A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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Domanda sulla CABALA'

Ultimo Aggiornamento: 31/10/2009 09:37
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31/10/2009 09:33
 
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Da: Soprannome MSNIyvan5Inviato: 09/07/2004 11.43
Cara Caterina,
non volevo aggiungere altro, ma certe tue affermazioni mi inducono a nuovi interventi
dimmi una cosa...erano forse reincarnati gli apostoli? Gesù dice a Pietro che si chiamava Simone......"TU SEI PIETRO...."
qui si evince una conoscenza del Cristo della persona che ha davanti e che non identifica con nessun altro.......
Ma ti sembra significativo? E' ovvio che Gesù si rivolga all'individuo che in quel momento era identificato in Pietro, a chi altri avrebbe dovuto rivolgersi?
Questa mi sembra proprio da scartare. 
resta un punto centrale che nega la reincarnazione.....ed è la morte e risurrezione di Cristo.....e le parole quando dice "vado a prepararvi un posto"......
Cristo era Dio e come tale è Padrone della vita e della morte, egli non soggiace alle Sue Leggi, perchè Egli stesso è La Legge.
Non vedo come l'ipotesi della reincarnazione, se fosse vera, potrebbe essere scardinata  dal dogma della risurrezione di Cristo.
Che differenza farebbe considerare la Sua azione salvifica riferita ad una sola vita oppure a più vite umane?
La Sua risurrezione potrebbe voler indicare semplicemente e in modo esplicito la vittoria dello spirito sulla morte.
Il fatto che fosse risorto mostrandosi col corpo non suscita alcuna meraviglia visto che nulla è impossibile a Dio, e comunque, come si potrebbe essere immersi e interagire nella materialità senza dover ricorrere alla fisicità?  
Il "vado a prepararvi un posto" non indica un'azione temporale, ma solo l'assicurazione che quel posto ci sarà.
In ogni caso è anche probabile che gli apostoli, per la maturazione dovuta alla vicinanza diretta con Cristo, abbiano acquisito un perfetto sentire di coscienza che non richiede più la necessità di reincarnarsi.
anche lo stesso Paolo che sapendo orami giunta la sua fine dice di sentirsi tranquillo e di aver combattuto la buona battaglia.....e non può certo averlo detto perchè aveva capito che in un altra vita precedente non aveva raggiunto la pienezza per la pace eterna......
Il "certo" è un'affermazione che potrebbe anche non essere.
e comunque non dimentichiamo che, in ogni caso, egli non poteva avere consapevolezza di un'eventuale vita precedente, quindi l'esempio non regge.
Per il resto, si tratta di considerazioni legate alle convinzioni di chi le afferma e non costituiscono una prova che neghi la reincarnazione, ma solo la prova che alcuni la pensavano in modo diverso.
Come vedi, tutto può trovare una risposta diversa ... nulla può esser affermato con certezza oggettiva .. è sempre e soltanto una questione di fede.
Fraternamente
iyvan

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Consiglia Elimina    Messaggio 28 di 51 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 09/07/2004 12.42
Ma ti sembra significativo? E' ovvio che Gesù si rivolga all'individuo che in quel momento era identificato in Pietro, a chi altri avrebbe dovuto rivolgersi?
Questa mi sembra proprio da scartare. 
..........
ma manco per sogno Yivan.......che fai me scarti ciò che nun te gusta?...... qui stiamo parlando DEL MAESTRO  che insegna qualcosa...se avesse voluto indicarci dell'altro....sulla reincarnazione per esempio, avrebbe fatto riferimento a Pietro che in precedenza forse era qualcun altro.....e se doveva in qualche RISCATTARSI lo avrebbe reso palese ricordandogli che la sua anima diversamente avrebbe ancora dovuto pellegrinare altrove....qui si sottolinea Yivan L'UNICITA' DELLA PERSONA-SPIRITO-ANIMA....in questo Simone, figlio di Giona, ora Pietro per un ruolo DEFINITIVO.....
Simone detto Pietro ERA NATO PER QUESTO RUOLO.....in lui è palese l'unicità della persona e non una qualche reincarnazione......
Piuttosto spero che a Ibiz l'argomento interessi ancora.....
Cristo era Dio e come tale è Padrone della vita e della morte, egli non soggiace alle Sue Leggi, perchè Egli stesso è La Legge.
........
attento Yivan...mediante l'Incarnazione Cristo SOVVERTI' certe leggi.....la stessa Incarnazione è un prodigio che proprio secondo il tuo ragionamente il mondo e la cultura ebraica non accettano...... NULLA E' IMPOSSIBILE A DIO.....e poi attento con questa tua frase finisci con il dare una strada di consenso a coloro che negano l'Incarnazione del Verbo in Maria quando sostengono appunto che Dio NON POTEVA stravolgere la sua stessa Legge di un concepimento naturale....per questo sostengono che il seme di Dio fu IMPIANTATO...come una sorta di incubatrice fu Maria....
Ciò che sto cercando di dirti che poi da alcune affermazioni per sostenere una cosa si finisce con l'inserire altre informazioni per sostenerne altre.......
Che differenza farebbe considerare la Sua azione salvifica riferita ad una sola vita oppure a più vite umane?
.........
Yivan perchè il concetto stesso del peccato originale ci dice che SIAMO NATI UNA SOLAVOLTA IN QUEL PECCATO e che UNA VOLTA SOLA PER TUTTE siamo stati salvati....Che senso avrebbe la Croce se dopo morto io devo reincarnarmi per purificare le passate malefatte? Gesù appena morto, leggiamo, andò a LIBERARE GLI SPIRITI CHE ERANO IN QUESTA PRIGIONE....li portò in gloria dunque e non certo a reincarnarsi....in un altro passo leggiamo che quando Gesù morì molti videro i morti uscire dalle tombe e le loro anime elevarsi al cielo, non si parla di reincarnazione mai in tutte le spiegazione degli apostoli sulla sorte dei defunti.....
In ogni caso è anche probabile che gli apostoli, per la maturazione dovuta alla vicinanza diretta con Cristo, abbiano acquisito un perfetto sentire di coscienza che non richiede più la necessità di reincarnarsi.
.......
può darsi...ma se poi ragioniamo attentamente sarebbe stato più logico che gli apostoli avvisassero le persone a questa logica, inoltre non si comprenderebbe perchè quando c'era da condannare qualcuno gli apostoli fanno comprendere che i pervertiti, per esempio, erano votati alla dannazione eterna se non si convertivano ORA...CIOE' SUBITO IN QUESTA VITA CHE STAVANO VIVENDO....... 
e comunque non dimentichiamo che, in ogni caso, egli non poteva avere consapevolezza di un'eventuale vita precedente, quindi l'esempio non regge.
........
 regge eccome Yivan...stiamo parlando di Paolo il quale si convertì a Cristo attraverso una visione che lo rese "cieco"....egli fu istruito direttamente da Cristo....possibile che nelle istruzioni Cristo non gli abbia detto nulla in materia che da li a poco avrebbe appunto causato anche l'eresia che Cristo era la reincarnazione del Padre? (primo secolo) o la reincarnazione di qualche angelo? Almeno Paolo tale consapevolezza doveva averla dal momento che taccia di eresia chiunque insegnasse un "vangelo diverso" da quello che essi insegnavano......Come poteva essere così sicuro nel condannare di eresia se egli stesso non fosse stato consapevole di chi fosse e di chi erano gli altri e sulla destinazione dei defunti?
Per il resto, si tratta di considerazioni legate alle convinzioni di chi le afferma e non costituiscono una prova che neghi la reincarnazione, ma solo la prova che alcuni la pensavano in modo diverso.
Come vedi, tutto può trovare una risposta diversa ... nulla può esser affermato con certezza oggettiva .. è sempre e soltanto una questione di fede.
.......
Infatti Yivan......molto dipende dall'interpretazione....per questo gli apostoli furono molto severi da condannare le eresie che nascevano......da tacciare di eretico chi CRISTIANI COME LORO, andavano però insegnando altre cose......Inoltre qui non dobbiamo vedere i singoli apostoli MA LA CHIESA.....non è Paolo a condannare, ma LA CHIESA A PROCLAMARE CIO' CHE E' VERO E CIO' CHE PUO' FORARE FACENDO NASCERE ERESIE.....
La verità è che seppur alla Bibbia si può farle dire di tutto,  occorre che qualcuno ci dica sempre la giusta interpretazione....ed in termini dottrinali la Chiesa non ha commesso errori.....ha modificati i modi di approccio, quello si, ma non la base dottrinale.....Ora sulla reincarnazione mentre TU NON HAIprove...noi abbiamo le prove che tale credenza appartiene ad un mondo FUORI DEL CRISTIANESIMO.......nessuno mette in dubbio il suo valore per chi ci crede, ma non è una dottrina cristiana nè una dottrina che può AIUTARE IL CRISTIANESIMO, ANZI LO DANNEGGIA in alcune dottrine fondamentali quali l'unicità della persona con tutto il suo complesso mondo spirituale; l'unicità di una sola vita che ci è data per conoscere e scegliere Dio o rifiutarlo.....l'unicità di una sola morte dopo la quale vi è l'attesa del giudizio Universale.......
Queste verità fondamentali che sono DI TUTTA LA CRISTIANITA' UNITA E DIVISA......vengono meno se si accogliesse la dottrina fuori del cristianesimo della reincarnazione......
Ma ti feci una domanda che non hai risposto:
.....e poi quale sarebbe la misericordia di Dio se rinanscendo non fossi in grado di comprendere? un portatore di handicap a questo punto....forse in passato era stato assasino????.......emi fuoi fare un esempio di qualcuno, magari anche dai Vangeli.....che abbia capito la sua situazione karmika?
Fraternamente Caterina

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 29 di 51 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 09/07/2004 14.40

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Vediamo cosa la Chiesa crede e insegna sulla resurrezione. Se si professa la fede sulla resurrezione occorre necessariamente riconoscere che non è possibile ammettere contemporaneamente anche la dottrina sulla reincarnazione:

366 La Chiesa insegna che ogni anima spirituale è creata direttamente da Dio [Cf Pio XII, Lett. enc. Humani generis: Denz. -Schönm., 3896; Paolo VI, Credo del popolo di Dio, 8] - non è "prodotta" dai genitori - ed è immortale: [Cf Concilio Lateranense V (1513): Denz. -Schönm., 1440] essa non perisce al momento della sua separazione dal corpo nella morte, e di nuovo si unirà al corpo al momento della risurrezione finale.

1015 "La carne è il cardine della salvezza" [Tertulliano, De resurrectione carnis, 8, 2]. Noi crediamo in Dio che è il Creatore della carne; crediamo nel Verbo fatto carne per riscattare la carne; crediamo nella risurrezione della carne, compimento della creazione e della redenzione della carne.


1016 Con la morte l'anima viene separata dal corpo, ma nella risurrezione Dio tornerà a dare la vita incorruttibile al nostro corpo trasformato, riunendolo alla nostra anima. Come Cristo è risorto e vive per sempre, così tutti noi risusciteremo nell'ultimo giorno.

1017 "Crediamo nella vera risurrezione della carne che abbiamo ora" [Concilio di Lione II: Denz. -Schönm., 854]. Mentre, tuttavia, si semina nella tomba un corpo corruttibile, risuscita un corpo incorruttibile , [Cf 1Cor 15,42 ] un "corpo spirituale" ( 1Cor 15,44 ).

1038 La risurrezione di tutti i morti, "dei giusti e degli ingiusti" ( At 24,15 ), precederà il Giudizio finale. Sarà "l'ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce [del Figlio dell'Uomo] e ne usciranno: quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna" ( Gv 5,28-29 ).

1059 "La santissima Chiesa romana crede e confessa fermamente che nel giorno del Giudizio tutti gli uomini compariranno col loro corpo davanti al tribunale di Cristo per rendere conto delle loro azioni" [Concilio di Lione II: Denz. -Schönm., 859; cf Concilio di Trento: ibid., 1549].

Ora il punto è questo:

se ogni corpo che viene in questo mondo, sia di persona buona che cattiva, dovrà risorgere riunendosi all’anima che aveva quando era in vita, come risulta dai testi sopra riportati, soprattutto a partire dall’affermazione di Cristo stesso (
tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce [del Figlio dell'Uomo] e ne usciranno: quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna" Gv 5,28-29 ), come potranno risorgere tutti i corpi se una singola anima fosse venuta in numerosi corpi?

In pratica risorgerebbe uno solo dei molti corpi utilizzati, oppure dovrebbe essere creato ex novo un corpo che riassume i precedenti;(mi pare che questa fosse la tua convinzione) ma in questo caso però non avremmo la RESURREZIONE bensì  una nuova creazione, e non è questo che noi crediamo.

Comunque si voglia immaginare le cose, molti corpi non risorgerebbero, ma questo è in contrasto con la fede nella resurrezione di ogni corpo, pur ritenendo, col catechismo, che si tratta di corpi trasfigurati e incorruttibili simili al corpo risorto di Cristo, come risulta qui di seguito:

645 Gesù risorto stabilisce con i suoi discepoli rapporti diretti, attraverso il contatto [Cf Lc 24,39; 645 Gv 20,27 ] e la condivisione del pasto [Cf Lc 24,30; 645 Lc 24,41-43; Gv 21,9; Gv 21,13-15 ]. Li invita a riconoscere da ciò che egli non è un fantasma, [Cf Lc 24,39 ] ma soprattutto a constatare che il corpo risuscitato con il quale si presenta a loro è il medesimo che è stato martoriato e crocifisso, poiché porta ancora i segni della passione [Cf Lc 24,40; 645 Gv 20,20; Gv 20,27 ]. Questo corpo autentico e reale possiede però al tempo stesso le proprietà nuove di un corpo glorioso; esso non è più situato nello spazio e nel tempo, ma può rendersi presente a suo modo dove e quando vuole, [Cf Mt 28,9; Mt 28,16-17; Lc 24,15; Lc 24,36; Gv 20,14; Gv 20,19; Gv 20,26; Gv 21,4 ] poiché la sua umanità non può più essere trattenuta sulla terra e ormai non appartiene che al dominio divino del Padre [Cf Gv 20,17 ]. Anche per questa ragione Gesù risorto è sovranamente libero di apparire come vuole: sotto l'aspetto di un giardiniere [Cf Gv 20,14-15 ] o sotto altre sembianze, [Cf Mc 16,12 ] che erano familiari ai discepoli, e ciò per suscitare la loro fede [Cf Gv 20,14; Gv 20,16; 645 Gv 21,4; Gv 20,7 ].

646 La Risurrezione di Cristo non fu un ritorno alla vita terrena, come lo fu per le risurrezioni che egli aveva compiute prime della Pasqua: quelle della figlia di Giairo, del giovane di Naim, di Lazzaro. Questi fatti erano avvenimenti miracolosi, ma le persone miracolate ritrovavano, per il potere di Gesù, una vita terrena "ordinaria". Ad un certo momento esse sarebbero morte di nuovo. La Risurrezione di Cristo è essenzialmente diversa. Nel suo Corpo risuscitato egli passa dallo stato di morte ad un'altra vita al di là del tempo e dello spazio. Il Corpo di Gesù è, nella Risurrezione, colmato della potenza dello Spirito Santo; partecipa alla vita divina nello stato della sua gloria, sì che san Paolo può dire di Cristo che egli è "l'uomo celeste" [Cf 1Cor 15,35-50 ].

650 I Padri contemplano la Risurrezione a partire dalla Persona divina di Cristo che è rimasta unita alla sua anima e al suo corpo separati tra loro dalla morte: "Per l'unità della natura divina che permane presente in ciascuna delle due parti dell'uomo, queste si riuniscono di nuovo. Così la morte si è prodotta per la separazione del composto umano e la Risurrezione per l'unione delle due parti separate" [San Gregorio di Nissa, In Christi resurrectionem, 1: PG 46, 617B; cf anche "Statuta Ecclesiae Antiqua": Denz. -Schönm., 325; Anastasio II, Lettera In prolixitate epistolae: ibid. , 359; Ormisda, Lettera Inter ea quae: ibid. , 369; Concilio di Toledo XI: ibid., 539].

Alla luce degli articoli del catechismo sopra riportati, credo che una conciliazione tra resurrezione e reincarnazione non sia possibile neanche sul piano logico.;

Per quanto riguarda il piano dottrinale poi, il catechismo menziona esplicitamente il termine "reincarnazione" per escludere ogni malinteso .

1013 La morte è la fine del pellegrinaggio terreno dell'uomo, è la fine del tempo della grazia e della misericordia che Dio gli offre per realizzare la sua vita terrena secondo il disegno divino e per decidere il suo destino ultimo. Quando è "finito l'unico corso della nostra vita terrena", [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 48] noi non ritorneremo più a vivere altre vite terrene. "E' stabilito per gli uomini che muoiano una sola volta" (Eb 9,27 ). Non c'è "reincarnazione" dopo la morte.

....

Il giudizio finale riguarderà tutti gli uomini, ciascuno dei quali sarà giudicato in base alle opere compiute finchè era nel proprio corpo.

2Co 5,10 Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, ciascuno per ricevere la ricompensa delle opere compiute finché era nel corpo, sia in bene che in male.

Paolo non accenna a un giudizio su una pluralità di corpi e mai nè lui nè altri danno ad intendere che vi possa essere un ulteriore possibilità di ritorno alla vita terrena; infatti dice il CCC:

1059 "La santissima Chiesa romana crede e confessa fermamente che nel giorno del Giudizio tutti gli uomini compariranno col loro corpo (risorto: -nota mia) davanti al tribunale di Cristo per rendere conto delle loro azioni" [Concilio di Lione II: Denz. -Schönm., 859; cf Concilio di Trento: ibid., 1549].

Ancora una considerazione desunta dalla Scrittura:

In 1Pt 3,18 troviamo:

 Anche Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nella carne, ma reso vivo nello spirito. 19 E in spirito andò ad annunziare la salvezza anche agli spiriti che attendevano in prigione; 20 essi avevano un tempo rifiutato di credere quando la magnanimità di Dio pazientava nei giorni di Noè, mentre si fabbricava l'arca, ...

In questo brano Pietro afferma che Cristo, dopo aver subito la morte e prima della risurrezione andò ad annunziare la salvezza agli spiriti prigionieri negli inferi, che aspettavano dai giorni antichi antidiluviani.

Se vi fosse stata la possibilità per loro di purificarsi o di riscattarsi attraverso un ritorno periodico in nuovi corpi fisici, Cristo non li avrebbe incontrati e non avrebbe avuto bisogno di annunziare loro la salvezza in quella prigione in cui essi erano invece in attesa.


L'unica composizione ammissibile per conciliare la infinita Giustizia con la infinita Misericordia di Dio che perfeziona le anime e le rende pure per accedere al Suo regno, che non urta contro la Scrittura ( ma trova in essa il fondamento),  nè contro gli insegnamenti della Chiesa, è quello del Purgatorio.


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Consiglia Elimina    Messaggio 30 di 51 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 09/07/2004 14.40

Caro lyvan

Circa la impossibilità di conciliare da un punto di vista logico la dottrina della reincarnazione e quella della resurrezione da noi professata, abbiamo avuto modo di parlarne nel forum:

Reicarnazione e cristianesimo

In precedenza avevamo anche parlato della posizione dottrinale della Chiesa a partire dalla Scrittura e dei Concili nel forum:

Cosa comporta per la fede accettare l'evoluzione?

Nei post precedenti ho cercato di portare brani patristici per fugare i dubbi circa la posizione dei padri e quindi della Tradizione sull'argomento in questione.

Vorrei riportare qui di seguito la posizione di S.Tommaso d'Aquino sintetizzando e semplificando il suo pensiero, per chi ci legge, espresso nella sua "Summa contra Gentiles" dove analizza la questione secondo ragione e rivelazione:



1) Ogni cosa creata passa dalla potenza all’atto. Perciò prima ad esempio troviamo il seme che è la vita in potenza e poi l’anima che rappresenta l’atto della vita. Da ciò risulta che l’anima non preesiste al corpo.

2) Per l’anima è naturale essere prima unita al corpo e poi separata e non viceversa. Infatti è naturale per ogni forma unirsi alla propria materia altrimenti il composto di forma e di materia sarebbe estraneo alla natura.

3) L’anima è forma e parte della specie umana. Se esistesse per sé stessa senza il corpo sarebbe imperfetta mentre nell’ordine naturale ciò che è perfetto precede ciò che è imperfetto.

4) Se le anime furono create prima dei corpi, l’invio a questi ultimi sarebbe avvenuto per violenza e non secondo natura. Inoltre se fossero rimaste prive di corpi per un periodo più o meno lungo avrebbero anche subito la violenza di non potersi unire ad un corpo, cosa che invece costituisce la tendenza naturale dell’anima; anche ciò è inammissibile perché ciò che è violento è contro natura.

5) Per natura ogni cosa desidera la propria perfezione quindi è il corpo che desidera l’anima e non viceversa.

6) Le anime separate non si unirebbero ai corpi per spontanea volontà perché saprebbero di dover soffrire; mentre nessuno vuol diventare peggiorare la propria condizione.

7) L’anima non può essere stata creata prima dei corpi per disposizione divina in quanto la Genesi dice che "Dio vide che era una cosa buona" a proposito delle singole creature e "Dio vide tutte le cose che aveva fatto, ed erano molto buone" a proposito di tutto il creato. Ora Dio crea per promuovere ad uno stato superiore, non ad uno inferiore; Perciò non poteva aver creato anime separate dai corpi.

8) Non può rientrare nella sapienza di Dio nobilitare i corpi a scapito delle anime. Origene sapendo questo suppose che le anime avessero peccato e fossero inviate nei corpi a scontare la pena. Ma ciò è insostenibile per i seguenti motivi:

9) L’esistenza dell’uomo non sarebbe un bene secondo natura mentre la Genesi dice che " tutte le cose che Dio aveva fatto erano molto buone".

10) Dal male non può venire un bene se non indirettamente e quindi i corpi non potevano essere considerati "molto buoni" dall’unione con anime in peccato.

11) S. Paolo dice di Giacobbe ed Esaù: "non essendo ancora nati, e non avendo fatto niente di bene o di male fu detto: il maggiore servirà il minore". Quindi prima della loro nascita nessuno di loro due aveva peccato.

12) Per acquisire la conoscenza delle cose, le anime hanno bisogno dei corpi che permette ad esse di elaborare, attraverso i sensi, le cognizioni e i ricordi. Se l’anima avesse la cognizione delle cose a prescindere dal corpo, bisognerebbe concludere che il corpo le risulterebbe d’impaccio dal momento che nascendo una persona non sa nulla e deve imparare tutto. Ma la natura non aggiunge ciò che costituisce un impaccio bensì ciò che facilita. Perciò l’uomo non sarebbe una realtà naturale.

13) L’anima unendosi al corpo non perde la scienza ma l’acquista in quanto lo scopo per cui è creata è quella di giungere alla contemplazione della verità mediante gli atti di virtù.

14) Se si interroga un ignorante in modo da fargli rispondere attraverso una riflessione logica alle domande poste, questi acquisirà una conoscenza progressiva. Perciò egli non ricorda conoscenze avute in precedenza ma conosce solo i principi per natura.

15) Se la conoscenza delle conclusioni fosse naturale come quella dei principi ne seguirebbe che le conclusioni sarebbero uguali per tutti come lo è per i principi; mentre invece non è così come mostra l’evidenza. Perciò le anime non preesistono ai corpi.

16) Il nostro intelletto conosce per natura l’ente e le proprietà che appartengono all’ente; in questo si fonda la conoscenza dei primi principi, mentre le conclusioni si raggiungono a partire dai principi.

17( Anche la conoscenza dei primi principi si acquista mediante i sensi come per esempio non conosceremmo che il tutto è maggiore della parte se i sensi non avessero percepito un tutto; perciò nell’anima prima dell’unione col corpo non vi è neppure la conoscenza dei primi principi, tantomeno la conoscenza di altre cose.

18) Se preesistessero un numero infinito di anime bisognerebbe che il mondo non abbia mai fine perché queste si incarnino tutte: ma ciò non è secondo rivelazione che stabilisce un termine per il mondo. Se invece preesistesse un numero limitato di anime potrebbero essere eccedenti oppure insufficienti per animare i corpi che vengono all’esistenza in questo mondo.

19) Non è possibile ammettere che una stessa anima si unisca contemporaneamente a più corpi in quanto può esistere solo un’anima col proprio corpo, avendo essi tra loro il rapporto di atto e potenza.

20) La virtù del motore deve essere proporzionata al corpo che deve muovere e tale è l’anima per il corpo. Perciò il numero delle anime dev’essere uguale a quello dei corpi. Ciò esclude la trasmigrazione delle anime da un corpo all’altro.

21) L’unità come l’essere, derivando dalla forma, dove c’è unità di forma deve esserci anche unità numerica. Quindi non è possibile che una singola anima si unisca con diversi corpi. Da ciò consegue pure che le anime non sono preesistite ai loro corpi.



Per alcuni punti sopra elencati non ho sufficienti cognizioni per poter eventualmente approfondire.

Bastino comunque per dare una ulteriore idea di quanti motivi ha la Chiesa per respingere a ragion veduta, la dottrina sulla reincarnazione.

Con affetto


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Consiglia Elimina    Messaggio 31 di 51 nella discussione 
Da: Soprannome MSNIyvan5Inviato: 09/07/2004 15.13
Ma ti feci una domanda che non hai risposto:
.....e poi quale sarebbe la misericordia di Dio se rinanscendo non fossi in grado di comprendere? un portatore di handicap a questo punto....forse in passato era stato assasino????.......emi fuoi fare un esempio di qualcuno, magari anche dai Vangeli.....che abbia capito la sua situazione karmika?
Ti chiedo scusa, Caterina,  ma mi era sfuggita la domanda, anche se il concetto era stato comunque già abbozzato.
La Misericordia di Dio ti fa nascere in un contesto che è particolarmente adatto a comprendere ciò che ti manca.
Faccio un esempio: una persona dotata di grande intelligenza e socialmente elevata disprezza e tratta con sufficienza chi non ha le sue capacità. Passa nell'oltre e avverte il disagio e la sofferenza  del suo disarmonico stato d'essere rispetto all'armonicità di altre realtà spirituali., ma per quanto si sforzi non riesce ancora a comprendere che questo suo stato di sofferenza è determinato dall'assenza di umiltà e amore.
Ecco allora che interviene la Misericordia Divina la quale permette che lo spirito si immerga nuovamente nella materialità e sperimenti la condizione di chi era stato da lui disprezzato (magari anche come portatore di handicap)
Forse, nel corso di questa nuova vita potrebbe ancora una volta non comprendere, ma quando ritornerà allo stato di spirito ricorderà entrambe le esperienze vissute e ne potrà trarre la somma giungendo così a comprendere qual' è stato il suo errore e quindi superarlo definitivamente.
Ma attenzione, non è detto che un portatore di handicap stia sempre scontando un suo karma personale. Potrebbe essere che egli sia solo UNO STRUMENTO per far scontare un karma ai propri genitori. In questo caso potrebbe avvenire che uno spirito molto elevato, o addirittura una creatura angelica,  SI SACRIFICHI PER AMORE incarnandosi in un corpo con handicap al fine di far vivere un certo tipo di esperienza ai genitori.
Quindi, chi crede in queste cose, sa che un corpo deforme e intellettivamente carente potrebbe ospitare uno spirito di grande elevazione che, PER AMORE, HA RINUNCIATO TEMPORANEAMENTE E VOLONTARIAMENTE alla sua consapevolezza.
Un altro esempio e poi basta: una donna non desidera avere figli in quanto vuole mantenersi egoisticamente libera.
Quale mezzo migliore per farle comprendere la bellezza della maternità facendole rivivere una condizione in cui desidera moltissimo avere figli ma purtroppo non può averne?
Certo, in questa seconda condizione non avrà consapevolezza di ciò che era stata precedentemente ma, quando potrà tirare le somme, allora capirà.
Le esperienze vissute e fatte proprie si imprimono nello spirito diventando un sentire di coscienza e non si possono più perdere. Ogni nuova esperienza, quando sia stata compresa, è un salto evolutivo, ma è molto difficile pensare di poter raggiungere una sufficiente evoluzione nel corso di una sola vita, che sappiamo condizionante e spesso determinata dalle azioni degli altri.
D'altra parte, il piano spirituale è uno stato d'essere e quindi non si può essere di più della somma delle esperienze materiali che abbiamo intimamente compreso.
Senza la sperimentazione diretta diventa oltremodo difficile e faticoso il  percorso dello spirito verso la conoscenza.
Ecco quindi che il dono della vita materiale acquista preziosità ed estrema importanza per lo spirito, il quale tende naturalmente ad elevarsi sempre più verso la sua Origine Divina ... è un'attrazione alla quale non può sottrarsi ... i tempi dipenderanno da come avrà esercitato il suo libero arbitrio. 
Capire la propria situazione karmika?
E' possibile non rifiutando gli eventi apparentemente ingiusti e dolorosi che ci accadono, ma cercando di capire cosa essi vogliono insegnarci. Comprendendone l'insegnamento potremmo anche dedurre in cosa avevamo mancato ... e a questo punto il karma sarebbe superato.
Attenzione, ho detto cercando di capirne l'insegnamento e non di accettarli supinamente pensando solo che Cristo ha a sua volta sofferto per noi. Questo è vero e può anche essere consolatorio, ma non ci fa fare molta strada nella comprensione. 
Mi sembra di ricordare qualcosa a proposito di Salomone, ma non ne sono certo e dovrei andare a recuperare la lettura. Se la ritrovo mi riservo di riparlarne.
Fraternamente
iyvan
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