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Il dramma dell'educazione

Ultimo Aggiornamento: 16/07/2016 10:40
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Sesso: Femminile
24/01/2011 10:50
 
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 anche questo fa parte dell'educazione....


LA SATIRA TV CHE FERISCE

SONO UN PRETE STUFO DI FANGO

MAURIZIO PATRICIELLO

Sono un prete. Un prete della Chiesa cattolica. Uno dei tanti preti italiani. Seguo con interesse e ansia le vicende del mio Paese. Non avendo la bacchetta magica per risolvere i problemi che affliggono l’Italia, faccio il mio dovere perché ci sia in giro qualche lacrima in meno e qualche sorriso in più.
Sono un uomo che come tanti lotta, soffre, spera. Che si sforza ogni giorno di essere più uomo e meno bestia. Sono un uomo che rispetta tutti e chiede di essere rispettato. Che non offende e gradirebbe di non essere offeso, infangato. Da nessuno. Inutilmente. Pubblicamente. Vigliaccamente.
Sono un prete che lavora e riesce a dare gioia, pane, speranza a tanta gente bistrattata, ignorata, tenuta ai margini. Un prete che ama la sua Chiesa e il Papa. Un prete che non vuole privilegi e non pretende di far cristiano chi non lo desidera, che mai si è tirato indietro per dare una mano a chi non crede.
Un prete che, prima della Messa della sera, brucia incenso in chiesa per eliminare il fetore sprigionato dalle tonnellate di immondizie accumulate negli anni ai margini della parrocchia in un cosiddetto cdr e che vanno aumentando in questi giorni.
Sono un prete che si arrabbia per le inefficienze dello Stato ai danni dei più deboli e indifesi. Che organizza doposcuola per bambini che la scuola non riesce ad interessare e paga le bollette di luce e gas perché le case dei poveri non si trasformino in tuguri.
Sono un prete, non sono un pedofilo.

So che al mondo ci sono uomini che provano interesse per i bambini e, in quanto uomo, vorrei morire dalla vergogna. So che costoro sono molti di più di quanto credono gli ingenui. So anche che poco o nulla finora è stato fatto per tentare di capire e curare codesta maledizione.
Piaga purulenta la pedofilia. Spaventosa. Crudele. Vergognosa. Tra coloro che si sono macchiati di codesto delitto ci sono padri, zii, nonni, professionisti, operai, giovani, vecchi e anche preti.

Giovedì sera, trasmissione Annozero di Michele Santoro. Tantissimi italiani guardano il programma. Si discute di Silvio Berlusconi. Alla fine esce, come al solito, il signor Vauro con le sue vignette che dovrebbero far ridere tutti e invece, spesso, mortificano e uccidono nell’animo tanti innocenti. Ma non si deve dire. È politicamente scorretto. È la satira. Il nuovo idolo davanti al quale inchinarsi. La satira, cioè il diritto dato ad alcuni di dire, offendere, infangare, calunniare gli altri senza correre rischi di alcun genere. Una vignetta rappresenta il Santo Padre che parlando di Berlusconi dice: «Se a lui piacciono tanto le minorenni, può sempre farsi prete». Gli altri, compreso Michele Santoro, ridono.
 
Che cosa ci sia da ridere non riesco a capirlo. Ma loro sono fatti così, e ridono. Ridono di un dramma atroce e di innocenti violentati. Ridono di me e dei miei confratelli sparsi per il mondo impegnati a portare la croce con chi da solo non ce la fa. Ridono sapendo che tanta gente davanti alla televisione in quel momento si sente offesa in ciò che ha di più caro e soffre. Soffre per il Santo Padre offeso e perché la menzogna, che non vuol morire, ancora riesce a trionfare. Per bastonare Berlusconi, si fa ricorso alla calunnia. E gli altri ridono.
Vado a letto deluso e amareggiato, sempre più convinto che con la calunnia e la menzogna – decrepite come la befana o come le invenzioni di qualche battutista e di qualche sussiegoso giornalista-presentatore televisivo – non si potrà mai costruire niente di nuovo e stabile.
 
E il giorno dopo scopro che alla Rai, finalmente, stavolta qualcuno s’è indignato. Spero solo che adesso Vauro e Santoro e qualcun altro che non sto a ricordare non facciano, loro, le vittime. E che in Italia ci sia più di qualcuno che comincia a farsi avanti e, senza ridere, dice chiaro e tondo che non si può continuare a infangare impunemente quegli onesti cittadini dell’Italia e del mondo che sono i preti. 

Avvenire, 23 gennaio 2011

***************

La lettera di questo sacerdote mi ha davvero toccato e commosso.
Ha assolutamente ragione. La satira non e' e non puo' essere diritto di offendere e di calunniare.
Ogni tipo di satira (pungente, fastidiosa, irriverente) deve fermarsi davanti alla copertina del codice penale che tutela TUTTI i cittadini o, meglio, tutti gli esseri viventi (persone fisiche e ora, giustamente, anche i nostri amici animali).
Non e' la prima volta che "comici" e "vignettisti" passano il segno con il Papa e la Chiesa.
Come siamo arrivati a questo punto?
E' colpa anche della Chiesa Italiana e della Santa Sede che, per quasi sei anni, hanno permesso che televisioni e giornali infangassero il Papa e stravolgessero le sue parole.
Ora e' tardi.
Male ha fatto lo studio di Annozero a ridere della vignetta di Vauro, bene ha fatto l'Onorevole Santanchè ad abbandonare lo studio.
Non possiamo pero' non ricordare che, a maggio, sempre ad Annozero, c'era un'altra persona che rideva delle vignette di Vauro. Il vescovo Sigalini! Invitato a parlare della lotta della Chiesa alla pedofilia, non ha saputo dire una sola frase a difesa del Santo Padre.
Per fortuna c'era Socci che pero' non e' un vescovo!
I media hanno grandi e gravissime responsabilita', ma i silenzi della Chiesa in questi sei anni hanno causato molti danni.
Ormai ci siamo praticamente abituati. Sappiamo che cosa aspettarci da giornali e tv: disprezzo e dileggio.
Non e' certo un bel risultato ne' per i mezzi di comunicazione ne' per la Chiesa italiana ne' per la Santa Sede
.
R.

Grazie al Sacerdote autore di questa lettera!


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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