rogo non sarà interpretato come una marcia indietro sui contenuti?

R- "No. Anzitutto il simposio di Napoli non è organizzato dalla Chiesa, ma da una facoltà di teologia. Poi non sarà una richiesta di perdono, bensì un'occasione per studiare il caso e ristabilire la verità storica. Certo, ci saranno manifestazioni tendenti ad accreditare Bruno come martire del libero pensiero; ma noi non vogliamo entrare in questa polemica".

D- Bruno piace pure al dissenso cattolico. Il teologo Drewermann, ad esempio, si identifica volentieri con lui, anche perché ridusse le religioni a mito.

R- "Bruno pensava che le religioni fossero un fatto sociale e si equivalessero tra loro. Ma ciò non è affatto il segno della modernità. Anzi, oggi la ragione si trova bene con la fede".

D- Il fatto che Bruno fosse ecclesiastico aumenta la responsabilità della Chiesa nei suoi confronti?

R- "In un certo senso sì: non capisco infatti come fu accettato nell'Ordine domenicano, dal momento che già al noviziato dimostrava forti difficoltà sulla fede".

D- Bruno ebbe problemi anche coi protestanti. Le risulta che costoro abbiano in programma qualche revisione storica nei suoi confronti?

R- "In effetti il filosofo aderì alla riforma calvinista, ma ebbe difficoltà e dovette fuggire da Ginevra, poi ancora dalla Germania. Tuttavia la vicenda di Bruno ha pesato molto più sulla storia italiana che su quella dei protestanti. E comunque, per adesso, sono solo i cattolici a fare autocritica". (così come i protestanti non si sono ancora pronunciati ufficialmente con un autocritica per aver anch'essi condannato Galileo da parte di Calvino ....nè è giunta un autocritica per la discriminazione verbale di Lutero nei confronti degli Ebrei....)
*************

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Da: Crociato2Inviato: 29/03/2004 18.34
Buon pomeriggio.
Non voglio minimizzare la moralità piuttosto discutibile di Papa Borgia, Alessandro VI, tuttavia non sono pochi gli storici che asseriscono una leggenda nera attorno alla sua figura, resa palese durante la Controriforma.
Non deve scandalizzarci il fatto che taluni Papi avessero dei figli o che taluni papi praticassero la sessualità, i costumi dell'epoca non erano certo santi, forse per questo il gran numero dei santi che si ebbero fa capire l'enorme differenza degli stili di vita.
La gestione nepotistica e familistica del pontificato non è affatto una particolarità dei Borgia. È il carattere del papato rinascimentale. Pensiamo ai Della Rovere, che erano diventati duchi d'Urbino, o ai Farnese elevati a duchi di Parma». Eppure i Borgia sono passati alla storia come un esempio particolarmente negativo.
La pratica degli intrighi, dei tradimenti, delle congiure, degli avvelenamenti era diffusa. E in fondo è una pratica diffusa in tutti i tempi. A volte si fa con il veleno, altre magari con la tv o Internet.
Romeo De Maio, professore di Storia del Rinascimento all'Universita di Napoli: «Alessandro VI è sconcertante. Da una parte ti trovi davanti un uomo fortemente scettico. Dall'altra un uomo dalla religiosità convinta. Quando si rivolge ai pittori che decoreranno gli Appartamenti, esprime idee che addirittura anticipano l'ecumenismo, il bisogno del dialogo tra le varie religioni. E mostra una grande sensibilità al problema dell'evangelizzazione della terre americane appena scoperte».
Ma perché allora si è imposto questo giudizio storico cosí negativo? «Sui Borgia c'è un pregiudizio da "leggenda nera". La storiografia sui Borgia è in gran parte contraffatta da questo pregiudizio. Ed è da sempre divisa in due correnti. Machiavelli, storico laico, dà un giudizio positivo, Guicciardini tende già verso il moralismo. Lo stesso si puó dire con il filosofo Friedrich Nietzsche e lo storico Jacob Burckhardt. I Borgia vanno giudicati con una grande forza filologica, non con l'ipersensibilità moralistica che viene dopo la Controriforma». Alessandro VI, quando parlava di Gesú piangeva come un bambino.
Ora inserisco una lettera dal Magistero di questo Papa,  non fu un papa cattivo.
by, Luca

Bolla "Inter caetera"

Sull’educazione cattolica da impartire ai popoli pagani contattati in occasione delle conquiste - Alessandro VI


4 maggio 1493

ALESSANDRO, VESCOVO, SERVO DEI SERVI DI DIO, AGLI ILLUSTRI SOVRANI, IL NOSTRO DILETTO FIGLIO IN CRISTO FERDINANDO, RE, E LA NOSTRA DILETTA FIGLIA IN CRISTO, ISABELLA, REGINA DI CASTIGLIA, LEÓN, ARAGONA, SICILIA E GRANADA, SALUTE E BENEDIZIONE APOSTOLICA.


Tra le altre opere gradite alla Divina Maestà e dilette al nostro cuore, questa con certezza è la più elevata, che nei nostri tempi specialmente la fede cattolica e la religione cristiana siano esaltate e dovunque vengano aumentate e diffuse, che si abbia a cuore la salvezza delle anime, e che le nazioni barbariche siano rovesciate e condotte alla stessa fede. Poiché, in virtù della clemenza divina, noi, nonostante i nostri meriti insufficienti, siamo stati chiamati a questa Santa Sede di Pietro, riconoscendo che, come veri re e principi cattolici quali abbiamo sempre saputo che voi siete, e come dimostrano le vostre illustri azioni note già a quasi tutto il mondo, voi non soltanto ardentemente desiderate, ma con ogni sforzo, zelo e diligenza, senza riguardo alle difficoltà, alle spese, ai pericoli, persino a costo dello spargimento del vostro sangue, siete impegnati in questo fine; riconoscendo inoltre che da molto tempo avete consacrato a questo scopo la vostra anima e tutti i vostri sforzi, come testimoniato in questi tempi dalla riconquista del regno di Granada dal giogo dei saraceni, a gloria del Nome Divino; noi dunque siamo a ragione condotti, e lo riteniamo anzi nostro dovere, ad assicurarvi il nostro accordo e, a vostro favore, quelle cose che, con fatica ogni giorno, vi rendano possibile, per l'onore di Dio stesso e la diffusione della regola cristiana, conseguire il vostro santo e lodevole proposito così gradito al Dio immortale."
Abbiamo anche appreso che voi, che per lungo tempo avete inteso cercare e scoprire alcune isole e terre remote e sconosciute e non ancora scoperte da altri fino a quel momento al punto da poter guadagnare al culto del nostro Redentore e alla professione della fede cattolica i loro residenti ed abitanti, essendo stati fino al momento presente impegnati intensamente nell'assedio e nella restaurazione del regno stesso di Granada, siete stati impossibilitati a realizzare questo santo e lodevole proposito; ma essendo stato il suddetto regno da tempo riacquistato, come è piaciuto al Signore, voi, col voto di realizzare il vostro desiderio, avete scelto il nostro amato figlio, Cristoforo Colombo, un uomo di certo valore e delle più alte credenziali e dotato per una impresa così imponente, e lo avete fornito di navi e uomini equipaggiati per questi disegni, non senza le più ardue difficoltà, pericoli, e spese, per fare una ricerca accurata di queste remote e sconosciute lande ed isole per mare, dove finora nessuno ha navigato; ed essi con l'aiuto divino e con la massima diligenza navigando per l'oceano, hanno scoperto certe isole molto remote ed anche continenti che finora non erano stati scoperti da altri; lì dimorano moltissimi popoli che vivono in pace e, come è stato riferito, che vanno in giro nudi e non mangiano carne. Inoltre, come ritengono i vostri suddetti inviati, questi popoli che vivono nelle dette isole e paesi credono in un unico Dio, creatore nei cieli, e sembrano sufficientemente disposti ad abbracciare la fede cattolica e ad essere educati nella buona morale. E si spera che, una volta istruiti, il nome del Salvatore, nostro Signore Gesù Cristo, possa facilmente essere introdotto nelle dette terre e isole. Inoltre, su una delle isole maggiori il suddetto Cristoforo Colombo è già riuscito a mettere insieme e costruire una fortezza ben equipaggiata, dove ha posto come guarnigione alcuni cristiani, suoi compagni, che hanno il compito di cercare altre isole e continenti remoti e sconosciuti. Nelle isole e terre già scoperte sono stati trovati oro, spezie, molte altre cose preziose di diverso tipo e qualità. Per tutto ciò, com'è proprio di. re e principi cattolici, dopo serissima considerazione di tutti gli argomenti, specialmente del sorgere e della diffusione della fede cattolica, e come è stato uso dei vostri antenati, re di rinomata memoria, voi vi siete posti il fine, con il favore della divina clemenza, di mettere sotto la vostra influenza i suddetti continenti e isole con i loro residenti e abitanti e di condurli alla fede cattolica. Perciò, affidando di cuore al Signore questo vostro obiettivo santo e lodevole, e nel desiderio che esso sia doverosamente realizzato, e che il nome del nostro salvatore sia portato in quelle regioni, vi esortiamo molto seriamente e vi ingiungiamo, nel Signore e in virtù del vostro santo battesimo, con il quale siete vincolati ai nostri comandi apostolici, e grazie alla misericordia di nostro Signore Gesù Cristo, a che, con lo stesso grande zelo per la vera fede con cui progettate di equipaggiare e inviare questa spedizione, vi proponiate anche, conformemente al vostro dovere, di condurre le popolazioni che risiedono in quelle isole e terre ad abbracciare la religione cristiana; ed in ogni momento non lasciate che i pericoli e le difficoltà vi scoraggino, con ferma speranza e fiducia nei vostri cuori che Dio onnipotente vi accompagnerà nelle vostre imprese.

E, affinché voi possiate intraprendere un'impresa così grande con maggiore prontezza ed entusiasmo, con il beneficio del nostro favore apostolico, noi, di nostra volontà, non su vostra richiesta né su richiesta di nessun altro a vostro riguardo, ma per nostra sola generosità e conoscenza e in virtù della pienezza del nostro potere apostolico, grazie all'autorità di Dio onnipotente conferitaci in san Pietro e della vicaria di Gesù Cristo che noi deteniamo sulla terra, noi vi facciamo questi doni; se alcuna di queste isole dovesse essere trovata dai vostri inviati e capitani, questo dà, assicura e assegna a voi e ai vostri eredi e successori re di Castiglia e di León, per sempre - insieme con tutti i loro domini, città, campagne, luoghi e villaggi, e tutti i diritti, giurisdizioni e annessi - tutte le isole e i continenti trovati e ancora da trovare, scoperti e ancora da scoprire, verso l'ovest e il sud, tracciando una linea dal polo Artico, cioè dal nord, verso il polo antartico, cioè verso il sud, senza badare se le suddette isole o continenti siano stati trovati o si troveranno nella direzione dell'India o verso altre direzioni, la detta linea dovendo essere distante 100 leghe verso ovest e sud dalle isole comunemente conosciute come Azzorre e Capo Verde. Con la clausola tuttavia che nessuna delle isole e dei continenti, da trovare o già trovati, da scoprire o già scoperti oltre la detta linea verso ovest e sud, sia possesso di re o principe cristiano fino al passato compleanno di nostro Signore Gesù Cristo con il quale comincia l'anno corrente 1493.

E noi nominiamo e deleghiamo voi, e i vostri suddetti eredi e successori, signori di essi con pieno e libero potere, autorità e giurisdizione, di ogni tipo; con la clausola che con questo nostro dono, premio e assegnamento nessun diritto acquisito da nessun principe cristiano che possa essere in attuale possesso delle dette isole e continenti da prima del detto compleanno di nostro Signore Gesù Cristo, dev'essere inteso come ritirato o annullato. Inoltre vi ordiniamo, in virtù della santa obbedienza, che, impiegando la dovuta diligenza nelle premesse, anche voi promettiate - né qui noi mettiamo in dubbio la vostra compiacenza in accordo con la vostra fedeltà e con la regale grandezza di spirito - di nominare nei suddetti continenti e isole uomini valorosi, timorosi di Dio, colti, abili e esperti, allo scopo di istruire i suddetti abitanti e residenti nella fede cattolica e di educarli nella buona morale. Inoltre, sotto pena di scomunica latae sententiae che verrebbe emanata ipso facto per chiunque contravvenisse, vietiamo assolutamente a tutte le persone di qualsivoglia rango, persino imperiale o regio, o di qualunque stato, grado, condizione, ordine, di osare, senza il vostro permesso speciale o quello dei vostri suddetti eredi e successori, di recarsi per scopi commerciali o per altre ragioni nelle suddette isole e continenti, trovati o da trovare, scoperti o da scoprire, verso ovest e verso sud, tracciando e stabilendo una linea dal polo Artico al polo Antartico, senza badare se le isole e i continenti si trovano in direzione dell'India o verso altre terre, dovendo essere la detta linea distante 100 leghe verso ovest e sud come già detto, dalle isole comunemente conosciute come Azzorre e Capo Verde; nonostante costituzioni apostoliche e ordinanze e altri decreti che dicessero il contrario.

Noi confidiamo in Lui, da cui procedono imperi e governi e ogni cosa buona, e nel vostro intraprendere, con la guida del Signore, questa impresa santa e lodevole, in breve tempo le vostre difficoltà e sfide raggiungeranno l’esito più felice, per la felicità e la gloria di tutta la cristianità. Ma poiché sarebbe difficile inviare queste lettere a tutti i luoghi che si vorrebbero, desideriamo, e con simile accordo e conoscenza decretiamo che copie di esse, firmate dalla mano di un pubblico notaio a questo incaricato, e sigillate con il sigillo di un ufficiale ecclesiastico o della corte ecclesiastica, venga osservato nella corte e fuori lo stesso rispetto che dovrebbe essere attribuito altrove a queste lettere se venissero mostrate o esibite. Perciò non consentite ad alcuno di infrangere o contravvenire con grave baldanza questa nostra raccomandazione, esortazione, richiesta, dono, premio, assegnazione, costituzione, delega, decreto, mandato, proibizione e volontà. Se qualcuno presumesse di attentarvi, sia noto a costui che incorrerà nella maledizione di Dio onnipotente e dei santi apostoli Pietro e Paolo.

Dato a Roma, San Pietro, nell'anno dell'incarnazione di nostro Signore, 1493, il quattro di maggio, primo anno del nostro pontificato.


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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 29/03/2004 21.29
.....ringrazio per il contributo.......
Per un approfondimento storico, vi lascio il collegamento sul Savonarola.....
difetta in qualcosa, ma nella sostanza è ben ricostruito.....ciò che manca proverò ad inserirlo....
Fraternamente Caterina
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