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Meditazioni per l'Avvento-Natale 2009 fino all'Epifania

Ultimo Aggiornamento: 09/01/2010 16:04
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11/12/2009 19:10
 
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La seconda Predica d'Avvento di padre Cantalamessa
Il profumo di Cristo


Il sacerdote come "il buon profumo di Cristo nel mondo". Padre Raniero Cantalamessa ha riproposto anche questa mattina, venerdì 11 dicembre, un passo della lettera di san Paolo ai Corinzi per orientare la riflessione della Predica d'Avvento, le seconda, sul ministero del sacerdote "servitore di Cristo". Parlando alla Curia Romana, alla presenza del Papa, il religioso cappuccino ha fatto ricorso alla metafora dell'unzione dello Spirito - così come ne fa menzione san Basilio (San Basilio Sullo Spirito Santo, XVI, 39) - con il profumo che ne scaturisce, per ricordare la prima missione affidata a quanti la ricevono: "Unti per diffondere nel mondo il buon odore di Cristo".

Però, come ricordava lo stesso apostolo, troppo spesso si commette l'imprudenza di conservare questo tesoro prezioso "in vasi di terra" e "sappiamo fin troppo bene - ha detto il predicatore - della dolorosa e umiliante esperienza recente, cosa questo significa. Gesù diceva agli Apostoli "Voi siete il sale della terra; ma se il sale diventa insipido, con che lo si salerà? Non è più buono a nulla se non a essere gettato via e calpestato dagli uomini". La verità di questa parola di Cristo è dolorosamente sotto i nostri occhi. Anche l'unguento, se perde l'odore e si guasta, si trasforma nel suo contrario, in lezzo, e anziché attirare a Cristo, allontana da lui".

È anche per rispondere a queste situazioni che il Papa "ha indetto il presente Anno sacerdotale - ha proseguito padre Cantalamessa -. Lo dice apertamente nella lettera di indizione: "Ci sono purtroppo anche situazioni, mai abbastanza deplorate, in cui è la Chiesa stessa a soffrire per l'infedeltà di alcuni suoi ministri. È il mondo a trarre allora motivo di scandalo e di rifiuto"". Ma il Papa non si è fermato a questo e il cappuccino lo ha ricordato: "Ciò che massimamente può giovare in tali casi alla Chiesa non è tanto la puntigliosa rilevazione delle debolezze dei suoi ministri, quanto una rinnovata e lieta coscienza della grandezza del dono di Dio, concretizzato in splendide figure di generosi pastori, di religiosi, ardenti di amore per Dio e per le anime".

Naturalmente, ha proseguito, la rilevazione delle debolezze umane del sacerdote "va fatta, anch'essa, per rendere giustizia alle vittime e la Chiesa ora lo riconosce e l'attua come meglio può, ma va fatta in altra sede e, in ogni caso, non è da essa che verrà lo slancio per un rinnovamento del ministero sacerdotale". E ha citato san Francesco quando parlava della gloria dei ministri della Nuova Alleanza dello Spirito "immensamente più alta di quella antica". Si tratta di una gloria che "non viene dagli uomini e non può essere distrutta dagli uomini".

Concludendo padre Cantalamessa ha riproposto come attuale il profilo del sacerdote cattolico così come descritto dal domenicano Henri Dominique Lacordaire, teologo francese, per il quale il sacerdote deve "vivere in mezzo al mondo senza alcun desiderio per i suoi piaceri; essere membro di ogni famiglia, senza appartenere ad alcuna di esse; condividere ogni sofferenza, essere messo a parte di ogni segreto, guarire ogni ferita; andare ogni giorno dagli uomini a Dio per offrirgli la loro devozione e tornare da Dio agli uomini per portare a essi il suo perdono e la sua speranza; avere un cuore d'acciaio per la castità e di carne per la carità".


(©L'Osservatore Romano - 12 dicembre 2009)


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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