A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

BASTA CON LE BUGIE!!!!

Ultimo Aggiornamento: 21/10/2014 22:53
Autore
Stampa | Notifica email    
ONLINE
Post: 39.989
Sesso: Femminile
19/12/2009 02:16
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

2- COPENHAGEN 2: IL PAPA E' D'ACCORDO CON GLI ECOLOGISTI? CERTO CHE NO (CHE CHE SE NE DICA...)

di Mimmo Muolo


È una sorta di compendio del magistero del Papa sui temi ambientali, quello che Benedetto XVI ha detto domenica dopo l’Angelus. Un compendio, sottolinea monsignor Celestino Migliore, osservatore permanente della Santa Sede presso l’Onu, che «in poche righe spiega la specificità della posizione del Santo Padre e della Chiesa sulle questioni che verranno trattate a Copenhagen». Monsignor Migliore sarà nella capitale danese a partire da lunedì prossimo, per guidare la delegazione vaticana alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Ma intanto, al telefono da New York, commenta per Avvenire le parole del Pontefice.
IN CHE COSA CONSISTE LA SPECIFICITÀ ALLA QUALE LEI SI RIFERISCE?
Soprattutto il vocabolario usato dal Papa. Benedetto XVI non parla di ambiente, ma di creato, non usa il verbo difendere, ma salvaguardare. E mette l’accento sulla «dimensione morale della vita umana». Le differenze sono sostanziali rispetto a certi movimenti ecologisti.
IN CHE SENSO?

Parlare di creazione pone la questione nella giusta prospettiva, poiché ricorda a tutti che l’ambiente è un dono di Dio. Dunque non si tratta di difenderlo da un nemico, in molti casi identificato con l’uomo, ma di salvaguardarlo così come Dio stesso ha voluto quando ha affidato proprio all’uomo questo compito. E qui, infatti, il Santo Padre richiama la dimensione morale dell’agire umano nei confronti del creato.

BENEDETTO XVI PARLA ANCHE DI UN POSSIBILE COLLEGAMENTO TRA SVILUPPO E RISPETTO DELLA CREAZIONE. DUNQUE QUESTE DUE ESIGENZE NON SONO DI PER SÉ ANTITETICHE.

Direi proprio di no. Anzi è lo sviluppo che ci aiuta a contenere i fenomeni climatici. Pianificare investimenti ecologici sottraendo fondi allo sviluppo significa probabilmente non favorire né la salvaguardia del creato, né lo sviluppo stesso. A tutto svantaggio dei poveri e delle generazioni future che sono invece centrali nel discorso del Papa.

E QUESTO, CONCRETAMENTE, IN RELAZIONE AI CAMBIAMENTI CLIMATICI, COME SI CONIUGA?

Il clima sulla terra cambia da millenni. E da sempre gli uomini, gli animali e le piante hanno dovuto adattarsi. Lo sviluppo serve proprio a questo. Ad esempio a far sì che nelle zone di siccità possano essere realizzate opere di canalizzazione dell’acqua. O che in quelle che subiscono frequenti inondazioni, la forza degli elementi non provochi danni eccessivi. Anche la tecnica di costruzione delle case può aiutare a creare ambienti isolati dal freddo o dal caldo, in modo da non dover consumare grandi quantità di energia per questi fini. Sviluppo e salvaguardia del creato non sono nemici, ma anzi grandi alleati.

DA COPENAGHEN CHE COSA È LECITO ATTENDERSI?

Probabilmente si arriverà a un accordo politico di base per il futuro. Personalmente sarei contento se dai lavori emergesse la convinzione che queste non sono solo questioni tecniche. Riduciamo di un tot per cento l’emissione di gas serra, stabiliamo gli investimenti e chi li paga e va bene così. Occorre invece puntare di più sulla dimensione morale, coinvolgendo non solo i tecnici, ma gli stili di vita di tutti. Prendersi cura delle foreste, della qualità dell’aria e dell’acqua, costruire abitazioni compatibili e non solo speculare sull’edilizia. Insomma creare una cultura dell’ambiente.
IL MAGISTERO «VERDE» DI BENEDETTO XVI AIUTERÀ IN QUESTO SENSO?
Me lo auguro. In effetti molti sostengono che egli sia un «Papa verde». Una definizione che trovo un po’ riduttiva. Ciò che sta a cuore al Santo Padre e alla Chiesa è fornire motivazioni alla politica, perché le decisioni tecniche siano ispirate proprio ad una accresciuta cultura del rispetto e della promozione del creato.

Mimmo Muolo
Fonte: Svipop, 9-12-2009

*********

3- INNALZAMENTO DEGLI OCEANI CAUSATO DALLO SCIOGLIMENTO DEI GHIACCI POLARI? FORSE NEI FILM, LA SCIENZA DICE DI NO

di Lamberto Paggi

La valutazione di un possibile prossimo e catastrofico innalzamento del livello degli oceani conseguente al graduale scioglimento dei ghiacci dovuto ad una supposta futura fase di riscaldamento della Terra, richiede l’analisi dei principali elementi che potrebbero giocare un ruolo nel fenomeno.

GLI ICEBERG

Come noto, essi consistono in grandi piattaforme di ghiaccio e neve, vaganti come isole galleggianti per i mari polari, talvolta ancorate fra loro o anche a terre vicine più fredde. Mentre la porzione sommersa di esse è, in genere, formata da ghiaccio compatto, quella sporgente dall’acqua può essere costituita da ghiaccio più leggero, ancora in formazione, di neve in assestamento sino a quella appena caduta.
Queste masse galleggianti, nel loro peregrinare, obbediscono come noto al Principio generale di equilibrio dei corpi immersi in un liquido (di Archimede) che assicura loro una forza di sostentamento pari al peso del liquido spostato.

Assumendo per il ghiaccio, che pesa meno dell’acqua, un peso specifico medio di circa 0,9 chilogrammi per decimetro cubo, un iceberg di 100 metri di altezza, galleggerà nel mare posizionandosi con una porzione di 90 metri sommersa e con il resto di 10 sporgente dall’acqua. La sua posizione verticale sarà infatti stabilita dall’equilibrio tra la spinta in su dei 90 m. dell’acqua spostata e il peso dell’iceberg, i 100 m. x 0,9 = 90 m. equivalente.
All’aumentare dello spessore degli iceberg che è maggiore in prossimità dei poli, arrivando sino a due chilometri e oltre, il rapporto tra l’altezza sommersa e quella emergente non muta, 90 % sotto e 10% fuori dal livello del mare, per cui si comprende la grande difficoltà incontrata, prima dell’avvento del radar e specialmente di notte, dalle navi maggiori nell’individuare ed evitare questi enormi ostacoli, ovviamente non indicati sulle carte nautiche.

La loro visibilità è maggiore, se la loro parte emergente è formata anche da neve che pesando meno (sino ad un decimo dell’acqua) arriva a quote più elevate, per l’iceberg precedente, di 30/50 m.
Quando un iceberg, nel suo peregrinare, perviene in acque meno fredde, la prima parte a soffrirne, ovviamente, è quella sottostante a diretto contatto con l’acqua. Cominciano così a liquefarsi gli strati più esterni del ghiaccio sommerso che, non sostenendo oltre gli strati superiori, li lascia crollare fragorosamente, per murate successive. Le immagini di questi crolli, evocando nell’animo umano il timore di distruzioni apocalittiche, sono utilizzate con successo dagli allarmisti. Per fortuna, le cose nella realtà vanno meglio: lo scioglimento della parte sommersa dell’iceberg, in base alle considerazioni fatte in precedenza, restituisce al mare soltanto la propria quantità di acqua (pari al 90 % del suo volume) e a quel punto, se il livello marino potesse essere misurato senza consentire apporti di liquido dall’esterno e se la porzione emergente del ghiaccio potesse esser momentaneamente sostenuta al di sopra del livello del mare, esso risulterebbe inferiore a quello preesistente e, per l’iceberg alto 100 m.,indicato prima, il livello sarebbe più basso di ben 9 metri, recuperabili solo sciogliendo il ghiaccio del cappello (10m x 0,9 = 9 m.).

Più in generale, quando nell’ambito dell’equilibrio tra corpi sommersi e liquidi circostanti (principio di Archimede), sia il corpo sommerso che il liquido sono composti solo d’acqua, né il formarsi del ghiaccio né il suo scioglimento influenzano il livello circostante. La verifica ( v. raccolta esperimenti curiosi di Fisica) si ottiene inserendo un cubetto di ghiaccio in un bicchiere che si riempie quindi d’acqua sino all’orlo: dopo qualche minuto, il bicchiere sarà pieno d’acqua senza che una sola goccia sia riuscita a tracimarne le pareti!

L’ANTARTIDE

Il polo sud del nostro pianeta è occupato da un grande continente disabitato. A causa della inclinazione dell’asse terrestre rispetto al sole, esso non vede mai il sole e, per questo, è molto più freddo del polo nord che almeno usufruisce quasi sempre di una fioca illuminazione solare. In entrambi i casi, si tratta comunque di raggi solari radenti di inclinazione prossima all’orizzontale, di scarsissimo impatto termico e che, per quanto riguarda l’Antartide, arrivano a lambirla al massimo per 10 – 20 giorni ogni anno. La sua superficie, quasi quattro volte più grande dell’Artide e prevalentemente rocciosa, nei secoli ha accumulato una coltre di ghiaccio, alta spesso due km e più, caratterizzata da temperature ben al di sotto al punto di congelamento, variabili tra i 40 e i 90 °C sotto zero! Tutto attorno all’Antartide, una superficie di pari grandezza è occupata da una fitta rete di iceberg a temperature gradatamente meno rigide allontanandosi dal polo.

Il timore di una possibile sopraelevazione del livello degli oceani conseguente, nel volger del secolo, al liquefarsi di una consistente quantità di ghiacci del deposito antartico, dovuto al riscaldamento globale originato da eccessiva quantità di CO2 prodotta dall’uomo, non appare fondato.

Prima di tutto, per portare il ghiaccio al punto in cui il suo processo di fusione può iniziare, esso va riscaldato per liberarlo dal freddo che lo imprigiona; per far ciò, ogni chilogrammo di esso richiederebbe 40/90 calorie a seconda del suo stato. Un calore di dimensioni inimmaginabili che non si vede né dove prendere né come trasmettere.

Come visto sopra infatti, i fattori di possibile effetto termico sui poli ed in particolare sul polo sud sono tutti di natura rigidamente astronomica e pertanto del tutto indipendenti da ogni influenza umana o terrestre.

Anche gli iceberg sembrano disposti a difesa dei ghiacci del sud e solo quando si staccano, andando alla deriva attraverso gli oceani, offrono alle correnti calde in olocausto i loro corpi sommersi mentre, i ghiacci dell’Antartide, ben ancorati alla terra ferma, attendono l’attacco del caldo a domicilio.
Sulla base delle considerazioni su esposte, non appare fondato il timore diffuso fra tante popolazioni rivierasche di pericolosi innalzamenti dei mari e perfino della scomparsa di intere isole e città; quanto qui esposto dunque può servire a rasserenare un po’ tante persone ingiustamente preoccupate.

Lamberto Paggi
Fonte: Svipop, 11-12-2009

**********

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 12:59. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com